BOLIVIA: AL VIA SUMMIT LATINOAMERICANO: IL CONTINENTE CERCA UNITÀ



  11/11/2003 14:17

I coordinatori dei 21 Paesi che partecipano al tredicesimo summit
latinoamericano di Santa Cruz si riuniscono oggi e domani per preparare i
lavori di quella che potrebbe essere una tappa storica per il Sudamerica. Da
questi due giorni di lavori preparatori dovrà scaturire una posizione comune
sui due temi più importanti all'ordine del giorno, oggetto di firma da parte
dei capi di Stato il prossimo 14 e 15 novembre: la creazione di una
Segreteria latinoamericana e l'inclusione sociale. Quest'ultimo argomento
rientra tra quelli posti al centro dell'incontro all'ultimo istante, visto
che l'ex presidente della Repubblica boliviana, Gonzalo Sánchez de Lozada,
fino allo scorso 17 ottobre capo dello Stato di un Paese con il 70 per cento
della popolazione sotto la soglia di povertà, aveva voluto eliminare il tema
dell'inclusione sociale per concentrare completamente le trattative sulla
creazione della Segreteria. Secondo il progetto dell'ex presidente
brasiliano Fernando Henrique Cardoso, a capo del gruppo che sta lavorando
alla preparazione del summit (di cui fa parte anche la Bolivia), questo
nuovo organo dovrebbe avere un forte potere negoziale e rappresentare tutta
l'America Latina nelle occasioni internazionali. La proposta di Cardoso,
sulla quale si confronteranno i governi, prevede che la Segreteria abbia un
proprio statuto e sia retta da un Segretario eletto ogni quattro anni dai
capi di Stato. La Segreteria presiederà, organizzerà e finanzierà le
riunioni e i summit dalla Comunità latinoamericana, proporrà politiche d'
interesse comune e rappresenterà tutti i Paesi aderenti in ogni ambito ed
evento internazionale. Una posizione che allarma il Brasile: il più potente
Paese sudamericano teme, infatti, di veder ridotta la sua libertà in
politica estera a beneficio della nascente Segreteria. Sono stati anche
questi dubbi a far reinserire nel summit la questione dell'inclusione
sociale. Nel caso in cui dalla conferenza non dovesse uscire una posizione
comune sulla questione più rilevante, la firma di un protocollo sulla lotta
alla povertà e sull'inclusione sociale potrebbe almeno salvare le apparenze.
La conferenza di Santa Cruz sarà anche un'importante occasione per il nuovo
presidente boliviano Carlos Mesa di presentare all'intero continente il suo
governo e di chiedere aiuto per rilanciare l'economia nazionale. Mesa
parlerà, infatti, della situazione preoccupante dell'economia boliviana (9
per cento di deficit fiscale, 11,5 per cento di disoccupazione, 70 per cento
dei cittadini sotto la soglia di povertà, 2 per cento di crescita del
prodotto interno lordo negli ultimi tre anni) e chiederà a tutti i
partecipanti al consesso - e in particolare alla Spagna - aiuto finanziario
e l'apertura dei mercati nazionali per favorire la riduzione dei prezzi e l'
esportazione dei prodotti boliviani. Nel corso del summit, al quale
parteciperà anche Cuba, sarà toccato il tema della crescente instabilità del
continente. A proposito di sicurezza, visti i recenti disordini sociali in
Bolivia e la presenza alla conferenza del presidente cileno Ricardo Lagos
(le relazioni diplomatiche tra i due Paesi sono interrotte dal 1978), per
tre giorni la maggior parte degli esercizi commerciali di Santa Cruz
rimarranno chiusi e i controlli di polizia saranno ferrei. L'arrivo dei capi
di Stato, in ogni caso, è atteso tra la sera di giovedì 13 e la mattina di
venerdì 14 novembre.[LL]



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