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Bolivia: scontri tra contadini e polizia, sette morti, scortato un gruppo di turisti
- Subject: Bolivia: scontri tra contadini e polizia, sette morti, scortato un gruppo di turisti
- From: "nello margiotta" <nellomargiotta55 at virgilio.it>
- Date: Mon, 22 Sep 2003 16:15:32 +0200
di red http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=29040 Una battaglia vicino al Lago Titicaca, al confine tra Bolivia e Perù, fra forze dell'ordine che proteggevano un gruppo di turisti, e contadini della provincia di La Paz in lotta contro un progetto di esportazione di gas si è conclusa ieri con la morte di sette persone, fra cui un soldato ed una bambina di otto anni che era affacciata ad una finestra. La mobilitazione va avanti da anni e le manifestazioni si sono succedute in questi giorni, indette dal Movimento al socialismo (Mas) dell'ex candidato presidenziale Evo Morales, e soprattutto da Felipe Quispe, leader della Confederazione sindacale unica dei lavoratori contadini della Bolivia (Csutcb) che ha bloccato tutte le vie di comunicazione da e per La Paz, con l'unica eccezione della stradale per Oruro. In questo modo l'opposizione tenta di bloccare un progetto del presidente Gonzalo Sanchez de Lozada di esportazione di gas boliviano a Messico e Usa, via Cile, esigendo invece che prima della vendita del prodotto esso sia trattato in Bolivia. I contadini chiedono che in cambio dell'esportazione del petrolio si costruiscano scuole, strade e ospedali e sia portata l'elettricità nei villaggi. E sostengono che la polizia che scortava i turisti ha sparato ad altezza uomo, provocando la reazione dei contadini con pietre e bastoni. Il governo boliviano ha addossato la responsabilità dell'accaduto alle organizzazioni contadine, escludendo però l'introduzione dello stato d'assedio perchè, ha detto il ministro della presidenza Guillermo Justiniano «si tratta di un problema specifico di una zona del paese e la democrazia, lo stato di diritto e le leggi forniscono gli strumenti sufficienti per sanzionare ed evitare questo tipo di eventi». Il sottosegretario agli interni e alla polizia, Josè Luis Harb, ha detto che «i morti sono sette, i feriti 17, due agenti sono dispersi mentre cinque persone sono state fermate». Di fronte a questa analisi, Quispe ha sfidato il governo rivelando che «abbiamo deciso di imporre lo stato d'assedio alle 20 province del dipartimento di La Paz» e che «qualunque soldato o agente di polizia che transiti nelle strade della regione lo farà a suo rischio e pericolo». Il sanguinoso scontro, in cui le due parti hanno fatto ampio uso di fucili e pistole, è avvenuto nella zona abitata di Warisata (80 chilometri dalla capitale boliviana), dopo che ore prima 60 automezzi con a bordo 1.000 persone avevano lasciato la località turistica di Sorata scortati da un consistente contingente di soldati e agenti di polizia. I turisti, che avevano partecipato sette giorni fa alle feste religiose della cittadina ai piedi della vetta andina Illampu, avevano chiesto aiuto per poter tornare a casa. Fra di essi si trovavano anche cittadini statunitensi, britannici, israeliani, svedesi, svizzeri e peruviani, ma nessun italiano. Tutto era andato bene fino che in serata il convoglio, giunto a Warisata, si è dovuto fermare perchè manifestanti avevano collocato tronchi di traverso sulla statale. Mentre le forze dell'ordine cominciavano a liberare la carreggiata, è scattata una offensiva dei contadini che hanno lanciato pietre e oggetti contundenti contro gli automezzi. La quiete del luogo, assicura la stampa, è subito stata spazzata via dai disordini, durante cui si sono uditi nettamente spari provenienti dalle armi di cui disponevano, oltre ai soldati e agli agenti, anche i commando contadini. Fra le vittime, un militare, una donna, tre contadini, ed anche una bambina che, secondo Radio Fides, assisteva a quanto stava succedendo in strada. La battaglia è durata alcune ore, dopodichè il convoglio è ripartito per giungere in nottata nella capitale. Ricostruendo l'accaduto, il ministro Justiniano, ha indicato che «è scattata una imboscata in cui in maniera premeditata si è sparato ponendo a rischio la vita di centinaia di persone». Gravi i danni anche a Sorata dove, riferisce la televisione Atb, i contadini sono entrati con dinamite dopo la partenza del convoglio scortato dai militari ed hanno incendiato l'Hotel Copacabana, la sottoprefettura e l'edificio del Municipio.
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