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DUE INTERVISTE A DOM TOMAS BALDUINO su CONFLITTI NELLE CAMPAGNE E RAPPORTI CON IL GOVERNO
- Subject: DUE INTERVISTE A DOM TOMAS BALDUINO su CONFLITTI NELLE CAMPAGNE E RAPPORTI CON IL GOVERNO
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Wed, 17 Sep 2003 21:28:52 +0200
In due interviste (la prima a Caros Amigos, numero speciale sulla riforma agraria, uscito a settembre e la seconda sul Jornal do Brasil del 14 settembre) Dom Tomas Balduino, presidente della Commissione Pastorale della terra, fa il punto sulla violenza nelle campagne, sui comportamenti del potere giudiziario e dei media, sulle prospettive di riforma agraria con il governo Lula, sul rapporto dei movimenti con il governo, sulle occupazioni di terre ed edifici pubblici, sugli arresti di militanti MST, sui mutamenti del PT, ma anche su Giovanni Paolo II e la teologia della liberazione. Sintesi intervista Caros Amigos Tomas Balduino denuncia che tra gennaio e giugno sono state mandate via da insediamenti 8.492 famiglie, anche famiglie insediate da 7 anni, come è successo in agosto a 92 famiglie del Goias (si tratta di un insediamento all¹interno di una fazenda pignorata dalla Banca del Brasile). Il potere giudiziario dice Balduino sta difendendo la proprietà della terra come un diritto assoluto senza tenere in conto la funzione sociale della terra, garantita dalla Costituzione. Balduino pensa che ci siano diversi insediamenti a rischio. Ipotizza che i giudici si stiano vendicando di quella che considerano una perdita di privilegi (in relazione alla riforma della previdenza). I dati della CPT mostrano che ci sono 67 insediamenti, con 11.321 famiglie minacciate di sgombero. 38 di questi insediamenti a rischio sono in Minas Gerais, Rio de Janeiro e Espirito Santo (per un ammontare di 8.493 famiglie). Ci sono tre forme di violenza in questo momento nelle campagne. - La violenza dei latifondisti con le loro milizie armate che utilizzano armi che può utilizzare solo l¹Esercito. - La violenza della giustizia che non mostra il minimo rispetto per le vite umane - La violenza dei media che provoca gravi danni di fronte all¹opinione pubblica e rende più difficile una riforma agraria di massa e di qualità come Lula ha promesso di fare. E¹ una campagna quotidiana, un fuoco che non si spegne L¹impunità continua a trionfare. Rispetto ai 976 assassinati tra 1985 e 1996 ci sono in carcere solo 5 persone. Cosa può fare di fronte a tutto ciò l¹esecutivo? Deve mantenere il cammino costituzionale della riforma agraria, fare questa riforma di qualità alla quale Lula si è impegnato. Non deve ripetere la politica di Cardoso che ha deportato i senza terra (la grande maggioranza degli insediamenti è stata fatta in Amazzonia invece che in aree con infrastrutture dove è stato lasciato spazio all¹agrobusiness o agli svaghi della classe media). Oggi la situazione è difficile per l¹atteggiamento del sistema giudiziario e dei media. I media contrariati per il cambiamento politico rappresentato dal governo Lula sono sempre più ostili. Bisogna contrapporsi a questo, mostrare che le occupazioni non sono contro il governo Lula ma per la necessaria visibilità del movimento, che la riforma agraria interessa tutti i brasiliani e non solo quelli che vivono nelle campagne. E¹ importante che il governo mantenga la coerenza come sta facendo. Ci sono misure che contribuiscono alla riforma agraria pacifica che la società vuole: - Il Piano Raccolto che è approvato e i cui fondi stanno cominciando a essere distribuiti (chi lavora nelle campagne riceverà il finanziamento per il raccolto 2003/2004, cosa che fino ad ora era privilegio dell¹agrobusiness) - Il Piano di Emergenza per gli accampati che da un lato garantisce la cesta basica mentre si lavora per insediare le 120.000 famiglie accampate. Il governo ha parlato di insediarne 60.000, vedremo speriamo in un piano di insediamenti soddisfacente Il Forum della Riforma Agraria (di cui CPT e MST fanno parte) sta collaborando con il governo per elaborare un secondo Piano Nazionale di Riforma Agraria (il primo fu progettato da José Gomes, presidente dell¹ INCRA, durante il governo Sarney, ma non fu approvato dal Congresso. La cosa strana è che non sono stati i goiani arretrati a bocciarlo ma i ³moderni² imprenditori dell¹agrobusiness paulista. Ma stavolta il Piano passerà e questo sarà un grande passo avanti. Sintesi intervista Jornal do Brasil - Come è cambiata la lotta dei senza terra che lei segue fin dall¹inizio? Oggi ci sono quasi una ventina di organizzazioni con le loro caratteristiche e bandiere. Sono d¹accordo sulla linea della riforma agraria costituzionale. Su altre cose hanno posizioni diverse. Anche la Contag è entrata in questo movimento. Oggi la diffusione degli accampamenti (soprattutto accampamenti più che occupazioni) è impressionante - E¹ possibile che i senza terra creino un partito? Tutto può essere ma è improbabile, creare un partito indebolirebbe, dividerebbe il movimento. Si tratta naturalmente di un movimento politico. Cardoso accusava il MST di essere politico. In realtà è un elogio. Offensivo è definire qualcuno apolitico e alienato. - Il MST vuole insediare 120.000 famiglie. Il governo dice che non ha soldi. Che succederà? La situazione è di conflitto. Ci sono 140.000 persone accampate. Se il governo fosse diverso, queste persone starebbero all¹opposizione. Visto che è un governo popolare, si considerano co-responsabili e la co-responsabilità dei movimenti popolari si chiama pressione. - Lei pensa ancora che l¹occupazione è il metodo migliore per ottenere la riforma agraria? In un paese con il latifondo in cui la terra è blindata dal potere e dal denaro, che resta da fare ai poveri? Prima che Cardoso facesse la misura provvisoria che punisce l¹occupazione, l¹Incra andava a negoziare con il proprietario per vedere se la terra era improduttiva. Oggi non succede neanche questo. Gli insediamenti che hanno avuto successo, sono stati ottenuti con l¹occupazione, nessuno con una riforma agraria dall¹alto, per dono del governo. Noi chiamiamo violenza le occupazioni e non chiamiamo violenza la fame e la minaccia dei pistoleiros sugli insediamenti. - Le invasioni di edifici pubblici o dei luoghi di pedaggio sulle strade, sono anche queste forme democratiche di lotta? Per chi non dispone del Jornal do Brasil né della Rete Globo, anche questo va bene. E¹ l¹unico modo di rendere visibile l¹insoddisfazione popolare. Il denaro ha creato un muro che impedisce la cittadinanza. Anche alle elezioni si elegge solo chi ha soldi. Come ha detto San Vincenzo de Paoli, senza denaro non si fa niente, solo che il denaro sta nelle mani sbagliate. - Ma Lula è stato elettoŠ. C¹è stato denaro messo al posto giusto. Chi ha sostenuto questa campagna ha indulgenza plenaria. - Cosa pensa delle dimissioni del presidente dell¹Incra, Marcelo Resende? Hanno chiesto la sua testa a Rossetto e lui ha preso la mannaia. Io sarei morto ma non lo avrei fatto, non in questo modo. - E la visita del presidente della Camera João Paulo Cunha, a José Rainha in prigione? Rainha e la moglie sono prigionieri politici. Sono stati arrestati perché hanno osato entrare nel sacrosanto latifondo, un tempo pubblico, perché tutta la zona di Pontal è stata "grilada". Il presidente della Camera è stato là in seguito alla ripercussione internazionale. Sono stato intervistato da un giornalista tedesco che mi ha chiesto come mai nel governo Lula vengono fatti arresti politici. E¹ il nostro sistema giudiziario che lavora in una linea anti-riforma. Siamo in uno stato di diritto ma ci sono giudici che considerano banda armata il fatto di organizzarsi come senza terra. La legge ha varie interpretazioni, ma c¹è un elemento costante nel sistema giudiziario. La CPT ha mostrato che negli ultimi undici anni ci sono stati 976 lavoratori rurali uccisi, compresi adolescenti e bambini. I processi sono stati 56, 14 riguardanti i mandanti. Di questi solo sette sono stati condannati. E due di loro sono latitanti. Quindi su circa mille assassinati ci sono solo 5 responsabili in galera. Questo non ha bisogno di commenti. - Lei fa parte di due consigli dell¹attuale governo, ma fa anche critiche dure. E¹ utile partecipare? Si, rispettando l¹etica, bisogna usare qualsiasi strumento a servizio della liberazione e della comunità. Io partecipo come membro della CPT. La fede non è di una elite. E¹ la fede che ci trasforma. Il governo mi invita ed io vado, c¹è una discussione, partecipo; una intervista, la faccio. Ho considerazione nei confronti del governo, della vittoria popolare che ha portato Lula al potere, al di là dei rischi. - Quali sono i settori conservatori del governo? Il Ministro dell¹agricoltura fa parte di questi settori? Si e anche il presidente della Banca Centrale, Anche il PT ha cambiato profilo, più verso il centro-sinistra, o la sinistra-centro che è il modo in cui chiamo la sinistra che sta amoreggiando con l¹altro lato. Sarà un¹eterna lotta durante i prossimi quattro anni. E¹ un governo conteso. L¹elite non si rassegna per non essere più sul trono che ha occupato durante 500 anni. - Che differenze vede tra l¹epoca di Giovanni Paolo II e i tempi del Concilio Vaticano II? La teologia della liberazione è morta? La Chiesa cattolica dipende al 99,9 % dal papa. Il Papa fa parte di una chiesa molto chiusa, clericale, maschilista, strutturata. Ha fatto una riforma dentro la riforma. Tutto quello che tendeva a processi di liberazione ne ha sofferto. E¹ chiaro che la teologia della liberazione ha avuto problemi. Tuttavia possiamo dire che non proprio tutto dipende dalla gerarchia, c¹è lo spirito di Dio che soffia dove e quando vuole. Ha una forza viva non solo dentro la chiesa ma in tutto il mondo verso un cammino di liberazione della donna dell¹ecologia, della terra. L¹umanità ha acquisito una sensibilità che con o senza la Chiesa va avanti. I processi autoritari, dominatori, vengono circoscritti. - Che pensa dell¹aumento del potere degli evangelici? Si tratta di eruzioni che spezzano strutture che sembravano eterne e non lo sono. Questo non vuol dire che i loro contenuti siano giusti. Oggi i cattolici non usano più il proselitismo. Possiamo dire che la salvezza dell¹indio non è essere battezzato ma avere una propria organizzazione e avere una sua maniera di celebrare che venga rispettata. Comunque è positivo l¹aumento delle organizzazioni religiose. Ci saranno qui a Goiania nei prossimi giorni 10.000 persone per un incontro di ³Fede e politica², autonomo, ecumenico, superpartitario. Perché la fede coerente con la ricerca di una vita di pienezza, deve cercare strumenti per lavorare nel campo della sanità, educazione, sicurezza, cittadinanza. Questo è politica, se no si resta solo pregando.
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