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Brasile: Dalle favelas...
- Subject: Brasile: Dalle favelas...
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Mon, 18 Aug 2003 12:56:50 +0200
http://ilmattino.caltanet.it/hermes/20030818/NAZIONALE/10/GIRO2.htm Da giovane vescovo aveva difeso insieme al sindacalista Lula i diritti dei lavoratori conculcati dalla dittatura militare. Oggi, oltre a guidare la diocesi su cammini di evangelizzazione e di approfondimento spirituale, ha creato un organismo per il sostegno e l'orientamento dei disoccupati, che nella sola Sao Paulo, capitale industriale del Brasile, sono oltre due milioni. All'inaugurazione di una mensa popolare voluta dal governo, il cardinale si è unito al coro degli elogi per l'iniziativa, ma ha anche precisato che la speranza di tutti deve essere che di simili mense non ci sia piú bisogno, perché ognuno possa avere un lavoro e vivere di esso. Gabriel è un uomo giovane, che viene dall'esperienza del volontariato cattolico: oggi è ministro dell'educazione nello Stato di Sao Paulo e si sforza di portare avanti programmi di giustizia sociale attraverso la scuola e l'università. Sotto il suo impulso, il tirocinio di moltissimi studenti si svolge realizzando progetti di alfabetizzazione degli adulti, in modo da creare solidarietà fra chi studia e chi è in situazioni di miseria e degrado e da promuovere l'emancipazione dei più deboli. Sono questi alcuni dei partecipanti al corso che sto tenendo a Itaici, un luogo meraviglioso immerso nel verde a un centinaio di chilometri dalla metropoli brasiliana, dove nell'accogliente casa di esercizi della Compagnia di Gesú circa duecento persone - quasi l'ottanta per cento del clero di sao Paulo, insieme con alcuni laici - segue con passione le riflessioni che andiamo facendo sulla fede e l'impegno cristiano nella storia. Già queste pennellate dicono come il Brasile sia un laboratorio singolare della presenza della Chiesa nella società: dopo gli anni difficili della dittatura, la costruzione di una democrazia giusta è la grande sfida di un paese che dispone di immense ricchezze naturali e umane, e che soffre di altrettanto immense sperequazioni. Il programma di base dell'attuale presidente Lula - lo stesso sindacalista compagno di lotte dell'allora giovane vescovo, oggi cardinale di Sao Paulo - si riassume in un'espressione drammatica: "Fome zero" ("Fame zero"). Sì, perché nel paese delle enormi risorse della natura c'é ancora una percentuale altissima, veramente scandalosa, di poveri che soffrono la fame. Questa situazione non è solo la conseguenza dello sviluppo demografico impressionante degli ultimi cinquanta anni, ma anche e soprattutto dell'iniqua distribuzione della ricchezza, favorita dalle grandi agenzie multinazionali operanti nel paese. Si comprende allora come - al di là del colore politico - il programma di Lula sia oggi quello di qualunque brasiliano che desideri un futuro migliore per la sua terra, e quindi anche il programma di chi come la Chiesa è impegnata in prima linea dalla parte dei poveri. Potrà aver successo questo programma? L'analisi meramente economico-politica della situazione internazionale e degli equilibri di forza presenti in essa indurrebbe a una risposta negativa, pessimista. La gente che ho incontrato in questi giorni, voce della parte più viva e impegnata di questo popolo straordinario, osa sperare di no. Una cosa è certa: il Brasile non va lasciato solo nel suo sforzo di riscatto al servizio della dignità di ogni persona umana. Per chi ha fede, questo sogno può diventare realtà. Ne era convinto già Herder Camara, il vescovo dei poveri morto qualche anno fa, che amava ripetere con fiducia: «Beati quelli che sognano: daranno speranza a molti cuori e correranno il rischio di vedere il loro sogno realizzato». Bruno Forte
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