Honduras: NOTIZIE URGENTI



In redazione di Selvas.org è giunto questo appello urgente.

Grazie alla sensibilità e capacità di diffusione della LISTA LATINA
PEACELINK vi rimando i documenti, a noi giunti, di allarme per la pericolosa
escalation di violenza che accade in Honduras, con  lettere, comunicati e
notizie in italiano.

NB. Scusate la lunghezza dell'email ma è un urgenza.
Chi volesse i 4 documenti Word originali può richiederli a noi via e-mail

Un abbraccio fraterno

Presidente e Coordinatore volontario:  Martin E.Iglesias
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Associazione Culturale Selvas.org ­ Osservatorio Indipendente sulla Regione
Andina
Sede legale: Via delle Leghe, 5 - 20127 Milano ­ ITALIA
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HONDURAS: LA CARITAS LANCIA UN GRIDO D¹ALLARME
Ucciso un operatore della Pastorale sociale-Caritas di Juticalpa, che si era
schierato contro la distruzione dei boschi.
Domani padre Tamayo sarà in visita alla Caritas Italiana

Carlos Arturo Reyes Méndez, membro della Pastorale sociale-Caritas di
Juticalpa e dirigente del Movimento ambientalista di Olancho, è stato ucciso
venerdì 18 luglio nel villaggio di El Rosario, pochi giorni dopo l¹arrivo in
Italia di padre Andrés Tamayo, il sacerdote  alla guida del movimento
ambientalista.
Giovedì 24 luglio padre Tamayo sarà a Roma, in visita alla Caritas Italiana,
dopo gli incontri nei giorni scorsi con le Caritas diocesane di Milano,
Genova e Padova e con operatori pastorali, giornalisti e gruppi della
società civile attivi nelle tre città.
Padre Tamajo - 47 anni, salvadoregno, ³allievo² di monsignor Romero, parroco
de Salamá nella diocesi di Juticalpa - ha dovuto lasciare l¹Honduras il 27
giugno, al termine della ³Marcha por la defensa de la vida² che aveva
percorso il paese da Juticalpa alla capitale Tegucigalpa. Una marcia di
duecento chilometri, con 30 mila partecipanti, che è durata sette giorni ed
ha espresso la protesta di tanti contadini, gente semplice e povera, contro
il taglio massiccio e indiscriminato dei boschi del dipartimento di Olancho,
³riserva² forestale del paese. La manifestazione ha rappresentato il momento
culminante dell¹attività che il Movimento ambientalista di Olancho, fondato
da padre Tamayo, conduce da anni per denunciare i problemi ambientali e
sociali prodotti dall¹aggressione alle risorse forestali, per gettare luce
sulle dinamiche e le connessioni che la alimentano. Informazione e
coscientizzazione che interferiscono con gli interessi delle imprese
nazionali e multinazionali impegnate nel taglio dei boschi, per
commercializzare il legno, diretto ai mercati di Stati Uniti, Canada, paesi
Caraibici, Europa, ed estrarre le risorse minerarie di cui la regione è
ricca.  Rimangono solo 2,5 milioni di ettari di bosco naturale rispetto ai
7,5 originari e ogni giorno a Olancho sono all¹opera circa 10 mila
motoseghe, che producono un taglio annuale di 150 mila ettari.
Gli effetti ambientali e sociali di tale pratica sono devastanti:
inaridimento dei suoli, innalzamento delle temperature, dispersione delle
falde acquifere, maggior esposizione dei terreni a frane e smottamenti. La
grave carenza di acqua penalizza il consumo delle comunità locali, ma anche
l¹irrigazione delle colture.
I contadini, di conseguenza, soffrono la riduzione delle aree di coltura e
la perdita dei raccolti, devono accrescere l¹uso di fertilizzanti che a
lungo andare impoveriscono i suoli, vivono il dramma dell¹emigrazione
forzata e dell¹aumento della criminalità connesso alla mancanza di lavoro.
Si calcola che, nell¹ultimo decennio, sia stato disperso il 62,3% delle
risorse di acqua dolce della regione, i raccolti si siano ridotti della
metà, il 50% della popolazione sia stata costretta ad andarsene e l¹80% si
sia ulteriormente impoverita.
La Chiesa è vicina alle persone e alle comunità colpite da questi processi.
Il cardinale Oscar Andrés Rodriguez, arcivescovo di Tegucigalpa, e monsignor
Mauro Muldoon, vescovo di Jutigalpa, hanno partecipato agli ultimi
chilometri della ³Marcia per la vita² e hanno assicurato la loro
intermediazione presso il governo. Ora l¹assassinio di Carlos Arturo Reyes
Méndez torna a gettare una luce drammatica sulla vicenda che in passato ha
causato la morte di altri attivisti.
³Io stesso ho subito sei attentati ­ ricorda p. Tamayo ­ Ho lasciato
l¹Honduras, dopo la marcia, per ragioni di sicurezza. Ma a fine mese ci
tornerò, per condividere le sofferenze e le lotte del popolo di Olancho.
Tutti ormai hanno preso coscienza; quando le imprese arrivano per tagliare i
boschi, si oppongono e prendono le difese della natura, che è la loro vita².
Nel sottolineare la gravità della situazione, la Caritas sollecita
l¹attenzione dell¹opinione pubblica mondiale su questo problema. Caritas
Honduras ­ attraverso un documento inviato al Presidente della Repubblica
Ricardo Maduro - ha espresso forti preoccupazioni ed ha chiesto al governo
honduregno di fare il possibile per porre fine a questa catena di sangue e
violenze, proteggendo la popolazione da attacchi e ritorsioni, e garantendo
il bene comune e il rispetto dei diritti fondamentali di ognuno.
Caritas Italiana, in attesa dell¹incontro con padre Tamayo, esprime
vicinanza nella preghiera ai familiari di ³Turo² Mendez. Un nostro
operatore, presente sul posto, ha fatto visita alla famiglia come segno di
solidarietà per tutte le vittime. Solidarietà e vicinanza che hanno radici
nel tempo e si concretizzano in una collaborazione decennale con Caritas
Honduras.  In seguito all¹uragano Mitch, che nel ¹98 colpì molte regioni del
Centro America, Caritas Italiana ha rafforzato i rapporti di cooperazione.
Dopo l¹intervento nella difficile fase dell¹emergenza, in collegamento con
le Caritas locali e con la rete internazionale, grazie alla collaborazione
di molte realtà diocesane italiane e all¹invio di operatori, caschi bianchi
e volontari (otto persone nel 2002), ha sostenuto le organizzazioni di base
impegnate nell¹educazione delle persone, nella tutela dei diritti umani,
nella lotta per la terra e per la salvaguardia dell¹ambiente, nella difesa
delle comunità e della cultura indigene.
Roma, 23 luglio 2003

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Terrore e Repressione in Olancho
Cronaca di 28 giorni: giugno ­ luglio 2003

Durante e nei giorni immediatamente successivi alla marcia popolare
Juticalpa - Tegucigalpa (20 ­ 26 giugno 2003) che ha portato circa 15.000
persone nella capitale per protestare contro l¹indiscriminato taglio della
foresta, si è assistita ad una forte escalation della violenza in tutto il
dipartimento di Olancho. I processi di criminalizzazione del Movimento
Ambientalista Olanchano (MAO), il controllo, le persecuzioni, la repressione
e gli omicidi rievocano i tempi più tragici del Paese, gli anni in cui ai
vertici del potere statale si era instaurata una criminale elite borghese -
militare.
Di seguito una cronaca degli avvenimenti più rilevanti.

La criminalizzazione del MAO
20 giugno. Il ministero degli Interni presieduto dal sig. Gustavo Martinez,
revoca lo stato di protezione speciale e la scorta poliziesca che era stata
assegnata una settimana prima su ordine della Organizzazione degli Stati
Americani (OEA) al sig. Gilberto Flores catechista e Celebratore della
Parola della comunità de La Venta, municipio di Gualaco (vedi 14 luglio);
21 giugno mattina. Presso i municipi di Rosario, Catacamas, San Esteban,
Salamà gruppi di uomini con il volto coperto da passamontagna danno fuoco a
diversi laboratori di falegnameria. Sulla strada Catamas ­ Juticalpa vengono
dati alle fiamme due camion che trasportano legna e vengono bruciate cinque
motoseghe industriali. Infine un gruppo di almeno 10 persone con
passamontagna, dichiarandosi ³brigate del MAO² prende d¹assalto la segheria
del ³Cerro Jano² dove vengono bastonati gli operai.
21 giugno pomeriggio. Alle 3,35 il Padre Angel de Jesus Bertrand Sevilla,
parroco della Chiesa di San Francesco d¹Assisi del municipio de La Union
mentre viaggiava sulla propria auto sulla strada Tarro ­ Victoria (municipio
di Gauta) viene dapprima tamponato e poi bloccato da una camionetta su cui
viaggiano 20 agenti della polizia assegnati al municipio di Jano. Gli agenti
puntano i fucili sull¹auto del Padre, lo intimano a scendere dall¹auto,
puntano i fucili sulla sua persona e quindi scaricano i proiettili in aria.
Tra gli agenti anche il comandante Luis Alcides Mejia che interroga il
parroco sui suoi movimenti.
Nello stesso tempo veniva dato alle fiamme da un gruppo di terroristi la
sede regionale della Corporazione Honduregna dello Sviluppo Forestale
(COHDEFOR). Il direttore generale immediatamente dopo denunciava l¹accaduto
attribuendo la responsabilità a membri armati del MAO.
Nello stesso tempo ed in forma simultanea nei municipi del nord di Olancho
ed in particolare in quello de La Union operativi della Polizia Preventiva e
della Polizia Investigativa Criminale compievano perquisizioni nei
laboratori di falegnameria dichiarando di cercare le armi e il materiale
incendiario con cui i membri del MAO avrebbero dato alle fiamme la sede
della (COHDEFOR) (NB: Questo ente governativo è accusato dal MAO per la
corruzione e per la complicità di interessi con le imprese di taglio).
22 giugno. Tutti i 4 quotidiani nazionali aprono dando rilievo ai fatti di
Olancho in particolare agli incendi vandalici.
23 e 24 giugno. Molti testimoni raccontano di forti spostamenti di truppe
militari su tutto il territorio di Olancho.

Il terrore
3 luglio. Lavoratori di una segheria (che per ovvie ragioni rimangono
anonimi) comunicano al sacerdote Padre Osmin Flores parroco di Catacamas di
essere a conoscenza dei piani elaborati dai dirigenti delle segherie e da
due consiglieri comunali di Gualaco che si prefiggevano di uccidere il Padre
Andres Tamayo e il professore ex sindaco di Gualaco Rafael Ulloa e promotore
della Centrale dei Patronati della Venta e Gualaco (CEPAVEG) durante la
marcia popolare.
4 luglio. Due operai della segheria di Salamà informano confidenzialmente il
promotore della parrocchia Carlos Arturo Reyes dei piani criminali dei
proprietari delle segherie contro le seguenti persone: Elvin Noè Lanza,
Efrain Pagoda, Renè Wilfredo Gradis, Pedro Amado Acosta, Carlos Arturo Reyes
(vedi 18 luglio), Mario Martinez, Redin Arturo Hernandez Caballero (vedi 12
e 13 luglio), Denis Vargas, Ramon Jacomè, Frnacisco Pacheco, Arnaldo Diaz,
Padre Osmin Flores, Gilberto Flores (vedi 14 luglio) e Rafael Ulloa in
quanto ritenuti responsabili degli incendi dei camion dei giorni precedenti.

La repressione
12 luglio. Il magistrato pubblico ministero Julio Cesar Colindrines
accompagnato da diversi agenti su veicoli della COHDEFOR, senza mandato del
tribunale, nel municipio di Rosario perquisivano la falegnameria del sig.
Francisco Galvez sequestrando 600 assi di legno. Nelle stesse ore operativi
della Polizia Preventiva tentavano la cattura arbitraria del giovane Redin
Arturo Hernandez Caballero. Vista la fuga tempestiva del giovane gli agenti
si riversano aggredendo e ferendo con il calcio del fucile la madre Adilia
Hernandez e sparando sulla casa della famiglia.
Nelle prime ore del pomeriggio la popolazione del municipio inizia ad
opporre resistenza alle perquisizioni e al sequestro del legname. Gli agenti
rispondono sparando sulle case colpi di mitragliatore e lacrimogeni nelle
strade.
13 luglio. Il tribunale di Juticalpa emette undici ordini di cattura per
coloro che hanno opposto resistenza agli agenti nel municipio di Rosario.
Tra questi figura anche il giovane Redin Hernandez.
14 luglio. Alle ore 10,30 nei pressi della sede della Caritas Diocesana di
Olancho nella città di Juticalpa, il sig. Gilberto Flores, Celebratore della
Parola e Promotore della Caritas Diocesana ­ Pastorale Sociale ­ Pastorale
della Terra e dell¹Ambiente, è attentato alla vita da un gruppo di uomini
armati a bordo di due autoveicoli che lo attendevano alla fermata del bus.
Gilberto viene tempestivamente salvato dal grido di un bambino e dalla
presenza di un testimone oculare il sig. Santos Martinez custode della
Caritas Diocesana.
15 e 16 luglio. Per 48 ore la sede e gli uffici della Caritas diocesana di
Olancho sono accerchiati da autoveicoli senza targa e con vetri polarizzati
con a bordo persone armate. Nonostante le continue richiesto d¹intervento da
parte del direttore della Caritas, la Polizia non interviene. Negli stessi
giorni vengono assediate, con le stesse modalità le abitazioni di Elvin Noè
Lanza e Efrain Pagoda nel municipio di Jano e la parrocchia del Padre Osmin
Flores nel municipio di Catacamas.
18 luglio. Alle ore 20,15 nella comunità di Lepaguera, municipio di Rosario
viene brutalmente assassinato il giovane ventiquattrenne Carlos Arturo
Reyes, promotore di salute della propria comunità e Promotore della Caritas
diocesana di Olancho. Carlos Arturo Reyes è stato ucciso all¹interno del
patio della propria abitazione da parte di un gruppo di persone armate a
bordo di due autoveicoli che viaggiavano senza targa e con vetri
polarizzati. Secondo le testimonianze dei vicini il gruppo armato ha agito
secondo la tattica degli squadroni della morte, ovvero ³l¹accerchiamento
dell¹obiettivo e la terra bruciata su tutta la comunitಠinfatti mentre
Arturo veniva freddato altri gruppi sparavano raffiche di mitra su tutti i
passaggi strategici della comunità, quali i due ponti di accesso.  Il
giovane aveva appena terminato gli studi e conseguito il diploma in salute
comunitaria. Da soli 5 mesi lavorava all¹interno della Caritas diocesana.
Carlos Arturo Reyes aveva preso parte alla marcia popolare camminando per
170 chilometri e per sette giorni consecutivi fino ad arrivare alla
capitale. Il suo nome appariva tra quelli che dovevano essere eliminati.


Cronaca elaborata da Sergio Spina sulla base delle seguenti fonti:
- COFADEH (Comitato delle Famiglie dei Desaparecidos di Honduras) Comunicato
Stampa del 14 luglio 2003;
- COFADEH Comunicato Stampa del 17 luglio 2003;
- MAO (Movimento Ambientalista Olanchano) Comunicato Stampa 17 luglio 2003;
- Foro Centro Americano delle Organizzazioni Popolari: Comunicato Stampa del
19 luglio 2003;
- ³La Tribuna² quotidiano 19, 20, 21 luglio 2003;
- ³Tiempo² quotidiano 18, 19, 20, 21 luglio 2003;
- Intervista a Gilberto Flores (Promotore di Caritas diocesana Juticalpa)
del 20 luglio 2003;
- Intervista a Josè Zuniga (leader della CEPAVEG) del 20 luglio 2003.

Per la verifica delle fonti consultare i siti:
www.cofadeh.org
www.latribuna.org

Tegucigalpa, 21 luglio 2003



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Olancho ­ Honduras
brevi note su un saccheggio

Più del 70% dei 112.492 chilometri quadrati del territorio nazionale
dell¹Honduras è dichiarato di vocazione forestale. Secondo un rapporto del
2001 della Corporazione Honduregna dello Sviluppo Forestale (COHDEFOR)il
Paese perde tra i cento e i cento venti mila ettari di bosco ogni anno a
causa degli incendi, del taglio illegale, dell¹agricoltura e
dell¹allevamento intensivo. Occorre inoltre aggiungere la corruzione delle
autorità governative preposte al rilascio delle licenze di taglio e alla
sorveglianza delle quote di taglio e di piantumazione. Secondo uno studio
del Banco Mondiale datato febbraio 2003, ³la corruzione rappresenta il mezzo
principale per lo sfruttamento del bosco in Honduras². Il rapporto parla di
un vero flagello ambientale che provoca allo Stato perdite economiche che
vanno ³dai 300 ai 1000 milioni di dollari l¹anno². Nella regione di Olancho
si trovano gran parte delle foreste primarie del Paese, ma è anche la
regione in cui lo sfruttamento delle risorse forestali ha raggiunto
situazioni estreme. Un caso che ha chiamato l¹attenzione internazionale
concerne la Riserva della Biosfera del Rio Platano. Dei 730 siti dichiarati
dall¹ONU Patrimonio Mondiale dell¹Umanità, 3 sono fortemente minacciati. Uno
di questi è precisamente la Riserva del Rio Platano che si estende per 815
mila ettari. Le popolazioni indigene della zona hanno denunciato la pratica
dell¹allevamento e dell¹agricoltura intensiva così come il taglio da parte
dei coloni e delle grandi imprese con la complicità della COHDEFOR.
I recenti avvenimenti dimostrano una continuità storica con l¹epoca
coloniale quando il territorio veniva saccheggiato per i ricchi giacimenti
auriferi e per il legname pregiato. Lo sfruttamento speculativo della
foresta determina la distruzione dell¹intero ecosistema. Nel nord di Olancho
si sono seccate nel periodo di 10 anni quasi tutte le fonti di acqua. Nel
municipio di Silca, ad esempio, si sono seccate due delle tre fonti che
garantivano acqua potabile a otto comunità. Nel municipio di Salamà il fiume
Yocon si è ridotto ad un terzo provocando la perdita delle coltivazioni non
più rifornite d¹acqua. Ma la questione ambientale provoca acuti conflitti
sociali tra le comunità residenti e le imprese di taglio. L¹assassinio del
lider comunitario Carlos Arturo Reyes non è il primo. Chi difende il bosco
viene sistematicamente colpito fino ad arrivare all¹assassinio. Gli omicidi
di Janeth Kawas, Carlos Escaleras, Carlos Lunas, Carlos Flores e di Arturo
Reyes, che si susseguono dal 1998 dimostrano che certe settori di potere non
sono assolutamente disposti a cedere quei privilegi che si sono storicamente
auto conferiti.


Fonti:
- Caritas Honduras, speciale dossier ³Gran Marcha por la Vida² luglio 2003;
- Honduras, un Estrado nacional?, Ed. Guaymuras, 2001



sergio spina
Tegucigalpa, 21 luglio 2003

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22 de Julio de 2003
SENOR PRESIDENTE DE LA REPUBLICA DE HONDURAS
AL HONORABLE CONGRESO NACIONAL
AL MINISTERIO PUBLICO
AL COMISIONADO NACIONAL DE LOS DERECHOS HUMANOS

Por la presente le saludamos respetuosamente.

Nosotros los de la organizacionŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ
Tenemos el conocimiento de las causas justas que defienden los movimientos
ambientalistas del pais en especial modo las de P. Andres Tamayo.
Tambien sabemos el desastre ecologico a que ha sido sometido por anos su
pais. La ambicion de las empresas nacionales y trans-nacionales se ha
convertido en anarquia, muchas  veces confabulados con los gobiernos
incluyendo el presente. Esto ha permitido destuir el medio unico en que
viven las comunidades.
El  ³DESARROLLO²  menzionado por las boca del gobierno y las empresas
madereras y mineras; no es verdad, solamente es una estrategia para esconder
la voracidad y desviar la verdad.Al contrario ha producido destruccion
ambiental, fracasso de cosechas, sequias, escacez  de agua, emigracion. Como
consecuencia grave de esta explotacion salvaje el pueblo esta sufriendo en
sus propias carnes: la pobreza, la violencia y el hambre.

No es posible seguir atentando contra la vida del pueblo.

La defensas de la causas justas ambientales a cobrado varias victimas como
ser Yaneth Kawas, Carlos Escalera, Carlos Lunas, Carlos Flores. Los mas
recientes Mauricio Hernandez, el jefe indigena de la montana de la flor y en
las ultimas horas fuè asesinado el joven Arturo Reyes.
A este derramamiento de sangre se suma un listado de de personas amenazadas
a muerte.

Es posible que el gobierno deba substentar este camino de violencia en
contra de quienes defienden los derechos mas basicos del pueblo ?

Nuestra organizacion es solidaria con los valores fundamentales de la vida y
conociendo las exigencias propuesta el 17 de junio de 2003 del movimiento
ambientalista ; nos pronunciamos y exigimos lo siguiente :

- investigar, juzgar y encarcelar a los responsables de la muerte de los
ambientalistas
- cese la persecucion y la amenaza a muerte a los lideres ambientalistas
- poner un alto a la explotacion  criminal de la madera y a la invasion de
las comunidades campesinas
- crear un espacio libre y justo de expresion y de dialogo para la solucion
del problema y beneficio de todo el pueblo
- respeto integral de la vida
- evaluar el impacto ambiental producido por la explotacion criminal del
teritorio hondureno y deducir responsabilidades a los culpables del robo
perpetrado en contra del pueblo: forestal y finamciero

Esperamos que nuestras exigencias junto a las de pueblo hondurenos sean el
camino justo para las soluciones concretas y respectuosas de la vida.

LA CONSTRUCCION DE UN MUNDO NUEVO SOLO ES POSIBLE CON LA APLICACION DE LA
JUSTICIA