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CAROVANA ECUADOR BOLIVIA CONTRO LA GUERRA
- Subject: CAROVANA ECUADOR BOLIVIA CONTRO LA GUERRA
- From: "Giuseppe De Marzo" <giuseppedemarzo at libero.it>
- Date: Tue, 4 Mar 2003 01:38:47 +0100
----- Original Message ----- Oggetto: partecipazione alla "Carovana Ecuador Bolivia contro la guerra" Care/i, negli utlimi mesi sono accadute cose di una importanza strategica rilevante in America Latina. Oggi viviamo una situazione in cui vi è il rischio che attraverso la guerra preventivamente annunciata contro il popolo Irakeno si creino le condizioni per fare "passare" altri interventi in giro per il mondo nel silenzio dei mass media. Grazie alla guerra l'agenda politica viene completamente semplificata per procedere ad interventi di guerra che avranno implicazioni gravissime per interi paesi. Pensiamo alla accelerata improvvisa delle politiche sulla privatizzazione dell'acqua portate avanti dalla Commissione europea attraverso Pascal Lamy, nel disprezzo delle regole, della democrazia e del futuro di questo nostro pianeta. Basti pensare alla liberalizzazione chiesta anche per l'Europa attraverso il Gatts sui servizi. Gli strumenti attraverso i quali la guerra esprime se stessa sono oggi diversi ed è su questi che vogliamo dirigere le nostre attenzioni per individuare le modalità per spiegare, e tentare di fermare, le guerre. Una di queste passa attraverso i megaprogetti. Questi ultimi rappresentano la convegenza degli interessi delle multinazionali, dell'industria militare e del Washington Consensus (FMI, BM e Pentagono). I megaprogetti servono non solo per trasportare o estrarre risorse energetiche, ma soprattutto per la realizzazione di alcuni obiettivi politici. Uno di questi è l'eliminazione dei movimenti locali. La strategia dei megaprogetti risponde ad una logica di sfruttamento ed impoverimento che è la stessa che viene praticata attraverso le guerre dichiarate; la differenza è che siamo di fronte a guerre non dichiarate ma che hanno ripercussioni in alcuni casi più gravi. E' per questo che crediamo sia importante testimoniara e praticare il nostro rifiuto alla guerra direttamente nei luoghi dei conflitti, per dar voce a quei movimenti che pagano con la vita il prezzo della globalizzazione economica, dandoci l'opportunità di lavorare su quelle che sono le nostre responsabilità di italiani (pensiamo ad esempio all'Eni ed alla BNL). Le organizzazioni ecuadoriane e boliviane (come da invito che trovate allegato, trai cui firmatari vi è anche Evo Morales), ci invitano a ritornare nella regione andina per continuare a dare il nostro contributo contro la guerra delle privatizzazioni, dei megaprogetti e dell'Alca. Ritornare in Ecuador con i seguenti obiettivi: - comprare una parte del bosco di Mindo - accettare l'invito del governo ecuadoriano ad incontrarci, per poi testimoniargli il nosro appoggio sulle azioni contro l'ocp e per continuare a spingere per salvare Mindo - sostenere l'azione dei locali e incontrarci con i movimenti indigeni (CONAIE) e sociali - verificare la situazione nel blocco 10 e 23 (che vede l'eni coinvolta), incontrando le comunità colpite il viaggio durerebbe 5 giorni, per poi spostarci in Bolivia. Le motivazioni che ci dovrebbero portare in Bolivia, sono legate alla lotta indigena a Cochabamba (vi ricorderete i 23 morti di qualche settimana fa) per impedire la privatizzazione dell'acqua e del gas naturale. La Bolivia rappresenta la principale risorsa di gas dell'America Latina e le multinazionale, accompagnate da una strategia militare, stanno costruendo un gasdotto di 600 km fino al Perù. Gli indigeni capeggiati da Evo Morales, i sindacati e le comunità di base si stanno opponendo con forza e per questo rischiano di essere annientate. E' in atto una campagna fortissima per screditare la leadership di Evo Morales, vista come troppo pericolosa e soprattutto destabilizzante. Per questi motivi e per continuare il nostro impegno contro i megaprogetti, contro le guerre e per la costruzione di una piattaforma per la pace e per il rispetto dei diritti umani, crediamo sia molto importante in questo momento non far cadere nel vuoto l'appello del popolo boliviano. La carovana sarà composta da rappresentanti del movimento, da parlamentari e da giornalisti (stesso modello adottato per la Carovana Colombia Ecuador dello scorso giugno). Se sei interessato/a a prendere parte alla carovana puoi contattarci. abrazos Giuseppe De Marzo Cochabamba, 28 febrero del 2003. Se-or: Giuseppe De Marzo Coordinador de la Caruana contra las guerras y las políticas neoliberales Italia.- Reciba usted un saludo solidario de las organizaciones sociales, sindicales y políticas de Bolivia, y mediante su persona haga llegar estos saludos a los parlamentarios, periodistas y representantes de organizaciones interesadas en visitar nuestro país. En Bolivia los gobiernos de turno vienen aplicando políticas antipopulares, antinacionales e inhumanas, siguiendo las "recomendaciones" que realizan los organismos internacionales como el Fondo Monetario Internacional y el Banco Mundial, y cuidando los intereses particulares de la clase política tradicional boliviana (MNR, MIR, ADN, UCS, MBL, NFR) que se enriquece a costa del hambre y la miseria de la población. La situación boliviana actual es bastante crítica, el gobierno del Gonzalo Sánchez de Lozada en 6 meses de ejercicio, ha demostrado que no tiene capacidad e intención real de escuchar a la población, ni siquiera al sector empresarial nacional. No le sirve de nada saturar los medios de comunicación con "spots propagandísticos" afirmando que el dialogo es mejor que la violencia, cuando en los hechos el único medio que utiliza el gobierno de Sánchez de Lozada es el represivo. Desde los primeros días de gobierno quiso frenar todo intento de protesta con represiones violentas mediante la policía y las fuerzas armadas, con resultados nefastos para la población. En enero del presente a-o Campesinos, fabriles, estudiantes, rentistas, gremiales y otras organizaciones sociales, cansados de esperar el cumplimiento de convenios y compromisos firmados por los gobiernos de turno, decidimos ir al bloqueo de caminos y a las movilizaciones exigiendo atención del gobierno a nuestros planteamientos, que se resumen en: - La pausa en la erradicación forzosa de la hoja de coca en el Chapare y la desmilitarización de la zona, además de no iniciar ningún proceso de erradicación de cocales en los Yungas de La Paz, - La redistribución de tierras a campesinos que no lo poseen o lo poseen de manera insuficiente, - Recuperación de las empresas capitalizadas, - Rechazo total a la venta del gas, primero debe ser para los bolivianos, - Rechazo a la aprobación y aplicación del ALCA. - Derogación del 21060 Pero solo recibimos como respuesta balas, gases y represión, como consecuencia lamentable de ello hubo 23 muertos, más de 50 heridos y más de mil detenidos en los diferentes departamentos de Bolivia. El 9 de febrero el gobierno anuncia a la población la aplicación del "impuestazo", una medida que sorprende a todos por no haberse consultado ni hecho conocer a ningún sector, el pueblo responde y se moviliza contra esa decisión, y como siempre el gobierno responde con violencia, creando un ambiente de mayor rechazo que desencadena en los luctuosos hechos del 12, 13 y 14 de febrero, con 33 muertos, mas de un centenar de heridos y muchos detenidos. Esta ya acostumbrada forma de actuar por los gobiernos de turno, de constante violación a los Derechos Humanos, del desprecio por la vida humana y la violencia de estado vigente, no puede quedar impune, por lo que solicitamos la presencia de la prensa internacional, de parlamentarios de Europa y representantes de otras organizaciones para que puedan visitar las ciudades y comunidades, en contacto directo con las organizaciones sociales, sindicales y de base documentar, registrar en imágenes y testimoniar, para que se pueda denunciar y hacer conocer en Europa esta realidad de la población boliviana que se encuentra en mayor pobreza y marginación, como consecuencias de la aplicación ciega de políticas impuestas por el modelo neoliberal. Esperando contar con la visita de ustedes entre las primeras semanas de Abril del presente a-o, nos despedimos con la esperanza de que la presencia de ustedes pueda ayudar a que los sectores populares puedan tener un mejor futuro, que las muertes y violación a los Derechos Humanos por parte del gobierno no queden impunes. Atentamente: Evo Morales Ayma Ejecutivo 6 Federaciones del Trópico Diputado por el M.A.S Oscar Olivera Coordinadora del agua y la vida Luis Choquetijlla Central Obrera Departamental Feliciano Vegamonte Ejecutivo de la F.S.U.T.C.C.
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