Bolivia in fiamme, allerta



Bolivia, nuove proteste di fronte al governo liberista
Cocaleros, contadini e movimenti sociali scendono in strada
Almeno 15 i morti ed oltre centocinquanta le persone arrestate

Dal 13 gennaio i cocaleros, avanguardia organizzata del Movimiento Al
Socialismo, al seguito dello storico dirigente Evo Morales (non eletto
presidente della Bolivia alle passate elezioni presidenziali, malgrado
avesse ottenuto più voti di Gonzalo Sanchéz de Losada) hanno iniziato a
paralizzare le strade della Bolivia.
Le forze sociali boliviane esigono al governo boliviano la soluzione di
alcuni problemi, tra cui il problema della coca nel Chapare, la vendita
delle riserve di gas, l'ingresso delle truppe militari statunitensi e
chiedono un rifiuto deciso al progetto dell'ALCA (Area di Libero Commercio
delle Americhe).
La risposta del governo .. la guerra
La risposta del governo è stata una dichiarazione di guerra, con l'invio di
oltre 7.000 militari nella zona di Cochabamba per evitare il blocco della
principale strada. Fino ad ora il bilancio parziale di questa guerra è la
morte di 15 persone, l'arresto (con trattamento inumano annesso) di oltre
150 persone.
Il deputato cocalero Luís Cutipa è stato, malgrado  la sua condizione di
parlamentare, arrestato e picchiato dai militari, così pure il senatore
Flimmón Escóbar che risulterebbe essere stato ferito ad una gamba da un
arma da fuoco. Tra gli arrestati ci sarebbero anche numerosi giornalisti.
Dei morti, 11 sono pensionati morti in un incidente dovuto all'intervento
delle forze di polizia, 3 sarebbero i contadini morti per l'intervento dei
militari che, per liberare le strade bloccate dalla protesta, hanno fatto
ricorso alle loro armi automatiche. Il bilancio dei morti potrebbe quindi
salire nelle prossime ore.
Nonostante la repressione, la Bolivia si trova attualmente paralizzata
dalle varie manifestazioni in tutto il paese. La Centrale Operaia
Dipartimentale di Potosí ha dichiarato lo stato d'emergenza, i contadini
del Valle Alto, di Tacopaya, di Tapacarí y del Bolívar, si sono aggiunti
nelle proteste nella giornata del 15 gennaio.
Attualmente risultano completamente paralizzate le seguenti città: Aguirre,
Colomi, El cañadón, El Sillar, Avispas, Cristal Mayu, Chimoré, Cesarsama,
Shinaota, Parotani, Calamarca oltre a tutte le vie d'accesso al Chapare ed
a La Paz.
Le rivendicazioni
La Piattaforma delle rivendicazioni dei movimenti sociali boliviani sono le
seguenti:
- Pausa nella erradicazione forzata della foglia di coca e
desmilitarizzazione del Chapare; inoltre la non erradicazione della coca a
Yungas de La Paz
- Difesa della Sovranità Nazionale e rifiuto dell'ingresso delle truppe
nordamericane.
- Ridistribuzione delle terre ai contadini senza terra o con poca terra.
- Approvazione della Legge dei lavoratori domestici
- Resupero delle imprese capitalizzate
- Rifiuto totale alla vendita del gas
- Rifiuto alla approvazione ed applicazione dell'ALCA
- Derogazione del Decreto Supremo 21060 (il decreto neoliberista)
- Restituzione del 33 % della ricchezza prodotta per la salute e l'educazione.


18 Gennaio 2003, Giornata Mondiale Contro la Guerra
Tutti a Vicenza
dalle ore 10, Assemblea contro la guerra e le sue cause al centro comunale
di via Maurisio Vicenza-Stanga
dalle  ore 14 presidio prolungato in via della Pace davanti alla caserma
Ederle, la più grande base americana in Europa.
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in Italia con il Comitato Internazionalista Arco Iris
riunione importante 1-2 febbraio

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