Argentina, colpi di pistola contro chi difende i diritti dei desaparecidos



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 Diversi colpi di pistola sono stati sparati a La Plata (provincia di Buenos
Aires) da sconosciuti contro l'abitazione di Estela de Carlotto, una delle
personalità argentine più attive nella difesa dei diritti umani e presidente
delle «Abuelas de Plaza de Mayo» (Le nonne di Plaza di Mayo), una
organizzazione non governativa in difesa dei diritti umani, dei bambini, che
preserva intatta la memoria dei 30mila desaparecidos argentini. Estela de
Carlotto, di origini italiane, è scampata all'attentato perché in quel
momento si trovava nel lato opposto della casa. Le pallottole, sparate
secondo alcuni testimoni da un'auto in corsa, sono finite nel salotto,
mentre lei si era appena alzata dal letto.

L'episodio assume una connotazione particolare, se si pensa che i colpi di
pistola sono stati sparati a 48 ore dall'incontro in cui la de Carlotto
presenterà di fronte alla Corte suprema di giustizia una denuncia contro «le
pratiche del terrore utilizzate dalla polizia di Buenos Aires». Il
documento, firmato tra l'altro dal viceministro provinciale per la Sicurezza
Marcelo Sain, e dal premio Nobel per la pace Adolfo Perez de Esquivel,
accusa la polizia della provincia di Buenos Aires, di fare uso degli «stessi
metodi che caratterizzarono la dittatura militare (1976-1983): tortura,
sequestri, esecuzioni sommarie».

«Vogliono legarci le mani» ha denunciato la de Carlotto. «Durante la
dittatura abbiamo ricevuto delle intimidazioni, ma mai in tempo di
democrazia, e mai di questo livello». La donna ha inoltre sottolineato che i
proiettili trovati sul pavimento di casa «sono dello stesso tipo di quello
che si trova nel cranio di mia figlia, uccisa dai militari nel 1978 perché
si opponeva alla dittatura».

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