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Il Chiapas alla prova dell'Alca
- Subject: Il Chiapas alla prova dell'Alca
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Tue, 3 Sep 2002 19:21:16 +0200
Indios sfuttati come manodopera a basso costo. Due zapatisti uccisi dai paramilitari GERALDINA COLOTTI In Chiapas, «lo scoppio di una rivolta sociale è dietro l'angolo». Lo annuncia un documento, sottoscritto da 18 movimenti indigeni dopo l'uccisione di due militanti dell'Esercito zapatista per la liberazione nazionale (Ezln) e il ferimento di altri sette. Secondo la procura del Chiapas, si sarebbe trattato di una questione di dote non pagata tra due famiglie indigene. Ma le comunità d'appoggio all'Ezln parlano dell'imboscata di un commando di «priisti», gli aderenti al Partito rivoluzionario istituzionale, che corrompono le cooperative dei contadini, con la complicità di alcune Ong filogovernative. La considerano una risposta del governo ai movimenti campesinos, che hanno bloccato il progetto di costruzione di un aeroporto internazionale a San Salvador Atenco. Il malessere degli indios, crescente in tutto il paese, porterà a un nuovo scontro armato tra governo centrale e zapatisti in Chiapas? La comandancia zapatista tace. Forse Marcos potrebbe interrompere il silenzio quando la Suprema Corte di Giustizia si pronuncerà in merito al ricorso presentato contro la legge per l'autonomia indigena: la «legge-truffa» che, secondo gli zapatisti, ha disatteso gli accordi ratificati dal governo federale e dall'Ezln. Intanto parlano i rappresentanti delle comunità d'appoggio all'Ezln, i sindaci dei municipi autonomi, e gli osservatori internazionali, preoccupati dalla presenza dell'esercito, sempre più capillare. E, mentre i guerriglieri zapatisti si ritirano sulle montagne del Chiapas «per evitare - scrivono - nuovi attacchi», un reparto di militari è in marcia verso la Selva Lacandona, storico rifugio di Marcos, e sulle strade che portano al Chiapas si moltiplicano i controlli di polizia. Non per altro Daniel Luna, portavoce del Coordinamento regionale degli Altos del Chiapas, da noi intervistato in occasione dell'ultimo controvertice Fao, aveva preannunciato il punto di crisi. «Col pretesto che la nostra è una reg ione di uragani e terremoti - aveva detto - i gringos mandano i loro soldati per insegnare ai nostri come prendersi cura del proprio popolo. Le prime basi sono già in Guatemala, in Honduras, in Salvador. La chiamano "operazione nuovi orizzonti". In verità vogliono tutelare le loro risorse di persona, prevedendo la nostra resistenza al Plan Puebla Panama». Sotto l'ombrello dell'Alca - l'Accordo del libero commercio per le Americhe - il Plan Puebla Panama, nelle intenzioni del governo messicano dovrebbe collegare l'economia del Chiapas al mercato mondiale attraverso la costruzione di strade e aeroporti, fibre ottiche e campi transgenici. «E non c'è dubbio - aveva affermato ironicamente Luna - che saranno proprio gli indios chiapanechi, in maggioranza semianalfabeti, a usufruire delle infrastrutture più sofisticate». In compenso dovranno pagare i costi. Come il Plan Colombia, il Plan Puebla Panama «affogherà l'economia contadina». Dei milioni di indigeni oggi dediti all'agricoltura «soltanto il 2% potrà continuare a farlo». Il gigantesco oleodotto che sta devastando l'Ecuador, per arrivare in Texas deve infatti passare da un Messico «attraversato da corridoi di fabbriche di assemblaggio». Gli indios, che in maggioranza non sono istruiti o non parlano il castigliano, forniranno così manodopera a basso costo, «ignari di maneggiare rifiuti tossici in una zona in cui i depositi di questo tipo sono in aumento». E, per garantire che la quota di braccia sia sempre cospicua, «il governo ha sigillato le frontiere del Messico. In accordo con Bush, ha bloccato l'afflusso di lavoratori verso gli Stati uniti, dove entreranno solo piccole quote e per brevi periodi». Intanto, nelle comunità indigene si discute e si organizza la resistenza. Anche se - ci aveva detto Luna - «diffondere l'informazione è un processo lento. Abbiamo bisogno di due giorni per ogni comunità: per spiegare cos'è il Plan Panama e tradurlo in lingua indigena, per ascoltare le idee di resistenza, elaborarle e poi tornare a discuterle». ************************************************** Nello change the world before the world changes you because another world is possible
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