Maurizio Costanzo ha fatto uno spot pro-Cardoso. Aiutiamolo a informarsi meglio
- Subject: Maurizio Costanzo ha fatto uno spot pro-Cardoso. Aiutiamolo a informarsi meglio
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Sun, 02 Jun 2002 19:38:35 +0200
- Organization: Comitato di appoggio MST www.citinv.it/associazioni/MST/
Mentre in Brasile è in pieno svolgimento la campagna elettorale, e Lula, al suo quarto tentativo, sembra in buona posizione, Maurizio Costanzo, dedica una trasmissione spot al Presidente Cardoso e al suo governo, che piuttosto che per i servizi sociali, hanno moltiplicato le spese per la propaganda. Credo che dovremmo aiutare Costanza a capire meglio il Brasile e a non fidarsi soltanto di quel che gli hanno raccontato Cardoso e l'ambasciatore Matarazzo, ex ministro della Comunicazione del governo Cardoso (e quindi particolarmente esperto in questo campo).
Invito tutti coloro che amano e conoscono il Brasile a scrivere a Maurizio Costanzo chiedendogli di mostrare in futuro altri aspetti del paese e di sentire l'opinione di quelli che si stanno battendo per un cambiamento alla guida del Brasile.
Appiccico in fondo alcuni dati recenti sul Brasile. Chiunque
abbia dati aggiornati potrebbe inviarli a Costanzo. E la letterina da me
inviata a Costanzo nel settore "Redattore per una sera". Per scrivere a
Costanzo bisogna necessariamente collegarsi al sito.
Trasmissione "Maurizio Costanzo show del 28 maggio dedicata al Brasile"
Affermazioni di Maurizio Costanzo
Il Brasile oggi è nuovo, diverso, lontano dagli stereotipi
che anch'io avevo, per merito di Cardoso (ripetuto numerose volte)
Cardoso è una persona di qualità. Ha trasformato completamente
il Brasile. Favelas, bambini di strada sono stereotipi, il governo combatte
contro tutto questo. Oggi c'è un Brasile nuovo per merito di Cardoso.
Cardoso ha difeso gli indios
Cardoso ha protetto la foresta amazzonica
Per merito di Cardoso il Brasile non è stato contaminato dalla
crisi Argentina
Affermazioni dell'ambasciatore del Brasile in Italia, Andrea Matarazzo
In 10 anni in Brasile c'è stato grazie a Cardoso (8 anni presidente
e precedentemente 2 anni ministro) un enorme cambiamento con la fine dell'inflazione
E' cambiata l'utilizzazione del denaro pubblico che è stato
diretto al bene dei cittadini. Il governo ha dato assoluta priorità
al sociale. Ha fatto molti investimenti nel sociale. Non ha più
speso soldi per i telefoni o cose di queste genere. Ha privatizzato tutto
per spendere nel sociale.
Il 60% delle risorse del bilancio sono destinate ad attività
sociali.
Oggi il 98% dei bambini va a scuola
Pochissimi bambini lavorano
Riguardo alla schiavitù, ci sono solo casi isolati
E' rimasto lo stereotipo dei bambini di strada, delle favelas, ma i
poveri oggi stanno molto meglio.
Affermazioni del presidente del Brasile Fernando Henrique Cardoso
-La nostra politica fiscale è molto seria
- Ci siamo impegnati nel sociale. Abbiamo speso per educazione, salute
e terra
- Nelle favelas oggi ci sono molti programmi di urbanizzazione.
Nelle favelas ci sono le TV. Stiamo migliorando. Ci sono ancora problemi
seri, ma c'è movimento, c'è vita.
C'è un progetto della Banca Mondiale per le favelas con il quale
la popolazione si organizza in ONG
- I BAMBINI DI STRADA. Ci sono soltanto 1500/2000 bambini di strada
a Rio e a San Paolo. Stanno per strada perché stanno meglio lì
che a casa loro, si sentono più liberi. Ci sono molti progetti per
dare loro migliori condizioni di vita.
- Ci sono 11 milioni di bambini che ricevono borse di studio, un terzo
dei bambini brasiliani. Oggi il 97% dei bambini va a scuola e mangia una
volta al giorno
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Gentile Maurizio Costanto,
ho visto con un certo sbigottimento la sua trasmissione sul Brasile
di Cardoso, che, mi dispiace dirlo, assomigliava molto a uno spot. E d'altra
parte di pubblicità il presidente Cardoso e il suo ex-ministro della
comunicazione Matarazzo sono esperti. Ad essa hanno dedicato crescenti
risorse. Mi sembrerebbe giusto, in piena campagna elettorale, che
lei dedicasse spazio in un'altra trasmissione , al vero Brasile,
quello per esempio di Lula, candidato per la quarta volta alla presidenza
e oggi in buona posizione, quello del Movimento dei Senza Terra. Alcuni
senza terra saranno qui duranto l'incontro Fao; a metà luglio
sarà qui Frei Betto ecc. Accludo intanto alcuni dati relativi
al Brasile reale.
Cordiali saluti
Serena Romagnoli, Comitato di appoggio al Movimento Sem Terra
ALCUNI DATI RELATIVI AL BRASILE DI OGGI - Giugno 2002
* Da 25 anni il Brasile è il paese con la peggiore distribuzione del reddito I dati sono dell'IPEA (Istituto di Ricerca economica applicata), organismo legato al Ministério do Planejamento, Orçamento e Gestão. Il 10% più ricco della popolazione ha un reddito 28 volte superiore a quello del 40% più povero. Il 10% più ricco si appropria di circa il 50% del reddito totale delle famiglie. L'1% più ricco concentra nelle proprie mani un reddito superiore a quello del 50% più povero.
* 50.000 latifondisti, lo 0.83% dei proprietari possiede il 43.5% delle terre coltivabili. 3 milioni di piccoli proprietari che possiedono meno di 10 ettari, rappresentano il 53% dei proprietari e hanno il 3% delle terre.
*Dal 1988 al 2000 sono stati assassinati 1517 lavoratori rurali. Il
93% dei responsabili sono impuniti. Fonte CPT (Commissione Pastorale della
Terra)
*31 maggio 2002 - Il Brasile è il secondo paese al mondo per numero di disoccupati. E' passato dalla 9° alla 2° posizione, dietro all'India. Il numero dei disoccupati (anno 2000) era di 11,454 milioni di persone. I dati sono stati forniti dalla Segreteria di Sviluppo, Lavoro e Solidarietà del comune di Sao Paulo. La ricerca è stata fatta a partire dai dati di FMI, BM e altre istituzioni (1º Índia 41,344 milhões 2º Brasil 11,454 milhões 3º Rússia 7,395 milhões 4º China 5,950 milhões 5º Indonésia 5,872 milhões 6º Estados Unidos 5,655 milhões 7º Alemanha 3,685 milhões 8º Japão 3,2 milhões) Fonte: Linha Aberta del Partido dos Trabalhadores
* Marzo 2002 - Ziegler, relatore ONU, per 18 giorni in Brasile (dal sito dell'Ibase: sintesi di alcune dichiarazioni di JZ) Il relatore speciale dell'ONU per il diritto all'alimentazione, Jean Ziegler ha incontrato il 18 marzo il Forum Brasiliano per la sicurezza alimentare per parlare della situazione di fame e miseria nel paese. Ziegler consegnerà la relazione ufficiale il 1 luglio all'ONU. Le cifre del governo - dice Ziegler - parlano di 23 milioni di persone gravemente costantemente sottoalimentate. Le cifre dell'opposizione arrivano a 44 milioni. Sono 55 milioni secondo la Conferenza dei vescovi. Questo significa un martirio quotidiano. Persone senza lavoro, vita familiare e salute che consumano meno di 2000 calorie al giorno. Questo massacro avviene in un paese con immenso potere economico, finanziario, politico e tecnologico. Ci sono veramente due paesi in questo immenso territorio. Uno di loro sembra la Germania, l'altro assomiglia alla Somalia. Il Brasile è un paese al primo posto per la disuguaglianza dei redditi.
*Dati Luglio 2001 - 50 milioni di persone in Brasile con meno di 80.000
lire al mese Il dato, riportato dalla Folha di San Paolo, corrispondente
al 29.3% della popolazione brasiliana, è presente in un rapporto
divulgato il 10 luglio dalla Fondazione Getulio Vargas. Secondo la ricerca,
che vuole tracciare una mappa della miseria nel paese, tale reddito è
insufficiente a comprare alimenti che soddisfino le necessità caloriche
di base, secondo i livelli ONU. Quindi quasi un terzo della popolazione
brasiliana non riesce ad alimentarsi sufficientemente. Lo stesso studio,
coordinato dall'economista Marcelo Neri, sottolinea che la percentuale
dei miserabili nella fascia di popolazione al di sotto dei 16 anni cresce
al 46%, quasi 17 punti percentuali in più rispetto alla media della
popolazione. Quasi la metà quindi della popolazione indigente è
composta da giovani con meno di 16 anni. Una delle spiegazioni di questo
fatto, dice l'economista è che le famiglie povere hanno in genere
molti figli. L'IDH (l'indice di sviluppo umano) utilizzato dall'ONU,
vede ancora il Brasile al 69° posto, dopo l'Argentina (34°), che
ha vissuto una difficile crisi economica, il Libano (65°) e la
Croazia (46°) , tormentati da sanguinose guerre civili. Il reddito
medio pro capite è sceso da 7.071,70 dollari nel 2000,
a 7.037
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