In Uruguay pesanti misure d'austerità: la popolazione insorge



Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 98 - Anno VIII, 22
maggio 2002

  Una imposta supplementare sui salari preleva il 20%. Il sindacato:"grave
irresponsabilità del governo"

Montevideo - La crisi che sta continuando ad affliggere l'Argentina si sta
riflettendo inevitabilmente su tutti i Paesi che le sono attorno, e
l'Uruguay é costretto ad affrontare le stesse problematiche, ma senza
l'appoggio europeo di cui invece l'Argentina è forte.
Di conseguenza alla drammatica situazione sociale, politica ed economica
dell'Argentina, l'Uruguay si trova a soffrire impopolari misure restrittive
d'austerità annunciate la scorsa settimana dal Governo del Presidente Jorg
Battle. Si tratta di una imposta supplementare sui salari medi dei
lavoratori uruguayani, e questa misura ha fatto insorgere la popolazione che
spontaneamente è scesa in piazza per manifestare il proprio malcontento,
rispondendo all'appello del sindacato (PIT-CNT). Si è trattato della prima
delle manifestazioni indette dal Sindacato, che culmineranno con uno
sciopero generale previsto per il mese di giugno, mese in cui il Parlamento
discuterà il nuovo piano per le misure di austerità, il secondo messo a
punto dall'inizio dell'anno, che punta alla riduzione del deficit del
bilancio, superiore ai 900 milioni di dollari.
Il Sindacato ha denunciato la "grave irresponsabilità" del Governo, che ha
proposto con questa manovra, di prelevare fino al 20% sui salari, per
l'ammontare di 230 milioni di dollari, che non saranno certo utilizzati ne
per creare nuovi posti di lavoro, ne' per riattivare l'economia del Paese.
"Questa crisi che sta coinvolgendo tutti i paesi del Sud-America", spiega la
Dottoressa Filomena Narducci, membro del CGIE dell'Uruguay, "deriva anche
dalla decisione delle politiche economiche sociali che hanno scelto questo
governo". "Domenica c'è stata una enorme protesta popolare", continua
Filomena Narducci, "che ha visto tutta la gente dei quartieri di Monte
Video, compresi gli italiani-uruguayani, riversarsi in strada e suonare le
pentole, con una riuscita della protesta evidente, tanto da esser stata
sentita dalla stampa e in ogni angolo della città. L'unico a non aver
sentito nulla è stato il Presidente della Repubblica".
"All'interno del sindacato PIT-CNT che ha indetto la manifestazione",
continua a spiegare Filomena Narducci, "vi sono numerosi esponenti di
origine italiana, tant' è vero che il Presidente Onorario del sindacato è
Giuseppe d'Elia, il cui nome parla da solo, e di conseguenza l'Italia
dovrebbe cercare di interessarsi a ciò che accade in Uruguay, almeno nel
rispetto dei connazionali che stanno vivendo questa crisi".
 "Gli originari dell'Italia all'interno del sindacato non si contano, tanto
è alto il loro numero", spiega ancora la Dottoressa Narducci", ed ancor meno
quelli che partecipano come manifestanti contro le ultime misure del
Governo".
"Queste manovre governative", spiega ancora la Narducci, "tanto per la
popolazione uruguayana, tanto per quella di origine italiana portano senza
alcuna distinzione all'aumento della povertà e dell'emigrazione. I nipoti e
bisnipoti degli italiani continuano incessantemente a chiedere la
cittadinanza italiana, unico strumento che consente loro di arrivare
all'Unione Europea come cittadini liberi e di lavorare. Le statistiche
stilate pochi mesi fa dimostravano come, se l'ondata migratoria continuerà a
mantersi sui livelli attuali, è possibile che entro il 2030 il Paese si
svuoti completamente, dato che la popolazione conta solamente tre milioni di
abitanti. Le ovvie cause sono la disoccupazione e la povertà. Tutta questa
crisi ha fatto aumentare anche la violenza, cosa che mai prima d'ora si era
sentita, e neppure esisteva".

"Le misure del governo toccano quelli che sono i salari medi e medio bassi",
spiega ancora Filomena Narducci, "stipendi che non arrivano oltre i 280
dollari, contro il caro vita che continua a crescere. L'unica possibilità é
risollevarsi e ricostituire l'apparato produttivo, ma è davvero difficile a
fronte delle scelte fatte nell'ambito del commercio fra i paesi del
centro-sud".

"L'Italia si spera che sia tanto solidale con l'Uruguay, quanto lo è stata
con l'Argentina", continua ancora Filomena Narducci, "ma per quanto riguarda
il rientro dei figli e nipoti di italiani, la domanda per la cittadinanza
italiana alla rete consolare è fuori portata, e la lista d'attesa per
avviare le pratiche arriva fino al 2007. Le file fuori dal consolato per
avere colloquio sull'aggiornamento dello stato famigliare iniziano alle
23:00 della sera prima dell'apertura del consolato. Per soddisfare la
richiesta sono necessari molti sforzi e molti soldi, che in ogni caso
potrebbero essere indirizzati su altre strade, come il miglioramento della
situazione d'indigenza di quasi tutti gli anziani".

"La vera soluzione", conclude Filomena Narducci, "è una politica volta ai
giovani, per creare progetti e per dare lavoro, e dalla sua parte l'Italia
potrebbe fare molto per tutta l'America Latina così come per l'Uruguay. È si
necessario che l'Italia riconosca la cittadinanza ai suoi nipoti, affinché
però la possano vivere serenamente nel proprio Paese".


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