VENEZUELA: sugli scontri di piazza



Jueves, 11 de abril de 2002 - Actualizada a las 0:29 h. www.elpais.es

Al menos nueve muertos en los violentos enfrentamientos durante las
protestas contra Chávez

Cientos de miles de opositores al régimen venezolano se han enfrentado a las
puertas del palacio presidencial con partidarios del mandatario
Al menos nueve personas, entre ellas un periodista, han muerto en los
violentos enfrentamientos que se están viviendo durante las manifestaciones
convocadas hoy en Venezuela para exigir la dimisión de Hugo Chávez, según ha
informado el director del Hospital Vargas. Además, más de cuarenta han
resultado heridas en las peleas entre seguidores y detractores del
presidente de Gobierno, según han informado fuentes policiales.

Chávez ha dirigido un mensaje por televisión al país esta noche, asegurando
que "hay una minoría de venezolanos que parece no aceptar una realidad". La
comparecencia del presidente, que llevaba dos días sin aparecer en público,
es muy significativa porque poco antes el mando militar venezolano salía al
paso de los rumores que afirmaban que Chávez estaba detenido en un cuartel,
asegurando que el presidente se mantenía en el poder y en su despacho
oficial.

Entre tanto, los cientos de miles de opositores que se dirigían al paladio
presidencial para exigir la renuncia de Chávez se han encontrado con los
partidarios del mandatario, que se habían concentrado en sus alrededores.

Al grito de "¡Que se vaya!", miles de personas han salido a la calle en un
país que vive su segundo día de huelga indefinida. El paro ha sido promovido
por los sindicatos y empresarios, impulsados por la crisis de la empresa
estatal Petróleos de Venezuela, que desde hace siete semanas vive inmersa en
un conflicto político entre sus gestores y el Gobierno que la está llevando
a la ruina.

El Gobierno venezolano ha interrumpido esta noche de forma indefinida la
transmisión de los canales de televisión privados del país, según ha hecho
público Chávez. El presidente ha explicado que la medida de castigo es
consecuencia de la sistemáticamente manipulación informativa que, según él,
han desarrollado en contra del Gobierno. Los canales a los que les ha sido
cortada la señal son: Venevisión, Radio Caracas Televisión, Televen,
Globovisión y Canal Metropolitano.


www.repubblica.it
Caracas, 00:01
Disordini in Venezuela, militari presidiano le strade
Reparti militari, appoggiati da mezzi blindati, sono stati dispiegati nel
centro e nella periferia di Caracas, mentre nelle vicinanze del palazzo
presidenziale di Miraflores si registrano ancora scontri fra oppositori e
sostenitori del presidente Hugo Chavez.

Lo stesso capo dello stato ha reso noto che 1.000 uomini della guardia
d'onore armati di tutto punto hanno circondato il palazzo. Inoltre reparti
dell'esercito hanno bloccato l'ingresso alla capitale attraverso
l'autostrada, all'altezza del casello di Tazon.

Per bloccare il traffico i soldati hanno posto di traverso alcuni autobus
nella zona vicino al Fuerte Tiuna. La guardia nazionale, peraltro, ha
occupato la sede della compagnia petrolifera nazionale Pdvsa, verso cui
originariamente si dirigevano i manifestanti.

Infine il dottor Manuel Rojas dell'Ospedale Vargas ha confermato i cinque
morti, ed ha allo stesso tempo chiesto la mobilitazione di tutti i medici
disponibili, perché quelli in servizio sono allo stremo. (red)

Caracas, 23:20
Contro Chavez in 300 mila, disordini e vittime
Sono degenerati in scontri i davanti al palazzo presidenziale di Miraflores,
nel centro di Caracas: il primo bilancio parla di almeno 5 morti e decine di
feriti. L'opposizione - animata dalla confindustria locale e dal sindacato -
accusa Chavez di voler istaurare un regime filo-cubano in Venezuela, paese
che è il quarto esportatore mondiale di petrolio. E oggi ha radunato in
piazza circa 300 mila persone.

Un fotografo dell'agenzia di stampa ufficiale "Venpres", Enrique Hernandez -
dato per morto da una radio locale - risulta tra gli oltre 40 feriti già
arrivati all'ospedale Vargas. La direzione dell'ospedale ha lanciato un
appello ai medici volontari perché collaborino all'assistenza di primo
soccorso. In gravi condizioni sarebbe il governare dello stato di Miranda,
il cristiano-sociale Enrique Mendoza.

I dintorni del palazzo di Miraflores in serata si sono trasformati in un
vero e proprio campo di battaglia tra manifestanti - pro e contro il
presidente Hugo Chavez - e le forze di polizia metropolitana e Guardia
Nacional. Non è ben chiaro se i due schieramenti siano venuti in contatto:
l'opposizione, al terzo giorno di uno sciopero generale convocato dalla
locale confidustria e la confederazione dei sindacati venezuelani, ha
portato in piazza oltre 300.000 persone per chiedere le dimissioni di
Chavez.

Migliaia di sostenitori del presidente hanno circondato il palazzo
Miraflores mentre lo stesso Chavez informava il Paese in un messaggio
mandato in diretta Tv di aver ordinato all'esercito di difendere il palazzo
per "evitare possibili e impossibili mali maggiori".

Nel messaggio, diffuso alle 15,45 ora locale (le 21,45 in Italia), Chavez ha
anche fatto sapere di aver ordinato l'interruzione del segnale di 5 Tv
private che, a suo dire, hanno infranto la vigente legge sulle
telecomunicazioni, manipolando in modo continuativo le informazioni per
danneggiare il governo. "Trattandosi di concessioni statali - ha spiegato il
presidente - non si può accettare che questi mezzi utilizzino questo
privilegio per attaccare lo Stato". In un altro messaggio televisivo, l'alto
comando delle forze armate si è schierato senza ambiguità al fianco del
presidente. (Red)

Nello

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possible

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