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I: COLOMBIA: Notizie e Appelli
- Subject: I: COLOMBIA: Notizie e Appelli
- From: "Marina Beccuti" <marina.b at inrete.it>
- Date: Sun, 5 Mar 2000 22:13:45 +0100
----- Original Message ----- From: Comit. Intern.sta Arco Iris <ale.ramon at numerica.it> To: <Recipient list suppressed> Sent: Sunday, March 05, 2000 9:34 AM Subject: COLOMBIA: Notizie e Appelli > Riceviamo e riproduciamo i documenti che seguono: > > - Appello perché il settimanale Voz possa continuare la sua attività > - Articolo sulla situazione carceraria in Colombia > [ Traduzioni a cura del Gruppo di Nuoro ] > ========================================= > > DA: VOZ La Verdad del Pueblo > E-Mail: "vozcaloz at openway.com.co" > Pagina web: http://www.go.to/voz > > Direttore: Carlos A. Lozano Guillén > Indirizzo: Carrera 13A No. 38-32. > Apartados Aéreos: 8886 e 19857 Bogotá (COLOMBIA) > Tel.: 00-57-12321461 / 2328220 > Telefax: 00-57-1 2328229 > > Il settimanale "VOZ, la Verdad del Pueblo" può scomparire! > > Con la sparizione di VOZ, in Colombia si perderebbe l'unico mezzo > alternativo che circola con regolarità da più di 40 anni. Per questo > chiediamo la cooperazione e la solidarietà nazionale ed internazionale > perché VOZ possa continuare la propria azione rivoluzionaria e perché possa > compiere la sua funzione di rappresentanza popolare. > > La nostra storia: > > La storia di VOZ è strettamente legata alla vita dle Partito Comunista > Colombiano (PCC) ed alle lotte del popolo colombiano, della classe > lavoratrice, dei contadini, degli intellettuali, delle donne e della > gioventù. Nelle sue pagine si presenta la cronaca delle lotte popolari per > la democrazia, la rivoluzione ed il socialismo. Quì vengono anche > raccontate le vicessitudini del popolo: i suoi trionfi, le sue conquiste, i > suoi desideri, i suoi passi indietro e le sue sconfitte. > > Il primo numero di VOZ, che a quel tempo si chiamava "VOZ de la > Democracia", apparve il 20 luglio del 1957, due mesi dopo la caduta della > dittatura militare di Rojas Pinilla. Però la sua apparizione altro non era > che la continuazione di diversi organi di espressione del PCC, a partire > dalla sua fondazione, i cui integranti valutarono la necessità di avere un > mezzo di comunicazione per diffondere le realizzazioni del socialismo, > l'ideologia rivoluzionaria e la lotta delle masse. > > I comunisti colombiani sempre hanno ponderato la lezione leninista che i > rivoluzionari devono avere un periodico che serva da organizzatore, > agitatore, propagandatore ed educatore dei lavoratori. > > L'impegno permanente di VOZ in favore del popolo colombiano e delle sue > cause giuste significò per VOZ il fatto di essere vittima della guerra > sporca e del terrorismo di stato. > > Nel novembre del 1963, durante il governo del conservatore Guillermo León > Valencia, venne sospesa la licenza del settimanale "VOZ de la Democracia". > Questa fu la risposta dell'oligarchia alle denunce del periodico contro > l'aggressione militarista a Marquetalia e nel quadro dell'elaborazione del > "Piano Lasso", elaborato con l'assessoramento dei nordamericani e destinato > a portare la repressione nelle regioni contadine di influenza comunista. > > Come risposta a questa aggressione sorsero le Forze Armate Rivoluzionarie > della Colombia, FARC-EP. Però in modo immediato circolò "VOZ Proletaria", > la cui licenza era stata ottenuta nell'ottobre del 1963 di fronte > all'imminente pericolo della chiusura del suo predecessore. > > Durante i governi di Carlos Lleras Restrepo (1966-70) e Misael Pastrana > Borrero (1970-74), VOZ Proletaria fu vittima della censura della stampa. > Censuratori incaricati dal governo leggevano gli originali del periodico e > decidevano ciò che si poteva e ciò che non si poteva pubblicare. L'agitata > situazione politica durante il governo di Julio César Turbay Ayala > (1978-82) pesò abbastanza su VOZ Proletaria. > > Torture e gravi violazioni dei diritti umani sotto l'imposizione dello > "Statuto della Sicurezza" venivano denunciate dal nostro settimanale. Gli > uffici di VOZ soffrirono vari attentasti terroristi, che provenivano > direttamente dal Battaglione di Controspionaggio e Controguerriglia Charry > Solano (dell'esercito colombiano). > > Nel 1983 Voz Proletaria passa a chiamarsi semplicemente VOZ; in questo > senso inizia a conoscersi come la verità del popolo, collocandosi così come > rappresentante di tutti i lavoratori, senza perdere il suo profilo di classe. > > VOZ sostiene la necessità di una apertura democratica per eliminare le > cause che hanno determinato la sollevazione armata e, coerentemente con la > politica del Partito Comunista, chiama all'unità della sinistra e dei > settori democratici. Invita all'unità il movimento guerrigliero e all'unità > di questo con il movimento popoolare. > > Il ruolo di VOZ nello scenario nazionale lo comprendono molto bene la > destra ed il militarismo. Da sempre il settimanale è stato perseguitato > con accanimento ed insistenza. L'obiettivo della reazione in tutti i tempi > è stato quello di silenziarlo. > > Manuel Cepeda Vargas, ex direttore e dirigente comunista, venne assassinato > nel 1994, durante lo sviluppo del piano "Golpe de Gracia". Rappresentanti, > distributori, e lettori vengono incarcerati, subiscono la repressione e > perfino vengono uccisi nonostante Voz sia un periodico legale. Nelle > regioni agrarie viene resa difficile la sua diffusione. Gli uffici vengono > devastati e sono oggetto di attentati terroristi, come l'ultimo del 22 > dicembre del 1996. Il Direttore ed il Sottosegretario Generale del PCC, > Carlos Lozano Guillén e coloro che fanno parte della redazione vengono > minacciati di morte. Tutte le iniziative sono portate avanti per zittire > VOZ, la Verità del Popolo. Naturalmente senza ottenere il loro obiettivo. > > VOZ è la verità del popolo. > > Per provarlo diamo alcuni dati statistici. Negli ultimi cinque anni, il > direttore è stato convocato 13 volte dagli alti comandi militari, tra loro > Harold Bedoya a suo tempo e da altre persone, per ingiuria e calunnia. > > In nessun caso il direttore di VOZ ha accettato l'istanza di conciliazione > ed in tutte le cause è stato assolto. La stessa cosa è avvenuta con una > denuncia presentata contro tutto il Consiglio di Redazione, includendo > Manuel Cepeda, che era stato già assassinato. Tre denunce presentate contro > VOZ, in diversi casi, sono state negate dall'autorità stessa ed in nessuno > di questi c'è stata conciliazione per rettificazione da parte di VOZ. > > Gli errori commessi in alcune occasioni, perché comunque ci sono stati > (come è ovvio che sia), sono stati rettificati con interezza, senza che > nessuno utilizzasse un ordine giudiziario. > > Attualmente VOZ ha una circolazione media di 30.000 esemplari, arriva > all'estero ed in tutto il territorio colombiano. Ha anche una pagina web ed > è diffuso in formato digitale attraverso diverse reti di posta elettronica. > VOZ si finanzia attraverso la realizzazione del Festival Nazionale > (annuale) e degli aiuti del movimento popolare. Queste fonti di entrate > sono insufficienti, per questo VOZ è passato ad essere un quindicinale, > l'anno scorso. Però, con l'impegno di tutti siamo tornati nuovamente ad > essere un settimanale. Certo è che VOZ continua ad essere minacciato, non > solo dalla guerra sporca, ma anche dall'assenza di risorse. Si ha bisogno > dell'aiuto di tutti i settori democratici e solidari non solo della > Colombia ma anche dall'estero per poter sussistere. > > Con la sparizione di VOZ, in Colombia si perderebbe l'unico mezzo > alternativo che circola con regolarità. Per questo chiediamo la > cooperazione e la solidarietà perché VOZ possa continuare la sua azione > rivoluzionaria e perché continui la sua funzione di rappresentanza popolare. > > Situazione finanziaria > > L'impegno con VOZ è di tutti. Abbiamo preso delle decisioni perché la > verità del popolo possa proseguire. > > Sapevate che VOZ ha avuto un utile di 37 milioni di pesos colombiani l'anno > passato? Sì, però questa quantità di denaro, che dovrebbe essere nelle > casse dell'amministrazione di VOZ e potrebbe attenuare la crisi finanziaria > del settimanale, è rappresentata da crediti da riscuotere. Ciò significa, > che tale somma rappresenta ciò che devono le amministrazioni locali e > regionali all'amministrazione di VOZ. E' una somma vicina ai 40 milioni di > pesos. > > Quando abbiamo fatto il passo in avanti, nel novembre scorso, di tornare ad > essere un settimanale, siamo stati enfatici nel sottolineare che la > condizione sine qua non per stabilizzare la frequenza settimanale era > l'aumento della diffusione ed il pagamento opportuno delle richieste di > VOZ. Siamo però allarmati, perché nella pratica ciò non accade. Nel gennaio > scorso abbiamo fatto un bilancio economico del 1999. La conclusione è stata > che l'anno scorso siamo riusciti ad andare avanti grazie a molti fattori, > tra i quali la grande capagna di appoggio alla quale ha partecipato con > animo e generosità il movimento popolare. L'utile risultato, includendo i > crediti, è stato di 37 milioni di pesos, però è ovvio non li abbiamo in > cassa perché non sono arrivati. Sono rimasti a metà strada. Gli organismi > di direzione del partito devono rispondere di ciò. > > Però quest'anno è allarmante che varie località abbiano abbassato la > diffusione e questo ci pone in serio pericolo perché si perde il punto > d'equilibrio. > > Insistiamo: il ritorno al settimanale è stato molto calcolato ed esige, tra > le altre cose, l'aumento della diffusione, anche se minimo, ed il pagamento > opportuno. > > Vogliamo trattare questo problema, perché se non si corregge in tempo si > metterà in pericolo la stabilità del settimanale. E ciò sarà responsabilità > delle direzioni regionali del partito che sono rimaste indietro, nonostante > l'anno scorso quando era in pericolo l'esistenza di VOZ si sono impegnate > per assumere il compito della diffusione e del pagamento con molta > responsabilità. > > In funzione del compimento degli impegni della direzione, della redazione e > della ammninistrazione, si sono fatte nuove riduzioni nei costi ed è in > atto un processo di ristrutturazione dell'amministrazione, nel momento > stesso in cui si lavora per alcune iniziative di finanziamento tra cui > quella della prospettiva del Festival e della Campagna d'Appoggio del 2000. > Certamente, tutto ciò è insufficiente se non c'è la risposta delle > direzioni regionali e locali del Partito per ciò che si riferisce alla > diffusione ed al pagamento. > > Il Consiglio di Redazione ha approvato, con l'avallo della direzione > nazionale del Partito, la realizzazione di una inchiesta nazionale su VOZ, > con lo scopo di determinare se in realtà il partito voglia il periodico. > Questo sarà utile per il lavoro ideologico e per verificare se esiste > l'impegno per il sostenimento collettivo del periodico. > > Sono riflessioni che vogliamo esporre in modo chiaro e franco, sebbene > sempre con rispetto, ai lettori di VOZ, dirigenti, militanti ed alle > organizzazioni, perché aprano il dibattito e soprattutto si addotino > decisioni e misure per andare avanti... > > Qualsiasi contributo politico e finanziario può essere inviato a: > > VOZ La verdad del pueblo > E-Mail: "vozcaloz at openway.com.co" > > Indirizzo: Carrera 13A No. 38-32. > Apartados Aéreos: 8886 e 19857 Bogotá (COLOMBIA) > Tel.: 00-57-12321461 / 2328220 > Telefax: 00-57-1 2328229 > > Conto bancario per appoggiare VOZ, La Verdad del Pueblo: > > Conto intestato a: Carlos A. Lozano Guillén > Causale: Solidaridad con VOZ > CITIBANK: Conto-Numero 0872716017 > Santa Fé de Bogotá - Colombia > > Sottoscrivete VOZ e riceverete gratis il libro "Le impronte della speranza" > di Carlos Lozano Guillén [Sottoscrizione per l'estero: 150 dollari > statunitensi] > > - Articolo tratto da Voz, edizione n° 2031. 16 - 22 febbraio del 2000 - > > LA CRISI CARCERARIA E LE DURE PROTESTE > > Il governo non vuole prestare attenzione al dramma sociale delle carceri > colombiane. Con una capacità fisica per 30.000 detenuti, i penitenziari > ospitano una popolazione carceraria di 53.000 persone. Il nuovo direttore > dell'Inpec (Istituto Nazionale Penitenziario e Carcerario), il generale > Fabio Campo Silva , annuncia l'utilizzo di mezzi polizieschi e di ordine > pubblico che hanno fallito nel trattamento penitenziario. Nel contempo, ci > sono piani dei paramilitari per assassinare i prigionieri di guerra delle > FARC-EP. > > > La grave crisi penitenziaria è sì di carattere sociale, ma dipende > soprattutto dall'incapacità del regime che vuole risolverla con mezzi > polizieschi, autoritari e di ordine pubblico, tollerando ufficialmente i > parmilitari detenuti che minacciano le vite dei prigionieri di guerra. > > > Il problema delle carceri colombiane continua a essere grave perché la > gente è ammucchiata, perché non esiste una politica dei diritti umani, né > il rispetto per la vita e per le condizioni dei detenuti. Nonostante la > militarizzazione del conflitto carcerario, i detenuti politici, che in > fondo sono prigionieri di guerra, sono inoltre sottoposti a persecuzioni, a > maltrattamenti e ad un regime di privazioni che oltrepassano la legalità. > > I recenti disordini sono scoppiati perchè due settimane fa è stato scoperto > un oscuro piano dei paramilitari detenuti nella Penitenziario Centrale "La > Picota" (la Forca), con palesi complicità, per assassinare diversi > guerriglieri, tra cui il comandante Alfredo Arenas, delle FARC-EP. > > Scoperto il piano, i prigionieri politici hanno organizzato la propria > difesa ed hanno affrontato i paramilitari che hanno utilizzato armi > automatiche e bombe a mano. Il risultato è stato di 3 paramilitari morti e > altri detenuti politici feriti. > > Successivamente, venerdì 11 febbraio, c'è stata una operazione a sorpresa. > Alle 5.30 della mattina, per ordine del Presidente della Repubblica e del > ministro della giustizia, Romulo Gonzalez, la polizia ha fatto irruzione a > "La Picota", giudata dal direttore della Dijin (Direzione della Polizia > Giudiziaria), il colonello Leonardo Gallego, dal direttore del > controspionaggio, il colonello Oscar Naranjo e dal direttore uscente > dell'Inpec, il colonello Laureano Villamizar. > > L'irruzione della forza pubblica è stata violenta e nell'operazione è morto > un detenuto ed altri 2 sono rimasti feriti. I detenuti sono stati messi > nudi ed esposti alle intemperie, nel campo di calcio, senza tener conto del > freddo dell'alba, mentre la polizia perquisiva cella per cella, posto per > posto. > > Le proteste per il procedimento violento degli uniformati si sono estese > poi ad altre carceri come "La Modelo" di Bogotà e alla "Cucuta". Nel > frattanto, fuori dalle carceri, anche i familiari dei detenuti hanno > protestato, esigendo moderazione nei procedimenti. La risposta della forza > pubblica è stata una aggressione a calci, gas lacrimogeni e pugni per donne > e bambini. > > FALSITA' UFFICIALI. > > Il ministro di giustizia, Romulo Gonzalez, che, quando assunse la carica, > dichiarò il suo impegno per porre fine alla crisi carceraria, ha affermato, > per giustificare il sopruso, che "i detenuti avevano sparato con fucili". > Tuttavia, i portavoce del carcere "La Picota" hanno negato chiaramente > questa affermazione, "perchè il ministro sta ripetendo quello che hanno > detto gli officiali di polizia, giacchè in nessun momento lui è entrato nel > carcere". > > Nella perquisizione, come sempre accade tutte le volte, sono state trovate > delle armi e altre cose proibite, che hanno permesso al generale Rosso José > Serrano, ingarbugliato com'è nelle accuse per abuso di potere, di montare > uno spettaccolo grottesco con l'affermazione che esistono bande di > estorsori all'interno de "La Picota", formate da prigionieri politici. > > Questa leggera accusa è stata smentita, perchè in realtà si tratta di > delinquenti comuni che attuano con la complicità delle autorità per avere > un buon tornaconto. > > A seguito delle proteste nelle carceri, l'Inpec ha deciso di sospendere, > domenica scorsa, le visite dei familiari, cosa che ha prodotto nuovi > incidenti a "La Picota", al Penitenziario di Ibequé e nel quartiere Belén. > Donne e bambini sono stati bastonati e picchiati dagli uomini in divisa. > > Il problema delle carceri colombiane è in realtà parte della complessa > situazione sociale del paese che, come è abitudine nel governo nazionale, > si affronta com mezzi di ordine pubblico e taglio repressivo. La stessa > cosa succede in altri settori della vita colombiana. Nel caso delle carceri > il quadro è drammatico, perchè mentre gli insiediamenti fisici sono stati > designati per ospitare 30.000 detenuti in realtà questi superano più del > doppio la capacità massima prevista. Nessun ministro di giustizia è capace > di affrontare la problematica dal punto di vista sociale, ma solo per via > dispotica e arbitrarietà, come stà facendo ora Gonzales. > > Acuni prigionieri di guerra hanno protestato, perchè come "soluzione" ai > recenti disordini a "La Picota", il comandante Alfredo è stato trasferito > in un luogo sconosciuto, mentre nello stesso centro penitenziario restano > tranquilli i paramilitari che hanno dichiarato guerra fino alla morte ai > guerriglieri.
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