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un comitato che unisce per fermare la controriforma



Un Comitato che unisce, per fermare la controriforma

<http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=4301>http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=4301

Brunella Maiolini <mailto:brumaio@fastwebnet.it> - 07-02-2004

Sta nascendo a Roma, nella sede del CIDI il comitato nazionale
FERMIAMO LA MORATTI.
Siedono, al tavolo comune, soggetti diversi per storie, identità, posizioni.
Dalla CGIL scuola ai Cub scuola, dalla Margherita al Partito della
Rifondazione Comunista, dal Coordinamento Nazionale per la difesa del tempo
pieno e prolungato, al CIDI, a Legambiente e all’MCE, passando per l’ARCI,
per l’Associazione “Per la Scuola della Repubblica”, il CESP, la Cisl
Scuola, il Coordinamento Genitori Democratici, Democratici di Sinistra,
Ecole, Federazione Nazionale Verdi, Giovani Comunisti, Libera, Manifesto
dei 500, Partito dei Comunisti Italiani, Sinistra Giovanile e altri
ancora….fra cui il Didaweb.

È un tavolo che unisce tutti i soggetti che non credono che la partita sia
terminata e persa, tutti i soggetti indignati, spaventati, mobilitati, che
ha come comune denominatore il dissenso e la conoscenza della posta in gioco.
Un tavolo che raccoglie e valorizza il patrimonio della manifestazione del
17 gennaio, che ha costituito una novità importante di unità e di
consapevolezza della scuola come bene di tutti.

È una scommessa. O forse di più. Un investimento forte, di ciascuno, nel
trovare le modalità di stare insieme, anche quando ci sono differenze e
ferite anche profonde,anche recenti, che dividono, anche quando si hanno
modi e strumenti diversi, anche quando lo stare insieme significa
rinunciare a un pezzo del proprio saper essere.

Non è un percorso facile. Non si è scelta una strada semplice. E non basta
decidere di starci, per poi essere capaci di farlo: le azioni di protesta
ad esempio decise in modo non collegiale hanno creato momenti di
discussione anche dura, prima che l’intelligenza e la volontà dei
partecipanti le sapessero ricondurre ad importanti opportunità di
visibilità e mobilitazione.

Ma è forse in questo la novità di questo momento di lotta. Nell’avere
inteso il grado di attacco alla scuola pubblica, che la legge e il decreto
stanno attuando.
E nell’avere compreso che non è, e non può essere, un problema solo di
addetti ai lavori, perché insieme ai principi pedagogici acquisiti, ai
principi di autonomia, alle professionalità, alla qualità del fare e stare
a scuola, sono attaccati principi di uguaglianza, diritti fondamentali,
conquiste sociali.
E che la mobilitazione deve proseguire allargando sempre di più lo
schieramento per “Fermare la Moratti”, coinvolgendo i genitori, gli
studenti, gli enti locali, l’università, tutto il mondo del lavoro, della
cultura, della scienza, delle arti e dello spettacolo.
Che oltre alla mobilitazione generale della categoria, sia importante
giungere ad uno sciopero che coinvolga anche altri settori del mondo del
lavoro, e sappia parlare a tutta la società civile.

A questo tavolo
<<http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=4249>http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=4249>partecipa 
il
Didaweb, con il suo patrimonio di voci e di forme, con la sua specificità,
con la sua modalità diversa di rappresentanza della scuola e di presenza
nella categoria. E con la sua realtà che è già di per sé un universo
variegato, che va a confrontarsi con un tavolo a sua volta multiforme e
sfaccettato.
Un’adesione non scontata, discussa approfonditamente all’interno del gruppo
di coordinatori, responsabili e moderatori. Ma un’adesione convinta, a
larga maggioranza.

Se nella 
<<http://www.didaweb.net/cdp.php>http://www.didaweb.net/cdp.php>Carta dei 
principi, affermiamo
infatti che La Comunità Didaweb non e' un luogo definito ideologicamente, è
stato chiaro però che il principio che contraddistingue l’appartenenza alla
comunità, il progetto condiviso dell'apprendere solidale collaborativo
libero e gratuito sarebbe vanificato e irrealizzabile nella scuola che la
L.53 prefigura, e che comincia concretamente a costruire con il decreto
attuativo per i primi ordini.
Non si tratta infatti solo di difesa di organici (pure profondamente
attaccati, cosa che non può lasciare indifferente una comunità che accoglie
soprattutto docenti), non si tratta solo di difesa di tempo scuola, pieno o
prolungato (che comunque non è solo un servizio e un’importante conquista
sociale, ma anche modo diverso di fare scuola, più flessibile, più facile
ad essere articolato, che ha permesso la realizzazione di molti progetti
avanzati nelle scuole dell’autonomia), ma soprattutto si tratta di una
scuola dove gli insegnanti sarebbero gerarchizzati, dove si perderebbe
l’assunzione collegiale di responsabilità, e la condivisione delle scelte,
e di una scuola che diventerebbe un servizio a domanda individuale,dove gli
alunni, con le loro diverse possibilità di accesso ai percosi formativi e
ad una cultura sempre più fruibile in ambito privato, saranno sempre più
divisi per classi sociali. Una scuola che torna ad essere a pieno titolo
una “scuola di classe”, mentre ancora doveva rivolgere i propri sforzi
verso la dispersione scolastica.

Il Didaweb sarà partner di questa fase di lotta, e ospiterà, come sempre ha
fatto, e come sta facendo ora, le voci, i documenti, le domande e le
richieste del mondo che rappresenta. E ospiterà anche i comunicati, la
promozione delle iniziative, la “visibilità” del comitato.
Nella convinzione che ci unisce dell’eccezionale gravità della situazione e
della necessità di lavorare per unire tutte le forze dentro e fuori scuola,
per renderle informate e consapevoli prima, portarle ad azioni comuni poi.
In difesa di un progetto di scuola in cui crediamo, per cui vogliamo
continuare ad essere in campo, propositivi e attivi.


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