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Scuola, scontro sul contratto separato



No dei confederali alla proposta del ministro. Riconosciuto il ruolo delle
associazioni professionali dei docenti. Proteste contro i tagli agli
organici.
di Marco Ludovico

Sindacati in rivolta contro Letizia Moratti. Domenica scorsa il ministro
dell'Istruzione ha detto ufficialmente che intende fare un contratto per i
docenti separato da quello del personale Ata (amministrativi, tecnici e
ausiliari). In questo modo, secondo il titolare di Viale Trastevere, «per
gli insegnanti si potrà costruire un percorso basato sulla qualità,
professionalità e responsabilità, a cui corrisponderanno anche ricadute sul
piano economico».
Di fronte a questo progetto Cgil, Cisl e Uil hanno scatenato una reazione
rabbiosa. La Gilda, invece, che da sempre sostiene questa idea, ha esultato.
E anche lo Snals non dovrebbe essere contrario: in passato, infatti, aveva
espresso una certa disponibilità. La questione è molto delicata, perchè va a
toccare il lato forte - o debole, a seconda dei casi - delle confederazioni.
In pratica, mentre ora ciascuna sigla partecipa alla contrattazione unica
del comparto scuola per il rinnovo del contratto dei docenti e dei non
docenti, in caso di area separata ogni sindacato sarebbe chiamato a due
trattative differenti.
A quel punto, però, avrebbe titolo a partecipare in base alla propria
rappresentatività. Gilda, per esempio, fa il pieno degli iscritti tra gli
insegnanti, mentre Uil e Cgil hanno molte tessere tra gli Ata. Se passa la
proposta Moratti, dunque, il peso di ogni federazione nelle vertenze
potrebbe cambiare, e anche di molto. Il ministro, inoltre, ha incontrato
domenica a Bellaria una serie di associazioni professionali dei docenti
(Diesse, Apef, Cnadsi, L'altra scuola, Snadir Milano, Unams scuola Milano,
Disal, Adi, Aespi).
E dopo la riunione ha detto: «Vedremo come realizzare le forme per
valorizzare le associazioni degli insegnanti tenendo conto che anche i
sindacati della scuola svolgono un ruolo importante». Per cultura e
tradizione, molte associazioni di docenti sono portavoce di interessi
diversi e a volte lontani da quelli dei sindacati. Letizia Moratti, in
questo modo, rompe uno schema consolidato e apre scenari nuovi, in cui si
fanno più verosimili progetti come il codice deontologico, il nuovo stato
giuridico della categoria e - forse - i riconoscimenti per merito.
Il presidente dell'Apef Sandro Gigliotti ritiene che «grazie all'impegno
mostrato dal Ministro il traguardo, su questi punti, è ormai vicino». E
Alessandro Ameli, coordinatore della Gilda, dice che «la separazione delle
aree contrattuali è un passaggio obbligato se si intende procedere sulla
strada della valorizzazione professionale degli insegnanti. L'unica area di
contrattazione, docenti e non docenti, ai quali applicare gli stessi
istituti contrattuali, come per anni è stato fatto, ha determinato
l'appiattimento retributivo e la mortificazione professionale di entrambe le
categorie». Il ministro dell'Istruzione ha ora intenzione di chiedere al
titolare della Funzione Pubblica, Franco Frattini, di inserire questa
proposta nella direttiva da inviare all'Aran (l'agenzia per la
contrattazione nel pubblico impiego) per il prossimo rinnovo del contratto.
In diversi ambienti governativi e sindacali si ritiene tecnicamente
difficile questo passaggio, ma un fatto è certo: il solco è ormai tracciato
e la strada è aperta, al di là delle questioni formali.
È anche vero, però, che la tensione dei confederali potrebbe allungare di
molto i tempi della vertenza. Le dichiarazioni sono di fuoco: secondo
Daniela Colturani (Cisl) si tratta di «scelte unilaterali che non
condividiamo»; Enrico Panini e Michele Gentile (Cgil) affermano che «sono
decisioni sconcertanti, parliamo piuttosto di retribuzioni europee»; Massimo
Di Menna (Uil) sollecita invece «ad affrontare il tema delle risorse». Il
conflitto si svolge anche a livello locale. Ieri si è svolta l'agitazione
dei confederali in Lombardia, oggi si replica in Piemonte e in Veneto e le
manifestazioni potrebbero proseguire.

GLI ORGANICI
Previsioni sui ruoli di insegnante
                                      Anno scolastico
Differenza
                                      2001/02         2002/03
Scuola materna                 79.230         79.230                 -
Scuola elementare             234.638         232.138         -2.500
Secondaria 1° grado         161.273         159.273         -2.000
Secondaria 2° grado          231.079         227.079        -4.000

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