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"piu' conosco gli uomini, piu' amo le bestie" (Toto')
In genere si definisce "bestiale" il peggiore comportamento umano. Ma - a
parte pochi animali - la prevalente espressione dell'aggressivita' animale
non degenera nella violenza omicida.
Ecco cosa si puo' leggere sull'enciclopedia Encarta...
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L'aggressivita' negli animali
Siccome il combattimento è pericoloso e può portare a ferite gravi o
mortali, diversi meccanismi si sono evoluti proprio per limitare
l'intensità del comportamento aggressivo intraspecifico. Uno di questi
accorgimenti è la tendenza, programmata geneticamente, a definire un
territorio, in modo che i conflitti si riducano a occasionali schermaglie
di confine. Un'altra forma di controllo è la ritualizzazione del
comportamento aggressivo: i serpenti velenosi lottano, ad esempio, senza
usare i denti, mentre le pecore di montagna danno testate senza ferire;
alcune lucertole minacciano gli avversari con segnali di intimidazione,
quali l'espansione di una piega della pelle della gola; lo stesso fanno le
scimmie antropomorfe, scuotendo i rami, gesticolando e lanciando grida
spaventevoli.
Il vantaggio della ritualizzazione della lotta è duplice: il perdente evita
che il più forte approfitti della propria superiorità, mentre il vincitore
non rischia di rimanere debilitato dal combattimento. Infatti, anche se
vincitore, un animale esausto o ferito può non essere in grado di
sconfiggere altri eventuali avversari e può diventare facile preda di altre
specie. Pertanto, la maggior parte delle specie utilizza segnali chiari e
comprensibili per indicare l'accettazione della sconfitta e la cessazione
del combattimento prima che vi siano conseguenze gravi: esempi sono la
lucertola che si acquatta; alcuni pesci tropicali che retraggono le pinne;
lo spinarello (un piccolo pesce) che adotta una posizione verticale; il
cane che espone il suo ventre indifeso; e il gabbiano che offre al suo
avversario la parte più vulnerabile del collo.
"Aggressività," Enciclopedia Microsoft(R) Encarta(R) 99. (c) 1993-1998
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