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impariamo un po' di storia...
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B U O N E N U O V E
Agenzia di stampa elettronica umanista
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scientifici, culturali dell'essere umano.
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MATERIALI
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n.5, 10 Marzo 2000
Ripubblichiamo questa bellissima lettera sul debito in coincidenza con
l'iniziativa di raccolta firme per la cancellazione del debito
(informazioni sull'iniziativa al numero di telefono: 0471/975333).
IL VERO DEBITO ESTERO
Lettera di un capo indio ai governi europei
Cosi' sono qua, io, Guaicaipuro Cuautemoc, sono venuto a incontrare i
partecipanti a questo incontro. Cosi' sono qua, io, discendente di coloro che
popolarono l'America quarantamila anni fa, sono venuto a trovare coloro che
la trovarono cinquecento anni fa.
Cosi' ci troviamo tutti: sappiamo chi siamo, ed e' gia' abbastanza. Non
abbiamo bisogno di altro.
Il fratello doganiere europeo mi chiede carta scritta con visto per scoprire
coloro che mi scoprirono. Il fratello usuraio europeo mi chiede di pagare un
debito contratto da traditori che non ho mai autorizzato a vendermi. Il
fratello
leguleio europeo mi spiega che ogni debito si paga con gli interessi, anche
fosse vendendo esseri umani e paesi interi senza chiedere il loro consenso.
Questo e' quello che sto scoprendo.
Anch'io posso pretendere pagamenti. Anch'io posso reclamare interessi. Fa
fede l'Archivio delle Indie. Foglio dopo foglio, ricevuta dopo ricevuta, firma
dopo firma, risulta che solamente tra il 1503 ed il 1660 sono arrivati a San
Lucar de Barrameda 185mila chili di oro e 16 milioni di chili d'argento
provenienti dall'America. Saccheggio ? Non ci penso nemmeno !! Perche'
pensare che i fratelli cristiani disobbediscano al loro settimo comandamento.
Spoliazione ? Tanatzin mi guardi dall'immaginare che gli europei, come
Caino, uccidano e poi neghino il sangue del fratello ! Genocidio ? Sarebbe
dar credito a calunniatori come Bartolomeo della Casa che considerarono
quella scoperta come la distruzione delle Indie, o ad oltraggiosi come il
dottor Arturo Pietri che sostiene che lo sviluppo del capitalismo e
dell'attuale
civilta' europea sia dovuto all'inondazione di metalli preziosi !
No ! Questi 185mila chili di oro e 16 milioni di chili d'argento devono essere
considerati come il primo di vari prestiti amichevoli dell'America per lo
sviluppo dell'Europa. Pensare il contrario vorrebbe dire supporre crimini di
guerra, il che darebbe diritto non solo a chiedere la restituzione immediata
ma anche l'indennizzo per danni e truffa. Io, Guaicaipuro Cuautemoc,
preferisco credere alla meno offensiva delle ipotesi. Una cosi' favolosa
esportazione di capitali non fu altro che l'inizio del piano Marshalltezuma
teso a garantire la ricostruzione della barbara Europa, rovinata dalle sue
deplorabili guerre contro i culti musulmani, difensori dell'algebra, della
poligamia, dell'igiene quotidiana e di altre superiori conquiste della
civilta'.
Per questo, avvicinandosi il Quinto Centenario del Prestito, possiamo
chiederci: i fratelli europei hanno fatto un uso razionale, responsabile, o
perlomeno produttivo delle risorse cosi' generosamente anticipate dal Fondo
Indoamericano Internazionale ?
Ci rincresce dover dire di no. Dal punto di vista strategico le dilapidarono
nelle battaglie di Lepanto, nelle armate invincibili, nei terzi Reich ed in
altre
forme di reciproco sterminio, per finire poi occupati dalle truppe yankee
della
Nato, come Panama (ma senza canale).
Dal punto di vista finanziario sono stati incapaci - dopo una moratoria di 500
anni - sia di restituire capitale ed interessi che di rendersi indipendenti
dalle
rendite liquide, dalle materie prime e dall'energia a basso costo che gli
esporta il Terzo Mondo. Questo deplorevole quadro conferma l'affermazione
di Milton Friedman secondo il quale un'economia assistita non potra' mai
funzionare e ci obbliga a chiedere - per il loro stesso bene - la restituzione
del capitale e degli interessi che abbiamo cosi' generosamente aspettato a
richiedere per tutti questi secoli.
Detto questo, vorremmo precisare che non ci abbasseremo a chiedere ai
fratelli europei quei vili e sanguinari tassi d'interesse variabile del 20
fino al 30
% che i fratelli europei chiedono ai paesi del Terzo Mondo. Ci limiteremo a
esigere la restituzione dei materiali preziosi prestati, piu' il modico
interesse
fisso del 10% annuale accumulato negli ultimi trecento anni. Su questa
base, applicando la formula europea dell'interesse composto, informiamo gli
scopritori che ci devono, come primo pagamento del loro debito, soltanto
185mila chili di oro e 16 milioni di chili d'argento ambedue elevati alla
potenza di trecento. Come dire, un numero per la cui espressione sarebbero
necessarie piu' di trecento cifre, e il cui peso supera ampiamente quello
della
terra.
Com'e' pesante questa mole d'oro e d'argento ! Quanto peserebbe calcolata
in sangue ? Addurre che l'Europa in mezzo millennio non ha saputo generare
ricchezze sufficienti a cancellare questo modico interesse sarebbe come
ammettere il suo assoluto disastro finanziario e/o la demenziale
irrazionalita'
delle basi del capitalismo.
Tuttavia queste questioni metafisiche non affliggono noi indioamericani. Pero'
chiediamo la firma immediata di una carta d'intenti che disciplini i popoli
debitori del vecchio continente e li obblighi a far fede al loro impegno
tramite
un'immediata privatizzazione o riconversione dell'Europa perche' ci venga
consegnata per intero come primo pagamento di questo debito storico.
Dicono i pessimisti del Vecchio Mondo che la loro civilta' versa in una
bancarotta tale che gli impedisce di tener fede ai loro impegni finanziari o
morali. In tal caso ci accontenteremo che ci paghino dandoci la pallottola
con cui uccisero il poeta.
Ma non potranno. Perche' quella pallottola e' il cuore dell'Europa.
Guaicaipuro
Cuautemoc
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