[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Capitini: nonviolenza e paura



Riceviamo su dischetto questo intervento di Giampaolo Gaspari.

Ciao a tutti!

Sono Giampaolo di Vicenza. Mi fa piacere contribuire a questo teleconvegno.
Vi 
dico subito che non sono uno di quelli "addetti ai lavori". Non mi intendo 
molto di nonviolenza anche se mi piace sempre scoprire e imparare. Di Aldo 
Capitini, credo che l'oggetto di questo convegno sia proprio questo
personaggio
storico, posseggo solo un testo "Le tecniche della nonviolenza". E' un testo 
scritto nel 1967. E' un testo che enuncia varie tecniche appunto nonviolente 
per contrastare credo il potere, l'arroganza, la superbia di tanti. Vorrei a 
questo punto citare Gandhi, un altro grande nonviolento. Dal testo di
Capitini 
si legge: "Dice Gandhi: Non posso predicare la nonviolenza a un vile, piu' di 
quanto non possa indurre un cieco a godere di scene salutari. La
nonviolenza e'
il culmine del coraggio. E nella mia esperienza non ho incontrato
difficolta' a
dimostrare a uomini allevati alla scuola della violenza, la superiorita'
della 
nonviolenza. Vile, quale fui per anni, albergavo la violenza. Cominciai ad 
apprezzare la nonviolenza quando cominciai a liberarmi della vilta'. Uno che 
alberga violenza e odio nel suo cuore e ucciderebbe il nemico se potesse
farlo 
senza nuocere a se stesso, e' estraneo alla nonviolenza. NON DEVO PERMETTERE 
che un vile cerchi rifugio nella cosi' detta nonviolenza. La mia fede nella 
nonviolenza e' una forza estremamente attiva. Non lascia posto alla vilta' e 
neppure alla debolezza. La nonviolenza va annunciata a coloro che sanno
morire,
non a coloro che temono la morte. Proprio come nell'allenamento alla violenza 
uno deve imparare l'arte di uccidere, cosi' nell'allenamento alla nonviolenza 
uno deve imparare l'arte di morire. Chi non ha superato ogni paura, non puo' 
praticare la nonviolenza alla perfezione."
Questo brano mi sembra significativo anche se imcompleto di cio' che
significa 
ancora nonviolenza. Secondo me vivere in un certo modo. Rispettare l'altro, 
pensare in modo globale e agire localmente, uscire dalla logica del profitto, 
cercare il dialogo e non il conflitto, pensare positivamente, la logica del 
positivo deve superare quella imperante del negativo ... .
Dire tanto della nonviolenza e', secondo me, un po' superficiale poiche'
agire 
e' importante anche se poco. Tante gocce... .
Dal canto mio sto facendo qualcosa ma vado in questa direzione e sono sempre 
piu' convinto che questa e' la strada che dovremmo un po' tutti imboccare. 
Spero che questo mio breve intervento sia preso in considerazione. Vi saluto 
nonviolentemente. Ciao.