[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Libri Kellog, banchi Nike lo sponsor entra a scuola.



>Pagina 20 de la Repubblica del 25/10/99
>
>Libri Kellog, banchi Nike lo sponsor entra a scuola.
>Negli Usa la pubblicità va in classe. Si può fare anche in Italia.
>
>ROMA - I bambini imparano a contare con le caramelle Tootsie, studiano su
>libri che hanno stampato in copertina Kellog, giocano a football con maglie
>Nike, vanno a scuola con pullmini della Burger King. Perché così ha deciso
>lo sponsor.
>Il primo spot non si scorda mai, devono aver pensato le aziende, che negli
>Stati Uniti stanno invadendo di pubblicità le scuole. Da un po' di tempo le
>aule sono diventate terreno di conquista del marketing e gli studenti si
>sono ritrovati vittime del consumo forzato, costretti loro malgrado a fare
>da testimonial. Lo sponsor è entrato nelle scuole con gran dispiego di 
>mezzi
>per supplire alla carenza di fondi e lo ha fatto con modi che fanno
>discutere. La filosofia delle merci è poco dialettica: la Coca Cola ha
>finanziato con otto milioni di dollari il distretto scolastico di Colorado
>Spring. La contea di Jefferson ha ottenuto dalla Pepsi un milione e mezzo 
>di
>dollari per finanziare lo stadio scolastico. La Nike ha donato 90 mila
>dollari alla scuola superiore di Berckley, in California, per un tabellone
>elettronico, tute e attrezzature sportive purché gli studenti sfoggiassero
>il logo dell'azienda sulla schiena. A descrivere le ultime frontiere degli
>spot è il pubblicitario Klaus Davi (che discuterà del fenomeno in una
>puntata di "Fuego", Italia Uno).
>Grazie a questi contratti le aziende possono collocare nelle scuole i loro
>prodotti, forniscono materiale didattico, danno in omaggio computer e campi
>di football, insomma usano i centri educativi come preziosi canali di
>marketing. La conquista della scuola da parte delle aziende non avviene 
>però
>senza battaglie. La Coca cola ha offerto fondi alla scuola di San Francisco
>ma non è riuscita a imporre il proprio marchio, c'è stata un' opposizione
>capeggiata, tra l'altro, da una battagliera studentessa quindicenne, Sarah
>Church, che ha impedito alle lattine di mescolarsi con i libri.
>Ma gli spot, come in un film hollywoodiano sugli alieni, invadono ogni
>spazio. In Colorado il quaranta per cento delle classi elementari inizia le
>lezioni con le notizie e gli spot di Channel One. Del resto, in alcune
>classi i bambini hanno imparato a contare con caramelle gentilmente donate
>dallo sponsor Tootsie.
>E in Italia? Con l'autonomia è l' istituto a decidere liberamente se
>accettare la "collaborazione" di privati, che possono fare ingresso nella
>scuola purché in sintonia con le finalità didattiche. Finora ci si è
>limitati a donazioni di libri e materiale informatico finito discretamente
>nella biblioteca scolastica. In futuro chissà.
>
>Mimmo Gramegna
>mailto:d.gramegna@oisitalia.it
>http://www.isf.it/presenze/unsolomondo
>

______________________________________________________
Get Your Private, Free Email at http://www.hotmail.com