"0-18 NEWS"
n. 3 -
luglio/agosto 1999
Coordinamento genovese per il 10° Anniversario
della
Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia e
dell'Adolescenza
REDAZIONE
Sondagenova
Comunicazione
via San Luca
15/9, 16124 Genova
tel. 010
2461749 - fax 010 2461413 - e.mail sondage@ge.itline.it
1999
10° ANNIVERSARIO
DELLA CONVENZIONE INTERNAZIONALE
SUI
DIRITTI DELL’INFANZIA E
DELL’ADOLESCENZA
Il 20
novembre 1989 l’ONU ha promulgato i 54 articoli che compongono la
Convenzione, che sono un riferimento culturale oltre che obbligo legale
negli Stati aderenti. In Italia la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia
e dell’Adolescenza è legge dal 1991. Gli articoli della Legge definiscono e disciplinano con
precisione i Diritti di: educazione, famiglia, ascolto, intimità, gioco,
vita dignitosa, istruzione, protezione, solidarietà, educazione alla
pace, partecipazione. Alla
base della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza
sta il principio che:
I
BAMBINI SONO CITTADINI A TUTTI GLI EFFETTI: VANNO ASCOLTATI, PROTETTI E PRESI SUL
SERIO
Parlare di "diritti dei bambini" in modo vago non basta.
E’
necessario promuovere, far conoscere e applicare la Convenzione e i suoi precisi
contenuti. Le associazioni
impegnate sui temi dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Genova si
sono unite per lavorare insieme al Comune, alle altre Istituzioni e a tutte le
persone che vorranno aderire. Questo aiuterà a capire meglio quali sono i
problemi da affrontare, come lavorare per realizzare una Comunità
più a misura di bambini e bambine, ragazzi e ragazze che sarà
migliore per i cittadini di ogni età.
COORDINAMENTO PER IL DECENNALE DEI DIRITTI DEI
BAMBINI
AGE, AGESCI,
ALPIM, Amnesty International, ARCI Nuova Associazione, Arciragazzi, ASSEFA,
AssNAS, Bambini Vittime, Centro Cooperazione Sviluppo, Centro Culturale Primo
Levi, Centro Iniziative Ragazzi, Centro San Matteo, Centro Sociale La Staffetta,
CIOR, COGEDE, Comitato per il Telefono Azzurro, Comunità Baha'i,
Comunità di San Benedetto al Porto, Consorzio Sociale Agorà, Coop.
ASCUR, Coop. Il Biscione, Coop. L’Orsa, Coop. La Comunità, Coop.
Roba dell’Altro Mondo, Coop. Villa Perla, CoopSSE, Coordinamento Genitori,
Donneuropee Federcasalinghe, Emergency, Federazione Regionale Solidarietà
e Lavoro, Forum Antirazzista, Giovani delle ACLI, Il CeSto, Il Nodo, La Bottega
Solidale, La Città dei Bambini, Legambiente, LiberaMente, LOC, Mani Tese,
Movimento Rangers, Noi e gli Altri, Pax Christi, Salaam Ragazzi dell'Olivo,
Sondagenova, Sportello del Consumatore, Terre des hommes Italia, UISP, Venite
Parvulos.
Con il
patrocinio del Comitato Ligure per
UNICEF Genova - Città
Educativa
E’ imminente il decennale
dell’approvazione della convenzione internazionale sui diritti
dell’infanzia e dell’adolescenza.
Il Comune
di Genova intende cogliere in maniera specifica l’occasione del decimo
anniversario per impegnare più esplicitamente la città
nell’applicazione della convenzione stessa; è fra l’altro in
preparazione per dicembre un convegno appunto per sollecitare l’attenzione
e mettere a punto le strategie operative dei prossimi anni.
Ma il
convegno è a sua volta una tappa intermedia di un percorso di più
ampio respiro che traguarda la costruzione a Genova di un progetto per una
città dell’educazione.
"Città dell’educazione" è una
possibilità di senso e finalizzazione di molte attività che si
svolgono a Genova. Alcune di queste attività (e organizzazioni relative)
contengono già la città dell’educazione o possono
riconoscerla senza grandi difficoltà. Altre non pensano di avere valenze
educative e quindi non le mettono in atto. Città dell’educazione
può invece essere un compito generale di istituzioni, organizzazione
informali, di tutte le agenzie educative, di famiglie e cittadini, di
società civile e società politica, di sfera pubblica e sfera
privata, partendo dai presupposti enunciati nella "Conferenza Strategica
della città di Genova":
- L’idea che
l’educazione vada molto al di là della scuola e che sono molti e
diversi gli scenari e le agenzie educative che agiscono in
città;
- L’idea che sempre più
in futuro l’educazione non sarà una tappa della vita che va dalla
nascita alla gioventù, ma si prolungherà lungo tutto il ciclo
vitale.
- L’idea che nella
società della globalizzazione l’accesso alla conoscenza diventa
fattore produttivo.
- L’idea che
l’educazione sia un investimento strategico per la costruzione di nuove e
più adeguate forme di democrazia e quindi per la costruzione del nostro
stesso futuro.
L’Amministrazione Comunale ha pertanto esplicitamente individuato i
cittadini stessi come la risorsa per eccellenza per lo sviluppo della
città: solo valorizzando il potenziale umano di ogni persona, fatto di
unicità, di costruttività, di creatività e di
responsabilità e favorendo la nascita di ampie relazioni sociali che
aiutano a creare un’identità collettiva si sviluppa il senso di
appartenenza alla comunità locale, si supera la frammentazione che tende
a separare i soggetti sempre più integrati da quelli sempre più
esclusi.
La città
sarà educativa quando riconoscerà, eserciterà e
svilupperà, accanto alle sue funzioni tradizionali (economiche, sociali,
urbanistiche, politiche e di prestazione di servizi) una funzione educativa
ovvero quando assumerà una intenzionalità e una
responsabilità circa la formazione, la promozione e lo sviluppo di tutti
i suoi abitanti, a cominciare dai bambini e dai giovani..
Nel corso del
1° Congresso Internazionale delle Città Educative, tenutosi a
Barcellona nel novembre 1990, i principi fondamentali ai quali si devono
richiamare le scelte educative di una città, con il convincimento che lo
sviluppo dei propri abitanti non può essere lasciato al caso, sono stati
raccolti nella "Carta delle città educative" che di seguito
riportiamo in maniera semplificata.
Roberta
Pinotti
Assessore alla Scuola,
Servizi Educativi e Politiche Giovanili
Carta delle Città
Educative
Principi (Sintesi)
Tutti gli
abitanti di una città avranno diritto a fruire, in piena libertà
ed uguaglianza, dei mezzi e delle opportunità di formazione, di svago e
di sviluppo personale offerti dalla città stessa. (...)
Si
dovrà promuovere una educazione alla diversità destinata a
favorire la comprensione, la collaborazione e la pace internazionale.
Un'educazione che eviti l'esclusione per motivi di razza, di sesso, di cultura,
di età, di handicap, di condizione economica o altre forme di
discriminazione.
(...) Di
ciò saranno responsabili tanto l'amministrazione comunale quanto le altre
amministrazioni presenti sul territorio e su tale obiettivo saranno coinvolti i
cittadini stessi(...).
I comuni eserciteranno
con efficacia i poteri di cui dispongono in materia di educazione (...) essi
formuleranno una politica educativa esauriente e globale che comprenda tutte le
modalità dell'educazione formale e non formale (...).
(...)
promuovendo al tempo stesso la partecipazione dei cittadini al progetto comune,
a partire dalle istituzioni e dalle altre forme di organizzazione della
società civile e di partecipazione spontanea.
La
città adotterà un approccio globale nel predisporre le
opportunità di formazione. L'esercizio delle competenze in ambito
educativo deve realizzarsi nel più ampio contesto della qualità
della vita, della giustizia sociale e della promozione dei suoi abitanti.
L'amministrazione comunale valuterà l'impatto delle proposte
culturali, ricreative, informative, pubblicitarie o di altro genere che bambini
e giovani ricevono senza alcuna mediazione (...). Farà in modo che si
stabilisca un equilibrio tra il bisogno di protezione e la ricerca di autonomia
attraverso la scoperta. (...).
Il
soddisfacimento delle esigenze dei bambini e dei giovani presuppone, per quanto
dipende dall'amministrazione comunale, che si offrano loro, così come a
tutti i cittadini, spazi, attrezzature e servizi adeguati per il loro sviluppo
sociale, morale e culturale. (...).
La
città offrirà ai genitori una formazione che permetta loro di
aiutare i propri figli a crescere ed a servirsi della città in uno
spirito di rispetto reciproco; metterà a punto progetti analoghi rivolti
agli educatori in generale e divulgherà le istruzioni necessarie a tutti
coloro (privati, funzionari, pubblici impiegati) che sono a contatto con i
bambini;(...).
La
città dovrà offrire ai propri abitanti la speranza di occupare un
posto nella società;(...). Le città dovranno definire strategie di
formazione che tengano conto della domanda sociale e collaboreranno con le
organizzazioni dei lavoratori e degli industriali per la creazione di posti di
lavoro.
Le
città dovranno essere consapevoli (...) dei meccanismi di esclusione e di
emarginazione presenti al loro interno,(...).
Gli
interventi tesi a correggere le disparità possono assumere forme
molteplici, ma devono partire da una visione globale della persona, da una
concezione dell'individuo che soddisfi gli interessi di ognuno e al tempo stesso
l'insieme dei diritti di cui sono titolari. (...).
La città
incoraggerà la costituzione di associazioni (...).
Una
città educativa dovrò insegnare ai propri abitanti ad informarsi.
Dovrà individuare gli strumenti utili ed il linguaggio adeguato
perché le sue risorse siano alla portata di tutti su un piano di
parità e verificherà che l'informazione raggiunga effettivamente i
cittadini di ogni condizione sociale e di ogni età.
Qualora le
circostanze lo richiedano, i bambini avranno a disposizione dei punti
specializzati di informazione e, se necessario, di un consulente.
Una
città educativa deve saper trovare, preservare e presentare la propria
identità.(...). La valorizzazione delle proprie origini e dei propri
costumi deve essere compatibile con gli stili di vita internazionali.
(...).
La
trasformazione e la crescita di una città dovranno essere presiedute da
un rapporto armonico tra le nuove esigenze e la conservazione di costruzioni e
segni visibili che costituiscono dei chiari punti di riferimento del suo passato
e della sua esistenza. La pianificazione urbana dovrà tener conto del
grande impatto dell'ambiente urbano sullo sviluppo dei suoi abitanti,
sull'integrazione delle loro aspirazioni personali e sociali e dovrà
lottare contro la segregazione delle diverse generazioni che molto hanno da
imparare le une dalle altre. L'assetto dello spazio fisico urbano dovrà
evidenziare il riconoscimento delle esigenze ludiche e ricreative e dovrà
permettere un'apertura verso altre città e verso la natura e terrà
conto della loro interazione con il resto del territorio.
La
città dovrà garantire la qualità della vita, a partire da
un ambiente salutare e da un paesaggio urbano in equilibrio con il contesto
naturale.
La
città favorirà la libertà e la diversità culturale.
Accoglierà sia le iniziative d'avanguardia, sia la cultura popolare.
(...).
Tutti gli
abitanti della città hanno il diritto di riflettere e di partecipare alla
messa a punto di programmi educativi e di disporre degli strumenti necessari per
poter scoprire un progetto educativo nella struttura e nel governo della propria
città, nei valori da essa sostenuti, nella qualità della vita
offerta, nella manifestazioni organizzate, nelle campagne promosse,
nell'interesse di cui essa dà prova nei loro confronti e nel suo modo di
prestare ascolto.
Una città educativa non
separerà le diverse
generazioni.(...). |