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Re[3]: [educazione] Nuova materia di insegnamento per le scuole
- Subject: Re[3]: [educazione] Nuova materia di insegnamento per le scuole
- From: Andrea Sciuto <visci at katamail.com>
- Date: Fri, 14 May 2010 19:01:18 +0200
in data venerdì 14 maggio 2010, alle ore 12.13, hai scritto: > On 14/05/2010 at 10.24 rosa ridolfi wrote: >>non condivido per nulla l'arroganza e la definizione di Stata (sono >>insegnante statale di ruolo da undici anni, ho esercitato da sempre >>rispetto >>e liberta' di pensiero, sono laica e ho un alto concetto di stato. >>Ripeto, la disinformazione ch e viene portata aventi con qs pagina e' molto >>pesante. >>E' altrettanto della confessionalita' di chi insegna religione cattolica. >>Siamo una repubblica e il senso comune di Stato non e' quello arcaico >>descritto qui. >>Ma chi dovrebbe insegnare la cosiddetta cittadinanza? >>Gruppi di operatori in cooperativa? >>Ma insomma, contestiamo lo strangolamento delle risorse, e non usiamo >>concetto storici stirati su una definizione.!! > Signora, con la condivisione di quel Bene Comune che è la Funzione > Pubblica, ogni cittadino potrà partecipare alla Res Publica, > contribuendo giorno dopo giorno a fornire fini, ideali e percorsi > alla società. Senza contare che in tal modo ad ognuno potrà essere > garantito un lavoro minimo. Questo non le sta a cuore? > Se lei s'accaparra a vita quel ruolo, che non è affatto "suo" bensì > di tutto il popolo italiano, quest'ultimo dovrà subire lei come una > piccola monarca. In fondo sulla Costituzione c'è scritto che il > popolo è sovrano, non lei. Perché non chiede aiuto ai suoi studenti > per capire un concetto che in fondo è chiaro e semplice? > Altrimenti usi l'accortezza di presentare una mozione al fine sia > corretta la Costituzione, ad esempio così: > Art. 1 > La sovranità NON appartiene al popolo ma agli statali ... > Art. 3 > I cittadini NON hanno pari dignità sociale ... perché gli statali > vogliono rimanere dove sono mantenendo una DISCRIMINAZIONE SOCIALE d'epoca pre-democratica. > La Repubblica NON rimuove gli ostacoli di ordine economico e > sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei > cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e > l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione > politica, economica e sociale del Paese, perché gli statali non > vogliono mollare quelle seggiole che considerano "loro". > Art. 4 > La Repubblica NON riconosce a tutti i cittadini il diritto al > lavoro nè promuove le condizioni che rendano effettivo questo > diritto, perché agli statali questo NON interessa un secco fico. > Danilo D'Antonio ah, ecco. Questo mi fa venire in mente che non è mai arrivata ( non mi sembra, almeno) la mia risposta a un tuo precedente 3d intitolato "Re[5]: [educazione] L'Italia era femmina e non lo avevamo notato". Accodandomi alle riserve della collega che mi ha preceduto, e sentendomi anch'io offeso, ti mando questa risposta augurandomi che la questione sia chiusa, almeno finché non sarai in grado di proporla in termini più accettabili. Andrea -- > Caro Andrea, > ti ringrazio di vero cuore per questo scambio di vedute che ci > permette di andare oltre la finta comunicazione resa possibile dal > mero scambio di comunicati. Non c'è nessuno scambio di vedute. Né io né tu abbiamo espresso delle opinioni. Se tu mi dici che vuoi abbattere in Italia la monarchia perché c'è un re che si chiama Filippo Timi, la tua opinione si basa su un fatto che non sussiste. Non è la mia opinione contro la tua, sono premesse sbagliate contro altre premesse. Poi magari sbaglio anch'io, saranno sbagliate anche le mie - ma io non sto discutendo le tue opinioni, sto discutendo una cosa che si chiama fatti. > Teniamo presente che i cosiddetti "comitati scientifici" in > campo umanista servono soltanto ad esprimere fedelmente le convenzioni, non le evoluzioni. > E se oggi siamo qui e parliamo liberamente lo dobbiamo ben più alle > EVOLUZIONI che non alle CONVENZIONI! La lingua, però, è una convenzione. Tu non puoi decidere che il pane ora si chiama bistecca, dire "vai a comprare il pane" e stupirti che la gente capisca che vuoi una bistecca. Non è stato deciso da un comitato scientifico delle materie umanistiche, è la comunità dei parlanti che dà un significato comune alle parole. > Verifichiamo se ho compreso la differenza che tu presenti tra Stato > e Repubblica: Stato sarebbe la centralità sovrana mentre la > Repubblica sarebbe una specie di periferia istituzionale. La > differenza tra i due concetti sarebbe un fatto geografico ed una > differenza di peso tra i rispettivi poteri. No, se si è capito questo sono io che mi sono espresso male. E' invece quello che tu dici dopo. > A mio del tutto irrilevante parere benché lungamente meditato, > Repubblica è l'insieme dei beni, risorse, mansioni, poteri, enti, > istituti, ordinamenti etc. che pertengono e sono di proprietà > collettiva. Non esiste alcuno Stato a possedere tale insieme di > fondanti cose, bensì è il popolo a detenere la sovranità ("nelle > forme e nei limiti della Costituzione"). E' esattamente così. Lo stato è (a grandi linee) uno di questi enti che tu dici. > Le aree e gli edifici > pubblici sono di proprietà del popolo, non di una centralità > chiamata Stato. Stessa identica cosa per i ruoli del pubblico > impiego: appartentgono al popolo tutto, non ad una centralità, per la qual cosa vanno condivisi. Sì, ma "l'insieme", il "popolo tutto" non cambiano la lampadina di questi edifici se si fulmina. Siamo d'accordo sul fatto che vogliamo il decentramento? Allora la lampadina chi la cambia, il comune, la provincia, un cittadino estratto a sorte? Ce la vuoi mettere un'istituzione che redistribuisce le risorse e le assegna alle cose da fare? Questa cosa si chiama Stato. Ci sarebbero altre cose ma sarebbero mie opinioni e non voglio entrarci. Invece: > Ho letto con attenzione anche il resto del tuo messaggio ma mi > fermo qui. Occorre fare un passetto alla volta. Va prima ben > compreso quanto sopra altrimenti parliamo a vuoto. Ecco, appunto: non lo reputo un dibattito costruttivo. Colpa mia, che sentendomi insultato ho creduto ingenuamente di intervenire. Ho compreso quanto sopra, ora lasciamo perdere. Andrea visci at katamail.com
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