Vi 
                                inoltro l'appello 
                                dell'Associazione “Genitori Scuola Carlo 
                                Pisacane" (Tor Pignattara) di Roma, per 
                                l'applicazione letterale della circolare 
                                Gelmini sul "tetto" agli studenti 
                                "stranieri" nelle scuole italiane; alcuni 
                                dirigenti romani hanno l'intenzione di 
                                andare  
                                oltre le indicazioni del Ministro Gelmini 
                                che escludevano dal "tetto" gli studenti nati in 
                                Italia da genitori 
                                immigrati.
 Ovviamente non esiste 
                                giustificazione pedagogica alcuna per escludere 
                                o limitare la presenza di bambini nati qui che, 
                                essendo per definizione autoctoni, presentano la 
                                stessa abilità linguistica degli autoctoni figli 
                                di italiani. 
                                Si tratterebbe di un 
                                pericoloso "tetto etnico"  che  
                                provocherebbe non pochi problemi alle famiglie, 
                                gli studenti ed agli insegnanti di queste 
                                scuole.
                                Auspicandone la più 
                                ampia diffusione.
- 
                                
Al 
                                Presidente del VI Municipio di Roma
Al 
                                Dirigente scolastico del IV Circolo didattico di 
                                Roma
Alla 
                                scuola POLO
Siamo 
                                tutti responsabili del futuro dei nostri 
                                figli/e
Ogni 
                                volta che ci troviamo di fronte ad una evidente 
                                ingiustizia e in silenzio abbassiamo gli occhi e 
                                ci voltiamo dall’altra parte, siamo tutti 
                                responsabili delle conseguenze sul nostro 
                                presente e sul nostro futuro.
Ogni 
                                volta che esercitiamo il nostro dovere e il 
                                nostro diritto di cittadini e di genitori in 
                                modo superficiale, dobbiamo sapere che siamo 
                                tutti responsabili di ciò che scegliamo per noi, 
                                per i nostri figli e per i nostri nipoti.
Ogni 
                                volta che i diritti dell’infanzia non vengono 
                                messi al primo posto e la verità e la bontà non 
                                sono alla luce del sole, siamo tutti 
                                responsabili di un presente povero e di un 
                                futuro senza speranza.
E’ 
                                per questo che chiediamo a tutti i cittadini e 
                                le cittadine, a tutti gli uomini e le donne di 
                                ogni credo religioso, a tutte le associazioni 
                                umanitarie, se è giusto e onesto che a settembre 
                                la scuola “Carlo Pisacane”, scuola del quartiere 
                                Tor Pignattara a Roma, non possa accogliere i 
                                nostri figli come alunni in I^ elementare; 38 
                                bambini e bambine, che sono vissuti a Roma e a 
                                Roma hanno frequentato la scuola dell'infanzia, 
                                che parlano italiano, ma che saranno trattati in 
                                modo diverso rispetto ai loro coetanei, poichè i 
                                loro genitori sono immigrati in questo paese 
                                prima che loro nascessero e di conseguenza non 
                                sono ritenuti cittadini italiani. 
Tutto 
                                questo "grazie" alla circolare ministeriale e 
                                alla successiva circolare dell’ufficio 
                                scolastico regionale, le quali ritengono che per 
                                una "buona" integrazione degli alunni stranieri, 
                                la loro presenza non possa oltrepassare il 
                                limite del 30% in ogni classe, per cui superata 
                                questa soglia, gli alunni debbano essere 
                                ridistribuiti su tutto il territorio.
In 
                                questo modo viene leso il diritto delle famiglie 
                                alla libera scelta dell'offerta formativa per i 
                                propri figli e soprattutto viene leso il diritto 
                                di noi genitori ad iscrivere i nostri bambini 
                                alla scuola del quartiere dove viviamo e 
                                lavoriamo, creando disagio alle famiglie che 
                                dovranno portare i bambini/e in scuole più 
                                lontane, creando disorientamento nei piccoli che 
                                si vedranno inseriti in un contesto a loro 
                                sconosciuto, senza continuità con la loro scuola 
                                materna, interrompendo le loro relazioni 
                                affettive e amicali nella scuola primaria 
                                frequentata già da fratelli/sorelle e amici, 
                                senza un riconoscimento della loro storia 
                                personale e familiare, e non avendo la 
                                possibilità di coltivare amicizie al di là 
                                dell'orario scolastico.
La 
                                scuola"Carlo Pisacane" è un punto di riferimento 
                                per questi bambini/e e per i loro genitori, come 
                                lo sono le parrocchia di S.Barnaba e S. 
                                Marcellino e le varie associazioni umanitarie, 
                                le quali tutte insieme nel tempo, hanno 
                                realizzato una rete di soggetti che con affetto 
                                e rispetto hanno provato ad affrontare insieme 
                                quelli che sono i problemi, le difficoltà e le 
                                gioie di uomini e donne che, siano in patria o 
                                vivano lontano dal loro paese d’origine, hanno a 
                                cuore il futuro dei loro bambini.
In 
                                questa scuola si studiano i programmi 
                                ministeriali come in qualsiasi altra scuola 
                                italiana, con uno standard degli obiettivi 
                                elevato che gli stessi alunni dimostrano di aver 
                                raggiunto nel corso degli studi successivi.
In 
                                questa scuola gli alunni leggono le storie di 
                                Pinocchio, tifano per la Roma e la Lazio, 
                                studiano la storia dell’antica Roma e dei 
                                gladiatori, guardano la tv italiana, cantano le 
                                canzoni di Laura Pausini, partecipano alle ore 
                                di religione cattolica.
In 
                                questa scuola, menzionata “per l’impegno profuso 
                                nel campo dell’educazione multietnica”, gli 
                                alunni hanno ricevuto un premio 
                                dall’Associazione Mazziniana Italiana per il 
                                lavoro di approfondimento sulle tematiche della 
                                cittadinanza compiuto quest’anno attraverso una 
                                “ricerca … sulla vita e sul pensiero del 
                                patriota caduto a Sapri per l’Italia unita nel 
                                segno della libertà e della giustizia”.
In 
                                questa scuola, alla consegna del premio, gli 
                                alunni, insieme italiani e “stranieri” hanno 
                                cantato, l’inno di Mameli, con la mano sul 
                                cuore, mentre nell’altra sventolano il 
                                tricolore.
D’altronde, 
                                i cosiddetti “stranieri” il più delle volte non 
                                hanno mai visto il paese di origine dei loro 
                                genitori e considerano il loro quartiere tutto 
                                il loro mondo, giocando a calcetto nella 
                                parrocchia vicina, frequentando le associazioni 
                                territoriali, studiando danza nelle palestre 
                                limitrofe, passeggiando con i loro compagni 
                                lungo le strade del quartiere con un accento 
                                marcatamente romano, mentre le loro mamme 
                                frequentano i corsi di italiano.
Tutti 
                                sono orgogliosi della loro integrazione e 
                                riuscita scolastica, genitori e insegnanti, e 
                                quando un padre o una madre riceve le 
                                congratulazioni per le conquiste del proprio 
                                figlio/a, i loro occhi si bagnano di lacrime per 
                                la commozione, poichè i loro sacrifici non sono 
                                stati vani.
Si 
                                chiedono, ora, increduli rispetto a quanto sta 
                                succedendo intorno a loro, come mai i loro 
                                diritti non vengano rispettati, perché altri 
                                abbiano potuto scegliere liberamente la scuola 
                                dei loro figli mentre a loro venga negato questo 
                                diritto.
Daim 
                                dice ”pago le tasse e dò lavoro agli italiani, 
                                ho due bambini ed uno è già in questa scuola, 
                                perché non posso scegliere come gli italiani 
                                dove iscrivere mio figlio?”
Come 
                                Daim sono in tanti ad avere gli stessi problemi 
                                logistici, due figli di cui uno già frequentante 
                                la Carlo Pisacane: Olga, Shafia, Mylene, Jan, 
                                Ayoub, Masudur, Khoiza, Habiba, Muazzom, Ruhul, 
                                Zhulifang, Amina, Shorif, Binash. Maria invece 
                                ha cercato di iscrivere il proprio figlio alla 
                                scuola dell’Infanzia che nella zona è più 
                                frequentata dagli italiani. L’iscrizione è stata 
                                rifiutata ed ha iscritto il bambino alla 
                                Pisacane. Ora che il piccolo si è integrato le 
                                viene detto che non può più lasciarlo in questa 
                                scuola e si chiede, basita, cosa mai abbia di 
                                diverso suo figlio rispetto agli altri.
Anche 
                                Khaleda ha dovuto subire lo stesso travaglio. 
                                Aspetta il secondo bambino e racconta che, 
                                quando ha cercato di iscrivere il suo figlio 
                                maggiore alla scuola che aveva scelto, anche la 
                                sua iscrizione è stata rifiutata. E casualmente 
                                la scuola è la stessa di Maria…Khaleda aggiunge 
                                anche che è un vero paradosso che quando si è 
                                incinta no ci si possa spostare dalla residenza 
                                che viene dichiarata, che non si venga neanche 
                                rimpatriati e che poi, quando il bambino nasce, 
                                cresce nel territorio, frequenta la scuola 
                                dell’infanzia, venga mandato altrove, come se 
                                non avesse radici.
Nastrim 
                                ha accompagnato la sua bambina nella scuola 
                                Pisacane tutte le mattine, con costanza e 
                                affetto, e vuole per sua figlia una doverosa 
                                continuità. 
Wassily, 
                                Gemma, Alam Monsur, Amina, cittadini che 
                                contribuiscono con le loro tasse al bene comune, 
                                rivendicano i loro diritti. 
Federico 
                                ed Andrea, infine, sono italiani, e hanno scelto 
                                di iscrivere i loro figli alla Pisacane perché 
                                gli piace il piano formativo e vogliono valersi 
                                del diritto di iscrivere i loro figli dove 
                                vogliono, perché devono essere trattati 
                                diversamente da Khaleda, Wassily e gli altri.
A 
                                questo punto ci chiediamo e vi chiediamo: su 
                                quale base e parametri dobbiamo considerare un 
                                essere umano un cittadino italiano con diritti e 
                                doveri da rispettare ed agire?
A 
                                questo punto ci chiediamo e vi chiediamo: è 
                                giusto e responsabile agire nei confronti dei 
                                nostri bambini/e senza tener conto della loro 
                                sfera affettiva ed emotiva?
A 
                                questo punto ci chiediamo e vi chiediamo:quale 
                                futuro stiamo costruendo per i nostri bambini e 
                                le nostre bambine? 
Associazione 
                                “Genitori Scuola Carlo Pisacane" di 
                                Roma