La Memoria della Shoah
- Subject: La Memoria della Shoah
- From: "laura tussi" <tussi.laura at tiscalinet.it>
- Date: Thu, 22 Oct 2009 14:27:34 +0200
Cara Amica, Caro
Amico,
la memoria della Shoah non appartiene solo al popolo ebraico, a tutti coloro che l'hanno vissuta e ai loro discendenti, ma anche a una società civile capace di analizzare una parte triste e dolorosa della propria storia, in cui chi sa ascoltare un testimone, diviene esso stesso traduttore della memoria degli eventi storici, che si devono tramandare alle nuove generazioni... Laura Tussi
LA MEMORIA DELLA
SHOAH Dagli eventi alla
testimonianza di LAURA
TUSSI La ricerca storica inerente
la Shoah si è occupata, per lungo tempo, delle vicende riguardanti lo sterminio,
la diffusione e l'organizzazione dell'eccidio, le dimensioni della strage, le
modalità di realizzazione. In seguito si è assistito
all'ingresso delle storie di vita private, delle singole vicende di persecuzione
e di sopravvivenza, che hanno fatto emergere altre dimensioni della soluzione
finale. Nella grande tragedia
collettiva, inizia ad imporsi l'analisi della vita quotidiana, lo studio delle
trasformazioni dell'ambiente, dei comportamenti, dei vissuti dei perseguitati,
dei persecutori e della fascia intermedia degli spettatori.
Nel processo di
trasmissione degli eventi storici, subentrano le voci testimoniali, per poi
passare alle seconde e terze generazioni della memoria, con le questioni della
conservazione e divulgazione della storia. Si pone il problema di come
gestire, classificare, schedare racconti orali, come supporto e approfondimento,
nell'epoca della scomparsa fisica dei testimoni diretti. Subentra la necessità
di raccogliere tutte le testimonianze dei carnefici e delle vittime, degli
osservatori e degli attori che non si possono escludere dai processi di
ricostruzione della storia e della memoria collettiva, in quanto la Shoah non è
una sequenza definita di vicende e di azioni, ma una continuità di
contrattazioni di vite umane, di modalità di sopravvivenza, di ricerca di luoghi
adibiti a morte o a protezione. La soluzione finale
consiste nel patteggiare con altri e verificare, in questa dinamica, la
capacità, la solidità, la labilità e le lacerazioni di gruppi umani
culturalmente caratterizzati. Lo studio, la
documentazione e la trasmissione degli eventi storici connessi alla Shoah
implicano un legame diretto con dinamiche di trasformazione sociale, di
evoluzione del sistema di valori e di costruzione della società civile
stessa. I temi dell'emancipazione
dell'individuo e dell'affermazione dei diritti inalienabili della persona, in
relazione con lo sviluppo della democrazia, sono il risultato di un processo di
elaborazione illuministica e marxista che ha accompagnato l'evoluzione di una
coscienza politica indipendente da strategie di potere.
Questi principi
imprescindibili sono stati invece accompagnati dallo sviluppo contraddittorio di
intolleranze, razzismi, nazionalismi, fino alla tragedia stessa della Shoah.
Il dibattito sull'identità
nelle società contemporanee occidentali si accompagna alla convinzione della
necessità di forme di identificazione collettiva che possono sfociare in
organizzazioni sociali totalitarie. Il tema della Shoah deve
essere affrontato, considerando che i processi di trasformazione sociale ed
economica si connettono a forme diverse di legami con luoghi e dinamiche della
geografia e della storia. L'evento della Shoah si
colloca nella complessa relazione fra tradizioni di collettività, di nazioni, di
gruppi, di relazioni tra popoli. Nella Torah, il ricordo non
consiste semplicemente nel rievocare e rammentare un evento passato, ma
significa riattivarlo, rimembrarlo, in forma potenziata e vitale, nel momento in
cui viene rimesso nel circolo della narrazione, in una storia della memoria in
cui le libere associazioni assumono un approccio tematico alla Shoah.
La memoria individuale e
collettiva diventa sede confusa di connessioni e associazioni di date e
avvenimenti, che vedono episodi tragici richiamare alla mente continui eventi
drammatici di atrocità sociali e individuali, in un richiamo, in una
riproposizione della memoria vicendevole e reciproca. In questo contesto, per la
tradizione ebraica, si è liberi solo nel ricordo e la dimensione narrativa,
l'evoluzione del racconto, radicati nella memoria, diventano condizioni fondanti
della propria esperienza individuale. La memoria dell'evento non
deve essere considerata come particolaristica, ossia riferita solo agli ebrei,
in una riflessione solamente ebraica, perché il ricordo della Shoah è
attualmente il modello della costruzione civile della memoria, il paradigma a
cui si fa riferimento, a livello culturale e politico, per analizzare il passato
e il presente occidentali. La memoria della Shoah non
appartiene solo al popolo ebraico, a tutti coloro che l'hanno vissuta e ai loro
discendenti, ma anche a una società civile capace di analizzare una parte triste
e dolorosa della propria storia, in cui chi sa ascoltare un testimone, diviene
esso stesso traduttore della memoria degli eventi storici, che si devono
tramandare alle nuove generazioni. Risulta difficile
comprendere come sia stato possibile per i sopravvissuti ritrovare il desiderio
e la gioia di vivere, dove la memoria è connessa non solo al passato, ma al
futuro, alla capacità di valorizzare le esperienze trascorse e al reinserimento
dell'ex deportato in un'idea di società civile. La Shoah costituisce un
cambiamento irreversibile che ha investito la civiltà nei suoi fondamenti.
All'idea di un processo
fondato sulla semplice illustrazione degli eventi si oppone la tesi di
un'attività di ricerca e di elaborazione di un ricordo collegato alla
conoscenza, di una formazione connessa alla più ampia promozione della coscienza
civile e democratica, in modalità di analisi delle realtà, in cui trovi spazio
una memoria storica, dove risultino collegati valori di riferimento e conoscenza
degli eventi. Laura
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