Al Presidente dello Stato di Israele e al Direttore
di Yad Vashem (Museo dell’Olocausto)
20 febbraio 2009
http://www.counterpunch.org/neumann02202009.html
Seguendo l’esempio di
Jean-Moïse Braitberg, chiediamo che il nome di nostra nonna sia rimosso
dal muro di Yad Vashem. Si chiamava Gertrud Neumann, e dai vostri registri
risulta nata a Kattowicz il 6 giugno 1875 e morta a Theresienstadt.
Braitberg accompagna la sua richiesta con ottime
motivazioni e con una significativa testimonianza personale. Le sue parole
sono illuminanti, ma concedono a voi – e a quanti stanno con voi – troppa
considerazione.
Io sarò breve. Per favore, consideratelo come un segno del mio disgusto
e del mio disprezzo per il vostro Stato e tutto ciò che esso
rappresenta.
Nostra nonna è stata vittima di quello stesso ideale di predominio
etnico nel cui nome Israele da lungo tempo sparge sangue. Sono stato uno
dei molti ebrei che hanno abbracciato quell’ideale senza pensarci troppo,
malgrado le sofferenze che ci aveva inflitto. Ci sono volute migliaia di
vite palestinesi perché mi rendessi conto di quanto siamo stati
stupidi.
La nostra complicità è stata spregevole. Non credo che il
popolo ebraico, nel cui nome avete commesso una tale quantità di crimini,
con tale scandaloso compiacimento, potrà mai liberarsi dalla vergogna che
voi avete gettato su di noi. La propaganda nazista, nonostante tutte le
sue calunnie, non è mai riuscita a screditare e corrompere gli ebrei; vi
siete riusciti voi. Non avete il coraggio di assumere la responsabilità
dei vostri atti sadici: con ineguagliabile insolenza, vi ponete come
portavoce di un’intera razza, come se la nostra stessa esistenza avallasse
la vostra condotta. E infangate i nostri nomi non soltanto con le vostre
azioni, ma con le menzogne, con gli evasivi pretesti, con la compiaciuta
arroganza e la puerile presunzione con cui tessete la nostra storia.
Alla fine, darete ai palestinesi uno straccio di Stato. Non pagherete
mai per i vostri crimini e continuerete a pavoneggiarvi, a crogiolarvi
nelle vostre illusioni di supremazia morale. Ma da adesso fino ad allora,
voi ammazzerete, ammazzerete e ammazzerete, senza ottenere nulla con la
vostra brutalità da marmocchi viziati.
In vita, nostra nonna ha sofferto abbastanza; da morta,
smettete di renderla parte di questo orrore.
Michael Neumann
Mi unisco a mio fratello,
Michael Neumann, nel chiedere che ogni riferimento a nostra nonna sia
rimosso da Yad Vashem, il museo in memoria dell’Olocausto. Sono stato a
quel museo commemorativo. I suoi edifici, i cortili lastricati e le piazze
si estendono imponenti su molti acri di terreno ben curato. Inquadra
l’Olocausto come preludio alla creazione dello Stato di Israele. Imbalsama
i cimeli dei campi della morte, e li preserva come tesori nazionali. Quel
tesoro non appartiene a Israele. È un tesoro solo se serve come monito a
non permettere mai a nessuna nazione di rivendicare per il proprio popolo
eletto una dispensa dai vincoli della moralità e della decenza.
Israele ha deformato l’Olocausto in una scusa per perpetrare altri
olocausti. Ha speso il tesoro della simpatia del mondo verso le vittime
dell’Olocausto in uno sforzo infruttuoso per proteggersi da ogni critica
quando massacra e tortura i palestinesi e li soffoca sotto una brutale
occupazione. Non desidero che la memoria di mia nonna sia inscritta in
questo progetto illegittimo.
Sono cresciuto con la convinzione che gli ebrei fossero
il gruppo etnico la cui missione storica era trascendere l’etnicità in un
fronte unito contro il fascismo. Essere ebrei era essere antifascisti. Da
tempo Israele mi ha svegliato dal mio torpore dogmatico riguardo
l’immutabile relazione tra ebrei e fascisti. E’ riuscito a creare una
fusione tra l’immagine di torturatori e criminali di guerra ebrei e quella
di emaciate vittime dei campi di concentramento. Trovo questa fusione
oscena e non voglio assolutamente esserne coinvolto. Avete perso il
diritto a essere custodi della memoria di mia nonna. Non voglio che Yad
Vashem sia il suo memoriale.
Osha Neumann
(Traduzione di Federico Lastaria)
Michael Neumann insegna filosofia
alla Trent University (Ontario, Canada). E’ autore di
What's Left: Radical Politics and the Radical
Psyche (1988, Broadview Press), The Rule of Law: Politicizing Ethics
(2002, Ashgate Press), The Case Against
Israel (2005, AK Press), What is anti-semitism, www.counterpunch.org/neumann0604.html
Osha Neumann, avvocato a Berkeley, è
anche scrittore e scultore. E’ autore di Up Against the Wall
MotherF**ker: a Memoir of the 60s with Notes for Next
Time.
La lettera di Jean-Moïse Braitberg, in francese, si trova al
sito:
http://www.lemonde.fr/opinions/article/2009/01/28/effacez-le-nom-de-mon-grand-pere-a-yad-vashem_1147635_3232.html
Una traduzione in inglese al sito:
http://www.bilin-village.org/english/articles/different-look/Erase-my-grandfather-s-name-at-Yad-Vashem |