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Re: [educazione] A 5 anni dal Social Forum
- Subject: Re: [educazione] A 5 anni dal Social Forum
- From: "Laboratorio Eudemonia" <eulab at hyperlinker.com>
- Date: Mon, 04 Aug 2008 22:49:40 +0200
On 08/04/2008 at 18:53 Marco Mayer wrote: >Aspetto comenti >marco mayer >---------------- ho apprezzato molto la tua sintesi, penso tu abbia colto bene i tempi forse alla complessità della situazione occorre iniziare a rispondere con la semplicità di un sogno partendo dalla tragica realtà provo ad esprimere quel sogno cordialissimamente, danilo d'antonio ## http://www.eddyburg.it/index.php/article/articleview/11696/0/293/ Eddytoriale 116 (17 luglio 2008) Data di pubblicazione: 17.07.2008 Stanno divorando il territorio. Due sono i binari sui quali corre il treno del berlusconismo urbanistico: libertà di costruire ovunque infrangendo ogni regola, e privatizzazione dei patrimoni pubblici territoriali ... ## Carissimi Presenti, non possiamo pensare di difendere i nostri territori con successo quando l'intero nostro Paese ed i suoi migliori ordinamenti sono posti sotto un tale massiccio e pesante attacco. Il malefico nostro sistema di vita sta muovendo ormai forze d'incredibile vastità e potere e solo con una strategia ed un intervento adeguati a quanto subiamo noi DIFENSORI della BIOSFERA e della DEMOCRAZIA possiamo pensare di superare questa fase e di indirizzarci verso un nuovo positivo corso delle cose. Rendiamoci pure conto che il tempo ed il male avanzano insieme sempre più veloci e quindi niente di più sensato v'è che dalle tradizionali posizioni e tattiche di difesa in cui il progressismo sembra sia da tempo riparato ed in stallo si passi con brio ad altre di deciso movimento verso importanti, fondamentali obiettivi identificati con precisione ed ampiamente condivisibili. E' mia personale, certo irrilevante ma pure convinta, opinione che si debba raccogliere e puntare tutto il nostro impegno, non disperdendone nemmeno una goccia, su questo duplice decisivo obiettivo: PUBBLICO IMPIEGO A ROTAZIONE COMPRENDENTE ATTIVITÀ ECONOMICHE PER UNA METÀ DELL'INTERO Ragioniamo insieme: può esservi ancora dubbio sull'obiettivo di rendere il pubblico impiego un Bene realmente Comune ridistribuendolo periodicamente tra la popolazione? Che forse non è proprio l'immobilismo insito in questa capillare, onnipresente, potentissima organizzazione a generare al suo interno ogni forma di corruzione e collusione con ogni altro ambiente di potere? Com'è che perfino il Capo dello Stato deve andarsene ogni sette anni rimettendo ad altri i suoi poteri mentre un impiegato e dirigente di un ufficio tecnico comunale, provinciale, regionale può beatamente rimanere al suo posto di comando, così decisivo per l'impostazione che si dà alla nostra terra e vita? Com'è che ogni carica democratica deve tornare al popolo mentre un giornalista RAI se ne può tranquillamente rimanere per più di un lustro a raccontarci la sua visione del mondo spacciandocela per realtà? Come può mai avvenire che tre milioni di persone, sempre le stesse, abbiano pieno mandato per quanto riguarda la fondamentale Cosa Pubblica, che tutto di un Paese abbraccia e comprende, mentre ai restanti cinquantasette milioni non resta che rimanersene a guardare e subire, l'Articolo 3 della nostra Costituzione (che auspica una generale partecipazione alla vita civile) venendo totalmente disatteso? NO! Non v'è dubbio alcuno nella mia mente, e così ormai spero anche nella vostra, che una così importante rosa di risorse come la Pubblica Amministrazione debba essere periodicamente redistribuita tra tutti coloro che disponendo dei requisiti necessari volessero impegnarvisi. E, in un'epoca di così diffuso e pesante squilibrio, in un'epoca in cui la parola esasperazione esprime più di ogni altra il senso di una anomala normalità, possiamo forse non ritenere che le attività economiche, prima di tutte quelle più importanti per la vita delle persone, quindi inerenti fondamentali erogazioni e servizi e pertinenti beni inequivocabilmente comuni, non debbano essere ripartite in modo da ristabilire un assetto equilibrato tra sfera pubblica e sfera privata? Che forse la quasi totalità delle magagne di quest'epoca non derivano dallo sbilanciamento dell'economia verso il privato che viene lasciato libero di fare più di tutto ciò che vuole senza alcuna tutela reale dell'interesse e buon senso comune? E che forse questo sbandamento non è stato favorito dall'inaffidabilità e cattivo funzionamento della PA quando non proprio da questa proditoriamente ordinato? La corruzione e la collusione della PA avendo ormai conquistato ed intriso un numero mai raggiunto prima di nodi del tessuto sociale. PUBBLICO IMPIEGO A ROTAZIONE COMPRENDENTE ATTIVITÀ ECONOMICHE PER UNA METÀ DELL'INTERO Non v'è cosa più preziosa del dubbio quando si tratta di considerare e decidere. Ma, a meno che non si voglia rimettere in discussione il valore della RES PUBLICA, a meno che non si dimentichi che l'EQUILIBRIO è alla base di tutto ciò che vive, noi stessi potendo camminare solo grazie ad esso, una periodica redistribuzione dei ruoli, poteri e redditi della PA aumentati fino a raggiungere pari peso economico della sfera privata non può non essere obiettivo degno di essere perseguito fino al suo pieno raggiungimento. Infatti tutti i problemi d'oggi, nostri e del Paese, derivano dal fatto che siamo estremamente distanti dall'essere una repubblica democratica e dall'esservi equilibrio nelle nostre espressioni. Riformandoci come una vera repubblica democratica e ristabilendo equilibrio nel nostro assetto economico la vita tornerà, anzi propriamente inizierà a scorrere fluida, piacevole e sicura come mai prima. Oggi il motto che si sente pronunciato più di frequente negli ambienti progressisti è: "resistere, resistere, resistere!". Ebbene dobbiamo renderci conto che solitamente si resiste solo quando non si sa cosa fare o non glie la si fa a far nulla. Con questo approccio in effetti non si ottiene nulla perché nulla si persegue e le forze non possono quindi raccogliersi intorno ad una meta precisata bensì solo in un inconcludente sforzo di sopportazione. Se il disegno sociale sintetizzato da queste dodici parole: PUBBLICO IMPIEGO A ROTAZIONE COMPRENDENTE ATTIVITÀ ECONOMICHE PER UNA METÀ DELL'INTERO divenisse anche il vostro riferimento principale non v'è dubbio che bel altro motto, molto più concludente e costruttivo, si udrebbe dappertutto: "attaccare, attaccare, attaccare!". Disponendo noi di una méta, della duplice precisa méta descritta dalle dodici parole qui sopra, possiamo smettere di sopportare, possiamo fare a meno di resistere, e convogliare invece le nostre preziosissime energie nel perseguimento, non di un obiettivo parziale che lascia le cose così come le trova, bensì di un obiettivo completo che ridipinge per intero la tela della società e della nostra stessa vita, cancellando i foschi colori d'oggi e portandovi una delicata dolce cromìa che sol ad immaginarla il cuor si gonfia pulsante di desiderio. Pensate: a che pro esaurirsi per ottenere l'Acqua Pubblica quando con quasi lo stesso impegno possiamo ottenere che metà delle attività economiche divengano pubbliche? A che pro sfinirsi controbattendo una per una alle mille aggressioni del sistema quando possiamo passargli avanti e ricostruirlo da capo così come dovrebbe essere? Attaccare, attaccare, attaccare! Pacificissimamente, sempre nel pieno rispetto di ogni legge e regola civile, con quella allegra paciocconeria di chi infine ha scoperto il gioco degli scorretti e sta ristabilendo ciò ch'è giusto. Attaccare, attaccare, attaccare! Se vogliamo che TUTTI i nostri sogni si realizzino, aboliamo la Mafia di Stato, aboliamo l'accaparramento dei ruoli, poteri e redditi pubblici. Aboliamo dunque l'impiego pubblico a vita. Affermiamo invece gioiosi la Res Publica, la Democrazia. Affermiamo dunque la periodica redistribuzione di ruoli, poteri e redditi pubblici per il tramite della rotazione! Se vogliamo che la nostra terra torni ai suoi FASTI NATURALI, se vogliamo condurre la società, e dunque noi stessi, ad una vita così come l'abbiamo sempre sognata, rintuzziamo l'economia privata. Affermiamo dunque il ristabilirsi di un equilibrio di peso economico tra attività private ed attività pubbliche. Non è mai bene fare passi avventati. Occorre sempre riflettere quando si prendono decisioni. Ed allora riflettiamo insieme sviluppando appieno il disegno sintetizzato in queste dodici parole: PUBBLICO IMPIEGO A ROTAZIONE COMPRENDENTE ATTIVITÀ ECONOMICHE PER UNA METÀ DELL'INTERO Un carissimo saluto, danilo d'antonio http://Equilibrio-Economico.hyperlinker.org http://La-Celebrazione-del-Nostro-Territorio.hyperlinker.org
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