Quella che ci serve è una buona scuola non una scuola presidiata da polizia e car abinieri!



Quella che ci serve è una buona scuola non una scuola presidiata da polizia
e carabinieri.


Il recente dibattito sulla possibilità di fare intervenire le forze
dell'ordine nelle scuole per mettere un freno allo scambio e all'uso di
sostanze stupefacenti da parte degli studenti,che tanto spazio ha avuto in
questi giorni sulle pagine dei nostri quotidiani, è un altro inquietante
segnale del disorientamento della nostra società.

Nonostante il gran parlare della scuola come "comunità educante"
prospettare invece da parte di politici e addetti ai lavori interventi
repressivi all'interno delle nostre scuole deve essere interpretato come il
fallimento di ogni progetto educativo.

L'ipocrisia perbenista di chi addebita alla cattiva volontà degli
insegnanti e dei collaboratori scolastici il mancato controllo dei
comportamenti dei ragazzi deve essere condannata con forza.

Come sindacato di base della scuola verifichiamo tutti i giorni il grave
disagio dei lavoratori della scuola e la difficoltà crescente di instaurare
un dialogo con gli studenti in classi sempre più affollate e sempre più
difficili. Il fatto che fra gli insegnanti ci sia la più alta incidenza di
malattie nervose vorrà pur significare qualcosa.

Nella struttura essenziale la nostra scuola è ancora quella degli anni
Cinquanta (stesse aule, articolazione simile del quadro orario, programmi
di studio analoghi). La grande - e negativa - novità dei nostri tempi, cioè
un mondo esterno che preme sui ragazzi precocemente, imponendo modelli di
comportamento irriflessi e all'insegna dell'apparire, non può certo essere
contrastata da una scuola sempre più debole, da insegnanti sempre più
avviliti da un lavoro faticoso e non riconosciuto socialmente. Né possono
bastare pochi "progetti" improvvisati presenti nei Pof dei vari Istituti o
l'episodico intervento di qualche psicologo a contrastare un
disorientamento e una disgregazione sociale che si manifesta con intensità
particolare nei giovani.

Senza una seria ripresa della scuola pubblica, senza condizioni di lavoro
più dignitose per chi a scuola vive e lavora non ci potrà che essere un
degrado progressivo. E la buona volontà dei singoli non basterà a frenarlo.

La Cub scuola condanna l'idea di risolvere con l'uso della forza problemi
che richiederebbero ben altri e più sofisticati interventi. Nel processo
educativo le scorciatoie sono spesso pericolose; quella che ci serve è una
buona scuola non una scuola presidiata da polizia e carabinieri.

Esprime infine la propria solidarietà al preside dell'istituto "Boselli"
che ha avuto il coraggio, in tempi di unanimismo imperante, di non
accodarsi al coro monotono che richiede "legge e ordine".


Per la CUB Scuola

Giovanna Lo Presti