IL DDL SUI PRECARI: IL DEFINITIVO AFFOSSAMENTO DEL DIRITTO



IL DDL SUI PRECARI: IL DEFINITIVO AFFOSSAMENTO DEL DIRITTO



È stato finalmente presentato al Consiglio dei Ministri il tanto atteso
DdL, l'unico strumento che, nella demagogica propaganda dei politici e dei
funzionari del MIUR, avrebbe potuto riequilibrare i punteggi fra gli
abilitati tramite i Concorsi Ordinario e Riservato e gli abilitati SSIS.

Il problema, che si manifestava come gravissima lesione del diritto al
lavoro, esposto e denunciato dal MIIP con dati incontrovertibili alla mano,
si è alla fine imposto all'attenzione dei sindacati, dei politici e dei
funzionari.   Ma, dopo più di un anno, nulla è stato fatto se non azioni
illogiche e inconseguenti: inutili e fittizi emendamenti parlamentari
(numerosi OdG di Camera e Senato, OdG De Laurentiis, interrogazioni) che da
una parte strumentalmente raccoglievano le istanze dei precari e dall'altra
demagogicamente si moltiplicavano senza mai tradursi in iniziative concrete
e risolutive; impegni falsamente assunti da Ministri, Sottosegretari e
responsabili scuola della maggioranza per riequilibrare la posizione dei
precari calpestati in ogni diritto; la beffa dei 18 punti assegnati senza
garanzia, ben sapendo che il TAR si sarebbe espresso nel merito in maniera
negativa, degnamente conclusasi con l'immediata esecuzione della sentenza.
Ebbene, dopo queste farsesche manifestazioni indegne di un paese civile e
democratico, il Governo oggi presenta l'ultimo atto della commedia: un DdL
in cui trionfa lo stesso senso del caso che si materializza in una tombola
e in cui risulta la negazione di ogni principio di equità e di giustizia.

Intorno a un tale capolavoro si è svolto per un intero mese un lavoro così
intenso di politici e funzionari (pare che un intero piano del MIUR vi
fosse impegnato!) che oggi possiamo definire con certezza del tutto inutile
e, pertanto, surreale.   Il risultato di codesto lavoro certosino, mirato a
dividere punteggi, a moltiplicarli, aggiungerli e sottrarli, ha l'aria di
essere una tombola truccata che non opera certamente nella direzione del
ristabilimento del diritto: siamo di fronte a un'operazione di facciata
congegnata in modo che i privilegi possano rimanere tali.

A monte si presuppone l'assenza assoluta di un principio ordinatore: il DdL
si basa su elementi casuali o funzionali alla difesa di categorie
particolari.   Ma quando il diritto diventa il luogo della pura
accidentalità esso non è più tale e la demagogia servirà a poco di fronte
ai dati incontrovertibili che il DdL, se mai verrà tramutato in Legge,
produrrà sulla realtà.   Perché per quanto si possa gettare fumo negli
occhi e per quanto si possano imbrogliare le carte, i precari, la cui
dignità professionale e il cui diritto al lavoro saranno irrimediabilmente
lesi dall'ennesimo atto insensato di questa classe dirigente, avranno
ancora voce per denunciare quali disegni tutt'altro che ispirati da idee di
riforma e profondamente retrivi e conservatori siano stati fatti sulla loro
pelle.

Con quale coraggio il MIUR ha pensato di presentare questo DdL?   Prima il
Ministro e vari esponenti dei partiti della maggioranza hanno disconosciuto
la paternità del DdL presentato da "Il Sole 24 Ore" del 29 Agosto per poi
ripresentarlo oggi nella sostanza identico.   Già un anno fa il MIIP aveva
dimostrato l'inutilità di un simile intervento, che era stato ventilato
come soluzione.   Oggi, con i sissini che ai 12 punti accumulati per il
servizio svolto lo scorso anno si apprestano a sommare i 12 che
incasseranno quest'anno (facendo sprofondare a -24 moltissimi precari), il
DdL mostra tutta la sua inutilità.   Esso infatti consacra come definitivo
il privilegio dei sissini, poiché a loro viene definitivamente garantito
quanto hanno finora acquisito: la facoltà di scavalcare gli altri abilitati
nelle graduatorie, di lavorare al loro posto, di avere una prospettiva
reale di lavoro fondata sull'esclusione degli altri.

Poiché i precari continuano a fare un costante e sano esercizio di
pensiero, a dispetto del contraddittorio ed incoerente operato degli
artefici di questa strategia della confusione e della mistificazione, non
possono non sottolineare (anche se i concetti non sono nuovi, avendoli
anticipati già) gli elementi deboli e incongruenti, rispetto all'intento
dichiarato, contenuti nel DdL.

Al di là della dichiarazione d'intenti, relativamente alla volontà di
riequilibrio nessun elemento del DdL traduce questo concetto in realtà.
Dal punto di vista della proposta fattiva si opera non secondo princìpi ma
con un ridicolo limare un po' di qua e aggiustare un po' di là, in modo che
uno stesso precario, con lo stesso punteggio e gli stessi diritti, si salvi
a Napoli e non a Firenze; magari si potrebbe salvare a Milano ma non a
Palermo e, come nelle lotterie, non è dato sapere chi sarà baciato dalla
fortuna.

Un nostro documento che denunciava l'inutilità di tale provvedimento
concludeva: "che cosa resta da fare ai precari se non invocare la Divina
Provvidenza?".   La limatura sul punteggio di abilitazione, che qualche
giornalista "ben preparato" e qualche politico credulone o poco scrupoloso
vuol presentare come sapiente elaborazione, altro non è che un confondere
le acque e aggirare il fatto principale: non tutte le abilitazioni sono
uguali.



Beffa Prima: un Disegno di Legge al posto del Decreto

Non occorre entrare nel merito: basta evidenziare il contrasto tra
l'imprevedibile e quanto mai sospetta celerrima esecuzione, non appena
pubblicata la sentenza TAR Lazio del 14 Luglio, e gli effetti ed i tempi
del DdL (prossimo anno).   Celeri sono sempre le operazioni che vanno a
ledere le posizioni dei precari a vantaggio di quelle dei sissini.   Tempi
lunghissimi sono riservati agli interventi di riequilibrio.   Nessun
responsabile scuola dei partiti della maggioranza ha mai presentato la
necessità di procedere d'urgenza attraverso un Decreto Legge, segno della
chiara volontà di non intervenire sulla situazione.   Il Disegno di Legge
era strumento inadeguato lo scorso anno per stessa ammissione degli
esponenti di questa maggioranza.   Il Disegno di Legge è indubbiamente
strumento ancora più inadeguato quest'anno.   Occorreva un DdL per sancire
ciò che la Legge attualmente in vigore dispone già, ossia la disparità di
trattamento degli aspiranti all'insegnamento?



Beffa Seconda: si "tolgono" ai sissini punti che non spetterebbero loro
comunque

Il DdL sta spacciando per ridimensionamento del punteggio SSIS quanto già
stabilito da una sentenza del CdS, vale a dire la spendibilità del bonus di
30 punti su una sola classe di concorso, sentenza che in maniera abile e
sotterranea è stata aggirata dalle Università tramite la certificazione di
abilitazioni su abilitazioni che ha permesso ai sissini di sciamare a
piacimento su tutte le graduatorie.   Ma, ovviamente, ai sissini è dato di
scegliere su quale graduatoria inserire il punteggio aggiuntivo pieno e la
scelta cadrà, verosimilmente, su quelle graduatorie in cui c'è più
disponibilità di cattedre, mentre i precari dovranno necessariamente
"scegliere" ciò che rimane, con il risultato di vedere ancora una volta
mortificate le professionalità acquisite, subordinate al potere di scelta
dei sissini.



Beffa Terza: sostegno

360 giorni di servizio sono riconosciuti dal MIUR come condizione per
"avere diritto a".   La domanda sorge spontanea: perché ai precari che
hanno maturato dei diritti legati sia al servizio che al possesso di un
titolo abilitante conseguito secondo la normativa previgente viene
riconosciuto come unico diritto quello di essere sorpassati?   Ancora una
volta due pesi e due misure, ancora una volta il MIUR dimostra incapacità
ad operare in base a princìpi chiari.

Beffa Quarta: l'unico elemento ragionevole viene lasciato nel vago

L'unico elemento che in mezzo a un tale disastro ha un suo rilievo positivo
è la diminuzione della quota dei posti assegnati ai passaggi di ruolo (oggi
il 60%), i quali hanno finora effettivamente contribuito ad alimentare il
precariato.   Secondo quanto previsto dalla normativa, la riduzione sarà
quantificata in una futura contrattazione con i sindacati.   Ciò che non
viene esplicitamente detto si prospetta ormai per noi come inquietante
elemento per il futuro: in itinere sono state create le norme che hanno
generato gli attuali squilibri, in itinere ci aspettiamo anche questa volta
brutte sorprese.



Beffa Ultima (in una visione molto ottimistica)

Il Ministro dell'Istruzione parla di razionalizzazione ma ha continuato,
come il precedente Governo, ad attivare cicli SSIS sotto pressione delle
lobbies universitarie, nonostante la legge impedisse di attivarli per
quelle classi di concorso in esubero.   Ai nuovi neo-abilitati SSIS può
essere garantito un posto solo eliminando gli altri precari.

Nel momento in cui si voleva riformare un nuovo sistema di reclutamento e
una nuova legge per razionalizzare il sistema è stato creato il caos; si è
dato alimento allo spirito di avversione introducendo, di fatto, la
distinzione fra insegnanti di serie A e insegnanti di serie B, negando ad
alcuni la stessa identità professionale.





I precari denunceranno al Paese questa farsa e si attiveranno in tutti i
modi per rivelare la pochezza di pensiero di codesta classe politica, che
ha mostrato in questa vicenda di essere priva di etica e dell'"ampia
visione politica" attribuita a se stessa dall'on. Aprea, e di essere dotata
solo di una squallida furbizia finalizzata a garantire il potere economico
delle lobbies universitarie e il proprio potere sulla cultura stabilendo
arbitrariamente chi è o non è docente.

Nella storia della scuola italiana questo evento costituisce il punto più
basso toccato finora, inizio di una pesante decadenza da cui non potrà in
alcun modo essere avviata quella che viene indicata come una "riforma
epocale".





Domenica 21 Settembre 2003

Movimento Interregionale Insegnanti Precari