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IL DDL SUI PRECARI: IL DEFINITIVO AFFOSSAMENTO DEL DIRITTO
- Subject: IL DDL SUI PRECARI: IL DEFINITIVO AFFOSSAMENTO DEL DIRITTO
- From: <veronica.periani at fastwebnet.it>
- Date: Mon, 22 Sep 2003 20:27:10 +0200
IL DDL SUI PRECARI: IL DEFINITIVO AFFOSSAMENTO DEL DIRITTO È stato finalmente presentato al Consiglio dei Ministri il tanto atteso DdL, l'unico strumento che, nella demagogica propaganda dei politici e dei funzionari del MIUR, avrebbe potuto riequilibrare i punteggi fra gli abilitati tramite i Concorsi Ordinario e Riservato e gli abilitati SSIS. Il problema, che si manifestava come gravissima lesione del diritto al lavoro, esposto e denunciato dal MIIP con dati incontrovertibili alla mano, si è alla fine imposto all'attenzione dei sindacati, dei politici e dei funzionari. Ma, dopo più di un anno, nulla è stato fatto se non azioni illogiche e inconseguenti: inutili e fittizi emendamenti parlamentari (numerosi OdG di Camera e Senato, OdG De Laurentiis, interrogazioni) che da una parte strumentalmente raccoglievano le istanze dei precari e dall'altra demagogicamente si moltiplicavano senza mai tradursi in iniziative concrete e risolutive; impegni falsamente assunti da Ministri, Sottosegretari e responsabili scuola della maggioranza per riequilibrare la posizione dei precari calpestati in ogni diritto; la beffa dei 18 punti assegnati senza garanzia, ben sapendo che il TAR si sarebbe espresso nel merito in maniera negativa, degnamente conclusasi con l'immediata esecuzione della sentenza. Ebbene, dopo queste farsesche manifestazioni indegne di un paese civile e democratico, il Governo oggi presenta l'ultimo atto della commedia: un DdL in cui trionfa lo stesso senso del caso che si materializza in una tombola e in cui risulta la negazione di ogni principio di equità e di giustizia. Intorno a un tale capolavoro si è svolto per un intero mese un lavoro così intenso di politici e funzionari (pare che un intero piano del MIUR vi fosse impegnato!) che oggi possiamo definire con certezza del tutto inutile e, pertanto, surreale. Il risultato di codesto lavoro certosino, mirato a dividere punteggi, a moltiplicarli, aggiungerli e sottrarli, ha l'aria di essere una tombola truccata che non opera certamente nella direzione del ristabilimento del diritto: siamo di fronte a un'operazione di facciata congegnata in modo che i privilegi possano rimanere tali. A monte si presuppone l'assenza assoluta di un principio ordinatore: il DdL si basa su elementi casuali o funzionali alla difesa di categorie particolari. Ma quando il diritto diventa il luogo della pura accidentalità esso non è più tale e la demagogia servirà a poco di fronte ai dati incontrovertibili che il DdL, se mai verrà tramutato in Legge, produrrà sulla realtà. Perché per quanto si possa gettare fumo negli occhi e per quanto si possano imbrogliare le carte, i precari, la cui dignità professionale e il cui diritto al lavoro saranno irrimediabilmente lesi dall'ennesimo atto insensato di questa classe dirigente, avranno ancora voce per denunciare quali disegni tutt'altro che ispirati da idee di riforma e profondamente retrivi e conservatori siano stati fatti sulla loro pelle. Con quale coraggio il MIUR ha pensato di presentare questo DdL? Prima il Ministro e vari esponenti dei partiti della maggioranza hanno disconosciuto la paternità del DdL presentato da "Il Sole 24 Ore" del 29 Agosto per poi ripresentarlo oggi nella sostanza identico. Già un anno fa il MIIP aveva dimostrato l'inutilità di un simile intervento, che era stato ventilato come soluzione. Oggi, con i sissini che ai 12 punti accumulati per il servizio svolto lo scorso anno si apprestano a sommare i 12 che incasseranno quest'anno (facendo sprofondare a -24 moltissimi precari), il DdL mostra tutta la sua inutilità. Esso infatti consacra come definitivo il privilegio dei sissini, poiché a loro viene definitivamente garantito quanto hanno finora acquisito: la facoltà di scavalcare gli altri abilitati nelle graduatorie, di lavorare al loro posto, di avere una prospettiva reale di lavoro fondata sull'esclusione degli altri. Poiché i precari continuano a fare un costante e sano esercizio di pensiero, a dispetto del contraddittorio ed incoerente operato degli artefici di questa strategia della confusione e della mistificazione, non possono non sottolineare (anche se i concetti non sono nuovi, avendoli anticipati già) gli elementi deboli e incongruenti, rispetto all'intento dichiarato, contenuti nel DdL. Al di là della dichiarazione d'intenti, relativamente alla volontà di riequilibrio nessun elemento del DdL traduce questo concetto in realtà. Dal punto di vista della proposta fattiva si opera non secondo princìpi ma con un ridicolo limare un po' di qua e aggiustare un po' di là, in modo che uno stesso precario, con lo stesso punteggio e gli stessi diritti, si salvi a Napoli e non a Firenze; magari si potrebbe salvare a Milano ma non a Palermo e, come nelle lotterie, non è dato sapere chi sarà baciato dalla fortuna. Un nostro documento che denunciava l'inutilità di tale provvedimento concludeva: "che cosa resta da fare ai precari se non invocare la Divina Provvidenza?". La limatura sul punteggio di abilitazione, che qualche giornalista "ben preparato" e qualche politico credulone o poco scrupoloso vuol presentare come sapiente elaborazione, altro non è che un confondere le acque e aggirare il fatto principale: non tutte le abilitazioni sono uguali. Beffa Prima: un Disegno di Legge al posto del Decreto Non occorre entrare nel merito: basta evidenziare il contrasto tra l'imprevedibile e quanto mai sospetta celerrima esecuzione, non appena pubblicata la sentenza TAR Lazio del 14 Luglio, e gli effetti ed i tempi del DdL (prossimo anno). Celeri sono sempre le operazioni che vanno a ledere le posizioni dei precari a vantaggio di quelle dei sissini. Tempi lunghissimi sono riservati agli interventi di riequilibrio. Nessun responsabile scuola dei partiti della maggioranza ha mai presentato la necessità di procedere d'urgenza attraverso un Decreto Legge, segno della chiara volontà di non intervenire sulla situazione. Il Disegno di Legge era strumento inadeguato lo scorso anno per stessa ammissione degli esponenti di questa maggioranza. Il Disegno di Legge è indubbiamente strumento ancora più inadeguato quest'anno. Occorreva un DdL per sancire ciò che la Legge attualmente in vigore dispone già, ossia la disparità di trattamento degli aspiranti all'insegnamento? Beffa Seconda: si "tolgono" ai sissini punti che non spetterebbero loro comunque Il DdL sta spacciando per ridimensionamento del punteggio SSIS quanto già stabilito da una sentenza del CdS, vale a dire la spendibilità del bonus di 30 punti su una sola classe di concorso, sentenza che in maniera abile e sotterranea è stata aggirata dalle Università tramite la certificazione di abilitazioni su abilitazioni che ha permesso ai sissini di sciamare a piacimento su tutte le graduatorie. Ma, ovviamente, ai sissini è dato di scegliere su quale graduatoria inserire il punteggio aggiuntivo pieno e la scelta cadrà, verosimilmente, su quelle graduatorie in cui c'è più disponibilità di cattedre, mentre i precari dovranno necessariamente "scegliere" ciò che rimane, con il risultato di vedere ancora una volta mortificate le professionalità acquisite, subordinate al potere di scelta dei sissini. Beffa Terza: sostegno 360 giorni di servizio sono riconosciuti dal MIUR come condizione per "avere diritto a". La domanda sorge spontanea: perché ai precari che hanno maturato dei diritti legati sia al servizio che al possesso di un titolo abilitante conseguito secondo la normativa previgente viene riconosciuto come unico diritto quello di essere sorpassati? Ancora una volta due pesi e due misure, ancora una volta il MIUR dimostra incapacità ad operare in base a princìpi chiari. Beffa Quarta: l'unico elemento ragionevole viene lasciato nel vago L'unico elemento che in mezzo a un tale disastro ha un suo rilievo positivo è la diminuzione della quota dei posti assegnati ai passaggi di ruolo (oggi il 60%), i quali hanno finora effettivamente contribuito ad alimentare il precariato. Secondo quanto previsto dalla normativa, la riduzione sarà quantificata in una futura contrattazione con i sindacati. Ciò che non viene esplicitamente detto si prospetta ormai per noi come inquietante elemento per il futuro: in itinere sono state create le norme che hanno generato gli attuali squilibri, in itinere ci aspettiamo anche questa volta brutte sorprese. Beffa Ultima (in una visione molto ottimistica) Il Ministro dell'Istruzione parla di razionalizzazione ma ha continuato, come il precedente Governo, ad attivare cicli SSIS sotto pressione delle lobbies universitarie, nonostante la legge impedisse di attivarli per quelle classi di concorso in esubero. Ai nuovi neo-abilitati SSIS può essere garantito un posto solo eliminando gli altri precari. Nel momento in cui si voleva riformare un nuovo sistema di reclutamento e una nuova legge per razionalizzare il sistema è stato creato il caos; si è dato alimento allo spirito di avversione introducendo, di fatto, la distinzione fra insegnanti di serie A e insegnanti di serie B, negando ad alcuni la stessa identità professionale. I precari denunceranno al Paese questa farsa e si attiveranno in tutti i modi per rivelare la pochezza di pensiero di codesta classe politica, che ha mostrato in questa vicenda di essere priva di etica e dell'"ampia visione politica" attribuita a se stessa dall'on. Aprea, e di essere dotata solo di una squallida furbizia finalizzata a garantire il potere economico delle lobbies universitarie e il proprio potere sulla cultura stabilendo arbitrariamente chi è o non è docente. Nella storia della scuola italiana questo evento costituisce il punto più basso toccato finora, inizio di una pesante decadenza da cui non potrà in alcun modo essere avviata quella che viene indicata come una "riforma epocale". Domenica 21 Settembre 2003 Movimento Interregionale Insegnanti Precari
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