26/05 Torino: presidio alla direzione scolastica regionale del Piemonte



CUB Scuola
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Lunedì 26 maggio alle 17

Presidio alla Direzione Scolastica Regionale

in Via Pietro Micca 20

Per richiedere il ritiro del Decreto Interministeriale e della C.M. n° 27
chiaramente incompatibili con una scuola di qualità e contro la Riforma
Moratti





La CUB Scuola, fa proprio quanto stabilito dagli insegnanti presenti
all'Assemblea delle RSU tenutasi presso l'ITIS «Avogadro» il 19 maggio
2003, contro i disastri derivanti dall'applicazione del Decreto di
«riconduzione a 18 ore di tutte le cattedre»:



- fine della continuità didattica dei docenti nelle classi e degli allievi
nelle sezioni a seguito della trasformazione di molte cattedre da
«ordinarie» in «interne»;

- fine della possibilità di proseguire progetti su classi parallele di
recupero delle carenze degli allievi, realizzabili solo attraverso
l'utilizzo di «ore a disposizione»;

- fine della libertà d'adozione, da parte dei docenti, dei libri di testo,
il cui acquisto, in caso di eccessivi cambiamenti degli insegnanti sui
corsi e sulle sezioni, potrebbe comportare un aggravio di costo per le
famiglie;

- mancanza di sicurezza degli allievi a fronte della diminuzione delle ore
previste per le sostituzioni degli insegnanti assenti;

- impossibilità di potere continuare a mantenere aperte le biblioteche di
istituto in orario scolastico;

- impossibilità di continuare a garantire le consuete attività scolastiche
ed extrascolastiche (effettuabili solo con sostituzione da parte di
colleghi): viaggi di istruzione, visite didattiche, visioni teatrali e
cinematografiche, partecipazione a convegni;

- fine della collegialità della programmazione da parte dei Consigli di
classe, sicuramente resa virtuale dalla dispersione dei docenti su corsi
disparati;

- impossibilità per molti precari pluriabilitati, di ottenere supplenze,
poiché il Decreto determina, letteralmente, la scomparsa delle cattedre
fino ad ora occupate da questi colleghi, rimandandone l'assunzione stabile
a non si sa quando

La mobilitazione, il blocco dell'adozione dei libri di testo, i presidi
come quello di sabato scorso al Salone del Libro si legano al più generale
sviluppo di un movimento in difesa della scuola pubblica e dell'organico
che ci tocca tutti dagli ATA ali Insegnanti Tecnico Pratici, dai precari
agli insegnanti ed ATA fuori ruolo.

Allarghiamo il fronte dell'opposizione ad un governo che vuole rottamare la
scuola pubblica.







Al Ministro dell'Istruzione Università e Ricerca Moratti
Al Sottosegretario all'Istruzione, on. Aprea
Al Dirigente Generale Regionale dott. Catalano
Alle Segreterie Nazionali, Regionali e Provinciali delle OO.SS.
All'Assessore all'Istruzione della Regione Piemonte
All'Assessore all'Istruzione della Provincia di Torino
Alle Forze Politiche
Alle Associazioni dei Genitori
Alle Associazioni studentesche
Agli Organi di Stampa

Oggetto: richiesta di ritiro del D.I. e della C.M. 27 del 7/3/2003 sugli
organici

   Gli insegnanti presenti all'Assemblea delle RSU tenuta presso l'ITIS
"Avogadro" di Torino in data 19 maggio 2003, facendosi carico delle forti
preoccupazioni espresse, nel corso delle riunioni degli Organi Collegiali
delle rispettive scuole e degli incontri con i genitori, in merito alla
prevedibile caduta di qualità dell'offerta formativa derivante
dall'applicazione del Decreto di "riconduzione a 18 ore di tutte le
cattedre":

- sulla continuità didattica dei docenti nelle classi e degli allievi nelle
sezioni a seguito della trasformazione di molte cattedre da "ordinarie" in
"interne";
- sulla possibilità di proseguire progetti modulari su classi parallele di
recupero delle carenze degli allievi, realizzabili solo attraverso
l'utilizzo di "ore a disposizione";
- sulla libertà di adozione da parte dei docenti dei libri di testo, il cui
acquisto, in caso di eccessivi cambiamenti degli insegnanti sui corsi e
sulle sezioni, potrebbe comportare un aggravio di costo per le famiglie;
- sulla sicurezza degli allievi a fronte della diminuzione delle ore
previste per le sostituzioni degli insegnanti assenti;
- sulla possibilità di potere continuare a mantenere aperte le biblioteche
di istituto in orario scolastico;
- sulla possibilità di continuare a garantire, più in generale, le consuete
attività scolastiche ed extrascolastiche (effettuabili solo con
sostituzione da parte di colleghi): viaggi di istruzione, visite
didattiche, visioni teatrali e cinematografiche, partecipazione a convegni;
- sulla collegialità della programmazione da parte dei Consigli di classe,
sicuramente resa più problematica dalla dispersione dei docenti su corsi
disparati;
- sull'impossibilità per molti docenti assunti a tempo determinato,
pluriabilitati, di proseguire la loro opera nelle classi, dal momento che
il Decreto determina, letteralmente, la scomparsa delle cattedre fino ad
ora occupate da questi colleghi, rimandandone, di conseguenza, l'assunzione
stabile sine die;
invitano,
   a nome dei colleghi, dei genitori e degli studenti delle rispettive
scuole, il MIUR e le autorità preposte, a prendere atto dei numerosi
effetti negativi che il Decreto sugli organici - rispondente unicamente
alla logica contabile del risparmio - determinerà in modo permanente sulla
didattica e sul funzionamento stesso delle scuole;

chiedono,
   essendo la scuola un bene pubblico che la collettività deve garantire a
tutti i cittadini nel migliore dei modi, il ritiro del Decreto
Interministeriale e della C.M. n° 27 del 7/3/2003, chiaramente
incompatibili con una scuola di qualità;
chiedono
 alle Organizzazioni Sindacali di categoria e alle Forze Politiche di farsi
carico, nelle rispettive sedi, del problema.

Torino, 19 maggio 2003