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TuttoscuolaNEWS n. 81
- Subject: TuttoscuolaNEWS n. 81
- From: Tuttoscuola <mailing at tuttoscuola.com>
- Date: Mon, 16 Dec 2002 05:57:52 +0100
Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti. http://www.tuttoscuola.com ************************************************************ N. 81, 16 dicembre 2002 SOMMARIO 1. Riforma Moratti/1: mini Stati generali sulla secondaria 2. Riforma Moratti/2: ma intanto il TAR azzoppa Intesa con Lombardia 3. L'angolo per pregare a scuola 4. Libri di testo, l'on. Garagnani colpisce ancora 5. Proposto un Comitato per la difesa della scuola pubblica 6. Staff e figure di sistema: i nuovi quadri della scuola 7. Presidi incaricati: il concorso che non arriva 8. Gabbie salariali per gli insegnanti? 9. Recupero dovuto: il tribunale non concede lo sconto dei 10 minuti 1. Riforma Moratti/1: mini Stati generali sulla secondaria Esattamente a un anno di distanza dagli ìStati generaliî della scuola, il ministro Moratti promuove una seconda ìconventionî, questa volta riservata agli addetti ai lavori. Giovedi' 19 dicembre, in un grande albergo alla periferia di Roma, 260 esperti, rigorosamente selezionati e personalmente invitati dal ministro, ascolteranno tre comunicazioni, che saranno svolte dalla stessa Moratti, dal sottosegretario Aprea e da Giuseppe Bertagna. Quest'ultimo illustrera' due documenti, riguardanti il profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine rispettivamente del primo e del secondo ciclo. Seguira' un dibattito generale per ascoltare i bisogni e trovare soluzioni, e i lavori si concluderanno in giornata. ìTuttoscuolaNEWSî aveva di recente auspicato (v. n. 78 del 25 novembre) un'ampia discussione sia sugli ordinamenti sia sui programmi, che ovviamente ñ scrivevamo ñ ìnon puo' che essere promossa dal ministero dell'istruzioneî: le innovazioni, se non sono accettate dalla maggioranza degli interessati, non sortiscono effetti. Tanto piu' in un contesto in cui ormai una pluralita' di soggetti sono chiamati a decidere (Stato, regioni, enti locali) o ad attuare le decisioni (docenti, dirigenti, amministrazione). Il seminario percio' dovrebbe essere un'occasione di verifica ìpartecipataî sulle scelte effettuate (disegno di legge di delega, sperimentazione nella scuola dell'infanzia e primaria, ìinteseî con 6 Regioni sul canale professionale), e soprattutto su quelle ancora piu' delicate che il ministro Moratti si accinge ad effettuare, e che riguardano i piani di studio del secondo ciclo, sui quali e' urgente cominciare a lavorare, in previsione dell'approvazione della legge. A breve distanza di tempo - la data non e' ancora nota - si svolgera' un secondo seminario, sempre riservato ad esperti (pare che siano gli stessi), che approfondira' i temi relativi agli 8 licei previsti nel disegno di legge. In questa seconda occasione i partecipanti si distribuiranno in otto gruppi di lavoro, uno per ciascun liceo. 2. Riforma Moratti/2: ma intanto il TAR azzoppa Intesa con Lombardia Dopo l'alt imposto da alcuni tribunali amministrativi regionali sulla vicenda delle Siss, poi confermato dal Consiglio di Stato, ancora una volta le decisioni del Miur vengono stoppate dalla magistratura. Questa volta all'esame di un giudice e' finita la questione dell'obbligo scolastico. Lo scorso 12 dicembre il TAR della Lombardia ha accolto il ricorso presentato dalla Cgil Scuola lombarda contro l'Intesa Moratti-Formigoni sull'assolvimento dell'obbligo scolastico anche nei centri di formazione professionale (non ìistitutiî, come ha scritto un autorevole quotidiano milanese, creando confusione: gli istituti professionali sono scuole a tutti gli effetti). Il ricorso riguardava la convenzione sottoscritta da un CFP di Pavia con un Istituto professionale della stessa citta', ma analoghe convenzioni (33) sono state promosse in tutta la Lombardia, ed e' chiaro che anch'esse sono a rischio di sospensione. L'assessore regionale lombardo Guglielmo minimizza. Bastera', secondo lui, correggere la convenzione di Pavia. L'esatto contrario di quanto sostenuto dalla Cgil Scuola nazionale, che ha chiesto al Ministro di sospendere non solo l'attuazione dell'intesa con la regione Lombardia, ma anche quelle sottoscritte negli scorsi mesi in Piemonte, Liguria, Veneto, Molise, Lazio e Puglia. Altrimenti saranno presentati altri ricorsi ai rispettivi TAR. Insomma, un gran pasticcio per i circa 400 allievi lombardi che hanno scelto di iscriversi ai corsi sperimentali, che secondo la Cgil contravvengono - sotto le mentite spoglie di una sperimentazione - alla vigente legge sull'elevamento dell'obbligo scolastico a 15 anni. C'e' da chiedersi come mai nessuno al ministero - ufficio legislativo, dipartimento, direzione generale centrale competente e direzione regionale - ha avuto dubbi sulla praticabilita' della modifica di un aspetto fondamentale dell'ordinamento, quale quello dell'obbligo scolastico (sancito per legge), con il ricorso alla convenzione (atto squisitamente amministrativo). E perche' nessuno si sia preoccupato di dare garanzie ai ragazzi, che invece di frequentare la scuola secondaria superiore si sono iscritti a corsi (ad esempio per estetista) nei CFP. Ora che faranno? E' grave infine che ancora una volta la magistratura sia chiamata a intervenire su una materia che sembra essere sfuggita ai meccanismi di regolazione degli attori istituzionali. ____________________________________________________________ Innova la tua didattica Ti piacerebbe che i tuoi studenti lavorassero su progetti multidisciplinari, contenenti fotografie, suoni e filmati? Siamo un'Associazione fondata e gestita da insegnanti che propone formazione sull'integrazione del computer nelle attivita' didattiche. http://www.informalmente.org ____________________________________________________________ 3. L'angolo per pregare a scuola Nemmeno l'Intesa tra Stato italiano e Chiesa cattolica del 1984 aveva osato tanto. Ma il ministro Moratti ha fatto ben di piu' e ha dato disposizioni perche' nelle scuole italiane venga predisposto un angolo per consentire agli studenti momenti di raccoglimento e di meditazione, aperto ai docenti e agli studenti di diverse culture. Con la direttiva prot. 2666 del 3 ottobre scorso (direttiva ìfantasmaî perche' in molte scuole non e' circolata) si confermerebbe l'obbligo di esporre il crocefisso in classe, nonostante il sottosegretario Aprea avesse fatto intendere in Parlamento qualcosa di diverso ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_81-1.doc ). E, prendendo in contropiede un po' tutti, la Moratti ha proposto l'angolo per la meditazione (che qualcuno ha gia' chiamato l'angolo della preghiera). Da subito sono fioccate reazioni contrarie. Ricordiamo che l'accordo concordatario dell'84 recepito nella legge 121/1985 ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_81-2.doc ), si limitava, per quanto riguarda le scuole, a richiedere l'insegnamento della religione cattolica, accettando di fatto l'esclusione di qualsiasi forma di catechesi nell'ambito scolastico. Ad esempio, da quel momento sono scomparse le tradizionali partecipazioni di scolaresche alla messa di inizio e di fine anno, o ad altre cerimonie religiose. Ma il ministro sembra avere nostalgia del passato e fa rientrare dalla finestra possibili pratiche religiose, se pur a valenza multiculturale. Eppure la scuola non e' il luogo in cui si prega. I luoghi del culto sono altri. Piuttosto, c'e' un'altra riflessione da fare: sono maturi i tempi per avviare una discussione serena e ragionata per allargare l'attuale insegnamento della religione cattolica a un piu' ampio e generale insegnamento della storia delle religioni? Spingerebbe in questa direzione, tra l'altro, la crescente presenza di alunni stranieri nelle scuole italiane, che ospitano ormai ragazzi di ben 186 diverse cittadinanze, su 195 stati riconosciuti. 4. Libri di testo, l'on. Garagnani colpisce ancora Il deputato di Forza Italia Fabio Garagnani ha dato nuovamente prova di solerzia e di iniziativa per mettere sotto controllo il sistema scolastico. Dopo l'iniziativa bolognese, balzata qualche mese fa agli onori delle cronache, del ìtelefono amico della scuolaî, con cui il parlamentare forzista chiedeva la segnalazione degli insegnanti ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_81-3.doc ) che parlavano male in classe del premier Berlusconi, provocando polemiche tra le forze politiche e sindacali, Garagnani ha proposto in commissione parlamentare una risoluzione sui libri di storia ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_81-4.doc ) che impegnerebbe il Governo a ìfar si' che nelle scuole di ogni ordine e grado l'insegnamento della storia, in particolare di quella contemporanea, si svolga secondo criteri oggettiviî. Quel che piu' ha sorpreso, se si considera il successivo evidente imbarazzo di molti esponenti della maggioranza, e' che ha ottenuto l'approvazione della commissione Cultura di Montecitorio, provocando nuovamente polemiche su tutti i fronti. Il ministro Giovanardi ha dichiarato, a nome del Governo, ìirricevibileî la risoluzione parlamentare. Il sottosegretario dell'Istruzione Valentina Aprea, e' rimasta indifferente e seccata. Il neo segretario dell'Udc Follini, l'ha considerata una ìbaggianataî e ha dichiarato: ìche molti libri stridano con la realta' e' un fatto. Che la risoluzione strida con i principi costituzionali, e' un altro fattoî. Anche AN ha preso le distanze. Sconfessato? Nemmeno a pensarci. Si puo' essere certi che l'on. Garagnani, andato su tutte le furie dopo la secca risposta degli alleati di centro, e tutto preso dalla sua crociata moralistica contro il presunto malcostume diffuso dalla sinistra, colpira' ancora. 5. Proposto un Comitato per la difesa della scuola pubblica Al convegno promosso dallo SDI sabato scorso, intitolato ìScuola pubblica: diritto di precedenzaî, non c'e' stato quel confronto di idee che la prevista partecipazione di Giuseppe Bertagna avrebbe potuto assicurare. Complice la nebbia padana, che ha bloccato Bertagna all'aeroporto, il convegno si e' cosi' svolto su linee abbastanza tradizionali, e anzi con qualche tonalita' accentuatamente laico-laicista, che non ha favorito un dibattito piu' aperto e critico. Eppure alcune novita' non erano mancate nella relazione d'apertura della senatrice Maria Rosaria Manieri, responsabile scuola dello SDI. Per esempio la proposta di rivedere la norma costituzionale che vieta il finanziamento delle scuole private, sopprimendo l'inciso ìsenza oneri per lo Statoî, in cambio di una organica politica di rilancio della scuola pubblica e del rispetto di alcune regole fondamentali da parte di quelle private e paritarie. Oppure l'idea di bilanciare la riduzione degli organici del personale docente con una loro migliore retribuzione e una piu' incisiva formazione iniziale e in servizio. Ma questi spunti non sono stati sviluppati. Il cuore dei partecipanti batteva per una difesa di principio della scuola pubblica statale, e non sono mancati consensi alle proposte di formare un Comitato interpartitico per la difesa della scuola pubblica, e di ripristinate l'aggettivo ìpubblicaî nella denominazione del Ministero dell'istruzione. A sostegno di quest'ultima idea Valdo Spini ha presentato un'apposita proposta di legge, che e' stata sottoscritta anche da altri parlamentari sia alla Camera che al Senato. ____________________________________________________________ UN CARTELLONE AUDACE Sperimentazione e tendenza, audacia e fiuto per le novita'. Questa, in sintesi, la ricetta de ìLo Scenario Sensibileî, la rassegna organizzata dal Comune di Aosta in cui teatro e danza accompagnano lo spettatore sino ad aprile del 2003. http://www.comune.aosta.it - sezione Eventi ____________________________________________________________ 6. Staff e figure di sistema: i nuovi quadri della scuola In molte scuole si sta diffondendo sempre piu' lo staff di direzione, un gruppo scelto di docenti che collaborano con il dirigente scolastico nella scelte strategiche e nella conduzione dell'istituzione. Si tratta di persone che esprimono livelli alti di professionalita' o di rappresentanza e che si possono identificare nelle ìfigure di sistemaî delineate, senza troppo successo, dal contratto scuola 94-97. Proprio nei riguardi di queste figure di sistema, che ruotano attorno al dirigente e mantengono rapporti funzionali con gli altri insegnanti, l'Associazione nazionale presidi nel suo recente congresso di Montecatini ha voluto richiamare l'attenzione per un doveroso riconoscimento giuridico. Riconoscendole come quadri, ad esempio. Quadri: una parola familiare per l'Anp che sta sostenendo l'iniziativa dell'ANQUAP in cui si riconoscono anche i direttori dei servizi generali e amministrativi delle istituzioni scolastiche. Il Congresso dell'Anp ( www.anp.it ) ha deciso l'allargamento associativo alle rappresentanze delle figure di collaborazione della dirigenza, aprendo le adesioni e le iscrizioni anche ai docenti che svolgono incarichi di alta professionalita' nella scuola. Poi si vedra' come intervenire in campo contrattuale e normativo. Il problema di fondo per il riconoscimento dei quadri e' di natura economica piu' che giuridica, come ha precisato la Cisl Scuola ( www.cislscuola.it ) che, all'Anquap che rivendicava un riconoscimento contrattuale, ha risposto: ìse ne puo' parlare, ma intanto diteci dove trovare le risorse finanziarieî. 7. Presidi incaricati: il concorso che non arriva Il bando per l'assunzione dei presidi incaricati tarda ad arrivare. La pubblicazione da parte del MIUR, attesa da tempo, non e' ancora possibile, in quanto il relativo decreto e' tuttora all'esame della Corte dei Conti. La Corte, a quanto si sa, ha avanzato alcune richieste di precisazione e talune osservazioni che hanno gia' trovato riscontro da parte del ministero dell'Istruzione. Il ritardo, a questo punto, non sembra oggettivamente plausibile, a meno che non siano sorte riserve di piu' ampia portata che potrebbero, ad esempio, riguardare la non contestualita' del bando anche per il corso-concorso ordinario. In effetti la sola emanazione del bando per il concorso riservato potrebbe determinare talune conseguenze critiche sul piano della legittimita', a cominciare, ad esempio, dal fatto che, con la conclusione del primo corso-concorso per dirigenti, cessera' l'istituto dell'incarico e non si potra' piu' nominare docenti incaricati sui posti vacanti di dirigenti, come avevamo gia' rilevato (v. TuttoscuolaNEWS n. 73 del 28 ottobre). E di posti vacanti ce ne saranno circa un migliaio dal settembre 2003. Chi li potra' ricoprire se sara' soppresso automaticamente l'istituto dell'incarico? Non sappiamo se la Corte dei Conti stia meditando su questo problema. Sappiamo comunque che un ulteriore ritardo di emanazione del bando potrebbe compromettere le nomine dei vincitori in tempo utile per l'inizio del prossimo anno scolastico. ____________________________________________________________ VIAGGIA CON EUROSPRINT L'agenzia Eurosprint propone pacchetti comprensivi di sistemazione alberghiera, mezzi di trasporto, ristorazione, visite guidate e tutto quanto possa servire per rendere la gita scolastica educativa, divertente e confortevole. Possibilita' di preventivi personalizzati. http://www.eurosprint.com ____________________________________________________________ 8. Gabbie salariali per gli insegnanti? ìChi insegna ad Enna, a Cosenza o a Benevento con lo stipendio della scuola raggiunge un tenore di vita superiore alla media dei cittadini. Il professore veneto, invece, e' sotto la media retributiva. Un ingegnere, un informatico, un matematico e molte altre figure preferiscono trovare altri lavori, a meno che non siano dei missionari dell'insegnamentoî. Parola del direttore generale dell'ufficio scolastico regionale del Veneto, Enzo Martinelli, riportata su un quotidiano locale. Il direttore Martinelli, sostenitore di una ìcontrattazione integrativa che permetta di differenziare gli stipendi e quindi dia la possibilita' a Regioni come il Veneto di poterli aumentare, ricorda che l'ipotesi di una contrattazione articolata anche nel pubblico impiego (contenuta anche nell'ultimo lavoro di Marco Biagi) non tocca l'unicita' del sistema scolastico nazionale, viene gia' attuata da Regioni che confinano con il Veneto (Trento e Bolzano, ndr) e che, grazie ad una maggiore autonomia, pagano gli insegnanti anche un milione al mese in piu', consente di adeguare gli stipendi degli insegnanti ad un mercato del lavoro diverso che nel resto d'Italiaî. L'appello per una contrattazione integrativa regionale della scuola e' stato lanciato da Martinelli, dopo aver constatato, ancora una volta, come i concorsi per l'abilitazione all'insegnamento di discipline dell'area tecnica e scientifica banditi nella sua regione vadano quasi deserti, perche' le persone piu' qualificate non accettano di lavorare per gli stipendi che la scuola propone, a meno che non ci sia una profonda motivazione all'insegnamento. 9. Recupero dovuto: il tribunale non concede lo sconto dei 10 minuti I 10 minuti delle lezioni brevi non vanno recuperate, anzi si'. Il Tribunale di Reggio Emilia si pronuncia di nuovo (ma la sentenza non e' dello stesso giudice) sulla ìvexata quaestioî dei recuperi non dovuti. Circa due mesi fa (v. TuttoscuolaNEWS n. 71 del 14 ottobre) era stato accolto il ricorso di un gruppo di docenti di un istituto tecnico che erano stati costretti dal capo d'istituto a recuperare buona parte dei 10 minuti di lezione breve non prestati in occasione della riduzione della durata oraria per causa di forza maggiore. Il tribunale nell'occasione aveva anche condannato l'istituzione scolastica a pagare le prestazioni di servizio dovute per il forzato recupero. Lo stesso tribunale, con sentenza n. 2291/02 del 6.11.2002, ha ora respinto un analogo ricorso di docenti dell'istituto d'arte, ritenendo legittimo l'operato del capo d'istituto in quanto la riduzione di tutte le ore di lezione da 60 a 50 minuti era dipesa da ragioni di carattere didattico-formativo (e quindi esentate dal non recupero). Il tribunale ha precisato anche che ìle insuperabili difficolta' dei trasportiî, di cui parla la circolare ministeriale 243/1979 (unico atto dell'amministrazione scolastica su cui si fonda il diritto del non recupero dei 10 minuti), comportano estremo rigore di valutazione, l'adozione di provvedimenti differenziati ovvero lo slittamento dell'orario delle lezioni. Come dire, insomma, che la causa di forza maggiore deve essere eccezionale ed evidente, e che, se si riduce l'ora di lezione, il motivo non puo' che essere di ordine organizzativo e metodologico. In tal caso la modifica d'orario rientra tra i poteri di autonomia delle istituzioni, ma il contratto di lavoro 94-97, all'art. 41, impone ai docenti di recuperare i 10 minuti (che nell'istituto d'arte in questione equivalevano a 2-3 ore alla settimana per ogni docente). 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