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TuttoscuolaNEWS n. 79
- Subject: TuttoscuolaNEWS n. 79
- From: Tuttoscuola <mailing at tuttoscuola.com>
- Date: Mon, 2 Dec 2002 09:31:44 +0100
Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti. http://www.tuttoscuola.com ************************************************************ N. 79, 2 dicembre 2002 SOMMARIO 1. Alla Moratti la "devolution" piace, ma... 2. ...che effetti avrebbe sulla sua riforma? 3. "Devolution": che potrebbe accadere ora? 4. Edilizia scolastica e dintorni: condizioni migliori al nord 5. Per lo studente emiliano si spende il quadruplo di quello calabrese 6. Il Friuli investe in sicurezza piu' di tutti 7. Ma la riforma abbassa l'obbligo scolastico o no? 8. Contratto/1: 150 euro e niente stipendi ìeuropei" 9. Contratto/2: ma Fantoni ha letto l'atto di indirizzo? 10. Il tormentone del pianeta Ssis 1. Alla Moratti la ìdevolution" piace, ma... Pieni poteri alle Regioni su sanita', sicurezza e scuola: il disegno di legge della ìdevolution" piace al ministro dell'Istruzione. La competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni in materia di istruzione (prevista dal nuovo titolo V della Costituzione voluto dall'Ulivo) - sostiene infatti la Moratti - crea piu' problemi di quelli che risolve. Del resto il ministro Moratti non vede nel disegno di Bossi ìalcun punto che possa pregiudicare l'unitarieta' del sistema scolastico" e ritiene che ìsi possa proseguire serenamente su questa strada". Ha proprio ragione il ministro? E la sua riforma - una volta approvata - si avvantaggerebbe piu' dalla legislazione vigente o dalla ìdevolution"? Proviamo a interpretare quale potrebbe essere stato il ragionamento della Moratti. Uno dei nodi che potrebbero ostacolare l'attuazione del suo progetto di riforma della scuola e' l'asimmetria - derivante dall'attuale Titolo V della carta costituzionale - tra il sistema dei licei, regolato da competenza legislativa concorrente, e il sistema dei percorsi professionali, di competenza esclusiva delle Regioni, che rende di fatto impraticabile la permeabilita' tra i due sistemi (compresa la mobilita' degli insegnanti), che e' una delle condizioni per garantire un'effettiva ìpari dignita'" a tutti gli indirizzi di studio nella fascia 14-18 anni. Ancora: il riferimento, contenuto nell'attuale formulazione dell'art. 117 della Costituzione, alla competenza esclusiva dello Stato in materia di norme generali e di determinazione dei livelli essenziali di prestazione, riguardanti entrambi i sistemi, rischia di creare un forte contenzioso con le Regioni, non essendo affatto chiara l'estensione e l'incidenza di tali attribuzioni dello Stato. L'ipotesi contenuta nella ìdevolution", potrebbe rendere tutto piu' semplice: ferma restando la competenza esclusiva regionale in materia di organizzazione e programmazione, i piani di studio (tipologie, obiettivi, standard) sarebbero definiti a livello nazionale per la parte di rilevanza nazionale, e a livello regionale per la parte di interesse regionale. Questo faciliterebbe i passaggi tra i sistemi sia per gli allievi che per gli insegnanti, e dal punto di vista della progettazione dei piani di studio, i percorsi tecnico-professionali riceverebbero lo stesso trattamento riservato ai licei. Sono forse questi gli aspetti che hanno indotto Letizia Moratti a considerare positivamente la prospettiva della ìdevolution". Ma c'e' anche dell'altro? Proviamo a vedere. 2. ...che effetti avrebbe sulla sua riforma? In privato, il ministro non puo' non pensare che il suo progetto di riforma in questo modo potrebbe tornare al punto di partenza. Quali sarebbero infatti le ricadute sull'attuale testo del disegno di legge Moratti, nel caso che il Titolo V - che prevede la competenza concorrente tra Stato e Regioni in materia di istruzione - fosse modificato in direzione della ìdevolution" verso la competenza esclusiva delle Regioni? Diverse parti del disegno di legge - approvato in prima lettura al Senato dopo una ìgestazione" di otto mesi - dovrebbero essere emendate o riscritte, a cominciare dalla riforma degli ordinamenti e dagli interventi connessi con la loro attuazione. Bisognera' probabilmente rivedere anche il capitolo dell'alternanza scuola-lavoro, e soprattutto quello del canale di formazione professionale, nonche' la materia dei crediti scolastici, la definizione degli standard minimi e i passaggi tra i sistemi. E' vero che, stando a quanto detto dal ministro Bossi - e fortemente sottolineato dal vicepresidente Fini - resterebbe la competenza esclusiva dello Stato per la definizione delle norme generali e dei livelli essenziali di prestazione, ed e' anche vero che il nuovo testo dell'art. 117 salvaguarderebbe l'autonomia delle istituzioni scolastiche e formative (la maggioranza ha accolto l'emendamento presentato in proposito dal diessino Bassanini), ma le parti del disegno di legge che, con riguardo al rapporto dello Stato con le Regioni, si limitano nell'attuale testo a parlare di semplice consultazione (ìsentita" la Conferenza) dovrebbero essere riviste in direzione del ìprevio accordo con". In conclusione: la prima vittima della devoluzione sarebbe proprio la riforma della Moratti. 3. ìDevolution": che potrebbe accadere ora? Il fronte sempre piu' largo, che si e' saldato dentro e fuori il Parlamento, di opposizione al disegno Bossi rende quasi certo il ricorso al referendum, dopo il perfezionamento delle quattro fasi di cui si compone il processo di approvazione di una legge costituzionale (che necessita di una doppia approvazione da parte di entrambe le Camere). La devoluzione insomma non e' proprio dietro l'angolo. Con un'aggravante sui tempi: si profila la concreta possibilita' che il testo sulla devolution che il Senato dovrebbe approvare mercoledi' prossimo possa confluire in un unico disegno di legge comprensivo anche della revisione di tutto l'art. 117 (ora lo integra semplicemente) e della ìriforma della riforma" del titolo V. Insomma in questo possibile nuovo scenario, la prima lettura del testo Bossi si configurerebbe come una falsa partenza: si ricomincerebbe da capo. In questo quadro, che ne sara' della riforma Moratti? No, non sembra proprio comoda la posizione di un ministro chiamato ancora una volta a misurarsi con decisioni politiche su cui non puo' avere influenza alcuna. ____________________________________________________________ La scuola oggi e' piu' divertente. Con eMac, e' scontato. Cari insegnanti, con eMac preparerete lezioni da applauso! Grazie all'unita' SuperDrive e al rivoluzionario software Apple iDVD 2, potrete usare immagini e filmati per arricchire le lezioni, che trasformerete facilmente in DVD interattivi per i vostri studenti. http://promo.euro.apple.com/promo/emac_teacher_deal/it/ ____________________________________________________________ 4. Edilizia scolastica e dintorni: condizioni migliori al nord In attesa dell'eventuale devolution scolastica, e' bene ricordare che gli studenti del nord se la passano di gran lunga meglio di quelli del sud, secondo le statistiche pubblicate dal ministero dell'Istruzione ( www.istruzione.it ) relativamente all'anno 2000. C'e' da chiedersi se dopo, poniamo, dieci anni di ìdevolution", il divario di oggi sarebbe accresciuto o ridotto. Cosa dicono i dati del MIUR? Che per gli studenti del nord si spende di piu' per servizi di mensa, di trasporto, per la manutenzione dei locali e per oneri correnti vari: molto di piu' appunto nei territori settentrionali che in quelli meridionali. Di chi e' attualmente la competenza in materia? Le amministrazioni locali per legge debbono sostenere l'onere per le funzioni di istruzione pubblica: ai Comuni spettano gli oneri per la materna statale e per le scuole dell'obbligo; alle Amministrazioni provinciali competono le spese per gli istituti d'istruzione secondaria superiore. Mediamente i comuni italiani impegnano il 9% del loro bilancio complessivo per le funzioni di istruzione, ma quelli dell'Emilia Romagna impegnano l'11,5% e quelli del Piemonte l'11%, mentre i Comuni sardi impegnano solamente il 7,2% e, addirittura, i Comuni dell'Umbria e della Campania il 6,9%. Per le amministrazioni provinciali, che hanno oneri piu' rilevanti rispetto alle complessive disponibilita' di bilancio, la media nazionale di impegno per l'istruzione e' del 22,2% ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_79-1.doc ). Anche qui sono forti le differenze: le province del Lazio impegnano addirittura il 33,2% del proprio bilancio e l'Emilia Romagna il 32,4%; ma le amministrazioni provinciali sarde impegnano solamente il 13,9%, il Friuli il 15,1% e il Molise il 16,7%. Contraddittoria la situazione in Liguria, dove i Comuni impegnano per la scuola solamente il 6,9% del proprio bilancio (ultima nella graduatoria nazionale), mentre le Province liguri impegnano ben il 29,3% del loro bilancio per gli istituti superiori. 5. Per lo studente emiliano si spende il quadruplo di quello calabrese Dallo studio sui costi per l'istruzione sostenuti dagli Enti locali si ricava, come conseguenza della rilevazione delle maggiori spese sostenute al nord, che la' gli studenti costano di piu', o meglio che su di essi si investe di piu'. Il costo pro-capite per studente ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_79-5.doc ) che nel 2000 i Comuni hanno sostenuto per l'istruzione statale vede al primo posto quelli dell'Emilia Romagna, che hanno speso in media piu' di 3 milioni all'anno di vecchie lire per ciascuno dei 262 mila studenti di media, elementare e materna statale iscritti nelle scuole della regione: quattro volte il costo sostenuto dai Comuni calabresi. La spesa media annuale per i Comuni di tutta Italia e' stata di oltre 1,6 milioni di vecchie lire. Sotto questa media ci sono i Comuni di tutte le regioni del Sud e delle Isole. Se si guarda invece al costo per ciascun studente di scuola secondaria superiore ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_79-6.doc ) (a carico dei bilanci delle Province), si trova al primo posto il Lazio che ha investito per ogni studente quasi un milione di vecchie lire all'anno. La media di investimento per studente e' stata di poco superiore alle 600 mila lire all'anno, al di sotto della quale si ritrovano quasi tutte le Province delle regioni meridionali e insulari in compagnia anche di qualche zona settentrionale (Liguria, per esempio). Il budget investito per ciascun studente laziale e' stato superiore al triplo di quello investito per gli studenti sardi. 6. Il Friuli investe in sicurezza piu' di tutti I Comuni friulani e giuliani amministrano meno di 800 scuole dell'infanzia e dell'obbligo, ma hanno investito nel 2000 in edilizia scolastica, messa a norma degli impianti e manutenzione straordinaria tanto come i Comuni calabresi che di scuole ne hanno piu' di 2.600 (quasi 4 volte di piu'): 155 milioni di vecchie lire in media per scuola del Friuli contro i 46 milioni per ogni edificio della Calabria. In media i Comuni italiani ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_79-7.doc ), limitatamente al 2000, hanno riservato alle spese di capitale per gli edifici scolastici poco piu' di 68 milioni di vecchie lire per scuola, investendo complessivamente 2.530 miliardi di lire. Umbria e Marche gia' nel 2000 erano sopra la media nazionale. La Sardegna e' in fondo a questa specie di graduatoria con meno di 37 milioni di investimento per ogni scuola affidata. Da sole le 100 amministrazioni provinciali ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_79-8.doc ) hanno sostenuto spese di capitale per l'istruzione scolastica statale per meta' di quanto investito da tutti i Comuni italiani nello stesso periodo, con una media di spesa di quasi 225 milioni di vecchie lire per istituto scolastico. Le Province del Friuli, anche per gli istituti superiori hanno investito piu' di tutte (388 milioni di vecchie lire per istituto); la sorpresa viene dalle Province calabresi che, a differenza di quanto avvenuto per i Comuni della regione, si sono collocate al terzo posto per maggiori investimenti in media per istituto. Le due amministrazioni provinciali del Molise hanno investito meno di tutti - almeno per l'esercizio 2000 - per una media di 95,5 milioni di vecchie lire per ciascuno dei 54 istituti amministrati. ____________________________________________________________ TIE, NUOVA "PATENTE" PER UN NUOVO INGLESE Irlanda, linguisticamente parlando, promossa a pieni voti. Anche dal Governo Italiano che ha approvato il TIE (Test of Interactive English), che viene ora considerato un credito formativo idoneo per gli studenti che supereranno il relativo esame in Irlanda e sosterranno esami di Stato italiani. http://www.irlanda-travel.com ____________________________________________________________ 7. Ma la riforma abbassa l'obbligo scolastico o no? Mentre il ddl sulla riforma scolastica e' all'esame della Camera (e ci vorra' un po' prima che torni alla ribalta della cronaca parlamentare), continua il dibattito su alcune questioni importanti. Tra queste c'e' l'obbligo scolastico che dovrebbe ritornare (secondo quanto previsto all'ultimo comma del testo Moratti) ad essere quello di tre anni fa, quando la legge n. 9/1999 non ne aveva ancora sancito l'innalzamento di un anno. Quella legge sara' dunque abrogata come appunto previsto dall'ultimo comma dell'ultimo articolo, per consentire, con la nuova previsione legislativa, un potenziamento dell'obbligo scolastico (art. 2, comma 1, lett. c: http://www.tuttoscuola.com/ts_news_79-9.doc ): ìil diritto all'istruzione e alla formazione per almeno dodici anniÖ costituisce un dovere legislativamente sanzionatoÖ viene ridefinito e ampliato l'obbligo scolastico di cui all'art. 34 della CostituzioneÖ". Vi potrebbe essere pero' un problema di attuazione e di coordinamento. Infatti, nel momento stesso di approvazione della legge di riforma le norme abrogate cesseranno immediatamente di avere validita'. C'e' da chiedersi se il diritto dei ragazzi per l'ampliamento dell'obbligo scolastico e formativo possa attendere i tempi dell'approvazione della legge delega e dei successivi regolamenti attuativi, per i quali e' previsto un tempo massimo di 24 mesi. Una ìvacatio legis" che potrebbe risultare molto pericolosa: per coloro che avranno quattordici anni quando la riforma Moratti diventera' legge, e prima dei regolamenti attuativi, l'obbligo scolastico cesserebbe temporaneamente con la terza media? 8. Contratto/1: 150 euro e niente stipendi ìeuropei" C'era poca gente al dibattito organizzato a Roma nel quadro della terza edizione di ìFarescuola" sul nuovo contratto degli insegnanti, non piu' di 50-60 persone sparse nel grande auditorium dell'istituto Massimo, che ne puo' ospitare mille. Diffidenza? Rassegnazione? Saturazione da eccesso di convegnistica? E' vero che la partecipazione e' stata bassa anche per altre iniziative che si svolgevano in parallelo, ma ci si sarebbe aspettati una maggiore affluenza per un tema come quello del rinnovo contrattuale, anche per il grave ritardo con il quale si e' aperto il negoziato. Anzi, il pre-negoziato, visto che non ci sono certezze nemmeno sull'esatta consistenza delle risorse finanziarie su cui discutere. I sindacalisti presenti (di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda) si sono sentiti spiegare da Guido Fantoni, presidente dell'ARAN, che nella migliore delle ipotesi gli aumenti di stipendio non supereranno i 150 euro lordi mensili, e che per la ìvalorizzazione professionale", cioe' per aumenti legati alla professionalita' e al merito individuale, non ci sara' nulla, ìneanche un euro". Agli sconsolati sindacalisti, che tentavano di tenere aperta la prospettiva di un salario ìeuropeo" almeno per il biennio 2003-2004, Fantoni ha replicato tre cose: che i 150 euro per gli insegnanti sono di fatto un tetto invalicabile, e comunque piu' alto di quello previsto per il resto dei pubblici dipendenti; che saranno distribuiti a pioggia, come in passato; e che non si capisce perche' si dovrebbero dare stipendi ìeuropei" agli insegnanti e non, per esempio, ai metalmeccanici. 9. Contratto/2: ma Fantoni ha letto l'atto di indirizzo? L'intervento del presidente dell'Aran a proposito del contratto della scuola ha sollevato piu' di una perplessita', anche perche' e' sembrato a molti che egli formulasse un parere, essenzialmente soggettivo, sulla questione piuttosto che esprimere una posizione ufficiale e oggettiva. Vediamo uno per uno i tre punti toccati da Fantoni. Aumenti: 150 euro al mese vogliono dire 1.800 euro all'anno, cioe' qualcosa come un aumento medio per il personale scolastico di oltre 3 milioni e mezzo delle vecchie lire all'anno pro capite (al mese 300 mila). Si tratterebbe di un aumento che sfiora il 10% dell'attuale retribuzione media, ben al di sopra di quel risicato 5% di cui parla l'atto di indirizzo. Ci sarebbe da prenderlo al volo, perche', sulla base dei parametri definiti dall'atto di indirizzo, l'aumento medio pro capite potrebbe essere solamente di circa mille euro all'anno (80-85 euro al mese). Salari europei: Fantoni si chiede perche' gli insegnanti dovrebbero conseguire i livelli europei di salario e gli altri lavoratori no. Ma il presidente non puo' non sapere che l'atto di indirizzo del Governo prevede per i docenti il graduale conseguimento dei livelli europei di prestazione e di retribuzione. Aumenti a pioggia: L'ipotesi di aumenti a pioggia fa proprio a pugni con l'obiettivo sindacale e governativo della valorizzazione professionale. Visto che il contratto si scrive in due, Fantoni e' proprio sicuro che la sua previsione e' pienamente condivisa dai cinque sindacati che siedono al tavolo della trattativa? 10. Il tormentone del pianeta Ssis Parita' di trattamento sissini-precari (ordini del giorno della Camera e del Senato), incompatibilita' del punteggio di servizio durante la frequenza della Ssis (sentenza del Consiglio di Stato che - secondo le indiscrezioni - confermerebbe la sentenza del Tar Lazio), ammissione al 2ƒ anno delle Ssis in deroga al numero chiuso (decreto MIUR 26.11.2002): non passa giorno senza che si parli di loro, a favore o contro. Ci riferiamo alla Ssis e ai sissini, cioe' alla Scuola di specializzazione per l'insegnamento della secondaria e ai docenti che l'hanno frequentata. Sembra proprio una telenovela o, se preferite, una doccia scozzese permanente. L'ultimo in ordine di tempo e' il decreto con il quale il MIUR autorizza l'ammissione direttamente al 2ƒ anno, in deroga al numero chiuso di iscritti delle Ssis, degli insegnanti non abilitati che siano in possesso del diploma di specializzazione per il sostegno oppure del diploma di laurea o di istituto superiore di educazione fisica (ISEF). Vi sono gia' prese di posizione contro il provvedimento per due presunti elementi di illegittimita'. Vi sarebbe innanzitutto un trattamento sperequato rispetto ad altre tipologie di insegnanti, non compresi tra i beneficiari della deroga. Inoltre, la deroga con iscritti in soprannumero violerebbe la legge (Dpr 470/31.07.96, art. 7) che prevede un numero programmato di iscritti, stabilito annualmente. Sentiremo parlare ancora di questa deroga, e si puo' essere certi che vi saranno, nuovamente, ricorsi da parte di docenti esclusi, mentre ci si puo' gia' preparare a nuovi fuochi d'artificio con botti di ricorsi contro la posizione che il MIUR dovra' assumere sulla parita' di trattamento invocata dalle Camere. RIPRODUZIONE RISERVATA Per iscrivere un'altra persona o per rimuoverti da questa newsletter vai all'indirizzo: http://www.tuttoscuola.com Per commenti, informazioni o suggerimenti: redazione at tuttoscuola.com Per consultare i numeri arretrati di "TuttoscuolaNEWS": http://www.tuttoscuola.com Chi Ë interessato a ricevere anche la newsletter dell'ANP (Associazione Nazionale Presidi e Direttori didattici) puo' iscriversi dal sito www.anp.it ************************************************************ Editoriale Tuttoscuola srl Via della Scrofa, 39 - 00186 Roma, Italia Tel. 06.6830.7851 - 06.6880.2163 Fax 06.6880.2728 Email: tuttoscuola at tuttoscuola.com
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