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TuttoscuolaNEWS n. 76
- Subject: TuttoscuolaNEWS n. 76
- From: Tuttoscuola <mailing at tuttoscuola.com>
- Date: Mon, 11 Nov 2002 12:29:30 +0100
Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti. http://www.tuttoscuola.com ************************************************************ N. 76, 11 novembre 2002 SOMMARIO 1. Scuola media a orario piu' leggero (-9%) 2. Scuola media con piani di studio piu' pesanti 3. Il calendario lungo della materna. In classe anche a luglio? 4. Livelli europei di retribuzioni e di prestazioni/1: l'orario annuo 5. Livelli europei di retribuzioni e di prestazioni/2: la retribuzione oraria 6. Emendamenti alla Finanziaria per il sostegno 7. La riforma va 8. Delenda Laetitia: una settimana di assalti al Ministro 9. Mal di pancia a sinistra: ìIl Riformistaî attacca Berlinguer 1. Scuola media a orario piu' leggero (-9%) In vista dell'approvazione della riforma da parte del Parlamento, il ministero dell'Istruzione sta via via definendo i contenuti disciplinari e organizzativi dei diversi ordini di scuola. Quelli della scuola elementare (primaria) e dell'infanzia sono da tempo sul sito del ministero ( www.istruzione.it ). Quelli della scuola media (secondaria di I grado) non sono ancora stati ufficialmente presentati, ma ne circolano edizioni avanzate che la stampa nazionale ha commentato proprio in questi giorni, dopo le anticipazioni di TuttoscuolaNEWS (v. n. 75 del 6 novembre). Tra le novita' introdotte c'e' quella del tempo scuola obbligatorio, previsto in 900 ore annue. Attualmente l'orario obbligatorio delle lezioni e' pari a 990 ore, cioe' a 30 ore per 33 settimane. L'orario obbligatorio dovrebbe diminuire quindi di 90 ore annue, pari a circa tre ore alla settimana, scendendo da 30 a 27 ore. Resta confermata la possibilita', come oggi, di un orario aggiuntivo, facoltativo per gli alunni. Attualmente infatti puo' essere organizzato il tempo prolungato. La nuova bozza ministeriale consentirebbe di aggiungere fino a 200 ore all'anno (sei ore a settimana), da utilizzare per attivita' sia di recupero sia di sviluppo, scelte d'intesa con gli allievi e le loro famiglie. Attualmente gli studenti, nei tre anni di scuola media, hanno un obbligo complessivo di frequenza di 2.970 ore (990 per ciascun anno, cioe' 30 ore alla settimana); ne avrebbero invece, con la nuova ipotesi, 2.700 (900 per ciascun anno), con una riduzione del monte ore obbligatorio nel triennio di 270 ore (il 9% in meno): un taglio equivalente nei tre anni a nove delle attuali settimane di lezione ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_76-5.doc ). La novita', per quanto riguarda l'orario, e' quindi la riduzione di tre ore settimanali, di cui vi era stata qualche avvisaglia gia' l'anno scorso con le proposte presentate agli Stati generali della riforma. Ma la scuola media, fin dal suo nascere nel 1962, ha sempre funzionato a 30 ore alla settimana. Ne basteranno 27 (occorre ragionare sullo standard obbligatorio) per realizzare i molti obiettivi formativi che gli insegnanti dovranno cercare di raggiungere, nel rispetto delle molto articolate ìIndicazioni nazionaliî? E poi, bisogna immaginare ripercussioni anche sugli organici? 2. Scuola media con piani di studio piu' pesanti Ci saranno dunque 900 ore di orario obbligatorio per le scuole, con un obbligo di frequenza minimo - indica la bozza ministeriale - di 825 ore per l'allievo. Come dire che i giorni di assenza avranno un limite massimo di 75 ore, vale a dire poco meno di 3 settimane. Ma sulle 825 ore torneremo la prossima volta. Meno ore (obbligatorie, perche' non va dimenticata la quota oraria facoltativa) comporteranno il taglio di qualche disciplina? Tutt'altro. L'elenco degli obiettivi specifici di apprendimento che compaiono nella proposta ministeriale comprende ben 18 tematiche (v. TuttoscuolaNEWS n. 75), compresi l'insegnamento della Religione cattolica e le 6 che costituiscono l'area della Educazione alla convivenza civile, a ciascuna delle quali si dovra' trovare spazio nelle 900 ore. Cioe' in un tempo inferiore a quello attualmente previsto, nel quale vengono insegnate otto materie (o aggregazioni di materie) piu' l'insegnamento della religione cattolica. Ecco l'elenco delle 18 tematiche ora previste: Religione cattolica (non compariva nella prima bozza), Italiano, Inglese, Seconda lingua comunitaria, Storia, Geografia, Matematica, Scienze, Tecnologia e informatica, Musica, Arte e immagine, Attivita' fisica e sportiva, nonche' Educazione alla Cittadinanza, Stradale, Ambientale, alla Salute, Alimentare e all'Affettivita'. E' vero che le ìeducazioniî non hanno la stessa autonoma consistenza delle altre discipline, ma certamente il loro insegnamento e apprendimento occupera' tempo e spazio nei piani di studio di tutti i tre anni. Ecco un tema da approfondire: come conciliare piu' materie con meno ore? ____________________________________________________________ Derive e Cabri a portata di mano con le calcolatrici Texas Instruments TI-89 ( http://www.ti.com/calc/italia/prodotti/89.htm ) e VoyageTM 200 ( http://www.ti.com/calc/italia/prodotti/voyage.htm ). Rinnova il tuo insegnamento con potenti ed efficaci strumenti portatili di visualizzazione e di calcolo in grado di utilizzare le funzionalita' dei vostri software Derive e Cabri. Per informazioni: ti-scuola at ti.com ____________________________________________________________ 3. Il calendario lungo della materna. In classe anche a luglio? Le scuole dell'infanzia aperte per 40 settimane all'anno, quattro in piu' rispetto ad oggi. A cosa ci riferiamo? C'e' un passaggio interessante nelle nuove ìindicazioni per la scuola dell'infanziaî pubblicate sul sito del MIUR ( www.istruzione.it ), che sembra essere sfuggito all'esame degli osservatori di cose scolastiche, sindacati di categoria compresi. Riguarda l'orario di funzionamento delle scuole dell'infanzia, che nelle ìindicazioniî viene individuato in quattro possibili ipotesi, su cui i genitori possono effettuare la scelta al momento dell'iscrizione: 1000, 1300, 1600 oppure 1800 ore all'anno. Tradotto in un orario giornaliero vuol dire, su una settimana corta di 5 giorni, rispettivamente: 5, 6.5, 8 e addirittura 9 ore al giorno. Se si pone attenzione non alla varieta' dell'offerta ñ che rappresenta un fatto positivo su cui le scuole avranno comunque piu' di qualche complicazione organizzativa ñ ma a quel che vogliono dire quei numeri ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_76-2.doc ), si fa una scoperta sorprendente: quelle quantita', che corrispondono ad un orario settimanale di 25, di 32.5, di 40 e di 45 ore, sono calcolate su 40 settimane di attivita' didattica. Attualmente le scuole dell'infanzia statali funzionano fino alla fine di giugno per complessive 36 settimane (a fronte delle 33 settimane di calendario degli altri ordini di scuola). Prevedere, al posto di 36, 40 settimane significa aggiungere circa un mese di calendario scolastico in piu', da ìspalmareî in parte su settembre e in parte forse su luglio. Come potrebbe essere presa dalle famiglie e dal personale della scuola un'ipotesi del genere? C'e' il precedente recente della regione Lazio, pesantemente contestata nel settembre scorso quando ha tentato di anticipare solo di qualche giorno l'inizio dell'anno scolastico per le materne statali, ed e' stata costretta ad un precipitoso dietro-front. Come e' successo per gli anticipi di iscrizione, anche qui e' facile pronosticare molte polemiche, essendo un tema che tocca i rapporti scuola-famiglia e che potrebbe incidere pesantemente sulle abitudini dei soggetti coinvolti. 4. Livelli europei di retribuzioni e di prestazioni/1: l'orario annuo Il contratto della scuola dovrebbe conseguire l'obiettivo di realizzare, almeno nel corso del quadriennio di validita', l'obiettivo di una piena perequazione delle retribuzioni e delle prestazioni degli insegnanti italiani con quelli dell'Unione europea. Lo prevede esplicitamente l'atto di indirizzo inviato dal Governo all'Aran (ma, piccolo particolare: i soldi dove stanno?). Prestazioni e retribuzioni sono insomma i due corni della questione, con il MIUR piu' attento alle prime e i sindacati alle seconde. Sulle prestazioni vi e' scarsa informazione. Gli stessi dati Ocse pubblicati nei giorni scorsi non vengono in aiuto, perche' per alcuni Paesi, tra cui l'Italia, non riportano le ore annue di prestazione. La quantificazione delle prestazioni orarie e' infatti un'operazione complessa e piena di variabili. Tuttoscuola, anche per fornire un contributo di conoscenza sul problema, ha elaborato una stima delle prestazioni orarie ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_76-3.doc ), che vede al primo posto i docenti di scuola elementare con una prestazione oraria annua di 1.286 ore (media settimanale da settembre a giugno di 34 ore), seguiti da quelli della materna con 1.202 ore (media settimanale 32), e dai docenti della secondaria di I e II grado praticamente alla pari con 1.138/1.140 ore annue (media settimanale di 30 ore). A tutto questo, per capire la portata effettiva della prestazione, occorre aggiungere la valutazione dei carichi di lavoro, quali, ad esempio, il numero di alunni per classe (molto diversificato per settore scolastico e per aree geografiche). 5. Livelli europei di retribuzioni e di prestazioni/2: la retribuzione oraria Tre ore di insegnamento di un docente di elementare sono retribuite come due ore di insegnamento del collega della secondaria. E' quanto si ricava rapportando il numero di ore di lavoro prestate con lo stipendio liquidato, ottenendo quindi la retribuzione oraria dei docenti dei diversi gradi di scuola. Nelle piattaforme rivendicative dei sindacati ammessi alla contrattazione nel comparto scuola vi e' il dichiarato obiettivo di omogeneizzare gli orari di servizio dei docenti che attualmente sono differenziati secondo l'ordine di scuola di appartenenza. Una previsione simile era contenuta anche nel programma quinquennale del precedente governo dell'Ulivo, che ipotizzava il graduale abbassamento dell'orario di servizio dei docenti della scuola primaria (22+2 ore settimanali) per adeguarlo a quello attuale della secondaria (18 ore settimanali). Attualmente tra i docenti dei diversi ordini di scuola le differenze sono inversamente proporzionali, cioe' a maggior orario di servizio corrisponde piu' bassa retribuzione: piu' orario meno stipendio. La differenza, insomma, la fa il titolo di studio richiesto per l'accesso (anche se sono moltissimi ormai i docenti di scuola elementare e materna laureati). Se poi il confronto retributivo tra i docenti dei diversi ordini di scuola viene fatto sulla base oraria della prestazione, le differenze diventano macroscopiche, come si puo' vedere dalla tabella allegata ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_76-4.doc ). Le ore di docenza (comprensive delle attivita' connesse con la funzione) sono piu' leggere o piu' pesanti (ci riferiamo al compenso orario) in base all'ordine di scuola in cui vengono prestate. Tre ore di insegnamento di un docente di elementare sono retribuite come due ore di insegnamento del collega della secondaria. Detto in altri termini, al docente della secondaria bastano 6 ore e mezza di lavoro per ottenere i soldi guadagnati dal maestro dell'elementare con 10 ore di lavoro. In attesa di un trattamento retributivo di livello europeo, le organizzazioni sindacali nazionali propongono intanto di ridurre la ìforbiceî salariale tra i diversi livelli di docenza italiana, prevedendo l'abbassamento dell'orario di servizio dei docenti della primaria. ____________________________________________________________ SCOPRI L'ARTE IN EMILIA ROMAGNA L'arte e la cultura delle Citta' dell'Emilia Romagna come cornice ideale per il turismo scolastico. 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La prima formulazione, motivata da una situazione che il MIUR ha ritenuto fuori controllo (piu' di 20 mila posti in deroga, pari a circa il 30% di tutti i posti di sostegno funzionanti), prevedeva l'affidamento della gestione dei posti al direttore generale degli uffici scolastici regionali, nell'ambito di un contingente di posti definiti dal ministero. La nuova formulazione del testo ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_76-1.doc ) conferma questa competenza affidata al direttore regionale, ma introduce la previsione di una preventiva definizione dei criteri e delle modalita' di accertamento delle situazioni di handicap da parte delle Aziende sanitarie locali. Le Asl erano finite sotto accusa da parte del MIUR che, soprattutto per bocca del sottosegretario Aprea negli interventi in Parlamento, aveva parlato di certificazioni facili o accomodanti. La reazione dell'opposizione era stata molto dura e alcuni parlamentari avevano dichiarato di voler denunciare il sottosegretario. L'emendamento mette fine alla polemica, prevedendo l'emanazione di un apposito decreto della presidenza del Consiglio (definito d'intesa con Conferenza Stato-regioni, dopo aver sentito lo stesso Parlamento) entro due mesi dall'approvazione della legge, con il quale verranno dettate disposizioni per gli accertamenti degli handicap, nel rispetto di quanto previsto dall'art. 3 della 104/1992, legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. A proposito di direttori regionali, il direttore Enzo Martinelli continua saldamente a tenere la responsabilita' dell'Ufficio scolastico regionale del Veneto e non abbandona il campo. Ne siamo lieti, prendendo atto che l'indiscrezione da noi riportata nello scorso numero era un falso allarme. ____________________________________________________________ BTS a Genova dal 21 al 23 novembre La 6? edizione di BTS presenta alla Fiera di Genova le migliori proposte per il viaggio d'istruzione, un convegno su intercultura e sostenibilita', un workshop con tour operator italiani ed esteri e i concorsi ìRacconti e idee di viaggioî e ìWWF-Il Secolo XIXî. http://www.bts-online.it ____________________________________________________________ 7. La riforma va La riforma del sistema scolastico ha compiuto robusti passi formali in Parlamento con l'approvazione dei primi due articoli del disegno di legge delega e si avvia a diventare legge. Pochi o nulli gli spiragli per un incontro tra maggioranza e opposizione. Di certo la discussione non e' ne' ampia, ne' approfondita come il tema meriterebbe, ne' chiara per il paese. Il Parlamento e' chiamato sempre piu' a ratificare le decisioni del governo. Questo accelera i tempi di approvazione finale, che dovrebbe avvenire questa settimana. Poi il testo passera' alla Camera per un nuovo percorso tra emendamenti e dibattiti. Intanto la sperimentazione affidata alle 250 istituzioni scolastiche fa le prove generali della riforma nella scuola dell'infanzia e in prima elementare, ispirandosi alle ìindicazioniî elaborate dagli esperti coordinati dal prof. Bertagna. Numerose le conferenze di servizio sul territorio organizzate dai gruppi tecnici regionali di sostegno a favore delle istituzioni scolastiche sperimentali (di cui quasi un terzo paritarie). Sono in programma nei prossimi giorni a Bellaria e a Palermo incontri dei dirigenti scolastici e dei responsabili d'istituto per la sperimentazione, organizzati dall'INDIRE, d'intesa con il MIUR, per l'avvio della formazione e-learning. 8. Delenda Laetitia: una settimana di assalti al Ministro La settimana scorsa non e' stata facile per il ministro Moratti, almeno dal punto di vista dell'immagine. Aveva cominciato il prof. Ernesto Galli della Loggia con un duro editoriale pubblicato sul Corriere della Sera del 3 novembre, intitolato ìnuova cultura senza un'ideaî. Al ìtrioî Moratti-Urbani-Baldassarre veniva rimproverato di non aver saputo dare idee-forza e contenuti nuovi alla destra di governo. Alla Moratti, in particolare, Galli rimproverava di aver prodotto provvedimenti magari utili, ma secondari, e di non aver invece affrontato le grandi questioni strategiche, come il rapporto delle nuove generazioni con l'eredita' culturale del passato, una efficace alternativa al dilagante enciclopedismo, la subordinazione del sapere scolastico-universitario al mondo del lavoro e all'attualita'. Letizia Moratti ha risposto indirettamente, sempre sul Corsera, con un articolo centrato sul ruolo che allo studio della storia e dell'educazione civica e' riconosciuto nella riforma scolastica proposta dal Governo. La risposta non e' apparsa proporzionata alla durezza dell'attacco subito. Anche dai banchi della maggioranza in Parlamento sono piovute critiche. Il senatore Compagna (Cdu), intervenendo nella discussione generale del ddl di riforma, ha invitato il ministro ìa non abdicare al dovere di governare la scuolaî. In parallelo, in occasione della presentazione del secondo quaderno (ìL'Europa valuta la scuola. E l'Italia?î) dell'Associazione ìTreelleî, presieduta da Attilio Oliva, gia' responsabile scuola di Confindustria, e' stato l'ex ministro della Funzione pubblica Sabino Cassese a muovere una pesante critica alla Moratti: non e' un ìgrande architetto di sistemaî, non sa convogliare sulla scuola risorse economiche adeguate, non stabilisce contatti diretti con docenti e allievi. Rilievi che nonostante siano stati respinti dal sottosegretario Aprea, presente al convegno, hanno ugualmente destato una certa impressione nell'ovattato ambiente manageriale-confindustriale che ha ospitato l'iniziativa. 9. Mal di pancia a sinistra: ìIl Riformistaî attacca Berlinguer ìIl Riformistaî, quotidiano che fa capo, anche se con molta liberta', all'ala dalemian-migliorista dei Democratici di Sinistra, allarga il fronte delle polemiche interne alla Quercia includendovi anche il terreno della politica scolastica. In un articolo a firma di Giovanni Cominelli compare una critica della linea antimorattiana sostenuta in questi mesi, prima della sua elezione al Consiglio Superiore della Magistratura, da Luigi Berlinguer. Secondo il quotidiano tra la legge Berlinguer e il disegno di legge della Moratti non ci sono differenze rilevanti, ìse non quelle inventate dalle opposte propagandeî. I veri nemici delle riforme, sostiene Cominelli, sono i sindacati della scuola e le loro forze politiche di riferimento, ìpresenti in ambedue gli schieramentiî. Accanto ai sindacati corporativi e ìbidellizzatiî il secondo nemico dei riformisti e' la sinistra licealista e classista, che non ha saputo contrapporre al modello scolastico gentiliano, rilanciato da Concetto Marchesi (con l'appoggio di Togliatti), un autentico progetto riformatore, centrato sulla costruzione, accanto al liceo, di un canale tecnico-professionale di pari consistenza e dignita'. Una prospettiva, quest'ultima, aperta dalle modifiche apportate al Titolo V della Costituzione. Il disegno di legge Moratti affronta il problema del rapporto fra istruzione e formazione e i raccordi tra scuola, istituzioni formative e mondo del lavoro, ed e' anche il punto di maggior distanza con la legge fatta approvare dall'Ulivo nella scorsa legislatura e con i suoi sostenitori di oggi, CGIL e Cofferati in prima linea. E questa, va fatto notare al ìRiformistaî, e' certamente una ìdifferenza rilevanteî. Oggi c'e' da dare una risposta anche a un'altra questione non secondaria: se in presenza di uno scenario legislativo gia' definito sia lecito attendere i tempi di approvazione e di attuazione di una nuova legge. ------------------------------------------------------------------------------- QUESTIONARIO PER I LETTORI DI TuttoscuolaNEWS Ringraziamo i numerosi lettori che hanno gia' risposto alle nostre domande, fornendoci preziose informazioni che ci aiuteranno a fare un prodotto piu' vicino alle loro esigenze. Pubblichiamo per l'ultima volta il questionario, per chi non ha potuto ancora rispondere (tempo necessario: 5 minuti). Presto renderemo noti i risultati dell'indagine. 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