TuttoscuolaNEWS n. 76



Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
La  newsletter  settimanale  di  Tuttoscuola, la rivista per
insegnanti, genitori e studenti.

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N. 76, 11 novembre 2002


SOMMARIO

1. Scuola media a orario piu' leggero (-9%)
2. Scuola media con piani di studio piu' pesanti
3. Il calendario lungo della materna. In classe anche a luglio?
4. Livelli europei di retribuzioni e di prestazioni/1: l'orario annuo
5. Livelli europei di retribuzioni e di prestazioni/2: la retribuzione
oraria
6. Emendamenti alla Finanziaria per il sostegno
7. La riforma va
8. Delenda Laetitia: una settimana di assalti al Ministro
9. Mal di pancia a sinistra: ìIl Riformistaî attacca Berlinguer



1. Scuola media a orario piu' leggero (-9%)

In vista dell'approvazione della riforma da parte del  Parlamento,  il
ministero    dell'Istruzione   sta  via  via  definendo  i  contenuti
disciplinari e organizzativi dei  diversi  ordini  di  scuola.  Quelli
della scuola elementare (primaria) e dell'infanzia sono da  tempo  sul
sito del ministero ( www.istruzione.it ). Quelli  della  scuola  media
(secondaria    di   I  grado)  non  sono  ancora  stati  ufficialmente
presentati, ma ne circolano edizioni avanzate che la stampa  nazionale
ha commentato proprio in  questi  giorni,  dopo  le  anticipazioni  di
TuttoscuolaNEWS (v. n. 75 del 6 novembre).
Tra le novita' introdotte c'e' quella del tempo  scuola  obbligatorio,
previsto in 900 ore annue.  Attualmente  l'orario  obbligatorio  delle
lezioni e' pari a 990 ore, cioe' a 30 ore per 33  settimane.  L'orario
obbligatorio dovrebbe diminuire quindi di 90 ore annue, pari  a  circa
tre ore alla settimana, scendendo da 30 a 27 ore.
Resta confermata la possibilita', come oggi, di un orario  aggiuntivo,
facoltativo    per   gli  alunni.  Attualmente  infatti  puo'  essere
organizzato    il   tempo  prolungato.  La  nuova  bozza  ministeriale
consentirebbe di aggiungere  fino  a  200  ore  all'anno  (sei  ore  a
settimana), da  utilizzare  per  attivita'  sia  di  recupero  sia  di
sviluppo, scelte d'intesa con gli allievi e le loro famiglie.
Attualmente gli studenti, nei tre  anni  di  scuola  media,  hanno  un
obbligo complessivo di frequenza di 2.970 ore (990 per  ciascun  anno,
cioe' 30 ore alla  settimana);  ne  avrebbero  invece,  con  la  nuova
ipotesi, 2.700 (900 per ciascun anno), con una riduzione del monte ore
obbligatorio nel triennio di 270  ore  (il  9%  in  meno):  un  taglio
equivalente nei tre anni a nove delle attuali settimane di  lezione  (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_76-5.doc ).
La novita', per quanto riguarda l'orario, e' quindi  la  riduzione  di
tre ore settimanali, di cui  vi  era  stata  qualche  avvisaglia  gia'
l'anno scorso con le proposte presentate  agli  Stati  generali  della
riforma. Ma la scuola media, fin dal suo nascere nel 1962,  ha  sempre
funzionato  a  30  ore  alla  settimana.  Ne  basteranno  27  (occorre
ragionare    sullo  standard  obbligatorio)  per  realizzare  i  molti
obiettivi    formativi   che   gli  insegnanti  dovranno  cercare  di
raggiungere,    nel   rispetto  delle  molto  articolate  ìIndicazioni
nazionaliî?  E  poi,  bisogna  immaginare  ripercussioni  anche  sugli
organici?


2. Scuola media con piani di studio piu' pesanti

Ci saranno dunque 900 ore di orario obbligatorio per le scuole, con un
obbligo di frequenza minimo - indica la bozza ministeriale  -  di  825
ore per l'allievo. Come dire che i giorni di assenza avranno un limite
massimo di 75 ore, vale a dire poco meno di 3 settimane. Ma sulle  825
ore torneremo la prossima volta.
Meno ore (obbligatorie, perche' non va  dimenticata  la  quota  oraria
facoltativa)    comporteranno   il   taglio  di  qualche  disciplina?
Tutt'altro. L'elenco degli obiettivi specifici  di  apprendimento  che
compaiono nella proposta ministeriale comprende ben 18  tematiche  (v.
TuttoscuolaNEWS   n.  75),  compresi  l'insegnamento  della  Religione
cattolica e le  6  che  costituiscono  l'area  della  Educazione  alla
convivenza civile, a ciascuna delle quali  si  dovra'  trovare  spazio
nelle 900 ore. Cioe'  in  un  tempo  inferiore  a  quello  attualmente
previsto, nel quale vengono insegnate otto materie (o aggregazioni  di
materie) piu' l'insegnamento della religione cattolica.
Ecco l'elenco delle 18 tematiche ora previste:
Religione cattolica  (non  compariva  nella  prima  bozza),  Italiano,
Inglese, Seconda lingua comunitaria,  Storia,  Geografia,  Matematica,
Scienze, Tecnologia e informatica, Musica, Arte e immagine,  Attivita'
fisica e sportiva, nonche'  Educazione  alla  Cittadinanza,  Stradale,
Ambientale, alla Salute, Alimentare e all'Affettivita'. E' vero che le
ìeducazioniî non hanno la  stessa  autonoma  consistenza  delle  altre
discipline,   ma  certamente  il  loro  insegnamento  e  apprendimento
occupera' tempo e spazio nei piani di studio di tutti i tre anni. Ecco
un tema da approfondire: come conciliare piu' materie con meno ore?

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3. Il calendario lungo della materna. In classe anche a luglio?

Le scuole dell'infanzia aperte per 40 settimane all'anno,  quattro  in
piu' rispetto ad oggi.
A cosa ci  riferiamo?  C'e'  un  passaggio  interessante  nelle  nuove
ìindicazioni per la scuola dell'infanziaî pubblicate sul sito del MIUR
( www.istruzione.it ), che  sembra  essere  sfuggito  all'esame  degli
osservatori di cose scolastiche, sindacati di categoria compresi.
Riguarda l'orario di funzionamento  delle  scuole  dell'infanzia,  che
nelle ìindicazioniî viene individuato in quattro possibili ipotesi, su
cui    i    genitori   possono   effettuare  la  scelta  al  momento
dell'iscrizione: 1000, 1300, 1600 oppure 1800 ore  all'anno.  Tradotto
in un orario giornaliero vuol  dire,  su  una  settimana  corta  di  5
giorni, rispettivamente: 5, 6.5, 8 e addirittura 9 ore al giorno.
Se si pone attenzione non alla varieta' dell'offerta ñ che rappresenta
un fatto positivo su cui le scuole avranno comunque  piu'  di  qualche
complicazione organizzativa ñ ma a quel che vogliono dire quei  numeri
( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_76-2.doc ), si  fa  una  scoperta
sorprendente:   quelle  quantita',  che  corrispondono  ad  un  orario
settimanale di 25, di 32.5, di 40 e di 45 ore, sono  calcolate  su  40
settimane di attivita' didattica.
Attualmente le scuole dell'infanzia statali funzionano fino alla  fine
di giugno per complessive 36 settimane (a fronte delle 33 settimane di
calendario degli altri ordini di scuola).
Prevedere, al posto di 36, 40 settimane significa aggiungere circa  un
mese di calendario scolastico in  piu',  da  ìspalmareî  in  parte  su
settembre e in parte forse su luglio.
Come potrebbe essere presa dalle famiglie e dal personale della scuola
un'ipotesi del genere? C'e' il precedente recente della regione Lazio,
pesantemente contestata nel settembre  scorso  quando  ha  tentato  di
anticipare solo di qualche giorno l'inizio dell'anno scolastico per le
materne statali, ed e' stata costretta ad un precipitoso dietro-front.
Come e' successo per gli anticipi di iscrizione, anche qui  e'  facile
pronosticare molte polemiche, essendo un tema  che  tocca  i  rapporti
scuola-famiglia e che potrebbe incidere pesantemente  sulle  abitudini
dei soggetti coinvolti.


4. Livelli europei di retribuzioni e di prestazioni/1: l'orario annuo

Il    contratto   della  scuola  dovrebbe  conseguire  l'obiettivo  di
realizzare, almeno nel corso del quadriennio di validita', l'obiettivo
di una piena perequazione delle retribuzioni e delle prestazioni degli
insegnanti italiani con quelli dell'Unione europea.
Lo prevede esplicitamente l'atto  di  indirizzo  inviato  dal  Governo
all'Aran (ma, piccolo particolare: i soldi dove stanno?).  Prestazioni
e retribuzioni sono insomma i due corni della questione, con  il  MIUR
piu' attento alle prime e i sindacati alle seconde.
Sulle prestazioni vi e' scarsa  informazione.  Gli  stessi  dati  Ocse
pubblicati nei giorni scorsi non vengono in aiuto, perche' per  alcuni
Paesi, tra cui l'Italia, non riportano le ore annue di prestazione. La
quantificazione delle  prestazioni  orarie  e'  infatti  un'operazione
complessa e piena di variabili.
Tuttoscuola,  anche  per  fornire  un  contributo  di  conoscenza  sul
problema,    ha   elaborato  una  stima  delle  prestazioni  orarie  (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_76-3.doc ), che vede al primo posto
i docenti di scuola elementare con una  prestazione  oraria  annua  di
1.286 ore (media settimanale da settembre a giugno di 34 ore), seguiti
da quelli della materna con 1.202 ore (media settimanale  32),  e  dai
docenti della secondaria di I e II grado praticamente  alla  pari  con
1.138/1.140 ore annue (media settimanale di 30 ore).
A tutto questo, per capire la  portata  effettiva  della  prestazione,
occorre aggiungere la valutazione dei carichi  di  lavoro,  quali,  ad
esempio, il numero di  alunni  per  classe  (molto  diversificato  per
settore scolastico e per aree geografiche).


5. Livelli europei di retribuzioni e di prestazioni/2: la retribuzione
oraria

Tre ore di insegnamento di un docente di  elementare  sono  retribuite
come due ore di insegnamento del collega della secondaria.  E'  quanto
si ricava rapportando il numero di  ore  di  lavoro  prestate  con  lo
stipendio liquidato,  ottenendo  quindi  la  retribuzione  oraria  dei
docenti dei diversi gradi di scuola.
Nelle    piattaforme    rivendicative   dei  sindacati  ammessi  alla
contrattazione nel comparto scuola vi e' il  dichiarato  obiettivo  di
omogeneizzare gli orari di servizio dei docenti che  attualmente  sono
differenziati secondo l'ordine di scuola di appartenenza.
Una previsione simile era contenuta anche nel  programma  quinquennale
del    precedente  governo  dell'Ulivo,  che  ipotizzava  il  graduale
abbassamento dell'orario di servizio dei docenti della scuola primaria
(22+2 ore settimanali) per adeguarlo a quello attuale della secondaria
(18 ore settimanali).
Attualmente tra i docenti dei diversi ordini di scuola  le  differenze
sono inversamente proporzionali, cioe' a maggior  orario  di  servizio
corrisponde piu' bassa retribuzione: piu' orario meno stipendio.
La differenza, insomma, la  fa  il  titolo  di  studio  richiesto  per
l'accesso  (anche  se  sono  moltissimi  ormai  i  docenti  di  scuola
elementare e materna laureati).
Se poi il confronto retributivo tra i docenti dei  diversi  ordini  di
scuola viene fatto sulla base oraria della prestazione, le  differenze
diventano macroscopiche, come si puo' vedere dalla tabella allegata  (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_76-4.doc ).
Le ore  di  docenza  (comprensive  delle  attivita'  connesse  con  la
funzione) sono piu' leggere o piu' pesanti (ci riferiamo  al  compenso
orario) in base all'ordine di scuola in cui vengono prestate.
Tre ore di insegnamento di un docente di  elementare  sono  retribuite
come due ore di insegnamento del collega della  secondaria.  Detto  in
altri termini, al docente della secondaria bastano 6 ore  e  mezza  di
lavoro per ottenere i soldi guadagnati dal maestro dell'elementare con
10 ore di lavoro.
In attesa  di  un  trattamento  retributivo  di  livello  europeo,  le
organizzazioni sindacali nazionali propongono intanto  di  ridurre  la
ìforbiceî  salariale  tra  i  diversi  livelli  di  docenza  italiana,
prevedendo l'abbassamento dell'orario di servizio  dei  docenti  della
primaria.

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6. Emendamenti alla Finanziaria per il sostegno

La Camera, nel corso  dell'approvazione  della  Finanziaria  2003,  ha
introdotto alcuni emendamenti all'art. 22  (ora  art.  25)  del  testo
relativo alla scuola.
In particolare e' stato  completamente  riformulato  il  comma  6  che
prevedeva una gestione rigorosa dell'assegnazione di posti di sostegno
in deroga al rapporto di un docente ogni 138 alunni iscritti.
La prima formulazione, motivata da  una  situazione  che  il  MIUR  ha
ritenuto fuori controllo (piu' di 20 mila  posti  in  deroga,  pari  a
circa il 30% di tutti i  posti  di  sostegno  funzionanti),  prevedeva
l'affidamento della gestione dei posti  al  direttore  generale  degli
uffici scolastici regionali, nell'ambito di un  contingente  di  posti
definiti dal ministero.
La    nuova    formulazione    del    testo    (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_76-1.doc    )    conferma   questa
competenza affidata al direttore regionale, ma introduce la previsione
di una  preventiva  definizione  dei  criteri  e  delle  modalita'  di
accertamento delle situazioni  di  handicap  da  parte  delle  Aziende
sanitarie locali.
Le Asl erano finite sotto accusa da parte del  MIUR  che,  soprattutto
per bocca del sottosegretario Aprea negli  interventi  in  Parlamento,
aveva parlato di certificazioni  facili  o  accomodanti.  La  reazione
dell'opposizione era stata molto dura e  alcuni  parlamentari  avevano
dichiarato di voler denunciare il sottosegretario.
L'emendamento mette fine alla polemica, prevedendo l'emanazione di  un
apposito decreto della presidenza del Consiglio (definito d'intesa con
Conferenza Stato-regioni, dopo  aver  sentito  lo  stesso  Parlamento)
entro due mesi dall'approvazione della legge, con  il  quale  verranno
dettate disposizioni per gli accertamenti degli handicap, nel rispetto
di quanto  previsto  dall'art.  3  della  104/1992,  legge-quadro  per
l'assistenza,   l'integrazione  sociale  e  i  diritti  delle  persone
handicappate.
A proposito di  direttori  regionali,  il  direttore  Enzo  Martinelli
continua    saldamente   a  tenere  la  responsabilita'  dell'Ufficio
scolastico regionale del Veneto e non abbandona  il  campo.  Ne  siamo
lieti, prendendo atto  che  l'indiscrezione  da  noi  riportata  nello
scorso numero era un falso allarme.

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7. La riforma va

La riforma del sistema scolastico ha compiuto robusti passi formali in
Parlamento con l'approvazione dei primi due articoli  del  disegno  di
legge delega e si avvia a diventare legge.
Pochi  o  nulli  gli  spiragli  per  un  incontro  tra  maggioranza  e
opposizione.    Di   certo  la  discussione  non  e'  ne'  ampia,  ne'
approfondita come il tema meriterebbe, ne' chiara  per  il  paese.  Il
Parlamento e' chiamato sempre  piu'  a  ratificare  le  decisioni  del
governo. Questo accelera i tempi di approvazione finale, che  dovrebbe
avvenire questa settimana. Poi il testo passera' alla  Camera  per  un
nuovo percorso tra emendamenti e dibattiti.
Intanto la sperimentazione affidata alle 250  istituzioni  scolastiche
fa le prove generali della riforma nella  scuola  dell'infanzia  e  in
prima  elementare,  ispirandosi  alle  ìindicazioniî  elaborate  dagli
esperti coordinati dal prof. Bertagna.
Numerose le conferenze di  servizio  sul  territorio  organizzate  dai
gruppi tecnici  regionali  di  sostegno  a  favore  delle  istituzioni
scolastiche sperimentali (di cui quasi un terzo paritarie).
Sono in programma nei prossimi giorni a Bellaria e a Palermo  incontri
dei   dirigenti  scolastici  e  dei  responsabili  d'istituto  per  la
sperimentazione, organizzati dall'INDIRE, d'intesa con  il  MIUR,  per
l'avvio della formazione e-learning.


8. Delenda Laetitia: una settimana di assalti al Ministro

La settimana scorsa non e'  stata  facile  per  il  ministro  Moratti,
almeno dal punto di vista dell'immagine.  Aveva  cominciato  il  prof.
Ernesto Galli della Loggia  con  un  duro  editoriale  pubblicato  sul
Corriere della Sera del 3 novembre, intitolato  ìnuova  cultura  senza
un'ideaî. Al ìtrioî Moratti-Urbani-Baldassarre veniva rimproverato  di
non aver saputo dare idee-forza  e  contenuti  nuovi  alla  destra  di
governo. Alla Moratti, in  particolare,  Galli  rimproverava  di  aver
prodotto provvedimenti magari utili,  ma  secondari,  e  di  non  aver
invece affrontato le grandi questioni strategiche,  come  il  rapporto
delle nuove generazioni con  l'eredita'  culturale  del  passato,  una
efficace alternativa al dilagante  enciclopedismo,  la  subordinazione
del    sapere    scolastico-universitario   al  mondo  del  lavoro  e
all'attualita'.
Letizia Moratti ha risposto indirettamente, sempre sul Corsera, con un
articolo    centrato   sul  ruolo  che  allo  studio  della  storia  e
dell'educazione   civica  e'  riconosciuto  nella  riforma  scolastica
proposta dal Governo. La risposta non e'  apparsa  proporzionata  alla
durezza dell'attacco subito.
Anche   dai  banchi  della  maggioranza  in  Parlamento  sono  piovute
critiche. Il senatore Compagna (Cdu), intervenendo  nella  discussione
generale del ddl di riforma, ha invitato il ministro ìa  non  abdicare
al dovere di governare la scuolaî.
In parallelo, in occasione della presentazione  del  secondo  quaderno
(ìL'Europa    valuta   la  scuola.  E  l'Italia?î)  dell'Associazione
ìTreelleî, presieduta da Attilio Oliva, gia'  responsabile  scuola  di
Confindustria, e' stato l'ex ministro della Funzione  pubblica  Sabino
Cassese a muovere una pesante critica alla Moratti: non e' un  ìgrande
architetto di  sistemaî,  non  sa  convogliare  sulla  scuola  risorse
economiche adeguate, non stabilisce contatti  diretti  con  docenti  e
allievi.    Rilievi    che   nonostante   siano  stati  respinti  dal
sottosegretario Aprea, presente al convegno, hanno ugualmente  destato
una    certa    impressione    nell'ovattato    ambiente
manageriale-confindustriale che ha ospitato l'iniziativa.


9. Mal di pancia a sinistra: ìIl Riformistaî attacca Berlinguer

ìIl Riformistaî, quotidiano che fa capo, anche se con molta  liberta',
all'ala dalemian-migliorista dei Democratici di Sinistra,  allarga  il
fronte delle polemiche interne  alla  Quercia  includendovi  anche  il
terreno della politica scolastica. In un articolo a firma di  Giovanni
Cominelli compare una critica della linea antimorattiana sostenuta  in
questi mesi, prima della sua elezione  al  Consiglio  Superiore  della
Magistratura, da Luigi Berlinguer.
Secondo il quotidiano tra la legge Berlinguer e il  disegno  di  legge
della Moratti  non  ci  sono  differenze  rilevanti,  ìse  non  quelle
inventate dalle opposte propagandeî.  I  veri  nemici  delle  riforme,
sostiene Cominelli, sono i sindacati della  scuola  e  le  loro  forze
politiche di riferimento,  ìpresenti  in  ambedue  gli  schieramentiî.
Accanto ai sindacati corporativi e ìbidellizzatiî  il  secondo  nemico
dei riformisti e' la sinistra  licealista  e  classista,  che  non  ha
saputo contrapporre al modello scolastico  gentiliano,  rilanciato  da
Concetto Marchesi (con l'appoggio di Togliatti), un autentico progetto
riformatore, centrato sulla  costruzione,  accanto  al  liceo,  di  un
canale tecnico-professionale  di  pari  consistenza  e  dignita'.  Una
prospettiva, quest'ultima, aperta dalle modifiche apportate al  Titolo
V della Costituzione. Il disegno di legge Moratti affronta il problema
del rapporto fra istruzione e formazione  e  i  raccordi  tra  scuola,
istituzioni formative e mondo del lavoro, ed  e'  anche  il  punto  di
maggior distanza con la legge fatta approvare dall'Ulivo nella  scorsa
legislatura e con i suoi sostenitori di  oggi,  CGIL  e  Cofferati  in
prima linea. E questa, va fatto notare al ìRiformistaî, e'  certamente
una ìdifferenza rilevanteî.
Oggi c'e'  da  dare  una  risposta  anche  a  un'altra  questione  non
secondaria: se in presenza di uno scenario legislativo  gia'  definito
sia lecito attendere i tempi di approvazione e di  attuazione  di  una
nuova legge.



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QUESTIONARIO PER I LETTORI DI TuttoscuolaNEWS

Ringraziamo i numerosi lettori che hanno  gia'  risposto  alle  nostre
domande, fornendoci preziose informazioni che ci aiuteranno a fare  un
prodotto piu' vicino alle loro esigenze.
Pubblichiamo per l'ultima volta il questionario, per chi non ha potuto
ancora rispondere (tempo necessario: 5 minuti). Presto renderemo  noti
i risultati dell'indagine.
Per rispondere, cliccate qui:

http://www.tuttoscuola.com/questionario


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