Sciopero del 6 dicembre



Riprendere l'iniziativa





Il 18 ottobre scorso milioni di lavoratori sono scesi in sciopero contro
una Legge Finanziaria che, fra l'altro, prevede il taglio delle risorse per
la scuola pubblica, il licenziamento di migliaia di colleghi, il taglio
dell'occupazione, il degrado del servizio.

Sapevamo allora, e sappiamo oggi, che quello che si sta sviluppando non è
uno scontro sindacale di poco conto e che il governo, in pieno accordo con
il padronato e parte consistente dei sindacati istituzionali, intende
piegare i lavoratori della scuola e imporre le sue scelte.

Sappiamo anche che solo la nostra mobilitazione può imporre:

- forti investimenti nella scuola pubblica, per le strutture il cui stato
deplorevole è stato tragicamente dimostrato pochi giorni addietro, per la
formazione in servizio del personale, per garantire il diritto allo studio

- retribuzioni europee i lavoratori della scuola in Italia sono ai livelli
più bassi come dimostrano anche le più recenti inchieste
i diritti dei colleghi precari ai quali viene negato un'immissione in ruolo
che è da anni spetta loro sulla base della stessa normativa mentre si
indicono nuovi concorsi per il posto di Dirigente Scolastico con i soliti
criteri, diciamo così, familiari



Il sindacalismo di base, unitariamente,  riprende la mobilitazione contro
la legge finanziaria con la quale il governo punta alla privatizzazione
dell'istruzione e del sapere grazie ai finanziamenti alla scuola privata ed
all'aziendalizzazione di quella pubblica.

Sviluppiamo l'iniziativa per il contratto e per spezzare i vicoli imposti
dall'accordo del 4 febbraio 2002, firmato da governo e CGIL-CISL-UIL, che
prevede risorse ridicole a fronte di un'inflazione reale superiore al 3%.

Mentre inchieste autorevoli ed indipendenti confermano la collocazione
delle nostre retribuzioni nella fascia bassa dei paesi industrializzati e
il fatto che il nostro orario e carico di lavoro è nella media
internazionale  i nostri avversari farneticano della necessità di tagliare
l'organico e di aumentare l'orario.



L'ARAN è giunta, recentemente, al punto di pretendere di tagliare la
retribuzione ai colleghi assenti per malattia! Dei "tecnici" riccamente
pagati per occuparsi della contrattazione nel pubblico impiego pretendono,
per conto dei loro padroni, di ridurci allo stato di lavoranti a giornata.

Sta a noi decidere se siamo disposti a tollerare comportamenti del genere!



Sciopero generale della scuola e del pubblico impiego venerdì 6 dicembre







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