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i predoni dell'acqua
- Subject: i predoni dell'acqua
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 1 Oct 2004 06:59:33 +0200
di Alice.it
28 setembre 2004
Giuseppe Altamore
I predoni dell'acqua
Acquedotti, rubinetti, bottiglie: chi guadagna e chi perde
"La Sardegna è una delle Regioni che soffre maggiormente la sete. Per
cercare di risolvere i ricorrenti problemi idrici, il presidente della
Regione non ha trovato nulla di meglio che pensare alla realizzazione di
dighe in Corsica per portare l'acqua in Sardegna."
La nuova collana "Oltremare" delle edizioni San Paolo si è fatta carico di
affrontare, nel modo più possibile libero, tematiche estremamente complesse
e ha scelto di produrre libri che, denunciando ingiustizie gravi ma poco
note al grande pubblico, sappiano svelare i retroscena che le determinano,
senza paura dei poteri forti, cercando invece di andare "oltre", verso la
libertà del pensiero e dell'informazione. Non è un caso che tra i primi
titoli pubblicati sia apparso questo I predoni dell'acqua che affronta una
tematica molto delicata, visti gli interessi ad essa sottesi. Si tratta
infatti di un business da 400 miliardi di dollari che può determinare in un
futuro molto vicino immense disuguaglianze non solo tra la popolazione
mondiale, ma anche all'interno del ricco Occidente industrializzato.
Prendiamo in considerazione proprio l'Italia: 14 sono le aree a rischio
desertificazione a causa dello sfruttamento eccessivo delle risorse e dello
spreco compiuto di quelle esistenti; è in atto un processo di salinizzazione
degli acquiferi lungo le nostre coste, effetto del saccheggio delle falde e
del prelievo esagerato d'acqua; lo spreco di questo prezioso elemento pone
gli italiani al primo posto tra gli europei nel consumo; i conti tra acqua
erogata e consumata non tornano, cioè ne esiste una gran quantità che si
"perde", si ruba, o viene generosamente donata ad esempio alla Città del
Vaticano che in base a un articolo del Concordato non deve pagare nulla per
l'acqua che consuma. Il saggio prosegue nell'elencare sprechi e saccheggi,
in pianura come sulle Alpi, si parla di predoni degli appalti relativi a
dighe che in certe zone si moltiplicano solo perché il profitto per la loro
costruzione è altissimo e si parla così anche di idromafia, vera calamità
nazionale.
Dal quadro generale, passiamo al particolare: ma quanto è inquinata l'acqua?
Da quando i romani crearono gli acquedotti a oggi, abbiamo fatto molta
strada per renderla sempre meno bevibile! Grande è, per fortuna, l'
attenzione al problema del suo livello di inquinamento che non può di certo
risolversi con l'uso diffuso delle acque in bottiglia. Anzi, attenzione alle
multinazionali che imbottigliano l'"oro blu"! Arsenico, amianto,
radioattività: leggere questa parte del saggio crea un po' di panico nel
lettore ma, in ogni caso, meglio sapere che ignorare quello che ci "danno da
bere".
Se cerchiamo di superare la miopia che spesso ci caratterizza e allarghiamo
lo sguardo oltre il territorio nazionale è impossibile non restare colpiti
da alcuni dati. L'Oms parla di 3.400.000 morti ogni anno nel mondo per acqua
contaminata tanto che proprio la carenza di acqua potabile è uno degli
elementi maggiori di divario tra paesi poveri e paesi ricchi.
Chiuderei su questo dato drammatico l'analisi del saggio che pure sviluppa
molti altri temi, circostanziando in modo preciso le varie e molteplici
denunce che sottopone alla sensibilità e all'intelligenza dei lettori.
I predoni dell'acqua. Acquedotti, rubinetti, bottiglie: chi guadagna e chi
perde di Giuseppe Altamore
189 pag., Euro 12.00 - Edizioni San Paolo (Oltremare)
ISBN 88-215-5236-5
Le prime righe
Introduzione
Oro blu, un'espressione suggestiva, forse esagerata. Ma dopo aver letto
questo libro, probabilmente non riuscirete a trovare una definizione
migliore per un business da 400 miliardi di dollari. L'acqua, bene primario
ed essenziale alla vita, è al centro di molti interessi economici: dagli
appalti per dighe inutili, alla gestione privata degli acquedotti, alla
vendita di acqua imbottigliata. Per alcuni si tratta di pura e semplice
mercificazione della fonte della vita. Per altri, invece, è giusto
attribuire un valore economico all'acqua onde evitare di dissipare le fonti
del pianeta con comportamenti sconsiderati.
Di sicuro sull'acqua incombono molti pericoli: la desertificazione di vaste
aree del Paese, la salinizzazione delle falde costiere, l'inquinamento e lo
spreco stanno compromettendo sia la qualità sia la quantità delle nostre
risorse. In questo scenario si muovono i «predoni dell'acqua»:
multinazionali che imbottigliano l'oro blu, corporation dell'acqua potabile,
costruttori di dighe e spregiudicati venditori di purificatori che tentano
di trarre il maggior vantaggio possibile dai mali che attanagliano le
sorgenti, i fiumi e i laghi.
C'è chi vende l'illusione della purezza in una bottiglia di plastica. Chi
cerca di convincerci che dal rubinetto esce ormai soltanto il veleno e
riesce a piazzare a 1.500 euro inutili e spesso dannosi "depuratori"
domestici.
L'autore
Giuseppe Altamore (1956), laureato in sociologia, giornalista, vive e lavora
a Milano. Come vicecaporedattore di Famiglia Cristiana si occupa
prevalentemente di economia, di consumi e di sicurezza alimentare. Grazie a
diverse inchieste sul tema dell'acqua, è ormai riconosciuto come uno dei
maggiori esperti in questioni idriche, non solo tra i giornalisti. È autore
di altri quattro libri: Europa, istruzioni per l'uso; Tutte le parole dell'
economia; Personal budget; Qualcuno vuol darcela a bere.Acqua minerale,uno
scandalo sommerso.
Di Grazia Casagrande