[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
bolletta cara se manca una politica energetica
- Subject: bolletta cara se manca una politica energetica
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 30 Aug 2004 16:53:37 +0200
da unità.it
domenica 25 luglio 204
Bolletta cara, se manca una politica energetica
di Enrico Lorenzini*
Partiamo da una notizia sorprendente (fino ad un certo punto!): in Francia
il governo vuole privatizzare Edf e Gdf. Il sindacato insorge e.. "stacca la
luce". Dove? Ad una stazione di Parigi, all'Eliseo, alle ambasciate, al
Ministero degli Interni...alla torre Eiffel!
I sindacalisti della Cgt hanno fatto mancare la luce al Presidente del Medef
(Confindustria francese), al Presidente "France television"..ai siti
industriali della Michelin, della Nestlè e si sono accaniti contro la villa
del primo Ministro Raffarin, a cui hanno estirpato il contatore dell'energia
elettrica, e lo hanno mostrato alla folla..come durante la rivoluzione si
faceva con le teste di nobili e alti prelati. Come mai? La protesta è contro
la liberalizzazione del mercato nazionale. Attenzione, che cosa produrrà
questa protesta?
Se fossi un politico italiano, la esaminerei a fondo : nel decreto Marzano
si parla di "reciprocità", che si deve estendere anche a quando Edf avrà le
quote FIAT di Edison.
Seconda notizia.si badi, non indipendente dalla scelta europea di
liberalizzazione messa in discussione dal sindacato francese. Tutti i mezzi
di informazione hanno lanciato grida di dolore perché "la bolletta elettrica
italiana è più cara del 50% rispetto alla media Ue", anzi aggiungo, è
proprio la più cara di tutte rispetto al costo del KWh al netto delle
imposte.
A dare l'allarme è stato il presidente dell'Authority per l'energia
elettrica e il gas, l'ing. Ortis, persona sicuramente preparata e precisa.
Finalmente! Poiché da tempo io (ma anche pochi altri) lo andavamo scrivendo
e anche dicendo in interviste. Dice Spampinato: "Tutta colpa delle reti
vecchie e mal gestite.", naturalmente uno straccio di responsabilità è
impossibile trovarlo! E Ortis al Parlamento aggiunge: "l' Authority ha
avviato specifiche istruttorie per verificare eventuali responsabilità a
carico di operatori del sistema elettrico nazionale.." Sarà vero? E
soprattutto, chi sono gli esperti "indipendenti" che egli ha scelto? Ma da
una denuncia così grave che dovrebbe essere presa in seria considerazione
dai Ministri competenti per trarne almeno qualche conclusione in merito alle
responsabilità di chi guida "la politica elettrica", ne scaturisce invece
che il commercialista Gnudi, presidente di ENEL, tuona "finché l'Italia
continuerà a bruciare petrolio, le tariffe non caleranno...serve un nuovo
mix di fonti, carbone in primis". E questo su tutti i quotidiani ,ma nessun
commento. Alcune associazioni dei Consumatori plaudono alla dunucia-Ortis,
ma solo molto confusamente fanno una riflessione, chiedono però una profonda
modernizzazione del settore e alcuni il cambiamento delle dirigenze degli
Enti energetici nazionali. Simili affermazioni tecniche, al solito non
giustificate, ma evidentemente basate su ben altre motivazioni, dovrebbero
essere vagliate e dibattute.
È quanto l'Università di Bologna vuole organizzare con un Convegno Nazionale
sulla politica energetica italiana. Fra l'altro, si è proprio sicuri che
passando da petrolio a carbone, la bolletta elettrica diminuirà? E i costi
"che non si vedono"? Cioè i costi umani, li dimentichiamo? Io non ho mai
visto "ville" di sostenitori del carbone pulito, presso le centrali a
carbone. Come mai? Esistono articoli chiari di scienziati americani e
inglesi su riviste internazionali inerenti all'inquinamento. Non sto
parlando delle affermazioni di qualche "verde" un po' agitato! La soluzione
del problema sta ben in altro: riguarda la gestione degli Enti produttori,
l'utilizzo e la redditività del capitale degli stessi Enti, la efficienza
termodinamica degli impianti, il concetto di modernizzazione, il processo di
manutenzione ecc.ecc.Quando la conduzione sarà fatta in termini moderni di
bilanci exergetici e di politica di razionalizzazione dell'uso,
considerando, questa volta, i bilanci emergetici?
Ecco, in sintesi, una managerialità ad alto livello. E' a questo livello la
condizione di politica energetica degli Enti pubblici italiani? Il recupero
di competitività industriale è essenziale per il rilancio dell'Italia, ma
anche il singolo cittadino non può essere oberato da balzelli che sono
sempre i maggiori d'Europa!
*Professore di gestione dell'Energia
Università di Bologna