concordo con te Tuula nel mio giudizio negativo sulle concezioni
economiche del PD, oltre che ambientali che non mi pare esistano
(l'ambientalismo del fare...)
quello che mi preoccupa è il vuoto nell'analisi politica ed
economica nei movimenti: a Firenze, da dove scrivo, c'è un gran
storcere il naso davanti a questa novità dei 5 stelle.
Io mi affanno a dire che adesso non è importante quello che possiamo
pensare dei nuovi arrivati in parlamento, la cosa straordinaria è
che il giocattolo neoliberista e fautore dell'austerità si è rotto.
Io credo fermamente che i movimenti italiani dovrebbero lanciare una
manifestazione nazionale contro austerità, contro la troika, per
ricontrattare il debito.
Mai come ora l'emergenza economica è grave; con un altro anni di
questa cura e di questa recessione raggiungiamo il disastro greco.
Lanciare ora una mobilitazione su questi temi servirebbe a riportare
il dibattito politico su temi seri e non su pinzillacchere come il
numero dei parlamentari.
Servirebbe anche a portare allo scoperto i 5 stelle e capire se sono
un movimento capace di intercettare i problemi fondamentali o un
movimento di chiacchiere.
Una cosa di cui non mi so capacitare in Italia è di vedere il sonno
sociale e la scarsa coscienza collettiva dei problemi: mentre in
Europa ci sono grandi mobilitazioni contro la troika qua troppo
spesso non si sa nemmeno cosa sia.
TC
Il 16/03/2013 07:55, Tuula Haapiainen
ha scritto:
Anche io aspetto molto da 5 stelle, e
sono riconoscente a loro dell' aver portato finalmente tante
donne la parlamento. Ma l'ambiente senza il discorso sulla
politica economica non porta da nessuna parte. Per il momento
non li ho votati e tanto meno al PD di cui vedo non solo carenze
sulla politica ambientale ma anche economica. Staremo a vedere
dove andrà l'Italia con questo nuovo parlamento.
tuula h
Il 16/03/2013 06:43, ANDREA AGOSTINI ha scritto:
Il vuoto
laburismo del Pd che non capisce l'ambientalismo
di Roberto Della Seta giovedì 14
marzo 2013
manifesto, 13 marzo 2013 (f.b.)
L'ambiente è un tema importante. Indispensabile per capire il
mondo attuale:
la crisi ecologica, l'attenzione crescente verso i beni
comuni, l'avanzata
della green economy... E utile, utilissimo, anche per
orientarsi in questa
stagione inedita e complicatissima della politica italiana:
per misurare ad
esempio la distanza notevole che separa la dirigenza del Pd da
un riformismo
contemporaneo, e per indagare le premesse culturali e sociali
che hanno reso
possibile il trionfo elettorale dei Cinquestelle.
La larga maggioranza del gruppo dirigente del Pd non riesce a
capire
l'importanza dell'ambiente. Non capisce, soprattutto, come sia
possibile che
per un numero sempre più grande di persone la domanda di
ambiente si
intrecci con quella del lavoro, del reddito, dell'equità
sociale, e conti
altrettanto. Lo si è visto con i referendum del 2011: la
nomenclatura
democratica prima ha osservato con sospetto la mobilitazione
referendaria
che cresceva, poi è rimasta quasi stralunata scoprendo che 30
milioni di
italiani - malgrado la crisi economica, malgrado problemi
materiali per
molte famiglie drammatici - considerino prioritarie questioni
non
direttamente economiche come l'acqua pubblica o il no al
nucleare.
Questo ritardo nel riconoscere l'odierna centralità delle
questioni
ambientali accomuna il Pd a molti altri partiti socialisti,
legato com'è a
una tradizione culturale che vede il progresso, lo sviluppo
quali fenomeni
lineari e illimitati. Ma in Italia si manifesta con ancora più
forza per la
prevalenza nella nostra sinistra di una tradizione - quella
del Pci - che ha
sempre faticato ad adeguare le proprie visioni all'evoluzione
sociale e
culturale e che di fronte a tutte le nuove sensibilità e i
nuovi movimenti
dell'ultimo mezzo secolo - dal '68 al femminismo,
dall'ambientalismo ai
diritti civili - ha sempre reagito arroccandosi.
Prigioniero della sua genetica arretratezza, il gruppo
dirigente del Pd, di
cui i cosiddetti "giovani turchi" sono l'espressione più
recente ma anche
più ottusa, declina secondo alfabeti totalmente inattuali le
stesse ricette
per arrestare il declino economico dell'Italia: attardandosi a
parole in una
sorta di vuoto "gramelot" laburista, coltivando nei fatti
rapporti assai
stretti - rapporti molte volte opachi, di scambio e di potere
- con i
settori meno dinamici, oltre che più antiecologici, della
struttura
economica (l'edilizia della rendita fondiaria, i grandi gruppi
dell'energia
fossile, l'industria pesante). Tutte e due queste inerzie
conservatrici
contraddicono l'ambizione dei democratici di guidare un
progetto di radicale
cambiamento e li allontanano dall'elettorato più giovane.
Entrambe lasciano
in ombra le grandi innovazioni - ecologia, educazione,
tecnologia - di cui
l'Italia come l'intero Occidente ha disperato bisogno.
Anche se l'ascesa spettacolare del movimento Cinquestelle è
dovuta
soprattutto a un'efficacissima, e largamente giustificata,
crociata
"anti-casta", però proprio l'ambiente è uno degli argomenti
più frequentati
dai grillini: così nei loro programmi, nel loro discorso
pubblico, nei
curricula di buona parte dei loro eletti. Da questo punto di
vista i
Cinquestelle, bisogna dirlo, non hanno inventato nulla:
l'ecologia, i beni
comuni, sono temi da tempo "a disposizione", ed erano centrali
già nelle
mobilitazioni no-global di dieci anni fa.
Loro li hanno raccolti, depurati di qualche tossina
vetero-ideologica di
troppo (l'ambientalismo come nuova frontiera
anti-capitalista), conditi con
nuovi ingredienti - la democrazia della rete, un certo
comunitarismo nimby -
di per sé discutibili ma gettonatissimi nell'Italia disgustata
dalla
politica dei partiti. Certo il movimento di Grillo resta
essenzialmente un
"sintomo" dell'accresciuta importanza culturale e sociale
dell'ambiente,
mentre il suo concreto programma non pare sempre all'altezza
di curare i
tanti e gravissimi mali ambientali dell'Italia. Ma un fatto è
indiscutibile:
i Cinquestelle sono l'unica forza politica italiana che
propone l'ambiente
come parte decisiva di una prospettiva generale di
cambiamento.
Il Partito democratico vuole ripartire dopo la dolorosissima
"non vittoria"
di queste ultime elezioni? Allora la smetta di perdere tempo e
faccia
corteggiando i "cinquestelle" dopo averli sbeffeggiati per
mesi, e provi
invece a diventare più contemporaneo mettendo per davvero
l'ambiente al
centro del suo sistema di valori e di interessi, e la green
economy nel
cuore della sua idea di sviluppo. Sarebbe più serio e
funzionerebbe meglio.
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