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enel il bluff della bioraria di notte non si risparmia più
- Subject: enel il bluff della bioraria di notte non si risparmia più
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 18 Apr 2012 09:15:31 +0200
Il bluff della bioraria:
alla sera il risparmio non c'è più
Nessun vantaggio per chi usa gli elettrodomestici dopo il tramonto. Con le rinnovabili è sceso il prezzo di giorno, ma le aziende lo hanno alzato di notte. Giulio Meneghello Siete tra coloro che fanno i salti mortali per organizzare la lavatrice
notturna, accendere lo scaldabagno e iniziare a stirare, orologio alla mano,
solo la sera?
Probabilmente sì, almeno se fate parte dei milioni di italiani trasferiti d’autorità alla tariffa bioraria del mercato vincolato, convinti che solo cambiando le vostre abitudini avreste potuto risparmiare. Mettetevi l’anima in pace, tanto sforzo non ha praticamente nessun effetto in bolletta. Di giorno costa meno La denuncia l’ha fatta la scorsa settimana il portale web Qualenergia.it
parlando di uno strano fenomeno che si sta rilevando sulla Borsa elettrica.
Prima dell’esplosione del fotovoltaico, che ha sorpassato i 13 GW di potenza di
cui 9 installati nel 2011, alla Borsa elettrica c’erano due picchi di prezzo:
uno di giorno, verso le 11 di mattina, e uno di sera, tra le 18 e le 20. Ora il
picco delle 11 è praticamente scomparso ma in compenso il picco di prezzo serale
è schizzato verso l’alto. Se giovedì 13 marzo 2008 tra le 18 e le 20 non si
superavano i 120 €/MWh, giovedì 14 marzo 2012 alla stessa ora si sono sfiorati i
175 €/MWh a livello nazionale e i 250 €/MWh in mercati di zona (che concorrono a
formare il prezzo nazionale) come quello sardo.
Merito delle rinnovabili, ma... Cosa succede? Il fotovoltaico, producendo a costi marginali nulli (non
serve più combustibile per dare un kWh in più), di giorno fa concorrenza alle
centrali tradizionali e riesce a contenere il prezzo dell’energia. Questo spiega
il livellamento del picco di prezzo diurno, detto peak shaving: così si stima
che nel 2011 il sole abbia tagliato dalle bollette circa 400 milioni di euro.
Ci sono le impennate anomale Resta da giustificare l’anomalo impennarsi del picco di prezzo serale,
visto che la domanda serale non è cresciuta in questi anni, anzi. Lo fa l’ex
amministratore Enel, e ora presidente di Ises Italia, Giovanbattista Zorzoli:
“Succede che i produttori da fonti convenzionali, che ci rimettono nella fascia
diurna a causa del solare, cercano di rifarsi la sera”. E Davide Tabarelli di
Nomisma Energia conferma: “Altre spiegazioni non ce ne sono”. Gli impianti
tradizionali, soprattutto i nuovi a gas a ciclo combinato, infatti, sono
danneggiati dalla concorrenza del fotovoltaico che li costringe spesso a restare
spenti durante il giorno.
Pur nascondendosi dietro motivi tecnici, anche Assoelettrica ammette: “I costi di produzione salgono perché anche se gli impianti vengono chiamati a produrre solo per 2-3 ore a causa dei tempi di accensione e spegnimento, devono comunque restare accesi anche per 9 ore”. Tradotto: lavorano meno e devono rifarsi con i prezzi più alti alla sera. Resta da vedere se violino le leggi della concorrenza.
Un cartello sui prezzi? “Non posso affermare che ci sia un cartello, ma se fossi nell’Antitrust
un’occhiata la darei”, commenta Zorzoli. D’altra parte, non sarebbe la prima
volta che si ricorre a pratiche scorrette per tenere alto il prezzo
dell’elettricità nelle ore di picco. Lo facevano nel 2010 sia Enel ed Enel
Produzione che Edipower e società a lei collegate che, spiega l’Antitrust,
offrivano “i propri impianti secondo modalità volte a mantenere il prezzo zonale
siciliano a elevati livelli nelle ore di picco, provocando un aumento del costo
dell’energia elettrica acquistata da tutti gli utilizzatori italiani”.
E i consumatori pagano In attesa che le Authority decidano se metterci il naso, ai consumatori
resta il sapore della beffa: l’ elettricità è più cara di quel che potrebbe
essere se il sistema fosse più efficiente o meno distorto. E, soprattutto, la
differenza di prezzo tra l’energia usata nella fascia diurna, la f1, e quella
delle fasce f2 ed f3 si è quasi azzerata. “Quando si è pensata la tariffa
bioraria - ci spiega Mauro Zanini di Federconsumatori - la differenza in Borsa
era del 30%, ora è scesa sotto il 4%”.
“Seppur in maniera complessa e dilazionata, dato che l’Acquirente Unico (l’ente che acquista sul mercato l’energia per i clienti del servizio di maggior tutela, ndr) compera l’energia in parte in borsa e in parte con contratti a lungo termine”, specificano dall’Aeeg, il fenomeno si riflette e si rifletterà sempre di più sulla bolletta. La simulazione: il risparmio è dell’1% “Su un consumo annuo di 2.700 kWh, l’utente attento che concentra il 70%
dei consumi nelle fasce meno costose ora risparmia circa 4,80 euro, cioè solo
l’1% rispetto all’utente meno virtuoso che in f2 e f3 ha solo il 55% dei
consumi. E se consumasse 3.500 kWh il risparmio sarebbe di 6,40 euro, lo
0,91%”, sottolinea Zanini. Già adesso, in sostanza, il gioco non vale la
candela. E in futuro, quando anche i contratti a lungo termine sottoscritti
dall’Acquirente Unico si adegueranno alla tendenza, il risparmio sarà persino
minore. Ovviamente a meno che le inefficienze e le storture del mercato
elettrico non vengano corrette.
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