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ecco il motivo dei ritardi sulle grandi opere
- Subject: ecco il motivo dei ritardi sulle grandi opere
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Tue, 8 Mar 2011 06:38:37 +0100
da il cambiamento.it
Legge obiettivo, Wwf: "Ecco
i motivi dei ritardi sulle grandi opere"
Wwf pubblica il rapporto 'Sindrome Nimby no
grazie', all'interno del quale si spiegano i reali motivi dei ritardi nella
realizzazione delle grandi opere. "Il programma delle infrastrutture strategiche
è esploso in mano ai governi che si sono succeduti dal 2001 ad oggi, con un
incremento dei costi del 280% in 10 anni".
di WWF - 25 Febbraio 2011 "Negli ultimi 10 anni si è passati dalle 110 opere individuate nel Primo Programma per un valore di 125,8 miliardi di euro, alle 348 opere, per un valore di 358 miliardi La legge Obiettivo è servita in 10 anni prevalentemente a dare autorizzazioni ad opere, spesso prive di un inquadramento territoriale ed ambientale credibile, alimentando un costosissimo e mediocre progettificio ad uso e consumo delle grandi aziende del settore edile. Se l’intento originario era quello di dare una svolta al ritardo infrastrutturale del Paese, puntando su pochi interventi strategici irrinunciabili e stabilendo costi e tempi certi, con la Legge Obiettivo si è fallito su tutti i fronti. Secondo il WWF il Governo farebbe bene a concentrare le risorse per accelerare gli interventi sulle infrastrutture esistenti (ponendo ad esempio fine allo scandalo dei cantieri della A3 Salerno-Reggio Calabria e sulla SS106 Ionica) e a realizzare, anche in funzione anticongiunturale, come chiede anche l’Associazione Nazionale Costruttori Edili-ANCE il programma delle piccole e medie opere per 825 milioni di euro, varato nel giugno 2009 e che oggi è al palo. Il programma delle infrastrutture strategiche,
secondo la valutazioni del WWF Italia, è esploso in mano ai governi (due di
centrodestra ed uno di centro sinistra) che si sono succeduti dal 2001 ad oggi,
con un incremento dei costi del 280% in 10 anni. Si è passati dai 125,8 miliardi
di euro del 2001 ai 358 miliardi dell’aprile 2010 e sono triplicate le opere
(passato dalle 110, del dicembre 2001 alle 348, dell’aprile 2010), a causa della
bulimia delle clientele nazionali e locali che ha condizionato la capacità
programmatoria dei Governi. Visto che i soldi pubblici spendibili (erogati e
mutui attivati) dal 2001 al 2009 sono stati pari a 11,3 miliardi di euro, per
attuare per intero il programma dovremmo aspettare, a questo ritmo e contando
solo sulle risorse pubbliche, i prossimi 300 anni!
“Come abbiamo denunciato, sin dalla sua prima
applicazione nel 2002, la Legge Obiettivo ha consentito sino ad oggi di
progettare interventi comunque (senza fare alcun calcolo realistico delle
risorse pubbliche realmente disponibili) e dovunque (senza una seria valutazione
degli impatti ambientali) – denuncia il Presidente del WWF Italia, Stefano Leoni
-. E proprio a proposito di sostenibilità ambientale è opportuno ricordare che
il Programma (Delibera CIPE 121/2001) non è mai stato sottoposto a Valutazione
Ambientale Strategica, mentre i progetti delle infrastrutture strategiche hanno
avuto in questi nove anni sempre Valutazione di Impatto Ambientale positiva.
Questo modo di procedere ha avuto riflessi sulla scarsa qualità della
programmazione degli interventi (come ha denuncia la Corte dei Conti negli
ultimi 6 anni) e dei progetti (il 53% dei progetti delle infrastrutture
strategiche, ha avuto bisogno di varianti al progetto originario, secondo una
denuncia dell’ANCE del 2005)”.
Il WWF ricorda che in questi 10 anni si è passati
dalle 110 opere individuate nel Primo Programma delle infrastrutture Strategiche
del dicembre 2001, per un valore complessivo di 125,8 miliardi di euro, alle 348
opere, per un valore complessivo di 358 miliardi di euro (valori dell’aprile
2010: come rilevato nel Quinto Rapporto del servizio Studi della Camera su
L’attuazione della Legge Obiettivo del luglio 2010): con costi attualizzati del
programma complessivo (pur in assenza di apertura di nuovi cantieri
significativi) che sono lievitati in 10 anni del 280%.
La cruda realtà degli impegni economico-finanziari
effettivamente ottemperati dallo Stato, ricorda sempre il WWF, è, però, ben
altra, il quadro che viene fornito dallo stesso CIPE nella ricognizione
sull’attuazione del programma delle infrastrutture strategiche (Delibera 10 del
6 marzo 2009 del CIPE), fa emergere che dal 2001 al 2009 sono stati erogati per
le infrastrutture strategiche, soltanto 2,5 miliardi di euro e sono stati
attivati mutui per 8,8 miliardi di euro. Ciò vuol dire che in 9 anni le uniche
risorse pubbliche realmente disponibili sono state pari a 11,3 miliardi di euro
(2,8% circa del valore complessivo del programma all’aprile 2010), con una media
di 1,2 miliardi euro l’anno resi disponibili. A questo ritmo, sottolinea il WWF,
visto il costo complessivo del programma delle opere, ne avremo per i prossimi 3
secoli, se dovessimo contare solo sulle risorse
pubbliche. |
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