[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Una lettera al sindacato sul sottoattraversamento TAV di Firenze
- Subject: Una lettera al sindacato sul sottoattraversamento TAV di Firenze
- From: tiziano cardosi <tcardosi at indire.it>
- Date: Mon, 28 Feb 2011 15:48:18 +0100
da Firenze. Oggi sono rimasto allibito ad un convegno della cgil sulle grandi opere. Non sono stato colpito tanto dal fatto che volevano addirittura impedirci di tirare fuori qualche bandiera notunnel, ma dalla assoluta mancanza di analisi economica degli interventi dei sindacalisti. Che autorevoli rappresentanti del sindacato non abbiano capito che le grandi opere non danno posti di lavoro, ma che lo distruggono è davvero imbarazzante. E' incredibile che si invochino infrastrutture faraoniche e inutili per "creare lavoro", quando si sa benissimo che queste opere, assieme alla speculazione del cemento, favoriscono solo la rendita a scapito del profitto di impresa e provocano deindustrializzazione e delocalizzazione. Abbiamo sentito grandi urli di dolore per un'Italia che non cresce, quando sappiamo che è l'esplosione della rendita che favorisce stagnazione e depressione economica. Sono rimasto allibito. Un saluto TC p.s. evidenzio la parti generali non legate ai temi locali ********* Firenze, 28 febbraio 2011 Una lettera al sindacato sul sottoattraversamento TAV di Firenze Le/i cittadine/i che si oppongono al progetto di sottoattraversamento TAV di Firenze chiedono da anni alle istituzioni un confronto pubblico in cui si dimostrasse loro, al di là di slogan pubblicitari, l'utilità di questa opera. Da anni si chiede di porre a confronto il progetto sotterraneo e quello di superficie elaborato dal gruppo di ricerca dell'Università di Firenze con tecnici volontari. Ci si è sempre trovati davanti un muro di indifferenza. Anche il convegno di oggi, tenuto in un giorno e ad un'ora impossibili, ha tutto l'aspetto di una autocelebrazione lontano dalle orecchie delle persone. Le criticità del “Passante AV” ormai stanno divenendo comunque patrimonio di tutti. Sono talmente tanti e talmente grandi che non si possono più nascondere. Ci si chiede piuttosto come sia possibile che l'opera infrastrutturale più grande che abbia interessato Firenze dal 1865 abbia lacune progettuali, urbanistiche e normative così macroscopiche; pare davvero segno di un degrado profondo del sistema Italia e del sistema Toscana. Da parte sindacale vengono spesso invocate opere infrastrutturali per rilanciare economia e occupazione. La genericità con cui vengono auspicati questi lavori non tiene conto della situazione assolutamente diversa da quella in cui le infrastrutture hanno davvero rilanciato l'economia mondiale dopo la crisi del 1929. Le “grandi opere” in cantiere in Italia da decenni hanno collaborato a portare il sistema economico alla depressione che siamo vivendo; il debito pubblico generato da queste opere non crea ricchezza e occupazione, ma è finalizzato unicamente al finanziamento dei gruppi economici che ormai controllano il sistema della governance; è un keinesismo alla rovescia, un sistema di concentrazione della ricchezza prelevata dalle collettività e destinato a creare privilegi e ulteriore disuguaglianza. Sembrerebbe strano che il principale sindacato italiano non se ne accorgesse. Oggi vediamo che queste dinamiche si stanno realizzando nella costruzione dei tunnel di Firenze: una infrastruttura faraonica per un beneficio risibile, enormi problemi che porteranno a varianti in corso d'opera e ad un aumento folle dei costi, seguendo un copione già visto. A proposito dell'occupazione prodotta da questi grandi cantieri dobbiamo ricordarci un lavoratore, Pietro Mirabelli, “lancista” nei cantieri CAVET in Mugello, morto pochi mesi fa in un incidente sul lavoro in una galleria in Svizzera, dove si era rifugiato perché mobbizzato nei cantieri italiani. Fu Pietro che ebbe il coraggio di denunciare e far capire che il lavoro che c'è in questi cantieri non è buono, che non è ben pagato, che non è molto, che è frutto di giochi vergognosi di appalti e subappalti che portavano a scaricare sugli ultimi – i lavoratori e le piccole ditte – tutti i costi sociali, umani ed economici di queste grandi opere. E' bene ricordare che, in passato, nel gioco di appalti e subappalti dei cantieri TAV siamo arrivati a far sì che gli ultimi realizzatori concreti dell'opera ricevessero il 10% della spesa sostenuta dallo stato; il 90% degli importi si distribuiva nei vari passaggi, spesso in società in odor di mafia. Pietro Mirabelli è nella memoria di tutti per molti motivi, ci rimarrà soprattutto perché è stato la dimostrazione che i problemi sociali e ambientali non sono in conflitto tra loro, ma è è il “dispotismo del profitto” che schiaccia gli uni e gli altri agli interessi di pochissimi. Opere come i tunnel sono ad alta concentrazione di capitale, ma richiedono poca mano d'opera; lo abbiamo visto leggendo il progetto stesso: si prevedono 400 lavoratori nei cantieri nella fase di allestimento della stazione, la metà negli altri periodi. Se le risorse economiche che si vorrebbero buttare nello scavare nel ventre di Firenze fossero destinate alla sicurezza ed alla manutenzione affinché stragi come quella di Viareggio non abbiano più a verificarsi, se fossero finalizzate ad un potenziamento complessivo della rete e del servizio pubblico generale, si avrebbe un ritorno altissimo in termini di miglioramento della mobilità, benefici urbanistici, maggior occupazione anche di lungo periodo, non solo nei cantieri. Un sindacato come la CGIL queste cose le dovrebbe sapere e comportarsi di conseguenza; altrimenti si dà forza alle voci maligne che vedono tanta indulgenza verso questo progetto perché il general contractor sono le cooperative. Un ultimo favore chiediamo: non continuate a raccontarci le favole che con la liberazione dei binari di superficie si potenzierà il servizio regionale, guardate sulla linea Firenze Bologna liberata dai treni TAV: c'è il deserto. Non continuate a spacciarci la capacità di una linea con la sua effettiva utilizzazione; dov'è che si troveranno risorse per altri 220 treni regionali se con i tagli del Governo viene ridotta l’offerta attuale di Trasporto Pubblico Locale e se verranno spesi miliardi di euro in un’opera inutile? Le/i cittadine/i del Comitato continueranno ad opporsi sempre a queste inutili “grandi opere” consci che è una battaglia sostanziale per la libertà, la democrazia, il lavoro, non dettata solo dalla paura delle crepe sui muri; cittadine e cittadini contro i tunnel sperano di trovare presto al loro fianco anche il sindacato. Firenze, 28 febbraio 2011 Comitato contro il Sottoattraversamento AV di Firenze notavfirenze at gmail.com http://notavfirenze.blogspot.com/ 338 3092948 – 335 1246551 |
- Prev by Date: Re: L'impossibile capitalismo verde
- Previous by thread: venezia il ponte di calatrava e' un danno erariale di 14 milioni di euro
- Indice: