Politica e etica nella sinistra
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- Date: Fri, 8 Dec 2006 13:53:09 +0100
Politica ed etica nella sinistra
Partiamo dall’enunciato di un articolo di
Aprileonline, quotidiano sul web del correntone della
sinistra. “C'e’ bisogno di un pensiero contemporaneo della sinistra. Senza di esso l'agire politico e’ destinato ad essere sempre piu’ debole” http://www.aprileonline.info/981/unasolaterra-una-grande-cultura-politica Forse la partitocrazia si sta rendendo conto
dell’indebolimento progressivo delle ideologie ufficiali? E’ di oggi la rivolta dei lavoratori contro le
organizzazioni sindacali ed e’ generale la reazione negativa contro questa
Finanziaria e le sue priorita’ non condivise (12 mld di € in spese per la
guerra, ma tagli al welfare, alla scuola, alla ricerca..) Se essa oggi sta perdendo credibilita’ e’ perche’ ha
indebolito la propria sostanza etica, ma una politica senza etica e’ destinata a
perire. L’etica religiosa si basa su valori trascendenti. Ma
l’etica, di per se’, non ha bisogno di valori trascendenti, perche’ e’ essa
stessa un valore trascendente, in quanto supera l’egoismo e il vantaggio
personale per tradursi in azione per il bene collettivo. La sinistra contemporanea doveva rinnovare il suo
messaggio storico, contrapponendosi nettamente all’ideologia materialista e
distruttiva del neoliberismo, che ha posto il profitto come unica divinita’, e
il nuovo pensiero di centinaia di milioni di uomini su tutto il pianeta le aveva
mostrato chiaramente la via evolutiva, ma essa ha chiuso ogni ascolto mentre
disertava i propri ideali storici, piegandosi alle pretese neoliberiste:
disprezzo per il pianeta, incuria per i beni comuni, riduzione dei diritti
civili, distruzione del welfare, accentramento del potere, soggezione ai grandi
gruppi economici, corruzione o collusione a quella altrui, larvato appoggio alla
guerra, degradazione della Costituzione, gap crescente con l’opinione pubblica…
Il neoliberismo e’ stato la negazione di ogni etica,
perche’ ha esaltato i principi piu’ egoisti e vili di chi pensa solo a se stesso
e calpesta il bene degli altri, respingendo valori comuni e disprezzando la
vita, i diritti e i beni generali, in una corsa cieca all’accaparramento.
Ci puo’ essere evoluzione solo se si va dall’uno ai
molti, dal bene di uno a quello di tutti, dalla conservazione dei nostri diritti
proprietari alla sopravvivenza del futuro del mondo. Solo chi sa anteporre il bene comune al suo interesse
personale puo’ definirsi etico. La politica e’ decaduta perche’ e’ diventata sempre
piu’ luogo di poteri personali (lo abbiamo visto nella formazione delle liste
elettorali, come nelle scelte economiche, nel peggioramento delle leggi o nelle
riforme della Costituzione di entrambi i Poli), mentre la politica e’ nata come
un servizio sociale e dovrebbe trascendere l’interesse dei vertici di
potere. Oggi la politica ci appare gestita da un’oligarchia
che tende solo al rafforzamento della propria posizione (premierati, aumento di
potere di un solo organo costituzionale, rottura dell’equilibrio tra massimi
poteri dello Stato, annichilimento della magistratura e degli organi di
controllo, riduzione progressiva della scelta elettorale, abusi, privilegi,
immunita’, impunita’, collusioni…). Si e’ persa la funzione di servizio e i due principi
fondanti della democrazia per cui tutti sono uguali davanti alla legge e la
sovranita’ risiede nel popolo, e di questo soffre l’intera comunita’. Di qui il
conseguente rigetto del cittadino e la sua ira. La questione morale e’ prioritaria nel sentire comune
ma nel sentire politico nemmeno esiste. E’ stata rigettata, e con essa qualunque
idea di democrazia. Viviamo nel senso di una palese
ingiustizia. Non dobbiamo dimenticare che l’ideologia della
sinistra nacque da filosofi che lessero l’economia come la struttura portante
della societa’, ma che al tipo di economia dominante contrapposero un modello
nuovo che veniva dal basso, partecipato, che negli stati migliori, ha prodotto
valide socialdemocrazie ben radicate nei cittadini (vedi la Svezia).
Quel processo andava portato avanti, invece e’ stato
abortito per nuovi poteri verticistici interni o succubi a forze che sovrastano
lo stesso Stato (BM, WTO, UE delle banche o delle
corporation, corporation delle armi o delle energie o degli OGM...). L’ideologia del mondo contemporaneo e’ essenzialmente
economica. Siamo dominati da grandi gruppi di potere che comandano il mercato in
base alla legge del piu’ forte, ignorano il diritto internazionale, coartano
l’autodeterminazione dei popoli, manipolano l’informazione, gestiscono gli
stati, piegano i governi, modellano i comportamenti, riducono i diritti umani,
fanno regredire le democrazie, costringono il mondo alla guerra e inquinano il
pianeta. L’economia e’ l’ideologia di questo mondo. Qual e’ il progetto economico equo di questa
sinistra? Noi non lo vediamo. Che lo voglia o no, ogni uomo, in quanto agisce in un
contesto sociale, economico e politico, attua ogni giorno comportamenti sociali,
economici o politici. Occorre pero’ che ne sia consapevole, abbia le
informazioni giuste, possa scegliere nel modo migliore e possa soprattutto
partecipare al processo politico “dal basso”, sapendo che ogni suo atto e’
essenziale al contesto globale e lo determina e avendo i mezzi e le condizioni
mentali e materiali per partecipare alla costruzione del futuro di
tutti. Cosa fa oggi per questo la sinistra
ufficiale? Ognuno deve sapere bene che ogni suo atto ha un peso
economico e politico e che, essendo egli parte fondamentale dell’umanita’, ha il
potere della maggioranza numerica, che deve diventare qualitativa se vuole
diventare fattiva. A tal fine e’ fondamentale l’informazione, perche’
l’uomo che sa di piu’ pensa e sceglie meglio, non e’ piu’ maggioranza silenziosa
ma maggioranza qualificata che incide sulla storia. Tradurre questa potenzialita’ inespressa in azione
consapevole e modificazione della storia e’ il primo compito di un’etica
ideologica, come work in progress, primariamente in noi e poi in tutti, svelando
gli schemi del potere antiumano e agendo per modificarlo con ogni azione di
vita, anche minima. Lo scopo del pensiero nuovo e’ etico, “quindi”
politico, e necessariamente economico. Far passare l’uomo da attivo a passivo e’ il nuovo
compito della politica e avra’ valore chi sapra’ farlo. Il che e’ esattamente
l’opposto di quel che accade oggi, poiche’ assistiamo a continui tentativi di
accentramento del potere da una parte e di censura dell’informazione dall’altra
(vd decreto di Prodi sul copyright nel web, o processo a Deaglio, o web messo
sotto controllo USA, o il ministro Fioroni che plaude
alla censura cinese della rete con la scusa della pornografia, o controllo
politico sui media). Oggi i partiti non parlano piu’ al sentire della
gente che li ha oltrepassati storicamente. Deve esserci una rivoluzione totale nel modo di fare
economia, cultura e politica, una rivoluzione che non nasce dalle rivolte di
piazza ma da una crescita ideale. Come puo’ farlo una classe politica che non sente
queste priorita’? Questo cambiamento non puo’ che avvenire in nome
della lotta all’attuale tipo di globalizzazione economica, una globalizzazione
che mostra il suo fallimento nel progressivo immiserimento della popolazione
mondiale, nella crisi ecologica del pianeta, nella disfatta delle guerre per le
riserve energetiche. Ci puo’ essere evoluzione solo se si va dall’uno ai
molti, dal bene di uno a quello di tutti, dalla conservazione dei nostri diritti
proprietari alla sopravvivenza del futuro del mondo. Solo chi sa anteporre il bene comune al suo interesse
personale puo’ definirsi etico. Questa sinistra al potere ci parla di
questo? Il pensiero che vince e’ di chi sa essere portavoce
delle idealita’ inespresse di un popolo e sa focalizzare l’evoluzione in cammino
del suo tempo. C’e’ nella sinistra attuale qualcun che da fare
questo?
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