casa calda




da carta.org
[27.10.2006]
Casa, calda
[Maurizio Pallante, Carta 38/06]

Pochissimi, o forse nessuno saprebbe rispondere alla domanda: "Quanto consuma la tua casa?", mentre tutti sanno perfettamente quanto consuma la loro automobile. Eppure, per riscaldare un appartamento di centotrenta metri quadrati in una giornata d'inverno occorre tanta energia quanta ce ne vuole per andare con un'automobile di media cilindrata da Genova a Roma; per riscaldare tutto il patrimonio edilizio italiano nella stagione invernale occorre più energia di quanta ne assorbe tutto l'autotrasporto su gomma nel corso di un anno.
I più attenti, andando a spulciare tra fatture e bollette, potrebbero ricavare la quantità dei litri di gasolio o dei metri cubi di metano acquistati, ma questo dato non servirebbe a molto, perché occorrerebbe prima calcolare a quanti chilowattora corrispondono e poi dividerli per i metri quadrati dell'abitazione. Si otterrebbero così dati omogenei e confrontabili e si arriverebbe a conoscere che in Italia mediamente il consumo per il riscaldamento degli ambienti oscilla tra i 150 e i 200 kWh/mq/a.
A questo punto, confrontando la situazione italiana con quella tedesca, si scoprirebbe che lì, dove fa molto più freddo, la legge non consente che gli edifici di nuova costruzione ne consumino più di 70. Dalla metà a un terzo dei nostri. Ma questo è un limite massimo che molte imprese edili e molti produttori di componenti per l'edilizia [doppi vetri, infissi, materiali coibentanti, scambiatori di calore] si propongono di abbassare.
I risultati migliori li ottengono le cosiddette "case passive", che non devono superare un consumo di 15 kWh/mq/a e non devono avere un apposito impianto di riscaldamento. A Darmstad, dove è stato costruito nel 1992 il primo edificio con queste caratteristiche, c'è un istituto, l'Istituto delle case passive, che effettua le verifiche necessarie a conferire questa certificazione agli edifici per cui viene liberamente richiesta. Una certificazione che non è un semplice riconoscimento ecologico, ma conferisce un maggior valore commerciale agli immobili. Qualche anno fa erano più di 4.000 e costituivano l'unico settore trainante dell'edilizia in Germania. Costi di costruzione in più rispetto all'edilizia convenzionale tedesca? Circa il 10 per cento. Ma non si spenderà mai un euro in fonti fossili per godere di una temperatura interna di 20 gradi anche quando la temperatura esterna scende a 20 gradi sotto zero.
In Italia, sebbene la legge 10 del 1991 prevedesse la certificazione energetica degli edifici, non sono mai stati emanati i decreti applicativi per darle attuazione. Solo la Provincia di Bolzano si è dotata di un ufficio, denominato "Casa Clima", che la fornisce a richiesta, utilizzando la terminologia e la simbologia in uso negli elettrodomestici: dalla Classe A++ a scendere.
Nell'ultima fiera dell'edilizia che si è svolta a Bolzano, l'interesse per questa iniziativa è stato tale, sia da parte dei produttori, sia da parte dei consumatori, che dall'anno prossimo le soluzioni costruttive, tecnologiche e impiantistiche per case ad alta efficienza energetica avranno uno spazio espositivo tutto per sé.
Per costruire una casa passiva si interviene a tre livelli. Una forte coibentazione di tutto l'involucro edilizio [fino a 60 centimetri, in relazione alle fasce climatiche e ai materiali usati]. La coibentazione degli infissi e l'uso di doppi vetri evoluti [con gas rari nella vetrocamera], o anche tripli vetri, sempre in relazione alle fasce climatiche. Infine, se la particolare rigidità delle condizioni climatiche lo richiede, si utilizzano sistemi di ricambi forzati dell'aria con l'uso di scambiatori di calore per riscaldare l'aria fredda in ingresso col calore dell'aria calda in uscita.
L'orientamento dell'edificio rispetto al sole e l'uso differenziato delle finestre [fino al 40-60 per cento della parete nella facciata sud, non più del 10 per cento della parete nella facciata nord] completano le norme di costruzione.
In edifici così fatti basta il calore del metabolismo del corpo umano [80 watt], il calore di scarto degli elettrodomestici e delle lampade, il calore della cucina, per ottenere il comfort termico desiderato.
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