LEGAMBIENTE: UN FIUME DI ILLECITI



da lanuovaecologia.it Giovedì 1 Giugno 2006
  
NATURA|

Un fiume d'illeciti

Fiumi Informa: Ogni giorno quattro reati: sversamento di inquinanti, pesca illegale, scarichi civili e industriali non consentiti. In tre anni denunciati 700 criminali. Legambiente e il Corpo forestale presentano il rapporto "Fiumi e Legalità" / La festa "Fiumi Informa"
Sui nostri fiumi, ogni giorno, vengono commessi 4 illeciti: sono 5.000 i reati tra il 2003 e il 2005, 4.053 amministrativi e 991 penali. Pesca illegale, captazioni, sversamento di sostanze inquinanti delle acque, mancata depurazione degli scarichi civili e industriali, furto di ghiaia e inerti dagli alvei e abusivismo edilizio lungo le sponde:

Fiume Sarno
ecco i principali nemici degli ecosistemi fluviali e delle tante economie locali eco-sostenibili che vi convivono. Nel Lazio, in Abruzzo e in Toscana la situazione più pesante per i fiumi, con rispettivamente 870, 848, 476 illeciti accertati dal Corpo forestale dello Stato nell’ultimo triennio. Illegalità commesse da pochi che rischiano di pregiudicare per sempre un bene di tutti, ecosistemi fluviali che rappresentano luoghi di altissimo pregio paesaggistico e naturalistico. E parliamo soltanto di quegli illeciti che sono stati accertati dal Corpo forestale dello Stato, senza tenere conto di quelli accertati dalle altre forze di polizia che concorrono alla salvaguardia dei fiumi e senza contare le regioni autonome e a statuto speciale.

«I fiumi sono ancora troppo spesso considerati una terra di nessuno – spiega Roberto della Seta, presidente di Legambiente – a volte un vero e proprio far west dove cittadini incivili, amministrazioni poco attente, ma anche la criminalità organizzata, si accaniscono contro l’ambiente. Le tante illegalità lungo i fiumi – continua della Seta - confermano ancora una volta l’assoluta necessità di introdurre i reati contro l’ambiente nel codice penale, con l’inasprimento delle pene e delle sanzioni per le illegalità contro un ecosistema da troppi considerato secondario e sacrificabile. Il C.f.S. stà realizzando un lavoro importante di controllo del territorio e di repressione dei reati – conclude della Seta – ma tutti devono fare di più, a partire dagli enti locali, con più puntuali ed attente istruttorie, controlli e verifiche sulle concessioni autorizzate, come ad esempio per le captazioni e per le escavazioni in alveo».

117.000 controlli sul territorio dal 2003 al 2005, più di 100 al giorno, e 67.836 su persone, quasi 2.000 ogni mese: sono questi i numeri dell’impegno del Corpo forestale dello Stato nel controllo dei territori fluviali. Un’opera complessa e gravosa visto l’immenso reticolo di fiumi, torrenti, laghi e ambienti lagunari che il nostro Paese conta, con tratti spesso difficilmente raggiungibili e lontani dalle aree antropizzate. Grazie a questa meticolosa attività sono stati effettuati dal C.F.S. quasi 600 sequestri amministrativi e penali, sono stati identificati e denunciati più di 700 “criminali fluviali”, arrivando all’arresto di sette persone. Quasi un miliardo e quattrocentomila euro sono stati notificati per illeciti amministrativi lungo i fiumi e i laghi, con più di 4.000 multe effettuate dal Corpo forestale dello Stato nelle acque interne dal 2003 al 2005.

«Per la Forestale difendere i corsi d’acqua dalle continue aggressioni dell’illegalità – spiega Cesare Patrone, capo del Corpo Forestale dello Stato – non può che rappresentare una delle nostre priorità. Si tratta di ecosistemi tanto delicati quanto preziosi – continua Patrone - dove la dinamica delle acque porta lontano i problemi destabilizzando anche altri ecosistemi, spesso molto lontani come le coste e i mari. La Forestale quotidianamente effettua controlli sui fiumi, contrasta gli sversamenti abusivi, le discariche illegali e l’abusivismo edilizio in territori sensibili per proteggere la flora, la fauna e gli ecosistemi nel loro complesso. Ma anche per garantire ai cittadini spazi recuperati al degrado per una piena e positiva fruibilità e per salvaguardare quelle economie locali eco-compatibili che sui fiumi vivono. Un’azione mirata ed efficace – conclude Patrone – che non può prescindere dalla collaborazione tra Istituzioni, cittadini e associazioni ambientaliste».

Lungo i fiumi italiani, ancora su un tratto, il 21%, si rileva uno stato di salute delle acque negativo. Nel Lazio la situazione più pesante, con solo la metà delle stazioni di monitoraggio che rilevano un stato di salute positivo, subito seguita da Sardegna e Sicilia (41%) ed Emilia Romagna (37%). Tra i 20 più grandi fiumi che attraversano l’Italia per quasi 5.000 chilometri, bollino rosso al Simeto in Sicilia, con solo il 20% delle acque qualitativamente positiva, al Reno che attraversa Toscana ed Emilia (66% negativo) e dell’Arno (44%). Grave anche la situazione in cui versa il Tevere con un terzo delle stazioni di monitoraggio che segnalano una qualità delle acque che non raggiunge la sufficienza. Un monitoraggio della qualità delle acque dei nostri fiumi che conferma come ancora oggi gli ecosistemi fluviali siano messi a dura prova dagli scarichi non depurati delle case e delle attività produttive, se non addirittura, da sversamenti deliberati di sostanze e rifiuti tossici nelle acque interne. Azioni che possono anche avere serie ripercussioni sulla salute umana e sull’economia zootecnica su cui molte comunità vivono, come è emblematicamente e drammaticamente accaduto nel Lazio sul fiume Sacco. A questo si aggiunge il comportamento incivile di troppi cittadini che trasformano i nostri preziosi corsi d’acqua in vere e proprie pattumiere.