acqua la tua goccia fa l'oceano
- Subject: acqua la tua goccia fa l'oceano
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 3 Mar 2006 06:30:35 +0100
la tua goccia fa l'oceanolotta etica per l'acqua a cura Comitato internazionale per il Contratto Mondiale sull’Acqua Il diritto alla vita, Veniamo dall’Africa, dall’America Latina, dal Nord America, dall’Asia e dall’Europa. Ci siamo riuniti nel 1998 con nessun’altra legittimità o rappresentatività se
non quella di essere cittadini preoccupati dal fatto che 1 miliardo e 400
milioni di persone del pianeta su 5 miliardi e 800 milioni di abitanti non hanno
accesso all’acqua potabile. Questo è intollerabile. Ora il rischio è grande che
nell’anno 2020, quando la popolazione mondiale sarà di circa 8 miliardi di
esseri umani, il numero delle persone senza accesso all’acqua potabile aumenti a
più di 3 miliardi. Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile individuale e collettivo L’acqua appartiene più all’economia dei beni comuni e della distribuzione della ricchezza che all’economia privata dell’accumulazione individuale ed altre forme di espropriazione della ricchezza. Mentre nel passato la condivisione dell’acqua è stata spesso una delle maggiori cause delle ineguaglianze sociali, la civilizzazione di oggi riconosce l’accesso all’acqua come un diritto fondamentale, inalienabile, individuale e collettivo. Il diritto all’acqua è una parte dell’etica di base di una buona società e di una buona economia. E’ compito della società, nel suo complesso e ai diversi livelli di organizzazione sociale, garantire il diritto di accesso, secondo il doppio principio di corresponsabilità e sussidiarietà, senza discriminazioni di razza, sesso, religione, reddito o classe sociale. L’acqua deve contribuire al rafforzamento della solidarietà fra i popoli, le comunità, i paesi, i generi, le generazioni Le risorse d’acqua sono distribuite in modo ineguale. Anche i redditi lo sono. Questo non significa che deve esserci anche ineguaglianza nell’accesso all’acqua fra le persone, le comunità e le regioni. Inoltre, l’ineguaglianza nella distribuzione dell’acqua e della ricchezza finanziaria non significa che le persone ricche d’acqua e ricche economicamente possano farne l’uso che vogliono, anche venderla (o comprarla) all’esterno per derivarne il massimo profitto (o piacere). In numerose regioni del mondo l’acqua rimane una fonte di ineguaglianze fra uomini e donne, in quanto queste ultime portano tutto il peso dei lavori di casa che dipendono dall’acqua. Queste ineguaglianze devono essere rimosse. Sul nostro pianeta ci sono ancore troppe guerre legate all’acqua perché molti stati continuano a usare l’acqua come strumento a supporto dei loro interessi strategici di tipo geo-economico, al fine di acquisire un potere egemonico sulla regione circonstante. E’ necessario e possibile liberare l’acqua dall’influenza degli stati orientati egemonicamente L’acqua è « res publica ». . L’accesso all’acqua necessariamente avviene tramite partnership. E’ ora di andare oltre la logica dei « signori della guerra » e dei conflitti economici per il dominio e la conquista dei mercati. La cittadinanza e la democrazia si basano sulla cooperazione e il rispetto reciproco. Una “partnership” per l’acqua è il principio ispiratore che sta dietro a tutti i progetti (esempio “il contratto di fiume”) che ha permesso la risoluzione di conflitti che in certe regioni del mondo hanno tradizionalmente avvelenato le relazioni fra paesi appartenenti allo stesso bacino idrografico. Noi sosteniamo una vera partnership pubblica/privata a livello locale/nazionale/mondiale. Una gestione dell’acqua sostenibile nell’interesse generale non solo può, ma deve essere fondata sul rispetto delle diversità culturali e sul pluralismo socio-economico. Una partnership prevalentemente sottomessa, come accade attualmente, alla logica e agli interessi degli attori privati in continua competizione reciproca per conquistare il mercato non può che danneggiare l’obiettivo di assicurare l’accesso all’acqua conformemente alle regole di una “sostenibilità” globale integrata. Crediamo che la responsabilità finanziaria per l’acqua debba essere collettiva e individuale secondo i principi di responsabilità e di utilità . Assicurare l’accesso all’acqua per i bisogni vitali e fondamentali di ogni persona e di ogni comunità umana è un obbligo per l’intera società. E’ la società che deve assumere collettivamente i costi relativi alla raccolta, produzione, deposito, distribuzione, uso, conservazione e riciclo dell’acqua, in vista della fornitura e della garanzia di accesso all’acqua nella quantità e nella qualità minime indispensabili. I costi (inclusi gli effetti esterni negativi che non sono considerati nei prezzi di mercato) sono costi sociali comuni che devono essere sostenuti dall’intera collettività. Questo principio assume un valore ancor più rilevante e significativo a livello di un paese, del continente e della società mondiale. Il finanziamento deve essere assicurato mediante una ridistribuzione collettiva. I meccanismi di fissazione dei prezzi individuali, secondo un sistema di progressività, ntervengono a partire da un livello di utilizzazione dell’acqua oltre il minimo vitale indispensabile. Oltre questo minimo vitale, è infatti corretto che i prezzi siano in funzione della quantità usata. Vi è però un limite all''uso: ogni eccesso deve essere onsiderato illegale. Non è perché uno può permettersi di pagare prezzi elevati che ha diritto ad utilizzare l’acqua in quantità illimitata ed irragionevole. L’acqua è “l’affare” dei Cittadini Creare le condizioni necessarie per assicurare l’accesso all’acqua, effettivo e sostenibile, è un problema che concerne tutti i membri della società. E’ anche un tema inter-generazionale. E' compito infatti delle generazioni attuali di usare, valorizzare, proteggere e conservare le risorse d’acqua in modo tale che le generazioni future possano godere della stessa libertà di azione e di scelta che per noi stessi oggi auspichiamo. I cittadini devono essere al centro del processo decisionale. La gestione dell’acqua integrata e sostenibile appartiene alla sfera della democrazia. Non è l’affare delle competenze e del know-how dei tecnici, degli ingegneri, dei banchieri. Gli utenti possono e devono giocare un ruolo chiave mediante scelte e modi di vita più ragionevoli, equi e responsabili necessari per assicurare la sostenibilità ambientale, economica e sociale. La politica dell’acqua implica un alto grado di democrazia a livello locale, nazionale, continentale e mondiale Per definizione l’acqua richiede una gestione decentralizzata e trasparente. Le istituzioni esistenti di democrazia rappresentativa devono essere rafforzate. Nuove forme di governo democratico devono essere create. La democrazia partecipativa è inevitabile. Questo è possibile, con o senza le nuove tecnologie informatiche e
comunicative, a livello di comunità locali, città, bacini, regioni. Nuove e
coerenti cornici regolative a livello internazionale e globale devono essere
disegnate e attuate accrescendo la visibilità di una politica dell’acqua
Proposte Allo scopo di far diventare i principi elencati una realtà nei prossimi 20-25 anni, nel corso dei quali 2 miliardi di persone si aggiungeranno alla popolazione attuale, proponiamo che vengano prese e realizzate le seguenti misure, parti integranti di un « World Water Contract » da realizzarsi lungo due assi principali : la creazione di una « rete di parlamenti per l’acqua » la promozione di campagne informative, accrescimento della consapevolezza e della mobilitazione sul tema «acqua per tutti». Proponiamo inoltre la costituzione di un Osservatorio mondiale per i diritti dell’acqua La creazione di una rete di parlamenti per l’acqua. E’ nei parlamenti,
principali organi della rappresentanza politica nelle società occidentalizzate,
e in simili istituzioni in altre civiltà, che cade la responsabilità di
modificare l’esistente legislazione attraverso l’applicazione dei principi
Promozione di campagne d''informazione, di sensibilizzazione e di mobilitazione
Queste azioni rispondono all’obiettivo di "3 miliardi di rubinetti”. ONG, sindacati e scienziati hanno a questo proposito un ruolo essenziale e determinante. A questi scopi, deve essere data priorità a :
La costituzione di un Osservatorio Mondiale per i diritti dell’acqua Il principale obbiettivo di questo osservatorio sarà di raccogliere, produrre, distribuire e diffondere le informazioni il più possibile rigorose ed affidabili in merito all''accesso all''acqua dal punto di vista dei diritti individuali e collettivi, alla produzione dell’acqua, all’uso, alla sua conservazione/protezione e allo sviluppo democratico sostenibile. L’osservatorio deve diventare uno dei punti di riferimento mondiali per le informazioni sui diritti dell’acqua, a supporto delle più efficienti forme di partnership e solidarietà per l’acqua. Il Comitato internazionale per il Contratto Mondiale sull’Acqua Il presente Manifesto è stato redatto a Lisbona (Valencia) Spagna , nel corso del 1998 da un Comitato internazionale per il Contratto Mondiale sull’Acqua, composto da persone che provenienti da diversi continenti si sono preoccupati del fatto che un 1 miliardo e 400 milioni di persone del piante non hanno accesso all’acqua potabile. Il documento è stato redatto su iniziativa del Gruppo di Lisbona, grazie al contributo finanziario della Fondazione C. Gulbenkian, della Generalitat Valenciana, dello istituto da Agua e el Gruppo IPE-Agua do Portogallo. Il Comitato Internazionale è presieduto da Mario Soares e coordinato da Riccardo Petrella ( Segretario Generale) |
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