Sent: Monday, January 30, 2006 9:43
AM
Subject: R: un reddito minimo garantito
per l'italia
Egregio Sig. Boeri,
Il reddito minimo, garantito nei paesi europei,
germania e scandinavia in testa, è molto dipeso dalla ricchezza nazionale e
dal sistema di welfeare che ha preso piede con Willy Brandt, nel
1951.
Devo
affermare per esperienza che il reddito minimo garantito, pur essendo un
toccasana per migliaia di famiglie e single, ha pure dei risvolti negativi,
poichè persone con reddito minimo non sono incentivati a trovare
lavoro.
L'idea che si va consolidando è la garanzia delle minime necessità
attraverso un lavoro o una rendita per chi non potesse
lavorare.
Garanzia delle minime necessità significa garantire non un reddito
minimo, ma una capacità di acquisto delle minime
necessità.
Il
che significa che pur avendo un reddito minimo posso o non posso avere
garantiti i bisogni essenziali, dipende dallo scarto tra prezzi e
reddito.
La
garanzia delle minime necessità, presuppone un lavoro. Il sistema
capitalistico non garantisce il lavoro a tutti, vi è eccessiva accumulazione
da parte di pochi a scapito della maggioranza. L'eccessiva accumulazione da
parte di pochi crea una situazione di mancata circolazione del denaro: non si
fanno investimenti perchè non vi è un ritorno adeguato e si
interrompe il circolo virtuoso di domanda, produzione, reddito, consumo. Vi è
una legge economica che dice: quando si va a toccare il reddito della classe
media, le banche falliscono, per mancanza di risparmio ed eccessiva
esposizione al credito. Se
aumenta ulteriormente il divario tra ricchi e poveri, vi è ogni possibilità
che vi sia recessione (già in corso) e alla fine depressione economica in
questo caso con inflazione. Questo a livello mondiale. Quindi a nessuno
converrebbe aumentare il divario tra ricchi e
poveri.
E' una questione di distribuzione del
reddito.
Una razionale distribuzione del reddito avviene
solo in presenza di una economia reale organizzata, stabile e
forte.
I nostri investimenti sono dirottati per la crisi del
sistema economico stesso verso l'economia virtuale, il gioco di borsa, i
giochi vari, perchè non vi è la struttura economica reale su cui riattivare il
processo produttivo. Guardiamo gli anni '60 del boom economico italiano, la
Borsa aveva un suo ruolo in una economia reale, oggi è stato stravolto poca
economia reale e molta virtuale. Ogni giorno cambiano di mano 3 milioni di
miliardi di dollari, senza creare un solo posto di
lavoro!
Modello economico
Quindi il problema è quale modello
economico adottare per offrire a tutti un lavoro che garantisca il
minimo necessario per vivere per sè e per la propria famiglia? Tra il sistema
economico comunista ormai obsoleto e il sitema capitalistico in crisi vi è
qualche alternativa? Si dice 'se il comunismo ha ridotto l'essere
umano ad una bestia, il capitalismo l'ha reso mendicante'. Certo non si può
scegliere tra i due. Un sistema di socializzazione dell'economia, di
razionale ditribuzione della ricchezza, di garanzia delle minime necessità,
presuppone un'attenzione maggiore alle necessità umane, ai sentimenti umani
allo scopo ultimo dell'economia che è di garantire la sussistenza di ogni
essere umano e cittadino. Il capitalismo assoluto ha fatto il suo tempo e il
denaro per il denaro, l'accumulazione per l'accumulazione è un difetto mentale
del capitalista stesso (lo afferma Sarkar in una descrizione estesa delle
diverse psicologia delle classi sociali).
In sintesi un nuovo socialismo umanistico. Willy
Brandt nel 1951, quando fondava l'internazionale socialista aveva elencato
alcuni punti essenziali: il socialismo deve rispondere alle esigenze
materiali, mentali e spirituali degli esseri umani. Aborriva il comunismo e il
capitalismo. Trovo che nei suoi 20 punti fondamentali Brandt possa dare
qualche spunto per la socializzazione della
ricchezza.
Decentralizzazione
economica
Per garantire la socializzazione dell'economia è
necessaria l'introduzione della democrazia oltre che a livello politico anche
a livello economico, sociale, giudiziario ed esecutivo. La democrazia politica
non ha efficacia senza una democrazia economica.
In particolare la democrazia economica implica la
gestione, da parte dei lavoratori, delle aziende in una forma di cooperazione
coordinata. Oggi la politica è controllata dai poteri economici forti. Ebbene
se tutti i lavoratori si prendono sulle spalle la gestione dell'economia,
avranno una maggiore influenza sulla politica e la democrazia politica
potrebbe diventare una realtà.
Si prospetta un sistema produttivo tripolare con
aziende cooperative di produzione e consumo, aziende private per beni non di
primaria necessità e aziende 'chiavi' o strategiche che forniscono materie
prime, pubbliche.
La decentralizzazione economica è essenziale
e si effettua sia nella gestione aziendale che nella ubicazione
delle aziende stesse. L'autosufficienza locale, e la pianificazione dello
sviluppo, dato in mano alla popolazione locale, sembra essere un'alternativa
interessante alla globalizzazione capitalista.
Quindi la proposta del reddito minimo garantito
andrebbe bene se inserita in un contesto di trasformazione del sistema
economico italiano e del modello produttivo, oggi in crisi al punto di non
ritorno, in un sistema di socializzazione dell'economia, un sistema definito
anche socialismo progressista, che nulla ha a che fare col socialismo
sovietico.
Cordeiali saluti
Tarcisio Bonotto
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