[tradenews] Stop the EU' Corporate Trade Agenda



"Stop the EU' Corporate Trade Agenda" - è questo lo slogan adottato dalle
associazioni/organizzazioni europee che aderiscono alla Rete "Seattle to
Brussels", fra cui Retelilliput e diverse altre associazioni di Tradewatch..
Perché questo slogan? Perché sono le corporation ad aver scritto accordi WTO
come il GATS (servizi) e il TRIPS (diritti di proprietà intellettuale) e
perché la Commissione Europea ha sempre avuto un occhio di riguardo per le
loro proposte, anzi le ha richieste e adottate come politica dell'Unione
Europea.
La Rete Seattle to Brussels ha scritto uno studio per evidenziare tutto
questo, il testo è disponibile (in lingua inglese) al seguente indirizzo:
http://www.s2bnetwork.org/s2bnetwork/download/EU_corporate_trade_agenda.pdf.pdf?id=96



Le lobby imprenditoriali hanno accesso privilegiato ai negoziato WTO?
Assolutamente falso!


Negli ultimi anni, abbiamo spesso accusato le imprese per la loro influenza
sui negoziati WTO, del resto come non farlo quando accordi come il TRIPS e
il GATS sono per loro stessa ammissione, farina del loro sacco?
Ovviamente il mondo politico ha sempre ribattuto che le nostre erano
illazioni senza fondamento e ancora pochi mesi fa, in luglio, su
sollecitazione di una lettera scritta da Erik Wesselius di Corporate Europe
Observatory, nostro partner nella Rete “Seattle to Brussels”, Roger Liddle,
Advisor del Commissario al commercio Peter Mandelson, scriveva che “La
vostra affermazione che l’ESF ha un accesso privilegiato è senza fondamento”
("Your allegation that ESF has 'privileged access' is [...] without
foundation.").
Cos’è l’ESF? Non è l’European Social Forum, quanto l’European Services
Forum, una lobby che comprende le maggiori società europee operanti nel
settore dei servizi, rappresentate dai rispettivi amministratori delegati,
riuniti nell’European Service Leaders Group (ESLG), e da 35 federazioni in
rappresentanza di 22 settori.
Fra le società, figurano Accenture e Andersen (ex Arthur Andersen), Allianz
AG e Axa, (settore assicurativo), DHL, Deutsche Post, EMI Europe, EDS, IBM,
Microsoft, SUEZ, Vivendi, Telecom Italia e Poste italiane.

A pochi giorni dalla Conferenza ministeriale di Hong Kong, ci permettiamo di
riportarvi una lettera del 17 novembre scritta da Christopher Roberts,
presidente del comitato politico dell’ESF, a tutti i membri del comitato 133
(il comitato che rappresenta i 25 governi dell’Unione nei negoziati
commerciali internazionali).

Nella lettera si cita un incontro privato fra l’ESF ed i membri del Comitato
133 avvenuto a Londra in ottobre, e si suggerisce all’UE di lasciar perdere
con la proposta di indicatori numerici, considerata controproducente perché
inaccettabile agli altri paesi membri del WTO.
Ebbene questa proposta figurava nella bozza di dichiarazione ministeriale di
alcuni giorni fa, mentre è scomparsa nella versione presentata il 25
novembre da Pascal Lamy, il direttore generale del WTO. Non male!

Ma quello che emerge in maniera inoppugnabile è che le lobby imprenditoriali
come l’ESF hanno la possibilità di frequentare i luoghi dove si svolgono i
negoziati WTO, contattare liberamente segretariato, ambasciatori e
presidenti di comitato, mentre alle organizzazioni non governative, alla
società civile e persino ai parlamentari europei, tutto questo è impedito.

Alla vigilia di Hong Kong, ribadiamo la necessità che la Commissione Europea
persegua un apolitica nell’interesse di tutti i cittadini europei e non di
un pugno di ricche imprese .


Roberto meregalli (stopwto at unimondo.org)
Beati i costruttori di pace – Rete di Lilliput
www.tradewatch.it – www.beati.org/wto


Segue la traduzione in italiano della lettera:

Brussels, 17 novembre 2005





All’attenzione dei membri del Comitato UE 133 sui Servizi

Gentile signora, gentile signore.
Color di voi che hanno presenziato all’incontro svoltosi a Londra il 17
ottobre fra i membri del comitato 133 (Servizi) e l’European Services Forum
(ESF) possono ricordare che, anche se i membri dell’ESF non sono contrari in
linea di principio con la proposta della Commissione relativa a target
numerici per aprire i mercati nei servizi, dubitano che sia negoziabile.

Ho trascorso due giorni a Ginevra alla fine della scorsa settimana parlando
con il segretariato WTO e diversi negoziatori. Sui target numerici tutti i
miei interlocutori non europei erano convinti che nessun paese in via di
sviluppo sosterrebbe questa proposta che risulterebbe inaccettabile alla
maggioranza dei membri del WTO. L’ambasciatore messicano, che presiede i
negoziati sui servizi, è stato chiaro nel dire che la proposta non va bene.
Sono anche preoccupato che molti membri dell’ESF ritengono che target
numerici possano fornire ai paesi membri la scusa per fare offerte in
settori piccoli e insignificanti, ignorando settori più importanti ed
appetibili agli esportatori di servizi europei.

L’ESF ritiene che l’Unione Europea debba modificare la propria posizione il
prima possibile, aumentando il proprio credito e focalizzandosi su altre
parti della proposta della Commissione, come i parametri qualitativi e
l’approccio plurilaterale, che hanno maggiori possibilità di dare i
risultati positivi che vogliamo, fornendo una massa critica di offerte in
vari settori da parte dei paesi membri.

La dichiarazione ministeriale di Hong Kong sui servizi deve assicurare, in
particolare, che i paesi membri del WTO sottoscrivano chiari impegni
politici per raggiungere una progressiva liberalizzazione in diversi
settori, e non limitarsi a dichiararsi “determinati a intensificare i
negoziati”.

Cordiali saluti

Christopher Roberts
Presidente del comitato politico ESF


La versione originale della lettera sarà presto sul sito internet.