più bianco del bianco ? non a tutti i "costi"



da il salvagente/26 maggio-2 giugno 2005

DETERSIVI PER LAVATRICE: PREZZI E QUALITÀ A CONFRONTO

Più bianco del bianco? Non a tutti i "costi"

E VENUTO IL MOMENTO DI SFATARE QUALCHE MITO, ANCHE PERCHÉ IN TEMPI DI RECESSIONE RIUSCIRE A RISPARMIARE NON È MALE. SEGUITECI E VI AIUTEREMO...
• barbara cataldi

Bianca purezza con bicarbonato, oxigen-aclion, azione a freddo, freschezza alpina, formula ai fiori di lavanda o al sapone di marsiglia e talco: i produttori di detersivi ne inventano sempre una nuova pur di tener testa alla concorrenza.
Eppure, al di là della profumazione e ^ del claim accattante, alla prova dei
fatti, spesso i detergenti da bucato più economici lavano proprio come quelli più costosi. E i fatti sono che i test realizzati da autorevoli riviste dei consumatori, come quello dei tedeschi di Stif-tung Warentest di cui ci occupiamo dif-fusame'nle in queste pagine, ma anche quello realizzato dai colleghi francesi del mensile Que Choisir sono tutti d'accordo nel confermare proprio questa tendenza: i detersivi più cari non sono sempre i migliori.
E in tempi di recessione riuscire a risparmiare senza rinunci are alla pulizia dei nostri panni può risultare interessante. Soprattutto se si considera che le differenze di prezzo in questo settore sono da capogiro. Mentre per un lavaggio con un detersivo in polvere di uno
dei due marchi leader. Dash e Dixan, ci vogliono 27 centesimi. con un buon sapone a marchio della grande distribuzione, ci si limita a una ventina di centesimi, per un risparmio del 25-30 per cento. E con un fustino primo prezzo bastano 12-13 cent, cioè meno della metà di quanto necessario per le polveri "grif-fate". Se si sceglie un prodotto liquido, poi, le cose cambiano poco. In questo caso si risparmia fino al 10 per cento rispetto alle polveri, ma la scala di valori resta invariata.
Cloni multiprezzo

La forbice dei prezzi è ancora più in-spiegabile, quando riguarda detersivi per lavatrice che provengono dalla medesima fabbrica. Sono le stesse tre multinazionali che occupano l'8O per cento del mercato italiano, Procter & Gamble, Henkel e Rechiti Benckiser, a produrre le polveri e i liquidi che poi finiscono sugli scaffali di negozi e supennerrati a prezzi variegati. Il caso più clamoroso è quello della Reckitt Benkiser e del suo stabilimento di Mira, in provincia di Venezia. L'azienda, pro-pietaria tra l'altro dei marchi Sole, Ava, Lip e Lanza, attraverso questo impianto oltre a produrre il detersivo in polvere venduto col suo marchio più caro, Ava, rifornisce anche la Coop e la catena di discount In's, per il prodotto in polvere EcolO: 3 prodotti la cui composizione chimica è praticamente identica.
Ma come è possibile che lo stesso contenuto venga proposto al consumatore con tre prezzi tanto distanti? "La differenza di prezzo tra il nostro detersivo e quello delle marche più affermale", assicura Domenico Brisigotti, direttore dei prodotti a marchio Coop Italia, "non è legato alla qualità, quanto piuttosto ai diversi investimenti nei marketing e nella ricerca". E aggiunge: "Por quanto riguarda la marca EcolO, invece, la differenza di prezzo rispetto al nostro detersivo è determinata dalia differenza nelle prestazioni e quindi alla qualità delle materie prime utilizzate, in particolare di enzimi e tensioattivi. Detto ciò, è chiaro che il prezzo potrebbe essere ul-
teriormente abbassato, purchè si accetti la riduzione della qualità del prodotto".
 
COME SCEGLIERE

Se è vero che il prezzo non è il criterio più corretto per valutare la qualità di un detersivo, è anche vero che non tutti  i prodotti sono uguali. "Non tutti lavano allo slesso modo", spiega al Salvagente il chimico Fabrizio Zago. "Se i produttori vogliono risparmiare", precisa, "lo fanno; sulle materie prime, aggiungendo più acqua al sapone liquido o aumentando la concentrazione di sodiosolfato, cioè di gesso, in quello in polvere. Visto però che nei detersivi liquidi i principi attivi sono presenti solo per il 30 per cento, è chiaro che in questo genere di prodotto è più facile risparmiare sui costi: basta annacquarlo un po'. Nella fattura del sapone in polvere, invece, per ottenere lo stesso vantaggio economico bisogna anche scendere clamorosamente nella qualità degli ingredienti".
Per evitare di incappare in un prodotto di scarsa qualità è bene dare uno sguardo
alla lista degli ingredienti, riportata sull'etichetta. Quando nel prodotto liquido l'acqua supera il 70 per cento, o quando in quello in polvere il sodio-solfato supera il 30 per cento, allora, siamo di fronte a un detersivo scadente.
Nonostante l'enorme difficoltà che le famiglie italiane affrontano di questi tempi per arrivare a fine mese, nel nostro paese i detersivi primo prezzo faticano ad affermarsi. Il loro peso nel mercato non supera il 2 per cento, anche se poi arriva al 7-10 per cento nel settore dei liquidi. Dato significativo, ma ancora marginale in termini di profitto se si considera che le polveri rappresentano circa il 6ÌO per cento degli acquisti, contro il 40 per cento scarso dei liquidi e l'l-2 per cento delle pasticche pre-dosate.
Anche se il liquido è più pratico e più delicato, quindi più adatto a lavaggi frequenti e non impegnativi, la polvere è molto più efficace contro le macchie, dal momento che la sua forma a-sciutta permette di ospitare le sostanze caustiche, gli sbiancanti che liberano ossigeno durante il lavaggio.
È bene ricordare, poi, che le dosi di detergente cambiano a seconda della tipologia e della marca di de- '
tersivo che si sceglie.Il liquido necessario per un giro di lavatrice a pieno carico (4-5 chiù' di biancheria), con acqua di media durezza, è mediamente di 175 mi, mentre per la polvere servono in genere 110 g. Nel caso in cui l'acqua del vostro comune sia molto dolce - meno di 15' F - le dosi devono essere diminuite di un quarto. Per sapere la durezza del liquido che esce da] vostro rubinetto, basta digitare assocasa.federchimica.it o chiamare il Comune. In alcuni prodotti, per esempio il detersivo in polvere di Coop, il dato della durezza è riportato in confezione.

HENKEL E PROCTER & GAMBLE DICONO LA LORO
Dash e Dixan La vera qualità si paga di più
"DUE PRODOTTI ANCHE SE ESCONO DALLO STESSO STABILIMENTO NON SONO IDENTICI". MARCHI DIVERSI PER ACCONTENTARE CHI COMPRA.
 

Un brand come Dixan è riferimento del mercato in termini di prestazioni, per questo è fatto con i migliori tensioattivi e i migliori percarbonati, cioè le componenti di più alta qualità possibile". A parlare è Fabio Valle, responsabile del marchio Dixan per la multinazionale tedesca Henkel In base ai dati che ha a disposizione nei primi 3 mesi del 2005 il Dixan è stato il detersivo più acquistato tra i liquidi.
Valle, cosa alza il prezzo del Dixan rispetto ai concorrenti?
La nostra azienda è impegnata ad avere componenti che hanno il minimo impatto sull'ambiente. Queste sostanze naturalmente hanno dei costi di approviggionamento maggiori rispetto alle materie prime meno sofisticate.
Ma il consumatore in tempo di crisi economica non guarda il prezzo?
Continua a premiare l'innovazione ed è pronto a sperimentare nuove profumazioni e nuove formule, ma è molto più sensibile alle promozioni. Pro-ptio per questo la Henkel ha risposto con un marchio in vendita a prezzo basso, General. La sua formula rispetto ai prodotti dì quella fascia è di ottima qualità.
Perché le grandi industrie investono tanto nella ricerca?
Il nostro obiettivo è ridurre l'impatto ambientale delle sostanze chimiche che utilizziamo. Si tratta sempre di detersivi e saponi, componenti che hanno un forte impatto sull'ambiente. E poi l'innovazione serve a eliminare gli ingredienti critici, ovvero sostanze su cui si nutre qualche dubbio. È il caso del perborato di sodio e della zeolite che sono scomparse dalle nostre formulazioni, proprio perché pericolose.

IL PRODOTTO CIVETTA
Insieme a Dixan, rivale di sempre, Dash oltre a essere il più venduto (nelle polveri è il primo assoluto) è anche è il più costoso. Per questo, però, è facile trovarlo in offerta speciale, come prodotto civetta, in iper e supermercsti.
Ma perché Dash costa più degli altri detersivi?
"Il prezzo lo fa la qualità della materia prima e ricerca e sviluppo che sono dietro alla realizzazione di un prodotto", garantisce Renato Sciamilo, responsabile relazioni esteme del settore detersivi di Procter & Gamble, la multinazionale che lo produce. Sciamilo, è possibile che prodotti che escono dallo stesso stabilimento finiscano sul mercato a prezzi motto diversi?
Due prodotti che escono dallo stesso stabilimento non sono necessariamente identici. È chiaro che per venire incontro alle esigenze dei consumatori è meglio segmentare l'offerta. E cosi facciamo noi commercializzando marchi a prezzi differenti. C'è chi cerca altissime prestazioni e chi preferisce un detersivo medio ma più economico. Molti test, però, hanno dimostrato che spesso gli economici lavano come quelli più cari...I consumatori sono molto attenti ed esigenti. Si accorgono subito se un prodotto non è soddi-sfaciente. Quando costa molto poi deve mantenere le promesse.
Il caro-vita ha coinvolto anche i detersivi per lavatrice?
I prezzi qui sono aumentati meno dell'inflazione, malgrado l'aumento del costo delle materie prime. L'industria si è sacrificata per contenerli, anche perché il mercato è molto frammentato e la concorrenza con i prodotti più economici è for-tissima. Il mercato è in movimento, vive grazie alle novità dell'offerta.
Cosa piace al consumatore?
Piacciono le innovazioni, i prodotti specializzati e negli ultimi tempi i saponi di marsiglia, che hanno conquistato il 15 per cento del mercato.
Non lavano meglio loro, è che siamo più puliti noi

Altro che bianco sempre più bianco. La fortuna dei detersivi di ultima generazione è che oggi lo sporco è sempre meno sporco. Lo stile di vita, la moda, le abitudini e la dieta negli ultimi decenni sono cambiate e con loro le macchie e gli aloni che lordano la nostra biancheria. Ci laviamo frequentemente, facciamo attività che raramente ci fanno sudare, ci vestiamo spesso con tessuti sintetici, più resistenti di fronte alle sostanze organiche con cui ci impatacchiamo, mangiamo meno salsette e, soprattutto, facciamo lavorare la lavatrice notte e giorno. Risultato? I panni sporchi sono sempre più puliti, i detersivi lavano meno anche se vengono pubblicizzati come sempre più forti contro lo sporco, e nessuno se ne accorge. "Oggi i detersivi sono meno aggressivi del passato e le loro formulazioni hanno una carica inferiore dì princìpi attivi", spiega al Salvagente Davide Ma-nani, responsabile del settore detergenti e tensioattivi della Stazione sperimentale per le industrie degli oli e dei grassi.
"Una volta l'abitudine era quella di fare il bucato più raramente, di metterlo a lavare più incrostato, quando il carico della lavatrice era più pesante in volume. Ovvio che il sapone doveva essere più potente", dice il chimico milanese. E aggiunge: "Ora, invece, il bucato lo facciamo molto più spesso e il suo carico di sporco corporeo, il principale colpevole dei nostri lavaggi, è molto diminuito. Di conseguenza quello che il consumatore cerca è un detergente medio-buono che abbia un contenuto di tensioattivi, e quindi una capacità sgrassante, un po' più basso rispetto al passato, a cui aggiungere l'azione di un additivo di lavaggio, ovvero un prodotto pretrattante specifico per ogni tipo dì macchia".
Insomma, il mercato è invaso da tanti prodoni con una capacità di prestazione inferiore rispetto a prima, a cui va affiancato l'uso di detergenti specializzati nel pretrattamento di questo o quel tipo di macchia. Difficile stabilire se questa articolazione dell'offerta nasce effettivamente da un'esigenza dei consumatori o piuttosto è un sistema
studiato dai produttori di detersivi per tenere invita il mercato. " È vero che i detersivi lavano meno, ma è anche vero che oggi l'obiettivo della tecnologia, in questo campo, è proteggere i colori e le fibre, anche se si affrontano lavaggi frequenti. La competizione, quindi si gioca nella ricerca della formulazione più delicata e del principio attivo più capace a fissare il colore senza aggredirlo e a mantenere la morbidezza del tessuto". A ottenere il bianco più bianco, insomma, non ci vuole molto. Dove non arriva la pulizia perfetta del tessuto, arrivano sbiancanti e azzurranti che co prono l'alone. Difficile, invece, è restituire ai panni la freschezza e la morbidezza originarie. Per arrivare a coronare questo sogno la strada è ancora lunga.

IL TEST DI "STIFTUNG" PREMIA I MENO CARI

Ma dai tedesch sì ai low cost
• gabriella brugnoli

Il rapporto tra prezzo di un lavaggio ed efficacia del detersivo che si usa? È una proporzione inversa, ossia più è basso il costo della polvere che mettiamo in lavatrice e migliori saranno i suoi risultati sulle macchie. Paradossale e strana quanto volete, ma questa è la conclusione a cui è arrivato Stiftung Warentest, il mensile della prestigiosa Fondazione tedesca per il controllo della qualità dei prodotti, che ha realizzato diversi test proprio sui detersivi in polvere. L'ultimo, effettuato lo scorso marzo su 15 fustini rappresentativi di tutte le fasce di mercato (dai più cari a quelli dei discount), traccia un giudizio sorprendente: "La maggioranza delle polveri di marca - affermano i tecnici tedeschi - non mostra qualità superiori a quelle economihe. Anzi spesso sono più deboli". Prima di arrivare a questa conclusione, Stiftung ha condotto un lavoro lunghissimo di analisi: 1.200 lavaggi per un totale di 1,5 tonnellate di bucato fornito da un campione di 57 case e durato oltre 15 settimane. In totale, quantifica l'associazione, 5.502 macchie valutate dai tecnici di laboratorio. Dati che non peccano di superficialità, dunque, anche se non hanno mancato di provocare una vera e propria alzata di scudi da parte dei leader del mercato tedesco (soprattutto della Henkel e della Procter & Gamble). La Fondazione tedesca, però, ribatte alle proteste tirando fuori altre analisi comparative svolte dai suoi laboralori. In particolar modo un precedente significativo di marzo 2004, quando sotto la lente erano finiti i detersivi per lavatrice specifici per panni colorati. Anche in quel caso gli esaminatori avevano premiato la fascia più economica. Una spiegazione di questi risultati, dicono gli esperti del giornale, potrebbe essere cercata nella "ricetta base" di questi prodotti. La composizione chimica per ottenere un detersivo, spiegano da "Stiftung", è data sempre dagli stessi elementi: tensioattivi, candeggianti, enzimi, profumi, schiarenti e altri elementi strutturali elementari. A margine di questa composizione di base, i produttori hanno a disposizione altri 400 elementi chimici, non molti in realtà, per poter apportare delle modifiche o delle innovazioni. In secondo luogo, dicono ancora i consumatori tedeschi, c'è la forte concenti-azione del mercato. Quello tedesco, come pure l'italiano, è dominato dai due giganti dei detergenti: la Procter & Gamble e la Henkel (nel mercato italiano si aggiunge la Redd t Benc-kiser). Risulta dunque che la maggioranza delle vendite (circa 1*80 per cento) è !" 'presentata dai prodotti delle ditte maggiori ovvero da quelli più costosi. Gli esaminatori ritengono che proprio la forte concenti-azione del mercato genera immediati meccanismi di imitazione e fa sì che non appena alcune grosse marche introducono delle innovazioni, le altre, anche le più piccole, per non essere tagliate fuori dal mercato, le seguono a ruota livellando così la qualità