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rifiuti come funziona in un paese riciclone
- Subject: rifiuti come funziona in un paese riciclone
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 21 May 2005 22:59:14 +0200
da famiglia cristiana.it
martedi 26 aprile 2005
AMBIENTE
VILLAFRANCA D'ASTI, IN QUANTO A RIFIUTI BATTE TUTTI
IL PAESE RICICLONE
L'85 per cento della spazzatura non finisce più in discarica. Così si è
meritato l'ambito riconoscimento di Legambiente.
Quello dei rifiuti è oggi uno dei problemi più "ingombranti" col quale
cittadini e amministrazioni pubbliche sono alle prese. Rischiamo di essere
letteralmente soffocati da montagne di plastica, imballaggi, bottiglie di
vetro, per limitarci ai rifiuti urbani.
In un anno si producono nel nostro Paese 30 milioni di tonnellate di soli
rifiuti urbani, circa 523 chilogrammi per abitante. Raccoglierli e
smaltirli costa ai singoli e alla collettività cifre da capogiro.
Eppure i rifiuti, da problema che sono, potrebbero diventare
un'interessante risorsa, anche economica. Diamo la parola ai dati, quelli
di una ricerca dell'Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i
servizi tecnici): i rifiuti riciclati si sono rivelati una "miniera", dalla
quale - nel 2002 - è stato possibile recuperare 310.000 tonnellate di
acciaio, 2.500.000 di carta, 1.600.000 di legno, 860.000 di plastica;
1.050.000 di vetro.
Per un totale di 6.350.000 tonnellate di "materie prime" che sono state in
gran parte riutilizzate dalle industrie e in parte consistente (600.000
tonnellate) trasformate in "combustile" per impianti di
termovalorizzazione, che "bruciano" i rifiuti per produrre energia.
E, anche qui, un esempio vale più di molte parole: con un chilo di cartone
si può produrre metà dell'energia che si ricava da un chilogrammo di
petrolio. Da un chilo di plastica addirittura il 30 per cento in più. La
raccolta differenziata è il momento iniziale nel quale si avvia il recupero
dei rifiuti per trasformarli da problema in risorsa. Attualmente, nel
nostro Paese, questo tipo di raccolta riguarda circa il 22 per cento dei
rifiuti urbani. L'obiettivo che l'Italia si era data con la cosiddetta
"legge Ronchi" era quello di raggiungere il 35 per cento entro il 2003.
Traguardo mancato, dunque, almeno per ora.
E, inoltre, troppo marcate restano le differenze tra le varie aree: il Nord
si attesta sul 33,5 per cento di raccolta differenziata, il Centro sul 17,1
per cento, il Sud è ancora fermo al 7,7 per cento.
È la differenziazione che fa la differenza. E il segreto, dicono, sta tutto
in un sacchetto viola. Un sacchettino semitrasparente, 15 x 30, leggero
come una piuma, prezioso come l'oro. Unito, com'è ovvio, alla sana, civile
e intelligente voglia di separare. Quel sacchettino contiene tutto quello
che non si può davvero riciclare, la lametta del rasoio o la custodia per
cd, i cocci di ceramica, la cartacarbone...
Quel sacchetto non contiene rifiuti riciclabili, ma deve contenere la
frazione di rifiuti da portare in discarica. Cioè i rifiuti "più rifiuti"
che ognuno produce, e sulla base dei quali si dovrebbe essere tassati.
A Villafranca d'Asti l'hanno capito, e il 7 luglio del 2004 sono stati
premiati.
Un gran giorno per i suoi circa 3.000 abitanti, a quindici km dal
capoluogo, 206 metri sul livello del mare. Un paese come tanti, silenzioso
e tranquillo.
Un paese, però, con una marcia in più. Villafranca d'Asti, infatti, da quel
giorno, si è potuta fregiare del titolo di "Comune riciclone 2004",
un'onorificenza attribuita da Legambiente al Comune italiano più addestrato
all'acuta e risparmiosa abitudine di separare i rifiuti domestici.
Girando per le stradine si capisce subito che il titolo è meritato: ovunque
si stagliano i colorati e utilissimi contenitori per la raccolta
differenziata, "attivi" dall'aprile del 2002. Niente sacchetti di plastica
abbandonati qua e là, oggetti depositati in angoli nascosti o quasi,
robaccia lasciata in giro.
E tutti risparmiano
Questa abbondanza e questa facilità di "dar esito" ai rifiuti che ognuno di
noi produce permettono una drastica riduzione dei rifiuti da portare in
discarica, con conseguente risparmio per i cittadini. La sensazione di
girare in un paese soddisfatto del proprio operato è palpabile; la
sensazione di avere a che fare con persone che hanno trovato una strada per
risparmiare percorrendo una via intelligente, pure. Si ha l'impressione che
i villafranchesi non si sentano stupidi o frustrati perché mettono più
impegno, a casa, ogni volta che attribuiscono a ogni contenitore il proprio
scarto: anzi. Visto che ognuno è responsabile di ciò che produce (chi più
produce, più paga; chi più differenzia, meno paga), si capisce che i
cittadini sentono la tassa sui rifiuti meno iniqua, meno indiscriminata,
meno pesante. Per cui è interesse di ciascuno, al di là dei bellissimi
discorsi sulla qualità pulita della propria vita e della consegna di un
mondo meno inquinato ai bambini, discorsi che prima o poi bisognerebbe
davvero fare seriamente, cercare di differenziare sempre di più. È la
cosiddetta "tariffa puntuale": si paga per quanti sacchetti si
riconsegnano, e c'è chi è arrivato a pagare anche oltre il 50 per cento in
meno di quello che pagava prima.
«È stata una grandissima soddisfazione, che ha dato un senso di
appartenenza molto forte ai villafranchesi. Oltre a farli risparmiare un
bel po'...», dice il sindaco, l'avvocato Massimo Padovani, 37 anni, persona
sensibile alle problematiche dell'ambiente anche prima di diventare primo
cittadino di Villafranca (nato nel Torinese, sposato a una villafranchese,
due figli), diventato "famoso" in loco per essere stato, nel '98,
vicepresidente del comitato "Villafranca per noi" (che si oppose
all'insediamento di un impianto privato di trattamento dei rifiuti nel
territorio villafranchese).
Un titolo più che meritato
Padovani, eletto sindaco nel '99, a capo della lista civica, "Dalla parte
dei villafranchesi", è da sempre sensibile alle problematiche dell'ambiente
ed è una persona che probabilmente ha saputo spiegare e motivare i suoi
concittadini. Il titolo ottenuto di "Comune riciclone" se lo merita tutto,
Villafranca d'Asti, che nella classifica generale di Legambiente, in base
alla percentuale di raccolta differenziata, raggiunge, con 3.000 abitanti,
l'85,38%, davanti a Marene (Cuneo) con l'81,82% e 2.759 abitanti e Torre
Boldone (Bergamo), 7.892 abitanti e l'80,05%. Gli amministratori del Comune
di Marene erano andati nell'ottobre del 2002 per capire e imparare il
"metodo Villafranca" per poi applicarlo alla loro realtà. A partire dal
2003 in molti Comuni astigiani sono partiti con iniziative che prendono
esempio e stanno ottenendo lusinghieri risultati.
Un record europeo?
«Noi abbiamo fatto una campagna informativa di tre mesi (da gennaio a fine
marzo 2003), banchetti nelle strade e dieci incontri pubblici più lettere e
un manuale molto chiaro. I nostri concittadini hanno accettato la sfida e
hanno potuto così separare in maniera sempre più soddisfacente. I risultati
del primo anno (2002) sono passati dal 20% dei primi mesi all'80%; nel
2003, siamo balzati all'85%, e il premio di Legambiente. Nel 2004 contiamo
di migliorare ancora, e ci piacerebb fare il bis. Stimiamo intorno all'87%
il dato che stiamo elaborando», dice il sindaco. «Noi italiani abbiamo
lavorato bene, e potremmo essere anche i primi in Europa, se ci fosse un
premio. Certo, il sogno sarebbe quello delle quattro "r": riduzione,
riciclaggio, riuso, recupero. Dove la prima "r" è importantissima».
Da parte sua, l'amministrazione deve provvedere a una puntuale raccolta e a
dotare i cittadini di un numero adeguato di contenitori. A Villafranca
d'Asti sono tanti: quello per gli scarti organici; per il compostaggio, la
carta, il vetro, il verde, la plastica, lattine e scatolame, gli indumenti,
pile e farmaci, e persino quello per i pannolini dei bambini (grigio-rosa).
Le cose ingombranti sono ritirate previa telefonata in Comune. E poi c'è il
più prezioso: il "sacchetto viola". Quello, sì, che fa la differenza...
Emilia Patruno
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