[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
una pensione in affitto, le cifre della grande svendita dell'Inps
- Subject: una pensione in affitto, le cifre della grande svendita dell'Inps
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 18 May 2005 22:55:05 +0200
dal manifesto 27 Aprile 2005INCHIESTA Una pensione in affitto PAOLO ANDRUCCIOLI Le cifre della grande svendita dell'Inps Una pensione in affitto Prima gli immobili, poi le spiagge. La nuova ondata di finanza alla Tremonti Per fare cassa il governo si è venduto tutto il patrimonio immobiliare degli enti previdenziali (Inps e Inpdap) e dell'Inail. Il valore di mercato è crollato. Gli enti obbligati a pagare l'affitto. La «finanza creativa» eroderà le casse e quindi le prestazioni: pensioni e infortuni sul lavoro PAOLO ANDRUCCIOLI Quelli che stiamo per raccontare sono esempi di finanza creativa «alla Tremonti», con effetti distruttivi sul patrimonio pubblico e sui diritti dei cittadini. Si tratta in questo caso della vendita, o svendita degli immobili dell'Inps, dell'Inpdap e dell'Inail, adibiti «ad uso strumentale», ovvero gli uffici, che sono stati ceduti dal governo Berlusconi a una finanziaria costituita per l'occasione, la Fip, che ha poi costretto gli stessi enti a pagare un affitto considerevole per poterli utilizzare nel normale svolgimento delle loro funzioni. Il «colpo» è avvenuto poche ore prima del Natale dello scorso anno, ma è passato quasi inosservato, fatta eccezione per due recenti articoli di Mario Pirani su la Repubblica. Lo stesso Pirani si è lamentato con i suoi colleghi giornalisti che si sarebbero fatti sfuggire uno scoop di questa portata, anche se poi egli stesso ha tralasciato di ricordare le svariate iniziative di lotta messe in atto in questi mesi dalle Rdb, le rappresentanze sindacali di base e le proteste formali dei consigli di vigilanza degli stessi enti, nonché i ricorsi al Tar. Ma veniamo ai fatti. Vendesi uffici Si tratta di un'operazione che dovrebbe fruttare circa 4 miliardi di euro per le casse dello Stato, ma che inciderà inevitabilmente sulle casse dei due principali enti previdenziali pubblici, Inps e Inpdap e dell'istituto preposto all'assicurazione pubblica sul lavoro, l'Inail. Tutti gli uffici di questi enti sono stati messi in vendita attraverso un complicato sistema di scatole cinesi finanziare e cartolarizzazioni e gli enti sono ora costretti a pagare l'affitto, che nel caso dell'Inps raggiunge la ragguardevole cifra di 29.686.560 euro solo per il primo anno. Cominciamo quindi dal caso dell'Inps. Con il decreto emanato al tempo della discussione sulla finanziaria 2005, il governo ha praticamente sottratto 43 immobili dell'Inps e li ha trasferiti al Fip, il Fondo immobili pubblici, creato dal Ministero dell'economia. La «strutturazione» del Fondo è affidata a un consorzio di banche che sono state selezionate con «procedura competitiva». Le banche coinvolte sono di grosso calibro: Banca Imi Spa, Barclays Capital, Lehman Brothers International (Europe) e The Royal Bank of Scotland Plc. La gestione dello stesso Fondo sarà demandata a una Sgr, una società di gestione del risparmio, la Investire Immobiliare Sgr spa, che è stata a sua volta selezionata dalle banche. Il patrimonio complessivo degli uffici Inps, Inpdap e Inail è stato quindi «trasferito» al fondo. Lo scopo ufficiale dell'operazione è quello di valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico, utilizzarlo in modo più razionale e di ridurre i costi di gestione degli immobili stessi. Ma gli effetti finali di tutta l'operazione smentiscono i propositi e avranno ricadute molto pesanti. Una finanziaria La finanziaria costituita per l'occasione dal Mef, il ministero dell'economia e delle finanze è divenuta titolare di un patrimonio costituito complessivamente (ovvero per tutti e tre gli enti pubblici coinvolti) di 396 immobili che dovrebbero valere circa 3, 5 miliardi di euro. Gli immobili sono stati scelti e valutati da un gruppo di esperti indipendenti che sono stati nominati dal pool di investitori coinvolti nell'operazione. Gli stessi immobili - 43 appunto nel caso dell'Inps - sono stati ceduti al fondo Fip che poi li ha dati in gestione al demanio. Il demanio a sua volta chiede l'affitto all'Inps e agli altri due enti coinvolti. Dove sta il guadagno? Sta nelle obbligazioni emesse dal Fip a favore del gruppo di investitori che godranno del diritto di compravendita. Le banche anticipano dunque il valore degli immobili che risultano così cartolarizzati e ci guadagnano con gli interessi. L'assurdità di questa speciale cartolarizzazione è stata messa in evidenza dal presidente del Civ, il consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps, Francesco Lotito che è stato ascoltato nel corso di un'audizione dalla Commissione lavoro pubblico e privato della Camera. Lotito ha spiegato che il prezzo di vendita dei 43 immobili dell'Inps trasferiti al Fondo immobiliare è di 667.947.600 euro. La rendita di affitto, dividendo il prezzo complessivo per i metri quadrati di uffici che sono stati ceduti, sarà pari al 7,81% del valore «capitario» degli immobili. Come si vede, si tratta di una rendita molto alta. Lo stesso presidente Lotito parla di «una rendita di gran lunga più elevata rispetto agli standards di redditività di tutti i valori mobiliari e immobiliari presenti sul mercato». Se la rendita è alta, per favorire i protagonisti finanziari dell'operazione, al contrario il prezzo al metro quadrato degli immobili dell'Inps ceduti risulta a questo punto molto basso. Il prezzo al metro quadrato risulta infatti pari a 1.784.6 euro. E' evidente che è uno dei prezzi di immobili a uso ufficio più bassi, sia per quanto riguarda le medie della capitale, sia per quanto riguarda le medie di altre città. A Roma si sono registrati prezzi al metro quadrato di ben altra portata. Qualche giorno fa, tanto per fare un esempio, è girato un annuncio nella capitale che sembrava inventato: un ufficio messo in vendita al modico prezzo di 12 mila euro al metro quadrato, zona via Lega Lombarda. Naturalmente si è trattato di una esagerazione, ma i 1.784 euro degli immobili Inps grida comunque allo scandalo. E' evidente che siamo in presenza di una svendita del patrimonio immobiliare del più grande ente previdenziale pubblico. Anzi del più grande ente previdenziale d'Europa, come ricorda giustamente il presidente Lotito. Contratto capestro Non tratta poi solo di svalorizzazione del patrimonio (che poi è esattamente l'opposto dei presupposti di un'operazione che sulla carta puntava alla «valorizzazione del patrimonio»). Si tratta anche di un contratto di locazione che è completamente a sfavore dell'Inps. L'istituto previdenziale che è stato messo sotto accusa per i costi di gestione e che viene sempre indicato come un ente a rischio per la veloce trasformazione demografica del paese (troppi pensionati, si dice, e pochi lavotori che pagano i contributi), viene ora appesantito da un affitto stabilito da altri con criteri assolutamente fuori mercato. L'Inps è infatti obbligato a tenere in affitto per nove anni gli stabili a un canone annuo che capitalizzato a un tasso annuo del 7,81% (la rendita stabilita) consentirebbe di riacquistare la proprietà ceduta in otto anni. Sempre secondo il presidente Lotito si tratta di un'operazione tutta a perdere per l'ente perché in ogni caso, «la somma che probabilmente verrà incassata quale corrispettivo degli immobili ceduti verrà erosa in 10 anni. «L'effetto economico patrimoniale dell'operazione è devastante: riduzione del patrimonio e crescenti costi di gestione». E sì perché si è scoperta poi anche un'altra piccola sorpresa in corso d'opera. Mentre gli uffici dove lavorano i dipendenti dell'Inps non sono più dell'Inps, la manutenzione ordinaria e straordinaria spetta sempre all'Inps. Come dire: cornuti e mazziati. Chi paga? Sempre le casse dell'Inps che sono foraggiate dai contributi dei lavoratori in attività che - secondo l'ormai famoso principio della ripartizione - pagano le pensione ai lavoratori che sono usciti dal ciclo produttivo. I costi della gestione degli immobili Inps che non sono più dell'Inps incideranno in modo rilevante sui prossimi bilanci di un ente che continua poi a sostenere costi impropri quali gli interventi in ammortizzatori sociali. E' anche nota la polemica sulla mancata divisione tra i costi dell'assistenza e della previdenza dell'Inps, modo di contabilizzare le spese che sballa le percentuali e fa apparire (in modo falsato) le pensioni pubbliche italiane tra le più onerose in Europa. L'operazione Inps che è stata attivata nel dicembre scorso è stata osteggiata dal Consiglio di vigilanza dello stesso ente, mentre il presidente dell'Inps è stato costretto alla presa d'atto. La decisione è stata del governo e il ministro del welfare Maroni ha promesso di mettere in riga lo stesso Consiglio di vigilanza che rappresenta i lavoratori. A proposito di lavoratori. Lo sapete con quali soldi erano stati acquistati nel corso degli anni quegli immobili che oggi risultano ceduti? Con i soldi dei lavoratori, ovvero con i contributi versati all'Inps e poi investiti. Vedremo in un'altra puntata che cosa sta per succedere con questa speciale cartolarizzazione e con le altre due operazioni che riguardano l'Inpdap (ente previdenziale dei pubblici) e l'Inail. (1. continua) -------------------------------------------------- scheda -------------------------------------------------- Le cifre della grande svendita dell'Inps L'operazione del Ministero dell'economia si inquadra nel filone finanza creativa. Solo per quanto riguarda l'Inps sono stati venduti o messi in vendita 43 immobili per una metratura complessiva di 373.267 metri quadrati. Prezzo di vendita complessivo è di 667.947.600 euro. L'affitto annuale previsto ammonta a 52.217.921 euro. Nell'audizione del presidente del Civ, Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps, presso la commissione lavoro della Camera, si legge che in base a queste cifre, la rendita d'affitto sarà pari al 7,81% del valore capitario degli immobili, «rendita di gran lunga più elevata rispetto agli standards di redditività di tutti i valori mobiliari e immobiliari presenti sul mercato». Come in tutti i giochi un po' truccati, anche in questo caso gli elementi giocano a favore di chi ha condotto il gioco. Se infatti la rendita è tra le più alte, il valore al metro quadro degli immobili è sceso ai livelli più bassi del mercato. Il prezzo al metro quadrato degli immobili Inps venduti risulta pari a 1.784,6 euro. L'affitto di cui si dovrà far carico l'Inps per il primo anno è pari a 29.686.560 euro. L'ente pubblico previdenziale è dunque costretto a pagare un affitto tale che in otto anni avrebbe permesso il riacquisto degli immobili stessi. Gli affari della finanza creativa sul patrimonio pubblico. Seconda puntata L'Inail sfrattato dalle banche PAOLO ANDRUCCIOLI Gli affari della finanza creativa sul patrimonio pubblico. Seconda puntata L'Inail sfrattato dalle banche 141 milioni E' questo il valore della ventita di titoli legati alla cartolarizzazione degli immobili Inail. Da 249 milioni di euro gli uffici Inail sono stati già valutati 390 La privatizzazione Il vero obiettivo di queste operazioni di finanza creativa potrebbe essere quello di affidare alle assicurazioni private la gestione degli infortuni sul lavoro PAOLO ANDRUCCIOLI Anche il Csm, il Consiglio superiore della magistratura è a rischio di sfratto. Il palazzo dove risiedono gli uffici del Consiglio è infatti di proprietà dell'Inail, l'Istituto nazionale di assicurazione sugli infortuni sul lavoro. Quel palazzo, come tanti altri a Roma e in molte altre città italiane, potrebbe però passare presto di mano. O meglio potrebbe essere ceduto a un fondo di investimento composto da un pool di banche e «cartolarizzato», così come è avvenuto già per quasi tutti gli immobili a uso ufficio dello stesso Inail, ma anche dell'Inps e dell'Inpdap. L'operazione potrebbe scattare presto in vista della finanziaria 2006. Al governo servono di nuovo soldi freschi per il taglio dell'Irap. Dai primi calcoli approssimativi sembra che il governo sia alla ricerca di 14 miliardi di euro. Un'altra istituzione pubblica a rischio di sfratto perché ospitata negli immobili che l'Inail aveva comprato per fare investimenti e che ora dovrebbe cedere, è l'Authority per le infrastrutture, che ha i suoi uffici a Roma, in via di Ripetta. Anche quel palazzo potrebbe far parte della prossima operazione di cartolarizzazione nel perfetto stile della finanza creativa dell'ex ministro Tremonti, oggi vicepresidente del consiglio. Con il fondo Patrimonio Uno, creato l'anno scorso, il governo aveva già tentato il colpaccio, ma si era dovuto bloccare per impedimenti tecnici. Così l'operazione è stata indirizzata solo verso tutti gli immobili che gli enti previdenziali, Inps, Inail e Inpdap usano come uffici. Con il Fip (il Fondo immobili pubblici, di cui abbiamo già raccontato in una precedente puntata di questa inchiesta) sono così stati cartolarizzati tutti gli uffici e ora gli enti sono costretti a pagare l'affitto nei locali che fino al Natale del 2004 appartenevano a loro stessi. La cessione degli immobili e la relativa cartolarizzazione ha già prodotto i suoi effetti sul piano finanziario, ma nel medio e lungo periodo potrebbe produrre effetti disastrosi per le casse degli enti e quindi per il livello di prestazioni erogate. Nei prossimi anni potremmo cioè assistere al paradosso di una bancarotta dell'Inps, dovuta non tanto alla demografia (meno gente che lavora e più pensionati), ma alla finanza creativa. Stesso discorso per l'Inpdap, che con la cartolarizzaione ha perso il patrimonio immobiliare di cui disponeva, ma anche per l'Inail, che ha avuto sempre una gestione in attivo che gli ha permesso di espletare tutte le sue funzioni di assicurazione, ma anche si assistenza dei lavoratori (la riabilitazione e il reinserimento nel posto di lavoro dopo un incidente, tanto per fare un esempio). Per ora, una sola cosa è certa. Solo le banche hanno un guadagno effettivo. Facciamo l'esempio dell'Inail. L'operazione ha fruttato finora circa 141 milioni. Si tratta di una valorizzazione finanziaria e quindi di un guadagno che va a beneficio del pool di banche che ha condotto l'operazione attraverso il Fondo immobili pubblici (Fip). I locali degli uffici dell'Inail sono stati valutati e ceduti per 249 milioni di euro. Dopodiché è scattata la cartolarizzazione. Le banche hanno anticipato il valore degli immobili e hanno messo sul mercato i relativi titoli di investimento immobiliare attraverso il Fip. Ora il patrimonio è stato valuto per 390 milioni di euro. «L'Inail e quindi i lavoratori - spiega Giovanni Guerisoli, presidente del Consiglio di vigilanza - hanno già perso circa 141 milioni di euro». Oltre tutto, racconta sempre Guerisoli, il governo sta cercando di sanare con una vera toppa giuridica un buco nella legislazione su cui sono stati fatti i ricorsi al Tar. E sì perché il governo Berlusconi, alla disperata ricerca di soldi cash, ha forzato le leggi precedenti per mettere in atto la cartolarizzazione del 2005 e per preparare quella del 2006. Il Consiglio di vigilanza dell'Inail lo ha scritto molto chiaramente nel ricorso presentato al Tar (su cui si dovrà esprimere il 22 giugno prossimo). Secondo il Civ, la più importante causa di illegittimità dell'operazione che ha portato alla vendita degli immobili Inail deriva dalla legislazione in vigore che vieta espressamente la vendita di immobili pubblici adibiti ad «uso strumentale», ovvero utilizzati per gli uffici degli stessi enti pubblici. Secondo il ricorso del Civ dell'Inail, non esiste insomma alcuna norma di legge che autorizzi il Ministero a cadere al Fip gli immobili ad uso strumentale degli enti pubblici. Sia una delle grandi riforme delle pensioni degli anni novanta (in particolare la legge 335), sia la legislazione dell'ultimo governo di centrosinistra nel 2001 avevano previsto la possibilità di mettere in vendita per «valorizzarla» parte del patrimonio immobiliare pubblico. Ma da quel tipo di cartolarizzazione e di cessione a terzi del patrimionio pubblico erano stati esclusi espressamente tutti gli immobili utilizzati per espletare i normali compiti legati ai servizi erogati dagli enti. Il governo Berlusconi ha forzato quindi - senza cambiarle - le leggi precedenti mettendo in vendita anche gli uffici pubblici. Come è stato possibile? Per spiegarlo, bisogna tornare un po'indietro, ovvero ai giorni convulsi intorno al Natale 2004, giorni in cui il ministro Siniscalco stava cercando disperatamente di far quadrare i conti e stare sotto il tetto del 3% (rapporto deficit/Pil). Si racconta che il ministro Siniscalco ha convocato i dirigenti dell'Inail, dell'Inps e dell'Inpdap per fare il punto sulla situazione. Sono stati così individuati dagli esperti i palazzi da mettere in vendita. E sono stati indicati tutti quegli immobili di proprietà degli enti, ma non occupati dagli uffici degli enti stessi. E proprio in quelle riunioni è nato l'intoppo. Sono stati individuati infatti immobili che non sempre corrispondevano agli standard. Alcuni erano particolarmente vetusti (come la sede dell'Inail in via Nomentana vicino alla Villa Torlonia). Altri avevano problemi di altro genere. Per farla breve: le banche erano insoddisfatte delle indicazioni che erano state predisposte, perché avevano bisogno al contrario di immobili «puliti» e ben valutati. Tra l'altro il demanio non ha la perfetta conoscenza di tutto il patrimonio. Così sono stati messi nell'elenco delle cessioni e della cartolarizzazione i palazzi stessi degli enti. E' stato creato quasi al volo il Fip, il fondo immobiliare pubblico che ha preso il posto del Fondo Patrimonio Uno che non è mai partito, ma che con tinua ad essere in stand-by, pronto a riprendere quota. All'Inail è stato quindi chiesto - sarebbe meglio dire ordinato - di cedere 18 sedi che oggi sono usate per ospitare gli uffici. Si tratta per la precisione di 17 sedi più una, quella di Roma, che ha avuto una vicenda più contorta. Raccontano infatti i rappresentanti del Consiglio di vigilanza che inizialmente si era messa in vendita la sede Inail di via Nomentana. Poi però i rappresentanti delle banche, dopo averla visitata, hanno posto il loro veto. Troppo vecchia, troppi lavori per la ristrutturazione, in una posizione nella capitale non eccellente. Insomma: di scarso valore o almeno appetibilità per il mercato degli investimenti immobiliari. Ci vuole qualcosa di meglio. Allora l'interesse si è spostato verso la sede dell'Inail provinciale in piazza delle Cinque Giornate, un bel palazzo d'epoca che si affaccia sul Tevere. Questi i precedenti. Ora dobbiamo attendere le prossime mosse e le prossime novità, sia sul fronte politico, sia su quello legale. Il governo infatti sta cercando di sanare il buco che ha permesso il ricorso al Tar con un vero trucco legislativo. Ha introdotto una norma nel decreto legge sulla competitività che cambia la legge sulla vendita degli immobili. Si cambia la norma, dopo che l'azione è stata compiuta. Ovvero si riscrivono e correggono le regole della cartolarizzazione dopo averla realizzata fuori dalla legge. E si preparano anche belle novità sul fronte del mercato del patrimonio. In gioco, tanto per fare un altro esempio, ci sono anche i terreni e i capannoni di proprietà dell'Inail ora affidati alla Protezione Civile. Si tratta del sito di Castelnuovo di Porto, che si può vedere passando sull'autostrada verso Firenze in direzione di Fiano. Ebbene si è scoperto - tra le altre cose - che la Protezione Civile è morosa per l'affitto all'Inail di una cifra che si viaggia su svariati milioni di euro. E per di più sembra che la stessa Protezione Civile abbia riaffittato i locali a terzi. Castelnuovo di Porto sarà un'altra tappa delle cartolarizzazioni? scheda LA PROSSIMA SVENDITA DEI PALAZZI DI LUSSO Il governo ha già pronto un nuovo elenco di immobili di prestigio che appartengono agli enti previdenziali o comunque ad enti pubblici. In vista della finanziaria per il 2006 che dovrà trovare le risorse per il taglio dell'Irap ci si prepara dunque a una nuova grande operazione di cartolarizzazione. Il meccanismo era stato già predisposto lo scorso anno con il Fondo Patrimionio Uno che aveva messo gli occhi, tra le altre cose, sul palazzo dell'Inail che ospita il Csm, Consiglio superiore della magistratura, o il palazzo dell'Authority per le infrastrutture in via Ripetta sempre a Roma. In ballo c'è anche la sede della Protezione Civile a Castelnuovo di Porto. L'operazione di cartolarizzazione con Patrimonio Uno si è bloccata ed è invece stato attivato il Fip, il Fondo immobili pubblici che dipende dal Ministero dell'Economia. Ora potrebbe partire la seconda fase della grande svendita scheda INTERPELLANZE PARLAMENTARI E RICORSI Un gruppo di deputati Ds ha presentato un'interpellanza al ministro del welfare, Roberto Maroni, per chiedere chiarimenti sulle decisioni che si intendono assumere a proposito del bilancio preventivo dell'Inail. In particolare i Ds si chiedono se il governo intenda «modificare la sua politica sulla vendita dei beni immobiliari degli enti previdenziali». Contemporaneamente sono stati presentati vari ricorsi al Tar del Lazio, che è convocato per il 22 giugno prossimo. Un ricorso è stato presentato dal Civ, il consiglio di vigilanza dell'Inail e un altro ricorso è stato presentato dalle Rdb, le rappresentanze sindacali di base. Le Rdb hanno organizzato poi una serie di manifestazioni e di proteste contro la svendita del patrimonio immobiliare dell'Inail, ma anche di quello dell'Inps e dell'Inpdap, l'istituto di previdenza dei pubblici dipendenti |
- Prev by Date: RE: L'Italia di oggi quale futuro.
- Next by Date: intelligenza scientifica e democrazia partecipativa
- Previous by thread: RE: L'Italia di oggi quale futuro.
- Next by thread: intelligenza scientifica e democrazia partecipativa
- Indice: