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strumenti di governo per l'ambiente : contabilità ambientale
- Subject: strumenti di governo per l'ambiente : contabilità ambientale
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 13 Apr 2005 23:04:13 +0200
Associazione Analisti Ambientali Per una gestione integrata dell'ambiente GLI STRUMENTI DI GOVERNO LA CONTABILITA' AMBIENTALE Generalità (Natura dello strumento, campo di applicazione, riferimenti storici, soggetti coinvolti, prodotti tecnici usati, ruolo ai fini del governo del territorio, situazione attuale e punti problematici). La crescente attenzione riservata alle tematiche ambientali nei contesti sia pubblici che privati dai soggetti la cui attività comporta un impatto rilevante sull'ambiente ha generato la necessità di elaborare strumenti e sistemi conoscitivi di misurazione della sostenibilità di tali attività, conformemente al più generale concetto di sviluppo sostenibile. Risulta indispensabile, infatti, conoscere l'entità dei prelevamenti e degli sversamenti nell'ambiente naturale che ogni tipo di attività implica, nonché i costi connessi a questo tipo di azioni e l'ammontare di risorse finanziarie dedicate, al fine di impostare e soprattutto gestire politiche pubbliche o di impresa che siano compatibili con la protezione e preservazione dell'ambiente, unitamente al rispetto dei vincoli imposti dalla regolamentazione ambientale vigente. Il soggetto la cui attività corrisponde ad un impatto rilevante sull'ambiente ha necessità di sapere quanto inquina e che tipo di incidenza economica gli comportano le iniziative avviate allo scopo di prevenire, ridurre o riparare il danno all'ambiente. L'esigenza di questa informazione ambientale, sempre maggiore, che deve avere le caratteristiche di attendibilità e confrontabiltà, ha stimolato la produzione di studi interdisciplinari per arrivare a proporre schemi contabili idonei ad integrare sia gli aspetti economici sia quelli ambientali, dando luogo ad un'area di ricerca e sperimentazione indicata con il nome di contabilità ambientale. Da questo punto di vista, il termine contabilità ambientale travalica ogni approccio settoriale e consiste in uno strumento di analisi, monitoraggio, comunicazione ed informazione con lo scopo di integrare gli indicatori economici e gli atti delle politiche di bilancio. Essa misura la consistenza delle risorse naturali, i loro flussi e cambiamenti negli anni, valuta gli effetti delle azioni umane sull'ambiente e permette di comprendere il valore dell'utilità delle decisioni in tema economico e ambientale. Semplificando al massimo il concetto della contabilità ambientale si può dire che essa mira all'identificazione di nuove grandezze associate alle unità fisiche delle risorse naturali che entrano ed escono da un determinato processo economico, e di nuove voci di costo da inserire nelle normali operazioni di bilancio, connesse dall'utilizzo di tali unità. La contabilità ambientale in tutte le sue applicazioni si mostra come una disciplina, un metodo e uno strumento per la rilevazione, archiviazione, organizzazione, produzione e rappresentazione di dati e informazioni ambientali di tipo fisico (parametri atti a misurare gli inquinanti immessi nell'ecosistema e la qualità delle risorse naturali) e/o monetario (spese e investimenti per la protezione dell'ambiente ed effetti patrimoniali indotti dalla gestione ambientale). Il campo di applicazione della contabilità ambientale interessa sia il contesto nazionale che quello di impresa, individuando scenari a volte molto differenti e metodologie di variabile complessità, ma seguendo sostanzialmente il medesimo schema generale di base: quello che cerca di individuare il legame esistente tra le quantità fisiche dei flussi di materia e di energia forniti dalla natura alle varie branche di attività economiche, nonché prodotti, consumati ed immessi nei corpi riceventi ambientali, da una parte, e la contabilità prettamente monetaria ad essi connessa, rispetto all'ambito di analisi di volta in volta considerato, dall'altra. - La contabilità ambientale d'impresa Nell'ambito delle politiche di impresa l'utilizzo della contabilità ambientale risponde sia ad esigenze di conoscenza "interna" - relative alla riorganizzazione del processo produttivo, conformemente al quadro completo e dettagliato relativo all'impatto dell' impresa sull'ambiente e, successivamente, all'elaborazione di indici sintetici di performance per il raggiungimento di determinati obiettivi ambientali aziendali interni - sia ad esigenze "esterne" - relative alla volontà dell'impresa di comunicare agli utenti dei propri rendiconti finanziari, in particolare i maggiori portatori di interessi, le informazioni sull'impatto dei rischi e degli oneri ambientali sulla posizione finanziaria della società, nonché sull'atteggiamento della società nei confronti delle questioni ambientali e sulle prestazioni dell'impresa in tale settore, nella misura in cui tali aspetti possono ripercuotersi sulla situazione finanziaria della società. Naturalmente la volontà di comunicare all'esterno un'immagine "verde" dell'impresa interessa la collettività tutta, compresi i consumatori, nella crescente sensibilizzazione che essi dimostrano verso le tematiche ambientali. La contabilità ambientale d'impresa non mira a stravolgere i tradizionali sistemi di registrazione finalizzati alla rilevazione dei fatti della gestione d'impresa (quali, ad esempio, vendite, acquisti, pagamenti, incassi, retribuzioni, costi diversi etc.) ma, al contrario, utilizza pressoché la stessa impostazione pur con rilevanti differenze inerenti l'oggetto della contabilità (che cosa si osserva) ed il metodo contabile (le modalità e le procedure di registrazione dei fatti della gestione). Lo strumento che viene maggiormente utilizzato per soddisfare tali esigenze di comunicazione ambientale legate alla contabilità di impresa ed al suo impatto sull' ambiente è il bilancio ambientale d'impresa. Il bilancio ambientale d'impresa è lo strumento contabile che racchiude in un unico documento i dati di natura ambientale, rilevati in modo dettagliato e organizzato dal sistema informativo aziendale nell'arco di un anno. La sua funzione consiste nel rappresentare in termini quantitativi e qualitativi il tipo e l'entità dell'impatto esercitato dall'attività produttiva aziendale sull'ambiente naturale, sotto forma sia di consumo e depauperamento di risorse naturali sia di emissione di sostanze inquinanti. Quest'ultimo viene definito dalla Fondazione Enrico Mattei come "uno strumento contabile in grado di offrire un quadro organico delle interrelazioni dirette tra l'impresa e l' ambiente naturale attraverso l'opportuna rappresentazione dei dati quantitativi e qualitativi relativi all'impatto ambientale delle attività produttive, e dello sforzo economico e finanziario sostenuto dall'impresa per la protezione dell'ambiente". Il bilancio ambientale si differenzia dal tradizionale bilancio d'esercizio principalmente per le seguenti caratteristiche: presenta, accanto ad una situazione consuntiva basata, in linea di principio, solo su valori certi, verificati, espressione di quanto effettivamente accaduto nel corso dell' esercizio di riferimento, anche valori attesi, stimati, riguardo: emissioni in atmosfera, stime d'impatto, monetizzazione del danno ambientale; fornisce, accanto alla rappresentazione statica del bilancio d'esercizio fissata convenzionalmente per un giorno preciso dell'anno ed idonea a fotografare semplicemente la situazione gestionale dell'impresa, report interni periodici utili per il controllo e la gestione delle attività, la verifica del raggiungimento degli obiettivi e soprattutto la base oggettiva per molte delle decisioni future da intraprendere; è un documento che viene redatto su base volontaria, svincolato dagli obblighi previsti per legge relativi all'elaborazione e pubblicazione del bilancio d'esercizio. Le ragioni dell'utilità del bilancio ambientale nell'ambito dell'attività di impresa, e congiuntamente alla pratica della contabilità ambientale, sono molteplici e si differenziano in relazione all'attenzione che ogni realtà aziendale dedica alle tematiche ambientali. La dottrina che si è occupata dell'argomento le sintetizza come segue: consente all'impresa di rilevare in modo esaustivo i dati di tipo fisico, relativi all' input e alle emissioni prodotte, ed i dati di tipo monetario, relativi alla "spesa ambientale" sostenuta; rappresenta la base per collegamenti, ove possibile, fra dati di tipo fisico e dati di tipo monetario; fornisce l'opportunità per comunicare al pubblico ed a tutti i soggetti interessati un' immagine "verde" dell'impresa; data la sua flessibilità, consente di paragonare lo "stato di salute ambientale" delle varie realtà di impresa, nonché l'accessibilità e la sua verifica da parte dei responsabili delle strategie di impresa e gli esperti esterni e di società di auditing ambientale; è conforme alle esigenze di rilevazione dell'Istituto Statistico Nazionale (ISTAT) in modo da essere utilizzabile per la redazione dei conti ambientali nazionali; integra una strategia di gestione aziendale che minimizza i costi attraverso: la verifica e/o certificazione della situazione dell'impresa rispetto al complesso delle norme ambientali, sia per scopi di sicurezza interni che rispetto a potenziali controlli; la ricerca dell'ottimizzazione gestionale in termini di continua innovazione delle tecnologie di produzione, di prevenzione del danno ambientale ed in generale di una massimizzazione del profitto, rilevando tutti quei costi, legati ad un utilizzo delle risorse naturali, non contabilizzati che fino a quel momento l'azienda non ha considerato. L'obiettivo per le imprese di testare il proprio impatto ambientale e le incombenze di carattere finanziario che derivano dalla considerazione della variabile ambiente nelle politiche di bilancio ha stimolato chi si occupa di contabilità ambientale ad elaborare convenzionalmente una serie di categorie di indicatori ambientali di impresaesprimibili con parametri numerici da monitorare nel tempo e riguardanti l'oggetto della contabilità ambientale, ossia il "cosa" si osserva. Quelli qui di seguito riassunti in categorie ed a titolo esemplificativo sono stati divulgati con la norma ISO 14031 e lo schema Global Reporting Initiative: Environmental Management Indicators (Emi) - Indicatori di gestione ambientale che comunicano l'impegno dell'azienda nel campo ambientale quali, sostanzialmente, gli investimenti ambientali per anno ed i costi operativi per anno, unitamente al livello di implementazione e di integrazione delle politiche e dei programmi; dell'evoluzione dei rapporti sociali con la comunità, le autrorità circostanti ed i media; il rispetto della normativa ambientale. Environmental Absolute Indicators (Eai) - Indicatori ambientali assoluti che misurano l' effettivo uso dell'ambiente da parte dell'impresa. Essi riguardano dati fisici sui prelievi, sulle emissioni, sugli scarichi, sui volumi dei rifiuti e sulla misurazione dei livelli acustici. Environmental Performance Indicators (Epi) - Gli indicatori di performance ambientale traducono il concetto di sostenibilità per l'impresa confrontando il livello di inquinamento raggiunto in rapporto alla propria mole di produzione. Per sfruttare efficacemente il valore di questi indicatori è indispensabile che tutta l'attività dell' impresa sia suddivisa in modo da individuare precisamente quali fasi sono responsabili di ogni singolo fattore di impatto sull'ambiente e successivamente definire l'unità utile per costruire l'indice. Potential Effect Indicators (Pei) - Gli indicatori di effetto potenziale hanno l'obiettivo di valutare l'effetto che potrebbe avere l'attivtà di impresa sull'ambiente. Generalmente questi indicatori vengono espressi in unità di sostanza di riferimento per ogni singolo effetto ambientale. Ad esempio come quelli utilizzati per il più noto "effetto serra" (Global warming potential), la riduzione dello strato di ozono (Ozone depletion potential), l'effetto smog fotochimico (Pocp: Photo chemical ozone potential) etc. Per questo tipo di indicatori aggregati i maggiori problemi, come si può intuire, derivano dalla mancanza di una chiara politica di standardizzazione del potere pubblico regolatore che faciliterebbe la confrontabilità delle varie realtà aziendali e dei loro impatti sull' ambiente. Environmental Effect Indicators (Eei) - Questo tipo di indicatori consiste nel monitoraggio delle grandezze chimico-fisico o biologico dell'ambiente esterno all'impresa (aria, acqua, suolo). Anche in questo caso le maggiori difficoltà riguardano la possibilità di dividere ciascun effetto ambientale per ogni unità produttiva ed il grosso impiego di risorse umane e finanziarie che mancano spesso alle imprese. Una volta che l'impresa ha definito cosa osservare dovrà individuare i costi connessi alle attività di protezione ambientale. Questi possono essere rappresentati da diverse voci di spesa che l'impresa sostiene nel raggiungimento dei propri obiettivi ambientali. Un'area problematica riguardo l'identificazione delle spese ambientali consiste nell' identificazione di criteri e classificazioni specifici per poter discriminare quali costi possono essere considerati ambientali e quali non ricadono in tale categoria. L'Eurostat definisce come "ambientali" quelle spese sostenute per la realizzazione di attività il cui fine principale (diretto o indiretto) è la gestione e la protezione dell'ambiente, ossia quelle attività dirette deliberatamente e principalmente a prevenire, controllare, ridurre o eliminare l'inquinamento ed il degrado ambientale provocati dagli atti di produzione e di consumo. spese relative all'attività di protezione dell'aria e del clima; spese relative all'attività di protezione delle acque (escluse le sotterranee); spese relative all'attività di gestione dei rifiuti; spese relative all'attività di protezione del suolo e delle acque sotterranee; spese relative alle attività di abbattimento del rumore e riduzione delle vibrazioni; spese relative all'attività di protezione del patrimonio naturale dal degrado ambientale; spese relative ad altre attività di protezione ambientale (formazione, informazione e amministrazione generale); spese relative ad attività di ricerca e sviluppo in campo ambientale. Ciascuna delle voci di spesa potrà a sua volta essere suddivisa per rilevare i costi relativi alle attività di: manutenzione e controllo; prevenzione dell'inquinamento; trattamento e riduzione delle emissioni inquinanti; riduzione del livello di inquinamento esistente degli elementi del patrimonio naturale (acqua e suolo). Lo strumento principale attraverso cui l'impresa comunica all'esterno i propri dati ambientali di natura qualitativa e quantitativa, nonché relativi alla conformità legislativa e di comunicazione in materia legale è il Rapporto ambientale. Esso deve soddisfare, sia esigenze di trasparenza e comunicabilità, raggiungendo tutti coloro i quali sono interessati al suo contenuto e evidenziando gli sforzi del management interno verso la persecuzione e raggiungimento di risultati ambientali, sia il rispetto di un rigore scientifico garantendo completezza ed affidabilità delle informazioni fornite. Il Rapporto Ambientale è pertanto quel documento diffuso al pubblico e redatto periodicamente, per mezzo del quale l'impresa descrive le sue principali problematiche ambientali, il suo approccio strategico, la sua organizzazione per la gestione ambientale, le azioni messe in atto per la protezione ambientale e documenta, con dati statistiche e indicatori, il proprio impatto (il bilancio ambientale) e gli aspetti finanziari connessi con l'ambiente (spese correnti e di investimento). Oltre che strumento di comunicazione con i vari interlocutori dell'impresa (azionisti finanziatori, assicuratori, opinione pubblica, gruppi ambientalisti, autorità nazionali e locali, clienti e consumatori), il rapporto ambientale (e il bilancio che esso contiene) rappresenta un elemento fondamentale per la gestione strategica della variabile ambiente, all'interno del processo di pianificazione d'impresa. L'importanza di definire una posizione comune su questi argomenti e soprattutto sul contenuto degli strumenti che svolgono una funzione di informazione e comunicazione ambientale è confermata dal fatto che la Comunità Europea ha emanato la Raccomandazione della Commissione del 30 maggio 2001 (CE/2001/453) rivolta agli Stati Membri al fine di seguire un'impostazione standard sulla - "rilevazione, valutazione e divulgazione di informazioni ambientali nei conti annuali e nelle relazioni sulla gestione delle società" - (G.U.C.E. L 156 del 13.06.2001). Pur non essendo un documento giuridicamente vincolante per gli Stati Membri la raccomandazione della Commissione fornisce un'indicazione per soddisfare le esigenze di armonizzazione contabile in campo ambientale, utile soprattutto ai soggetti interessati alle performance ambientali delle varie realtà imprenditoriali. Il documento riveste una certa importanza in quanto tenta di integrare le iniziative svolte in ambito europeo sull'armonizzazione contabile nel contesto più ampio dell' armonizzazione contabile internazionale dato che segue e sostiene l'impostazione dei precedenti lavori dell'International Accounting Standards Committee (IASC). - La contabilità ambientale pubblica Nel contesto pubblico l'utilizzo della contabilità ambientale è imprescindibile e doveroso per due ordini di ragioni fondamentali: rappresenta uno strumento che misura la sostenibilità delle azioni antropiche volte alla ricerca di sviluppo e benessere, rispondendo all'esigenza di avere a disposizione un sistema informativo più articolato, in grado di rappresentare le interrelazioni, nel breve ma soprattutto nel lungo periodo, del sistema economico con il più ampio sistema naturale; è uno strumento le cui potenzialità non possono essere ignorate dal decisore politico nel momento in cui quest'ultimo gestisce e protegge un interesse pubblico fondamentale come lo è quello all'ambiente salubre. In questo caso, rispetto alla posizione del soggetto privato nei confronti delle incombenze ambientali, il soggetto pubblico è chiamato ad una più stringente responsabilità sociale. Per far si che l'utilizzo della contabilità ambientale sia associato all'assunzione di una responsabilità politica sugli stessi fatti ambientali ed economici, con l'intento di influenzare le scelte di famiglie ed imprese nella direzione di adottare un comportamento ecologicamente compatibile, è necessario che l'informazione prodotta sia inserita all' interno del quadro istituzionale, e quindi all'interno dei convenzionali processi decisionali di controllo e rendicontazione. La contabilità ambientale pubblica, come si può intuire, presenta caratteristiche di maggior complessità e finalità più ampie rispetto a quelle perseguibili nel sistema imprenditoriale privato dove le politiche di gestione ambientale che la utilizzano hanno come primo obiettivo un "ritorno economico", sia esso dipendente dalle richieste del mercato rivolte ad una maggior considerazione dell'impatto ambientale dell'attività di impresa, che riguardante una miglior gestione interna. Nell'ambito del governo del territorio la contabilità ambientale ha come oggetto di analisi, di informazione e comunicazione, sia gli effetti delle attività sull'ambiente direttamente collegati all'azione del soggetto pubblico, sia le conseguenze ambientali derivanti dalle attività di natura privata svolte dai soggetti terzi nell'area di governo in questione. La sua funzione generale è quella di ordinare le scritture ed i quadri contabili tenendo in considerazione quelle grandezze ambientali, fin ora pressoché ignorate, come la quantità di risorse naturali , l'utilizzo del suolo, la concentrazione di inquinanti etc., nei processi decisionali e di programmazione territoriale. Il prodotto della contabilità ambientale pubblica, come per la contabilità ambientale microeconomica o di impresa, si concretizza principalmente: nella produzione di informazioni ambientali fisiche che, attraverso il monitoraggio del territorio, produce dati a supporto di sistemi informativi e rappresentativi dello stato dell'ambiente, degli impianti, delle pressioni e dei fattori di pressione; nella rilevazione statistico-contabile, riferita ai sistemi di contabilità ambientale nazionale e locale, corrispondente e quanto più possibile coerente alle informazioni fisiche, prodotte nel primo livello, per arrivare a comprendere le conseguenze ambientali di una serie di variabili economiche-contabili (importazioni, produzioni etc.); una terza sezione dedicata agli utilizzi della contabilità ambientale pubblica riguarda la correzione dei sistemi di contabilità nazionale attraverso l'introduzione di misure di svalutazione del patrimonio naturale conseguente al degrado ambientale. Tale ultima possibilità, che fa riferimento alla redazione del cosiddetto "Pil verde", è ancora in fase di sperimentazione in quanto introdurrebbe una modifica sostanziale degli indicatori di performance macroeconomica. Le conseguenze sulla politica economica nazionale che porterebbe un tale uso della contabilità ambientale, attraverso metodologie delle stime monetarie degli impatti ambientali non ancora pienamente condivise da tutti gli attori economici e politici, relegano attualmente la contabilità territoriale alla funzione di rendicontazione definendola ancora strumento di "informazione parallela". Risultano invece più diffusi i sistemi che fanno riferimento all'elaborazione di "conti satellite" i quali associano le informazioni espresse in termini di conti "fisici" ai conti economici, descrivendo i rapporti di causa/effetto tra attività antropica e risposte ambientali. La dottrina di settore definisce i conti satellite come "l'interfaccia tra il sistema economico e l'ambiente in grado di registrare sia i flussi fisici relativi ai diversi tipi di inquinamenti emessi, sia i dati monetari relativi alle spese sostenute dalla nazione per la protezione e gestione dell'ambiente". Esistono diversi modelli di contabilità ambientale pubblica che traducono l'impostazione appena descritta. Il sistema più noto è quello denominato ESEPI (European System for environmental Pressure Indices), che costituisce una delle linee d'azione sviluppate dalla Commissione Europea dal 1994 rivolte alla ri-organizzazione delle informazioni necessarie per l'applicazione, da parte del decisore politico, degli indirizzi in tema di sviluppo sostenibile contenuti nel V° Programma d'Azione. Il sistema ESEPI consiste di cinque categorie di indicatori riassunte nella sigla DPSIR (Driving Forces, Pressure; State, Impact, Response), utilizzabili da tutti i livelli di governo, nazionale e locale. driving forces: indicatori territoriali riguardanti il subsistema umano, che danno informazioni sui fattori che determinano la pressione ambientale (Stato, produzione industriale, famiglie); pressure: indicatori di pressione, che descrivono le variabili che sono direttamente causa dei problemi ambientali considerati (flussi di materia - uso di risorse naturali, emissioni, effluenti - flussi immateriali - impatti su biodiversità, ambiente urbano) state: indicatori di stato che registrano i cambiamenti avvenuti nell'ambiente naturale a causa dell'attività antropica; impact: indicatori di impatto, che misurano gli effetti sul sistema antropico derivanti dai cambiamenti di stato del sistema naturale; response: indicatori di risposta, che quantificano gli sforzi del sistema politico e sociale per risolvere i problemi di carattere ambientale, riguardanti principalmente azioni di prevenzione (legislazione, ricerca, monitoraggio e controllo, gestione risorse naturali, permessi negoziabili, tasse e sussidi), abbattimento (tecnologie "end of pipe", depuratori, inceneritori, barriere anti rumore), ripristino (bonifiche). Attraverso una serie di progetti di ricerca (Environmental Pressure Indices Project) che hanno coinvolto circa 2000 esperti europei, EUROSTAT ha identificato 10 temi ambientali prioritari, per ognuno dei quali sono stati individuati sei indicatori chiave, che rappresentano nel modo più efficace le relative pressioni. Sono quindi state elaborate delle schede metodologiche per il calcolo di ciascun indicatore di pressione. I risultati derivanti da questa serie di progetti sono stati raccolti da EUROSTAT in un rapporto (Towards Environmental Pressure Indices, 1999). Inquinamento atmosferico Emissione di ossidi di azoto Emissioni di composti organici volatili non metanici Emissioni di anidride solforosa Emissioni di particolato Consumo di benzina e gasolio per veicoli Produzione di energia primaria Cambiamento climatico emissioni di anidride carbonica emissioni di metano emissioni di protossido di azoto emissioni di clorofluorocarburi emmissioni di ossidi di azoto Emissioni di ossidi di zolfo Perdita di biodiversità Perdita di aree protette, danni e frammenazioni Perdita di zone umide per drenaggio Agricoltura intensiva Frammentazioni di foreste e paesaggi Eliminazione di aree boschive naturali Cambiamento di pratiche di agricoltura tradizionale Ambiente marino e zone costiere eutrofizzazione Pressioni della pesca Sviluppo lungo le coste Perdita di habitat fondamentali Scarico di metalli pesanti Inquinamento da petrolio Rarefazione dello stato di ozono Emissioni di bromofluorocarburi Emissioni di clorofluorocarburi Emissioni di idroclorofluorocarburi Emissioni di anidride carbonica Emissioni di ossidi di azoto Emissioni di cloruri organici Uso eccessivo delle risorse Consumo idrico pro-capite Utilizzo di energia pro-capite Aumento del territorio occupato permanentemente Equilibrio dei nutrienti del terreno Produzione di elettricità da combustibili fossili Equilibrio delle riserve di legno Dispersione di sostanze tossiche Uso di pesticidi in agricoltura Emissioni di inquinanti organici persistenti Uso di prodotti chimici tossici Emissioni di metalli pesanti in acqua Emissioni di metalli pesanti in aria Emissioni di sostanze radioattive Problemi ambientali urbani Consumo di energia Rifiuti urbani non riciclati Acqua di scarico non trattata Quota di autotrasporti privati Popolazione minacciata da rumore Trasformazione del territorio Rifiuti Rifiuti in discarica Rifiuti all'inceneritore Rifiuti pericolosi Rifiuti urbani Rifiuti per prodotto nel suo ciclo di vita Rifiuti riciclati e materiale recuperato Inquinamento acque e risorse idriche Inquinamento da azoto e fosforo Estrazione di acqua da falda Pesticidi usati per ettaro di terreno agricolo Acqua trattata e acqua recuperata Emissioni di metalli pesanti Emissioni di materia organica Altri strumenti di natura statistico-contabile che contribuiscono alla realizzazione dei conti satellite a tutti i livelli istituzionali sono il sistema SERIEE ed il sistema NAMEA: Il conto satellite della spesa per la protezione dell'ambiente SERIEE (Systéme Europèen de Rassemblement de l'Information Economique sur l'Environnement). È uno strumento che consente di affiancare alle informazioni fornite dai conti economici tradizionali ulteriori informazioni riguardanti la spesa sostenuta per realizzare e finanziare solo ed esclusivamente le attività il cui scopo principale è la prevenzione, la riduzione e l' eliminazione dell'inquinamento e di ogni altra causa di degrado ambientale. La metodologia per la costruzione di tale conto è stata sviluppata da Eurostat, l'Istituto di statistica europeo. Teoricamente il SERIEE consta di quattro moduli: - il conto satellite della spesa per la protezione ambientale (EPEA), - il conto satellite dell'uso e gestione delle risorse naturali, - il sistema di registrazione delle Eco-Industrie, - l'analisi di tipo input-output delle attività di protezione ambientale. Il modulo di contabilità NAMEA (National Accounting Matrix including Enviromental Accounts). È un sistema di contabilità - proposto per la prima volta dall'Istituto di statistica olandese (CBS) - che raccoglie in un unico schema conti economici tradizionali (modulo economico) e conti ambientali (modulo ambientale). Il modulo economico riporta i flussi monetari e i principali aggregati registrati dalla contabilità nazionale per quanto riguarda la produzione e il consumo dei beni e dei servizi scambiati nel sistema economico e i conti economici dei settori istituzionali (pubblica amministrazione, famiglie, resto del mondo). Il modulo ambientale è principalmente finalizzato - allo stato attuale - alla contabilizzazione delle pressioni sull'ambiente generate dalle diverse attività di produzione e di consumo in termini di emissioni di sostanze inquinanti e di uso delle risorse naturali, nonché degli effetti di tali pressioni in termini di variazioni qualitative e quantitative del patrimonio naturale.
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