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[tradenews] WTO: NESSUN ACCORDO SUI FARMACI
- Subject: [tradenews] WTO: NESSUN ACCORDO SUI FARMACI
- From: roberto at mancaintesa.org
- Date: Sat, 2 Apr 2005 11:12:42 +0200
Tradewatch - Osservatorio sul commercio internazionale promosso da Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Centro Internazionale Crocevia, Gruppo di Appoggio al Movimento Contadino Africano, Mani Tese, ReteLilliput, Roba dell'Altro Mondo e Fondazione Banca Etica. ------------------------------------------------------------------------- 10 - 16 Aprile 2005 Settimana di Mobilitazione Globale - www.gwa2005.org NESSUN ACCORDO SUI FARMACI: Ieri, 31 marzo 2005, un'altra delle tante scadenze del ricco calendario dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC-WTO) non è stata rispettata. Non è certo una novità, ma quella di ieri riguardava un problema che non possiamo dimenticare, quello di milioni di persone che non riescono a procurarsi i medicinali necessari alle proprie cure perché la povertà li rende estranei al mercato. Il 14 novembre 2001, la conferenza ministeriale di Doha adotto' la nota Dichiarazione sull'accordo TRIPS (l'Accordo WTO che riguarda i diriti di proprieta' intellettuale) e la salute pubblica. In essa i ministri dichiararono: "Concordiamo che l'Accordo TRIPS non impedisce e non dovrebbe impedire ai paesi membri di prendere misure per proteggere la salute pubblica. Pertanto, mentre rinnoviamo il nostro impegno a rispettare l'accordo TRIPS, riaffermiamo che puo' e deve essere interpretato ed applicato in maniera da sostenere il diritto dei membri del WTO a proteggere la salute pubblica e, in particolare, a promuovere l'accesso ai medicinali per tutti". La Dichiarazione venne salutata con grande soddisfazione ed è stata citata spesso come dimostrazione degli aspetti positivi del WTO. Peccato che tale dichiarazione mancava di risolvere il problema proprio per i paesi piu' bisognosi, quelli privi di imprese farmaceutiche, rimaneva infatti in vigore il punto (f) dell'articolo 31, quello che regola l'utilizzo della cosiddetta licenza obbligatoria, impedendo di usarla se i medicinali da produrre sono per l'esportazione. Pertanto i paesi senza capacità produttiva potevano importare ma quelli in grado di produrre farmaci non potevano esportarli! La Dichiarazione chiedeva però di trovare rapidamente una soluzione. Il rapidamente per il comitato TRIPS si tradusse in quasi due anni e finalmente il 30 agosto 2003, poco prima della successiva conferenza ministeriale di Cancun, venne approvata la Decisione relativa all'applicazione del paragrafo 6 della dichiarazione di Doha, questo il titolo dell'accordo raggiunto. Tutto risolto? No, sia perché la soluzione trovata era molto piu' complessa di un semplice emendamento che avrebbe potuto annullare il punto (f) dell'articolo 31 in caso di emergenze sanitarie ed ha stabilito invece un processo molto burocratico che richiede tempi non certo brevi per essere attuato. Sia perché la soluzione era e rimane una eccezione temporanea che dal punto di vista legale impedisce cause su questo tema ma necessita di un emendamento vero e proprio al testo del TRIPS. Infatti nella decisione dell'agosto 2003 si stabili' che il comitato che accudisce l'accordo avrebbe elaborato questo emendamento entro sei mesi dall'inizio dei lavori, programmato per la fine del 2003. Tale scadenza non venne rispettata e quella stabilita in seguito corrisponde proprio alla data del 31 marzo 2005. Nell'incontro di ieri la tensione era abbastanza alta ed alcuni paesi africani hanno anche fatto riferimento al dramma che stava accadendo in America e che i media di tutto il mondo stavano proponendo a tutti noi chiedendo all'Amministrazione USA un analogo impegno per non perpetuare l'agonia delle loro popolazioni private del diritto di accesso ai farmaci. L'ostilità di USA, UE e Svizzera certo non stupiscono, le lobby farmaceutiche non hanno mai mollato la presa ed hanno sempre seguito con attenzione i negoziati. Dopo la dichiarazione del 14 novembre 2001 incessante è stato il loro impegno per recuperare il terreno perduto e quanto perso sul piano WTO è stato recuperato ad esempio negli accordi regionali e bilaterali, dove gli USA hanno cancellato la dichiarazione di Doha. A farlo notare è stata la stessa WTO che nella sua revisione della politica commerciale americana (Trade Policy Review del 17/12/2003) ha fattto notare che nell'accordo col Marocco e in quello con i paesi del Centro America veniva ignorata la decisione sull'implementazione del paragrafo 6 della dichiarazione di Doha! Va inoltre aggiunto che la decisione dell'agosto 2003 richiede che i paesi membri modifichino le loro legislazioni nazionali sui brevetti per permettere l'esportazione senza consenso del detentore del brevetto (consenso che va comunque tentato) e risulta che sino ad ora solo due paesi lo abbiano fatto: Canada e Norvegia. Insomma tutti coloro che in questi tre anni e mezzo hanno citato la dichiarazione di Doha per sostenere i lati positivi del WTO dovrebbero optare per un piu' dignitoso silenzio. Per i paesi più poveri questo 2005 porta piuttosto ulteriori peggioramenti della loro condizione perché da quest'anno anche i paesi in via di sviluppo devono adeguarsi al TRIPS e fra questi un paese come l'India che è stato sinora il loro principale fornitore di medicinali generici. Come ha scritto Medici senza Froniere, il prezzo dei farmaci rimane la barriera piu' difficile da superare per i paesi poveri e i farmaci coperti da brevetti sono particolarmente costosi. Dal 1970 in India si possono legalmente produrre versioni generiche di farmaci coperti da brevetto all'estero praticamente riproducendo il farmaco partendo dal prodotto finale in quello che in gli informatici (e non solo loro) chiamano "reverse engineering". Dal 1 gennaio 2005 in ottemperanza al TRIPS, anche in India i nuovi farmaci sono brevettabili e non solo quelli presentati da questa data ma tutti quelle che le aziende hanno potuto inserire in una sorta di casella postale (mailing box) dal 1995 (data di nascita el WTO) . Lila Cedius ha fatto notare che la nuova legge indiana costera' un prezzo altissimo in termini di vite umane perché si interrompera' la fornitura di farmaci accesibili per i paesi poveri. All'atto pratico, ancora una volta i paesi ricchi ignorano le loro altisonanti dichiarazioni di impegno per la lotta alla povertà. Le clausole complesse e mai chiare dei loro accordi commerciali stabiliscono ostacoli insormontabili in cui pochi specialisti di proprieta' intellettuale riescono a mettere il naso. Ma mentre si litiga fra esperti nel mondo reale uomini, donne e bambini soffrono e muoiono per malattie di cui esistono i farmaci necessari. Durante l'assedio di Sarajevo, come Beati i costruttori di oace, chiedemmo che i negoziatori non si incontrassero nell'elegante Ginevra o in altri siti confortevoli e sicuri ma proprio nella capitale bosniaca, per condividere la sofferenza di chi l'abitava. Forse sarebbe il caso che il Consiglio TRIPS si riunisse in futuro presso qualche ospedale in Africa o Asia. Un residuo senso del pudore potrebbe facilitare un accordo. Roberto Meregalli Beati i costruttori di pace - Rete di Lilliput Tradewatch - Osservatorio sul commercio internazionale promosso da Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Centro Internazionale Crocevia, Gruppo di Appoggio al Movimento Contadino Africano, Mani Tese, ReteLilliput, Roba dell'Altro Mondo e Fondazione Banca Etica. ------------------------------------------------------------------------- 10 - 16 Aprile 2005 Settimana di Mobilitazione Globale - www.gwa2005.org NO all'imposizione di accordi commerciali ingiusti, liberalizzazioni e privatizzazioni indiscriminate! SI al diritto di ognuno al cibo, all'acqua, alla salute, ad una vita dignitosa ed all'istruzione!
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