rifiuti primo : il modello dei consumi



   da larivista del manifesto
numero  54  ottobre 2004 Sommario

Dossier rifiuti

PRIMO: IL MODELLO DEI CONSUMI
Massimo Serafini


Dopo i tanti e troppo spesso rituali appelli, da parte di autorevoli
rappresentanti del centro-sinistra a discutere di programmi, abbiamo deciso
che la «rivista» aprisse una riflessione sul problema della gestione dei
rifiuti, tema su cui sicuramente chi vuole contendere il governo del paese
al centro-destra e a Berlusconi deve saper indicare con chiarezza con quali
scelte e progetti si intende promuovere un'alternativa. Per farlo abbiamo
chiesto a Legambiente una serie di contributi, che riflettessero la sua
elaborazione programmatica in materia, ma anche le esperienze che
l'associazione ha sviluppato nel paese in questi anni. Su questi contributi
intendiamo aprire un confronto serio con l'insieme delle forze del
centro-sinistra.
Sarebbe un grave errore, da parte dell'Ulivo, pensare che sul problema della
gestione dei rifiuti possa bastare, per ottenere consensi, richiamare il
Decreto Ronchi, senza fare i conti con le resistenze che incontrò anche
durante l'esperienza del governo di centro-sinistra. Ancora peggio sarebbe
pensare che, se fossero gestite dal centro-sinistra, le soluzioni puramente
impiantistiche o di `smaltimento' potrebbero funzionare e ottenere consenso
popolare. L'ipotesi di affidare la gestione dei rifiuti solo a inceneritori
o discariche, è, infatti, destinato a incontrare forti resistenze popolari,
chiunque la proponga.
Bisogna quindi agire, ripartendo - se si vuole uscire da questa logica del
bruciare tutto o seppellire tutto - da un intervento forte sul modello di
produzione e dei consumi, in altre parole sul modello di sviluppo. Per
ridurre i rifiuti, raccoglierli in modo differenziato e riusarli bisogna
costruire un progetto che sia capace di incidere sul concetto di crescita,
superando l'idea che la `famosa' ripresa dipende solo da una ripresa dei
consumi, qualunque essi siano. È necessario, insomma, mettere in campo un
radicale progetto di cambiamento della società.
È facile dire che non tutto è chiaro nelle proteste popolari contro gli
inceneritori e in particolare in quella di Acerra. Ma ciò che manca a questi
movimenti è un progetto alternativo, a cui riferirsi, che però nessuno ha
tentato di proporre. Nella vicenda campana non c'è solo il fallimento del
centro-destra e delle sue politiche ambientali, ma anche l'incapacità del
governo di centro-sinistra della Regione di offrire una soluzione diversa e
convincente a questo problema. Si è preferito subire o accettare la logica
dell'emergenza e dei commissari con poteri di ordinanza. Si è in definitiva
persa una grande occasione per chiarire alla gente, su una questione così
coinvolgente e indicatrice della qualità della vita di una società, quale
era il progetto di cambiamento della Campania che il centro-sinistra e
Bassolino intendevano perseguire. In buona sostanza, si è oscillato fra una
delega totale del problema al commissario e all'intervento straordinario e
un'accettazione ed esaltazione acritica delle scelte del movimento.
Per uscire da questa situazione, che rischia di alimentare nel popolo
astensionismo e sfiducia nella politica, è importante che l'insieme del
centro-sinistra si misuri con la vicenda campana e più in generale con il
problema della gestione dei rifiuti. Ci auguriamo che questi contributi
aiutino ad andare in questa direzione.