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rifiuti primo : il modello dei consumi
- Subject: rifiuti primo : il modello dei consumi
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 10 Dec 2004 21:59:29 +0100
da larivista del manifesto numero 54 ottobre 2004 Sommario Dossier rifiuti PRIMO: IL MODELLO DEI CONSUMI Massimo Serafini Dopo i tanti e troppo spesso rituali appelli, da parte di autorevoli rappresentanti del centro-sinistra a discutere di programmi, abbiamo deciso che la «rivista» aprisse una riflessione sul problema della gestione dei rifiuti, tema su cui sicuramente chi vuole contendere il governo del paese al centro-destra e a Berlusconi deve saper indicare con chiarezza con quali scelte e progetti si intende promuovere un'alternativa. Per farlo abbiamo chiesto a Legambiente una serie di contributi, che riflettessero la sua elaborazione programmatica in materia, ma anche le esperienze che l'associazione ha sviluppato nel paese in questi anni. Su questi contributi intendiamo aprire un confronto serio con l'insieme delle forze del centro-sinistra. Sarebbe un grave errore, da parte dell'Ulivo, pensare che sul problema della gestione dei rifiuti possa bastare, per ottenere consensi, richiamare il Decreto Ronchi, senza fare i conti con le resistenze che incontrò anche durante l'esperienza del governo di centro-sinistra. Ancora peggio sarebbe pensare che, se fossero gestite dal centro-sinistra, le soluzioni puramente impiantistiche o di `smaltimento' potrebbero funzionare e ottenere consenso popolare. L'ipotesi di affidare la gestione dei rifiuti solo a inceneritori o discariche, è, infatti, destinato a incontrare forti resistenze popolari, chiunque la proponga. Bisogna quindi agire, ripartendo - se si vuole uscire da questa logica del bruciare tutto o seppellire tutto - da un intervento forte sul modello di produzione e dei consumi, in altre parole sul modello di sviluppo. Per ridurre i rifiuti, raccoglierli in modo differenziato e riusarli bisogna costruire un progetto che sia capace di incidere sul concetto di crescita, superando l'idea che la `famosa' ripresa dipende solo da una ripresa dei consumi, qualunque essi siano. È necessario, insomma, mettere in campo un radicale progetto di cambiamento della società. È facile dire che non tutto è chiaro nelle proteste popolari contro gli inceneritori e in particolare in quella di Acerra. Ma ciò che manca a questi movimenti è un progetto alternativo, a cui riferirsi, che però nessuno ha tentato di proporre. Nella vicenda campana non c'è solo il fallimento del centro-destra e delle sue politiche ambientali, ma anche l'incapacità del governo di centro-sinistra della Regione di offrire una soluzione diversa e convincente a questo problema. Si è preferito subire o accettare la logica dell'emergenza e dei commissari con poteri di ordinanza. Si è in definitiva persa una grande occasione per chiarire alla gente, su una questione così coinvolgente e indicatrice della qualità della vita di una società, quale era il progetto di cambiamento della Campania che il centro-sinistra e Bassolino intendevano perseguire. In buona sostanza, si è oscillato fra una delega totale del problema al commissario e all'intervento straordinario e un'accettazione ed esaltazione acritica delle scelte del movimento. Per uscire da questa situazione, che rischia di alimentare nel popolo astensionismo e sfiducia nella politica, è importante che l'insieme del centro-sinistra si misuri con la vicenda campana e più in generale con il problema della gestione dei rifiuti. Ci auguriamo che questi contributi aiutino ad andare in questa direzione.
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